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Autore: EcateC    21/04/2016    6 recensioni
Dicembre 1995, Seconda Guerra Magica.
Harry ed Hermione sono soli in una tenda fatiscente, tristi e demotivati. Niente, ma proprio niente, sembra andare per il verso giusto:Voldemort regna indisturbato sul mondo dei maghi, il Medaglione di Serpeverde pare indistruttibile e Ron se n'è appena andato via, furioso.
Harry vorrebbe mollare tutto e scappare via, ma sarà proprio nella durezza di quel momento che capirà quanto sia importante avere qualcuno al proprio fianco, qualcuno sui cui poter contare incondizionatamente, qualcuno di speciale che c'è sempre stato e che ci sarà, per sempre.
Harry/ Hermione, accenni Bellatrix/Voldemort
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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HIC SUNT LEONES



 

“Hermione should have married Harry, not Ron. In some ways Hermione and Harry are a better fit and I'll tell you something very strange. When I wrote Hallows, I felt this quite strongly when I had Hermione and Harry together in the tent! I know, I'm sorry, I can hear the rage and fury it might cause some fans, but if I'm absolutely honest, distance has given me perspective on that. (Ron and Hermione togheter) It was a choice I made for very personal reasons, not for reasons of credibility. Am I breaking people's hearts by saying this? I hope not."

J.K. Rowling

 

 

 

-Abbiamo finito le provviste- 

-Ci penserò domani-

Hermione sospirò e si avvicinò al Prescelto, che stava fissando immusonito il medaglione di Serpreverde

 -E devi farti la barba- aggiunse con tono più gentile, sfiorandogli la guancia ruvida. Harry sorrise, o almeno ci provò.

-Penserò domani anche a quello-

-Harry, fissarlo non ti aiuterà a distruggerlo- gli disse Hermione preoccupata, mentre si coricava sotto al sacco a pelo -Prova a riposarti un po’-

Il ragazzo rilassò le spalle tese, l’Horcrux adagiato sulla sedia sembrava che ricambiasse il suo sguardo con sdegno e si beffasse di lui. Lo smeraldo brillava come mai prima d’ora, la catena era lucida e nel complesso non sembrava scalfito di una virgola. Anzi, a Harry pareva più nuovo di prima. 

Scosse la testa e si alzò sconfortato. Come poteva uccidere Voldemort se non riusciva a intaccare neanche un frammento della sua anima?

“Non ce la farò mai”   

Ecco quello che si ripeteva in silenzio, lontano da orecchie indiscrete. 

Decisamente, non ce la farò mai”.

Faceva un freddo pungente dentro quella piccola tenda, le sue pareti erano costantemente scosse dalla forza maestosa del vento dicembrino, che dirigeva proprio sopra di loro un acquazzone esagerato, apocalittico.

Sembrava che fossero nella Foresta Amazzonica più che in un boschetto vicino a Godric’s Hollow.

Harry guardò Hermione mentre leggeva una vecchia copia del Profeta che avevano trovato per caso a Diagon Alley, e dalla sua espressione capì che non c’era niente di buono.

-Novità?- domandò con voce spenta, pronto ad ascoltare l’ennesima, sconfortante notizia.

-Antonin Dolohov è stato nominato intendente supremo, quattro ergastolani sono misteriosamente evasi da Azkaban e pare che Bellatrix Lestrange abbia brutalmente giustiziato tre maghi ribelli-

Non ce la farò mai, proprio mai”

-Tre…- ripeté Hermione, sconvolta -Ma secondo te è vero?-

-Può darsi- le rispose atono, mentre si toglieva le scarpe.

-Ma perché è così cattiva, così brutale? Come può una donna commettere così tanti crimini in nome di… Di una pretesa tanto stupida? Ma cosa le passa per la testa?-

-Lei fa tutto quello che dice Voldemort, non credo che pensi con la sua testa-

-Tutto…- 

-Sì...-

Hermione annuì, meditabonda. Harry intanto si sdraiò controvoglia nel suo sacco a pelo, che aveva unito a quello di lei per incrementare il calore fra di loro e per la sicurezza di entrambi.

Hermione guardò con la coda dell’occhio Harry, lui la ricambiò e rimasero in silenzio, ma a entrambi veniva da sorridere.

-Ma secondo te loro…-

-NO, Hermione! Assolutamente no!- si oppose Harry vivacemente, facendola ridere di gusto -Lo sapevo che saresti arrivata qui, e la risposta è no, Merlino benedetto, no!-

Hermione si coprì il viso con le mani, continuando a ridere -Per me sì, perché altrimenti non si spiega tutto l'entusiasmo di Bellatrix-

-Ti dico di no- sentenziò Potter, inflessibile

-Ma cosa ne sai! Gliel’hai chiesto per caso?-

-Purtroppo non mi è sovvenuto l’altra volta al cimitero, però se ti interessa glielo chiedo-  scherzò allegro -’Scusa, Voldemort, ma la mia amica Hermione voleva sapere come vanno le cose con Bellatrix. Sai com’è, le ragazze ci tengono a sapere questi dettagli…’

 Risero entrambi per non piangere.

-Si guarda, ridiamo che è meglio-

-Già…-

-Il medaglione dov’è?-

-Sulla sedia-

-Ce l’hai sottocchio?-

-Sì, sì, tranquilla- le sorrise, voltandosi dalla sua parte. Hermione era una vera e pura benedizione, non avrebbe mai ringraziato abbastanza di averla accanto.

-Bene. Buonanotte, allora-

-Buonanotte-

Harry chiuse gli occhi, in tenda era buio ma fuori la tempesta infuriava con forza apocalittica. Sentì Hermione rannicchiarsi su se stessa fino a portarsi le ginocchia al petto, in effetti si congelava.

-Hai freddo?- le domandò con aria preoccupata, cominciando a sfregarle la spalla e il braccio sinistro.

-Un pochino, ma non ti preoccupare-

-Mi dispiace…-

-Non hai nessuna colpa- gli fece notare dolcemente, guardandolo da sopra la spalla con un sorriso timido.

-Beh, se non ci fossi stato io, tu non saresti qui-

-Hai detto bene. Sarei all’altro mondo, morta e sepolta-

Harry sorrise -No, scema, non intendevo dire…-

-È la verità, saremmo tutti morti, se non ci fossi stato tu-

Il sorriso di Potter si allargò. No, non avrebbe mai finito di ringraziare il Cielo per quel dono che era la sua amica, ormai ne era certo.

-E comunque, per tornare al discorso di prima, lei ne vuole- precisò, con l’aria di chi la sa lunga. Hermione ridacchiò.

-Anche lui-

-Nah…-

-Dai, Harry, gli uomini non si tirano indietro in queste cose-

-Beh, non è proprio così… Intanto dipende da chi hanno davanti- cominciò, serio e divertito allo stesso tempo -E poi subentrano molti altri fattori-

-Tipo?- domandò Hermione, alzando le sopracciglia con aria scettica.

-Tipo… Se ti fidi di lei o no. Se sai che lei non ha secondi fini, se ti rispetta, se è dolce…-

La ragazza ne rimase colpita. Non sapeva bene perché, ma non aveva mai riposto alcuna fiducia nel sesso maschile… Con l’eccezione di Harry, naturalmente, che era decisamente troppo buono per ferire una ragazza. E lo stesso aveva sempre pensato di Ron, prima che se ne andasse via…

-Harry, credo questo valga solo per te-

Il ragazzo arrossì -No, guarda che per molti vale così. Insomma, non è vero che basta che respiri… A meno che uno non sia proprio disperato, che allora sì, una vale l’altra; ma nella normalità, no-

-Anche per Ron?-

Harry la guardò di sottecchi e non le rispose, si sentiva infastidito.

Ron era il suo migliore amico e gli voleva bene, ma diavolo, si era comportato da smidollato. E più passavano i minuti, e più si rendeva conto che lui non meritava un gioiello prezioso come era Hermione, la sua Hermione.

-Io Ron non so più chi è- le rispose sbrigativo.

-Non avercela con lui…- la voce le tremò palesemente, e il ragazzo le si avvicinò ancora per scaldarla. L’avvinghiò strettamente, Hermione era un cubetto di ghiaccio, e se anche tratteneva i tremori era evidente che stesse gelando e soffrendo.

Tu non dovresti essere qui”  pensò dispiaciuto, abbracciandola più forte che poteva. Era tutta colpa sua, sempre colpa sua. Hermione stava passando le pene dell’inferno per cosa? Per una guerra che molto probabilmente era già persa in partenza… A volte pensava se davvero non fosse il caso di consegnarsi a Voldemort e finirla una volta per tutte.

Dopotutto quante speranze aveva, obiettivamente, di vincere in un testa a testa contro Voldemort?

-Harry, devi promettermi che se loro dovessero trovarmi….-

-Che cosa!?- protestò incredulo, immaginandosi già cosa stava per dirgli.

-Fammi finire! Devi promettermi che tu continuerai a combattere e a essere forte come hai sempre fatto, qualsiasi cosa accada. Promettimi che non metterai a repentaglio la tua vita solo per cercare me. Promettimelo-

Harry serrò la mascella -Se loro dovessero trovarti, io non avrò pace finché non ti avrò trovata a mia volta e portata via, a costo di sfondare la porta di Voldemort a testate-

Hermione scosse la testa in segno di resa, ma un sorriso triste le incurvò gli angoli della bocca.

-Non cambi mai, eh?-

-Mai-

-E comunque, in quel caso faresti meglio a sfondare la porta di Madame Lestrange-

-Perché dici?-

-Perché non credo che Voldemort si disturberebbe a uccidere me-

Harry la guardò come se fosse diventata un alieno.

-Scherzi!? Certo che si disturberebbe! Guarda che tu sei molto importante, loro sanno quanto tu mi sia cara e… - Harry si sentì arrossire - Insomma, credo che ti considerino come una sorta di mia fidanzata, o qualcosa del genere… Ehm, averti sotto scacco per loro sarebbe una grande vittoria-
"E io ne morirei..." pensò sinceramente, ma se ne guardò bene dal dirlo ad alta voce. Forse era un po' troppo, ma dopotutto era vero. Hermione c'è sempre stata per lui, non l'aveva mai tradito, accusato di qualcosa o deluso, mai c'era stato un motivo di lite capace di allontanarla in quei sette anni. Era una certezza, la più bella che aveva, e se ne rendeva conto solo in quel momento.

L’espressione della ragazza, intanto, si era fatta sorpresa, e anche le sue guance erano diventate rosse.

 -Pensano questo? Che io e te…-

-Beh, ci vedono così vicini… anche la Skeeter ci era cascata, se ben ricordi- balbettò Harry, imbarazzato -Io lo penserei, credo-

-Forse anch’io…-

Silenzio. I ragazzi smisero di parlare, stavano ancora abbracciati, ma nessuno dei due osava muovere un muscolo. L'atmosfera si era fatta improvvisamente pesante.

-E poi c’è da dire un’altra cosa- aggiunse Harry dopo un po’, per spezzare il ghiaccio - Se non ci fossi stata tu, io a quest’ora sarei morto almeno dieci volte. Ritieniti onorata, Voldemort deve odiarti almeno quanto odia me-

La ragazza ridacchiò -Che fortuna!- commentò, ironica -Comunque tu devi smetterla con questa mania di sottovalutarti, Harry! tu ce l’avresti fatta benissimo anche senza di me-

-Ti sbagli- le rispose sicuro, stringendole la mano a sua volta -Non sarei nulla senza di te-

-Io, furbizia e…-

-…E tanti libri, lo so- sorrise Harry -Non finirò mai di ringraziarli, i tuoi tanti libri-

-Harry?-

-Cosa?-

-Secondo te non vinceremo la guerra?-

Il giovane attese prima di rispondere. Quella era la classica domanda che lo metteva profondamente a disagio.

-Non lo so- le disse infine -È che tutti pensano a me come se fossi chissà chi… Harry Potter di qua, Harry Potter di là, Harry Potter il prescelto… Dici bene che non devo sottovalutarmi, ma io non mi sento così, io non so neanche se sto facendo la cosa giusta, qui a cercare a caso degli Horcrux senza sapere neppure che forma hanno. E ora che ne ho trovato uno, non so come distruggerlo… Tutti mi ripongono una fiducia che non merito-

-Io sono sicura che ce la farai- gli rispose dolcemente -Le persone hanno bisogno di avere un eroe su cui confidare, su cui riporre le proprie speranze, e tu, Harry, sei sempre riuscito a cavartela, vincendo contro tutto e tutti, senza mai deludere le speranze di nessuno. Sono certa che ce la farai anche questa volta-

-Ma io non sono un eroe…-

-E io non sono un genio, eppure voi me lo dite sempre-

-Hermione- la chiamò affettuosamente, malgrado la voce fosse scossa dal freddo -Ma tu sei un genio-

-E tu sei un eroe. Sei un leone-

Harry sorrise fra sé, e con un braccio le circondò il corpo. Hermione sapeva sempre trovare le parole giuste, non c’era nessuna persona al mondo che lo faceva sentire così compreso e spalleggiato, così a casa. Inspirò l’odore dei suoi numerosi capelli, che ora erano diventati ancora più gretti e indisciplinati, e provò l’inarrestabile voglia di toccarli. 

Lo fece.

-Cosa fai?- ridacchiò appena, stupita

-Ti accarezzo la criniera-

Hermione ridacchiò -Sì, chiamiamoli ‘criniera’, per non infierire-

-Perché? Sono belli-

-I miei capelli?- gli rispose incredula, alzandosi appena con la spalla -Sei impazzito, Harry Potter?-

Il ragazzo si sentì arrossire, di nuovo. In effetti non erano esattamente belli, poi ora che li lavava solo con l’acqua erano peggiorati, però… Però. 

Ma perché la cosa lo imbarazzava così tanto? Non si era mai sentito in imbarazzo con lei, cosa stava succedendo?

-Io non li trovo brutti- disse, vergognandosi della sua stessa voce -Tu non hai niente di brutto-

-Okey, Harry. Sputa il rospo- gli intimò, giocosa, girandosi dalla sua parte -Cos’hai combinato?-

-Niente- le rispose, vagamente offeso -Guarda che lo penso davvero-

-Oh… Grazie, allora- lo ringraziò, troppo stranita per sentirsi adulata.

-Prego-

E senza un apparente motivo, Hermione iniziò a ridere. Non era una risata forte o liberatoria, semplicemente qualche singhiozzo soffocato,

-Cosa c’è da ridere!?-

-No è che… È già la seconda volta che mi dici che sono bella, ed è la seconda volta che io rimango senza parole...-

-La seconda volta?- ridacchiò Harry, contagiato.

-Sì, quando eravamo al quinto anno tu mi dicesti una cosa del genere. Non so se te lo ricordi, avevi appena baciato Cho e…-

-Noo! Non farmi ricordare Cho, ti prego- Harry si mise drammaticamente le mani tra i capelli. Hermione rise più forte.

-Beh, insomma, tu mi dicesti che non mi trovavi brutta, o qualcosa del genere, e davvero io ci rimasi secca dalla contentezza. Non prendermi in giro, avevo quindici anni ed era la prima volta che un ragazzo me lo diceva, fu un evento epocale per me…-

Harry sorrise e la strinse più forte contro di sé. Non ricordava quell’episodio, ma non fu più orgoglioso di se stesso come in quel momento. Desiderò ardentemente che i due sacco a pelo fossero uniti e non separati, per poterla abbracciare meglio, con tutto il suo essere.

-E se ti dico che sei bellissima?- le sussurrò all'orecchio, con il naso sepolto tra i suoi capelli.

-Io ti dico che sei scemo-

-Sei bellissima, per me- la voce gli uscì direttamente dal cuore, e una strana felicità gli riempì l’animo. Era vero, lei era bellissima, e lui sentiva di essersene accorto solo in quel momento, nel bel mezzo di una foresta, sotto il temporale.

-Harry…-

-Te lo giuro-

Con uno scatto veloce, Hermione si girò verso di lui e gli stampò un bacio nella guancia. Harry mosse istintivamente le labbra, come se si aspettasse un bacio vero e proprio.

-Dai, proviamo a dormire- gli disse serenamente, colla voce un po’ assonnata -Domani ci aspetta una giornata faticosa-

Harry non rispose, d’altronde desiderava fare tutto fuorché dormire, in quel momento. La guancia appena baciata gli bruciava, e per fortuna che era tutto buio, perché era sicuro di essere arrossito come un pomodoro.

Ma che ti prende? È Hermione, perché fai così?-

Chiuse gli occhi, ma la consapevolezza di averla così vicina non lo faceva rilassare. Sentiva il suo profumo di sapone, il suo respiro morbido e cadenzato, così rassicurante, così delicato e discreto, proprio come era lei.

Dolce, delicata e discreta.

A tentoni nel buio, si sporse su di lei e la baciò a sua volta, più vicino alle labbra di quanto fosse tradizionalmente concesso a una coppia di amici.

Hermione infatti si irrigidì, ma rimase immobile e non disse niente. Harry gliene stampò un altro, ancora più vicino, nell’angolo delle labbra. 

Il cuore iniziò a battergli forte nel petto e il cervello smise di fare domande; tutto il suo essere tendeva verso di lei, sia l’anima che il corpo. Non ci poteva essere niente di sbagliato nell’assecondare qualcosa di così umano e puro, privo di interessi o risvolti negativi. Delicatamente, le girò il viso con la mano e posò le labbra sulle sue. 

Fuori il vento e il temporale ululavano e tempestavano in modo apocalittico. Da quando Voldemort aveva preso controllo del tempo, sembrava che i due ragazzi fossero perseguitati dal gelo perenne e dalle intemperie del clima. Un fulmine nervoso illuminò per una frazione di secondo i volti congiunti dei due ragazzi

Oh.

La ragazza gli afferrò la mano e gliela strinse forte, e fu proprio lei a girarsi sul fianco dalla sua parte, in modo da fronteggiarlo. 

Harry sentì la stessa gioia nuova e mai provata esplodergli nel petto, e sempre seguendo il suo istinto, approfondì il bacio e fece leva con le gambe e con il braccio sinistro per alzarsi e insinuarsi sopra di lei, la mano destra invece teneva stretta la sua.

Ti a…

-No, Harry, aspetta-

Mo.

-Cosa c’è?- le chiese deluso, staccandosi da lei

-Non possiamo- gli disse seriamente -Non possiamo. Scusa, ma è meglio di no-

-Perché?- la voce gli uscì più lamentosa di quello che avrebbe voluto, poi ebbe un’illuminazione che lo fece diventare paonazzo -Aspetta, se ti riferisci al… A quello, non è che io volessi fare quello. Cioè, non intendo dire che non… insomma, se tu volevi non mi mettevo a dire “No, Hermione non si fa”… P-però non mi sono avvicinato a te per quello, e poi io faccio quello che vuoi tu, non farei mai qualcosa che tu non vuoi fare… Dimmi che hai capito, ti prego-

Malgrado tutto, Hermione sorrise. Harry sarà stato anche il prescelto e l’eroe del mondo magico, ma Merlino, in queste cose era davvero una frana.

-Sì, ho capito- gli rispose divertita -Non ti affogare, per piacere-

-Okey… Cosa c’è che non va, allora?-

Hermione deglutì a vuoto -Lo so che ti manca Ginny…-

-Non mi manca Ginny!- obbiettò il ragazzo, a metà tra l’offeso e l’arrabbiato -Ginny non è qui, ci sei tu qui, tu sei rimasta con me, tu mi hai sempre aiutato, confortato, e non sai quanto sia stato importante per me sapere di poter contare davvero su qualcuno, su qualcuno che è vivo e che continua a starti vicino malgrado tutto e tutti. Tu ci sei sempre stata, non mi hai mai accusato di niente e io…- chiuse gli occhi e fece un bel respiro -E io credo di amarti per questo, anzi, ti amo proprio e non posso più vivere senza di te. Dimmi che anche per te è così-

Se gli avessero chiesto di ripetere tutto, Harry non ne sarebbe stato capace. Le parole gli erano uscite di bocca in un flusso continuo e incontrollato, non sapeva nemmeno lui come c’era riuscito, dato che il suo cervello aveva smesso di pensare da un pezzo. Lo stesso non poteva certo dirsi di Hermione, la cui proverbiale pedanteria non si era smentita neanche in quel momento: pensava, analizzava, interpretava, studiava e parafrasava ogni parola che le era stata detta, cercando un punto di uscita o di contatto per salvare il salvabile. 

-Harry, anch’io ti amo, ma il nostro non è un amore… Da Cime Tempestose, è più stile L’Amico ritrovato, non so se mi sono spiegata-

No, Harry non aveva capito assolutamente niente. Però il senso del discorso l’aveva compreso eccome, purtroppo.

-Io ti amo da Cime Tempestose, invece- protestò demoralizzato, pur senza aver mai letto il romanzo -Ti amo come un uomo ama una donna, come l’eroe ama l’eroina, come il leone ama la leonessa… Hermione-

La ragazza gli sorrise, dopotutto Cime Tempestose era sempre stato il suo romanzo preferito.

 



A miglia e miglia di distanza, Lord Voldemort chiuse furiosamente gli occhi e si portò la mano esangue sul capo, con fare sofferente.
-Mio Signore? Cosa avete?-
-Vieni qui, servimi!- ringhiò alla sua strega seduta davanti al fuoco, tirandola violentemente per i capelli.

Quelle interferenze mentali lo mettevano a dura prova.

 

 



 

 

Note:
Che cariniiiii ... Hary ed Hermione naturalmente, eh... ^^"

A parte gli scherzi, dedico questa semplice one shot a una bambina tanto sensibile che nel lontano 2002 si alzò dalla poltrona del cinema e si mise ad applaudire come una matta alla scena dell’abbraccio tra Hermione e Harry, nel finale della Camera dei Segreti.
Quella bambina è ancora, inesorabilmente, radicata dentro di me :)
Grazie per aver letto,
Ecate
 
P.S. Cime Tempestose e L’Amico Ritrovato sono due romanzi meravigliosi, vi consiglio caldamente di leggerli  ^^
 
 
 
 
 
 

 

   
 
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