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Autore: DARKOS    21/04/2016    5 recensioni
[“MUHAHAHAHAH! IO SONO BLOODY WATER!”
Il grido rimbombava nelle vie della città, mentre il Re si guardava attorno con aria sconsolata e Bloody Water si dirigeva verso nuove avventure.]
Salve di nuovo! O, se è la prima volta che ci incontriamo, benvenuti! Oggi voglio presentare una mia creazione, che era iniziata come scherzo, e si è invece tramutata in... diciamo uno scherzo più articolato.
La mia nuova serie, "Bloody Water", narra di cosa accadrebbe se ad Aqua, dopo 10 anni e più nel Reame dell'Oscurità, fosse partito letteralmente il cervello. Il tutto nella maniera più comica e demenziale possibile, sempre che mi riesca.
Buona lettura e (spero!) buone risate!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aqua
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Salve a tutti! Dopo parecchio tempo e alcune richieste, ho deciso di tentare di proseguire questa fic, sperando di non aver perso il filo e non aver deluso le aspettative. Non penso sarà aggiornata regolarmente, ma ci proverò ogni volta che mi sentirò in vena. Spero piaccia!

IO, ME & BLOODY

Topolino si grattava la testa perplesso. Il suo Maestro era famoso per i suoi giri di parole, ma stavolta trattava un argomento particolarmente complicato.
“Quindi, mi sta dicendo che non è un problema mentale? Che non è pazza?”
“Oh, è chiaramente ciò che io e te chiameremmo pazzia, Mickey. E di certo è un problema mentale, ma non nel modo che pensi tu. Questo è avvelenamento da Oscurità.”
“Ma, in che senso? Credevo l’Oscurità si limitasse a corrompere.”
“Normalmente è così. Qui nel Regno della Luce è troppo poca e può solo corrompere. E nel Reame Oscuro vi sono solo i cuori, quindi il risultato è grossomodo lo stesso. Ma Aqua vi è entrata anche con il corpo e la mente. La ragazza aveva un’enorme resistenza all’Oscurità, ma stavolta il suo dono le si è ritorto contro. Non riuscendo a distruggerla, l’Oscurità si è insediata in lei, prendendo possesso non solo del cuore ma di tutto ciò che vi era in mezzo. Aggiungici anni di solitudine e costanti nemici nel buio più profondo e beh, ecco il risultato.”
Il piccolo sovrano non afferrava completamente le proporzioni dell’accaduto, pur essendo stato nel Reame lui stesso. Ma capiva che ciò era peggio di una comune follia, e tanto gli bastava.
“Possiamo fare qualcosa? Se riuscissimo a condurla qui da lei…”
Yen Sid aveva l’abitudine lisciarsi la barba mentre rifletteva, più per impressionare il pubblico che per vera comodità. Al sentire questa proposta però, fece due azioni assieme: si alzò di scatto e allo stesso tempo strattonò la propria peluria facciale verso il basso. Il risultato fu che i piedi gli scivolarono per terra e cadde dalla sedia, il tutto condito da una poderosa facciata sulla scrivania.
Topolino non poté fare altro che osservare uno dei più potenti maghi di tutti i tempi finire gambe all’aria e sfoderare delle simpatiche babbucce a coniglietto, ma soprattutto delle striminzite gambette allampanate. Che erano stranamente e in modo assai sospetto perfettamente lisce e rasate, ma non volle investigare oltre.
Ripresosi dalla scivolata, yen guardò l’apprendista. “Portarla qui? E perché, per farci eliminare entrambi?”
“Ma se restringiamo i suoi movimenti-“
“E come? L’ultima volta eravate in quattro, e non mi pare sia stato d’aiuto. Vedi Mickey, credo ci sia dell’altro. Credo che i miasmi oscuri che Aqua ha assimilato abbiano una volontà propria, un concentrato di anime vecchissime e aliene che si fa ora chiamare Bloody Water.”
“E dice che ciò le ha dato più potere?”
“Non solo potere. Da quanto mi hai detto, Aqua conosceva cose che non avrebbe dovuto sapere, come l’aspetto di Vanitas e la sua somiglianza con Sora, o il nome di Leon. Credo che le entità che ora albergano in lei siano antiche e potenti, capaci persino di vedere oltre le barriere del tempo.”
Lo stregone (ancora barcollante per la botta di prima) si affacciò alla finestra.
“Potenza. Magia. Conoscenza. Preveggenza. Ora Aqua dispone di ciò in enormi quantità. Chissà cosa starà architettando.”

“Occheeeei, tutti ai propri posti? Ciascuno ha il suo panino? A scuola tutto bene? Allora diamo il via alla decennale corsa di lumache del Paese!”
Bloody aveva allestito un piccolo recinto dove far correre i suoi prigionieri, che però non ne avevano intenzione. Prima di tutto, perché il tracciato era un semplice cerchio senza inizio o arrivo; e poi perché erano Heartless e non lumache.
Un piccolo Shadow si avvicinò a lei e mosse le antenne.
“Come sarebbe a dire, non potete correre qui? Sigismundo, questa corsa è una tradizione millenaria, e non permetterò venga rovinata dal tuo pessimismo… che significa che vi hanno ordinato di raccogliere cuori? Beh, io ve lo disordino! Vi ordino di disordinare quell’ordine! E a proposito di disordine, che fanno quelli là? Tancrezio! Amaganda! Piantatela, o al limite trovatevi una stanza!”
 “Uhm, ehi.”
Ienzo non era proprio sicuro sul da farsi. Quella pazza era comparsa improvvisamente nello studio e aveva evocato degli Heartless, solo per mettersi a fare quel teatrino. Ora aveva deciso di attirare la sua attenzione, sebbene non era certo di aver avuto l’idea migliore del mondo. Difatti Bloody Water girò la sua testa (ad un’angolazione che il giovane scienziato non reputava anatomicamente possibile) e lo squadrò, gli occhi stralunati.
“È mai possibile? Un pigmeo!”
“Ehh… sì. Ok, senti, non so chi tu sia, ma ti pregherei cortesemente di-“
“E parla pure! Che strano essere. Incredibile che un sostegno così piccolo possa incamerare così tanta aria. La voce non è delle più profonde, ma non potevo aspettarmi altrimenti.”
Ienzo era da tempo abituato alla gente che si prendeva gioco della sua statura, quindi non ci fece caso. La ragazza sembrava una vera e propria seccatura: meglio sbarazzarsene il più in fretta possibile, e infischiarsene di ciò che diceva.
“Ahahah già, sono basso, da scompisciarsi. Bene, perché allora non vai da altri della tua taglia e mi lasci vivere in pace?”
“Mh? Scusa Grande Puffo, non ti stavo ascoltando. Vorrei poterti ascoltare solo per ignorare ciò che hai da dire, ma sono troppo presa da… cioè, com’è possibile? Non pensavo che un altro essere umano potesse avere…!”
“Sì, sì, va bene! È vero, la mia statura non è un granché, ma non mi pare così scioccante! C’è gente più bassa di me, sai?” La pazienza di Ienzo iniziava ad esaurirsi.
“Eh? Statura? E chi guardava quella? Certo che c’è gente più bassa di te, gnomo.”
“Cosa? Allora cosa c’è che non va in me?”
“Beh, vedi… i tuoi capelli! Voglio dire, sono blu. BLU! Ma che colore è? È assurdo e innaturale! Ma per caso li tingi?”
“Ma, io… tu hai… i tuoi capelli sono blu, molto più dei miei!”
Bloody lo guardò con estrema compassione, come si guardano i poveri mentecatti.
“Poverino. Ha le visioni. Visioni daltoniche, per giunta.”
“Ok, questo è troppo.” Ienzo estrasse il suo fedele tomo Lexicon, pronto allo scontro. “Ti farò vedere io come-“
“BWAHAHAHAHAHAHAH!!! Un libro! Hai davvero estratto un libro come arma? Che fai, mi racconti una storia? Ahh, voi hobbit mi fate scompisciare. Va bene, facciamo i seri e mostriamo ai lettori VERE armi, va.”
 
 Dilan pattugliava sbadigliando i corridoi del castello. Lea aveva frugato quel posto da cima a fondo, ma i suoi compagni insistevano che se le tenebre avevano conquistato il mondo in passato potevano farlo di nuovo. Stava per concludere la ronda quando un tonfo immane proveniente dallo studio lo fece sobbalzare.
Il nerboruto guardiano accorse per vedere l’origine del rumore… e si trovò davanti una ragazza che seduta sulla scrivania fissava pensosa un armadio rovesciato sul pavimento.
“Quindi nonostante abbia la statura di una formica, non riesce a sollevare cinquanta volte il proprio peso. Interessante. Bene Ienzolo, è stato divertente ma credo gli altri nani ti vogliano in miniera.”
“Ienzo? Ma sei là sotto?” Dilan puntò l’arma verso l’intrusa. “Tu chi sei?”
“Io sono la verdeggiante custode dei segreti dinastici! Portatrice dei sacri emblemi gemelli “Terra” e “Escemo”, figlia dell’oscuro signore del sonnambulismo Nosvegliatu! Colei che alle slot machine ha battuto ogni record perché ha legato il gettone a un filo e quindi lo può tirare fuori! Io sono Wloody Bater!”
Dilan non era in vena di scherzi, e se davvero quella svitata aveva battuto Ienzo era meglio non fermarsi a restare sconcertato. Colpire prima e interrogare dopo: quello era il suo stile preferito.
Il colosso portò indietro il braccio armato come per tentare un affondo, ma poi all’ultimo scattò ed eseguì un ampio fendente. Una tattica diversiva che se ben pianificata poteva far cessare subito le ostilità… ma che trovò la mano di Bloody a intercettarla. Il Lanciere rimase senza fiato, un po’ per la rapidità della risposta della cerulea, un po’ perché con una mano gli stava stritolando il polso mentre con l’altra gli aveva afferrato la gola e lo aveva sollevato a mezzo piede da terra.
“Affascinante. Il volto animalesco sembra quasi umano, anche se ricoperto da una fine peluria a mò di orribili basette. Deduco di stare osservando una sorta di gorilla.”
“Io… Io… Io…”
“Senti pure che versi gutturali che fa! Prima il lillipuziano, ora lui. A giudicare dagli abitanti, mi trovo in una sorta di giardino zoologico. Me l’aspettavo più… qual è la parola?”
“Radioso, forse.”
“Giusto,inzuppato! Grazie, voce misteriosa. Che ora si è trasformata in un vecchio coi capelli lunghi. Ciao.”
Bloody lasciò cadere a terra il suo prigioniero per confrontarsi col nuovo arrivato. Even era accorso appena aveva sentito il rumore e le urla, ma aveva deciso di restare in disparte per osservare il comportamento della ragazza.
Dilan si rialzò di scatto e si frappose fra i due, con sommo sconcerto di BW.
“Ehi, Bob Marley! Stavo parlando con la parrucca, e in misura minore con l’umano che c’è sotto!”
“Even, meno male sei qui! C’è stata una-“
“Ne sono consapevole Dilan. Vergognati, venire sopraffatto così facilmente.”
“Insomma! Prestatemi attenzione! Vi avverto, ho messo scorpioni nelle mutande e ho dato loro fuoco per molto meno! Anche senza motivo! In realtà sarebbe più corretto dire anche a persone che mi avevano fatto dei favori, ma sono dettagli!”
“Tu eri qui? Perché non sei intervenuto? Ah, non importa. Procederò immediatamente a scortare questa matta fuori di qui.”
“Scortarla fuori di qui? E perché mai, folle?”
“Ah! Misericordia, la gara centenaria di corsa delle lumache! …Beh, pare che ormai Tancrezio e Amaganda abbiano consumato. Che carino, appena nato tenta già di cavarmi gli occhi!”
“Ahh, fatti da parte, scimmione!”

Even scostò Dilan e si avvicinò a Bloody Water, che stava allegramente lanciando gli Heartless contro il muro a tutta potenza.
“Dunque, tu sei Bloody water, se ho inteso bene?”
“Chi? Io? No, io sono Dilan. Forse cerchi il microscopico essere sotto l’armadio, l’idiota che combatte con un libro. Anche se in effetti esistono armi peggiori. Pensa se usasse un mazzo di carte!”
“Non ne dubito. Dunque, ti spiacerebbe venire con me per una chiacchierata?”
“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhh... sì, mi spiacerebbe eccome. Ma la vita è fatta di gioie e dolori, latte e sapori, rose a cavolfiori, donne e motori, quindi va bene. Solo se ti metti in ginocchio!”
Even era disposto a umiliarsi un poco pur di mettere le mani su quel prodigio cerebrale.
“Così va bene?”
“Ora metti le mani sulla testa tipo orecchie da coniglio.”
“Fatto. Altro?”
“Ora dì ‘Ti prego, lord Xemnas.’”
“Perché dovrei pregare Lord Xemnas?”
“E che ne so io? Sei tu quello che sta in ginocchio con le mani sulla testa a fare orecchie da coniglio, manco fosse martedì. Andiamo? Vado avanti io, che tu la strada già la conosci quindi mi darai un piccolo vantaggio.”
Even si rialzò e seguì la giovane ospite, deliziato all’idea degli esperimenti che avrebbe potuto condurre su una psiche tanto instabile.
   
 
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