Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Semmai    24/04/2016    1 recensioni
" Era stato suo padre a fargliela scoprire, una volta, mentre erano in macchina e discutevano su una sorpresa da fare ad Anne, sua madre. Lui diceva che ogni donna ha la sua canzone, basta solo scoprirla ed invitarla a ballare. Secondo la mente contorta di suo padre, se la canzone e la ragazza fossero state quelle giuste, allora quel ballo non sarebbe più terminato. Gli sarebbe sembrato come volare e non ci sarebbe stato imprevisto che li avrebbe separati. "
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VIII
“Now we’re slipping near the edge,
Holding something we don’t held
on this delusion in our hands
is gonna bring us to our kness”



 
Le luci si rincorrevano velocemente dando vita ad una strana maratona. Avevano preso il treno per Roma il pomeriggio stesso, dopo la strana notte passata con Harry.
Forse “strana” era il termine esatto, perché ancora non riusciva a spiegarsi il motivo per il quale l’avesse fatto. Non aveva aiutato molto la situazione, anzi, si sentiva addirittura peggio.
Al suo ritorno in albergo aveva trovato Helly sveglia ad aspettarla; le aveva raccontato tutti i dettagli e fatto vedere quella foto. La rossa aveva sorriso, porgendole una tazza di caffè. Aveva scosso la testa , non proferendo parola. In certe occasioni, forse, le parole sono un di più e tra loro non ce n’era bisogno.
Era intenta a fare la stessa cosa in treno, mentre le altre due facevano altro: guardava ogni singolo dettaglio della foto. Ammirava quanto fossero rilassate le loro espressioni, senza paure, senza pregiudizi, senza la consapevolezza di quella che fosse la loro vita in realtà: lui una star, lei una studentessa che faticava ad arrivare a fine mese.
Pian piano chiuse gli occhi, sperando di poter recuperare le ore di sonno perse.
 
Era ancora buio nella stanza, ancora una canzone suonata al piano come sottofondo. Avrebbe dovuto riprendere a suonare. Si sentiva stranamente leggera.
Guardò in basso, ma non vide nulla, così provò a toccare il suo corpo: indossava un costume.
Fece dei passi avanti, essendo attenta a dove poggiare i piedi.
Più camminava e più sentiva il rumore dell’acqua scorrere. Non poteva trovarsi in una cascata, sarebbe stato troppo anche per lei.
Possibile che le cose più strane capitassero  a lei?
L’acqua si faceva sempre più vicina e Joe aumentava la prudenza nel camminare.
Non si era mai troppo sicuri.
Giunse a quella che avrebbe dovuto essere l’uscita di quel tunnel misterioso: una piccola apertura dalla quale proveniva la luce del sole. L’attraversò e si ritrovò davanti una piccola cascata con un laghetto. Come immaginava. Alla sua destra notò delle piccole scale, le percorse fino ad arrivare all’altezza della riva.
La cascata era di fronte a lei e tutt’intorno si estendevano alberi e cespugli con fiori. L’acqua del piccolo laghetto sembrava essere mossa solo dallo scorrere di quella massa cristallina.
Era giunta in paradiso?
«che cazzo..» Una voce rauca disturbò il pasesaggio perfetto. Non aveva neanche bisogno di girarsi, poiché poteva appartenere solo ad una persona.
Cercò di ignorarlo, era un sogno dopotutto. S’incamminò, invece, verso la sorgente.
Un passo e l’acqua era tiepida;
un altro passo e la temperatura era invariata;
un passo ancora ed una mano tatuata l’afferrò. «che ci fai tu qui?»
Si voltò finalmente ed anche il ragazzo era in costume. «faccio un bagno, forse?» Poteva notarli tutti  i disegni che aveva inciso sul corpo. «Capitan ovvio! Intendevo dire: che cosa ci fai nel mio sogno?»
Il suo sogno? «forse non ci siam capiti, Murales vivente, ma questo è il mio sogno» specificò stizzita.
Vide il ragazzo sbuffare. «è inutile continuare. Beh, ora che facciamo?»
La mandava sui nervi anche nei sogni, era incredibile. «io faccio un bagno, tu quello che ti pare» Si tuffò.
Il contatto con l’acqua non era mai stato così rinfrescante e desiderato. Era un sogno davvero.
Il riccio non si fece attendere molto per unirsi a lei.
Nuotarono vicini ed ogni tanto si schizzavano acqua per farsi dispetti, come due bambini capricciosi.
«Harry, la smetti?» chiese lei quasi soffocata dalla sua stessa risata.
Il ragazzo, allora, le afferrò il braccio e la strinse a lui, per poi portarla sott’acqua con lui. I corpi erano attaccati, l’acqua tiepida, a tratti calda, la bocca di lei sul collo di lui. Emersero dopo poco tossendo, ma ancora attaccati; i loro respiri si incrociavano  e i loro occhi – mare e terra- erano ancora incatenati. Se avessero potuto descrivere la creazione del mondo, avrebbe potuto usare la descrizione di uno sguardo.
«io non so cosa stia accadendo, ma sto per baciarti» ansimò lui.
“e c’era bisogno di dirlo?” pensò lei, sorridendo appena.
Si avvicinò sempre di più alle labbra di lei, stringendola ancor di più a sé. Non sapeva il perché l’avesse sognata, non dopo averla lasciata in quel modo brusco la mattina stessa.
Poteva sentire il suo respiro solleticargli le labbra, neanche fosse un invito. Aveva fumato, così come lui aveva bevuto.
Mancava poco al loro contatto ed Harry si chiede il perché non l’avesse fatto prima.
Non ebbe una risposta, perché si svegliò.

 
Ansimava, il riccio, sdraiato sul suo sedile in aereo. Quel sogno era stato fin troppo realistico per i suoi gusti, bastava notare il cavallo dei suoi pantaloni rigonfio.
Una cascata e lei in costume: il suo inconscio gli voleva proprio male.
«Hazza, tutto bene?»gli chiese Louis.
Harry annuì, non poteva raccontargli del sogno. O forse si?
Se c’era una cosa che l’amico sapeva sempre era quando una ragazza affollava la sua mente. «c’entra la ragazza dell’altro giorno?» Colpito ed affondato.
«stavolta l’ho sognata » ammise.
Vide il ragazzo sorridere. «questa storia va avanti da un po’, amico mio. Hai mai pensato di fare qualche ricerca?»
«Da quanto va avanti?» Aveva perso la memoria di quella parte della sua vita.
«da mesi, Harry, ed anche il fatto che entrambi non lo ricordiate è sospetto» Louis piccolo Sherlock.
«indagherò non appena avremo finito il tour e ci sarà quella bella pausa»
«intanto sai dove si trova?» indagò il piccolo investigatore.
Harry sbiancò: non aveva avuto modo di chiederglielo.
Quante Joe esistevano in Italia?








***
 
Angolo Autrice:
Innanzitutto grazie a chi ha recensito, è sempre bello vedere, oltre alle visualizzazioni, anche dei commenti :D
Grazie a chi ha messo la storia tra le "seguite" e tra le "preferite", siete state gentilissime! 
Veniamo al capitolo: come vedete sia Harry che Joe sono in viaggio per tornare alle loro vite quotidiane, chi a Roma, chi in una parte qualsiasi del mondo. 
Joe ripensa alla notte con Harry, guardando anche la foto che hanno scattato insieme. E' rassegnata, però, al fatto di non vederlo più. Chi non lo sarebbe dopotutto? Chi conterebbe di rivedere una star dopo tutto quell'accaduto? Diciamo che torna con i piedi per terra - li ha mai alzati?-. 
Harry, dall'altra parte, si mette in testa di indagare e di rivederla, ma dopo aver completato il tour. Dovere prima di tutto, no?
Entrambi, però, si addormentano e si sognano. Sognano una cascata e di riavvicinarsi così come non hanno fatto nella realtà. Riusciranno mai a scoprire che quelli in realtà non sono sogni? Cosa più importante: riusciranno mai a scoprire il perchè di questi sogni e come sono iniziati?
Vi lascio con questi interrogativi che verranno presto svelati! 
Semmai <3 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Semmai