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Autore: Signorina Granger    24/04/2016    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Prima dell'ascesa di Voldemort, i Magonò vennero emarginati e costretti all'esilio su un bellissimo arcipelago nell'Oceano Atlantico, Regalo.
In una di queste isole vivono delle persone, l'Arcana Famiglia. Non sono legati dal sangue, il loro solo vincolo è una carta, uno dei Tarocchi.
Stipulando un patto con una carta si entra nella famiglia e si ha il possesso di straordinari poteri che ai normali Magonó sono estranei... Ma si hanno anche delle responsabilità.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~Capitolo 10: Spiccare il volo

 


Quando vide Noelle spuntare sul portavivande Cristian piegò istintivamente le labbra in un sorriso, decisamente sollevato di vedere la ragazza.

“Noelle!”    Elske sorrise e si alzò per andare abbracciare l’amica, che uscì a fatica dal portavivande e ricambiò l’abbraccio della ragazza.

“Non potevamo mica lasciarvi qui… come va, state tutti bene?”

“Si, ma non ce la facciamo più… Avete pensato a qualcosa?”

Alla domanda di Drake Noelle sorrise, annuendo con fare soddisfatto:

“Oh sì, eccome… Drake, oggi ti farai un bel giretto al Ministero. E’ domenica e Leach starà qui tutto il giorno, Violet ha già pensato ad annullare i turni di guardia degli Auror per controllarvi cos’ nessuno si accorgerà della tua assenza. Tra un’ora esatta Ellie devi scatenare un temporale con i fiocchi qui intorno, in modo che a nessuno venga l’idea di uscire… A quel punto aspettate una decina di minuti e poi Drake andrà al Ministero, troverà qualcuno e spiegherà velocemente come stanno le cose…”

“A quel punto dovremmo essere a posto, manderanno qualcuno a controllare la casa e Leach e passerà qualche guaio…”

Diana sorrise dandosi il cinque con Elske, che annuì con aria soddisfatta.

“Bene, eccovi un orologio che ho fregato ad un Auror… tra un’ora Ellie, mi raccomando.  Se stasera dovessimo essere ancora qui passerò nuovamente, ma spero che la situazione sarà già migliorata per allora… Drake sei la nostra unica speranza quindi ti prego, non fare casini.”

Drake annuì, rimanendo impassibile anche se in realtà era parecchio nervoso: tutto dipendeva da lui e aveva il terrore che qualcosa andasse storto… doveva assolutamente trovare le persone giuste una volta al Ministero. 

Lui sarebbe anche potuto scappare se le cose si sarebbero messe male, malo stesso non valeva per i suoi compagni… loro sarebbero rimasti bloccati lì a subire chissà quale destino per mano di Leach.

“Bene, ora devo andare o Leach darà di matto non trovandomi… buona fortuna Drake, a presto spero!”


                                                                                      *

“Da che parte sto?  Da quella di mia figlia.”

Norah guardò la donna, relativamente sorpresa dalla risposta: non le era sembrato, visto che l’aveva quasi venduta a Leach…

“So a cosa stai pensando Norah… so cosa pensate tutti voi, mia figlia inclusa. Ma non è tutto come sembra, le cose sarebbero dovute andare diversamente quella notte.”

Jasmine sospirò, dando le spalle a Norah e avvicinandosi alla scrivani infondo alla stanza, con la bionda ad un passo dietro di lei.

“Davvero? Come dovevano andare?”

“Beh, tanto per cominciare non doveva morire nessuno, a partire da mio marito… la morte di Dove è stata un incidente anche per Leach, ma non è stata di certo mia l’idea di uccidere Joseph e i membri del Consiglio… erano i miei amici Norah, ci sono cresciuta insieme.”

Norah non disse niente, tenendo lo sguardo fisso sulla schiena di Jasmine e aspettando che continuasse il discorso:

“Leach era stato eletto Ministro solo da pochi giorni e naturalmente io l’ho saputo subito, non eravamo cos’ fuori dal mondo a Regalo… l’avevamo già conosciuto tempo prima, quando era venuto a Regalo prima di essere eletto.   Si era dimostrato da subito molto interessato all’arcipelago e grazie ai poteri dei miei amici e membri della Famiglia, ho intuito cosa aveva in mente: trasformare Regalo da una prigione ad un luogo di ricerca e osservazione sulle creature magiche imponenti e rare come i draghi.
Regalo è sempre stata la mia prigione e volevo andarmene da lì, davvero non ce la facevo più…   Così quando circa due anni dopo Leach tornò gli chiesi di aiutarmi ad uscire da lì, e io in cambio l’avrei aiutato con il suo progetto, dopotutto conosco quelle isole meglio di molti altri.”

“Ma non si può dire che lui l’abbia aiutata…”

“No, infatti. Poco dopo si è candidato per diventare Ministro e cominciammo a scriverci: lui avrebbe fatto in modo di eliminare questa stupida discriminazione sui Magonò e io in cambio l’avrei aiutato a realizzare il suo progetto.    Probabilmente però temeva i poteri della Famiglia e mio marito, che non la pensava come me… a lui non dispiaceva quella vita, ma io mi sentivo in gabbia e volevo uscirne.    Così Leach ha fatto di testa sua, uccidendo chi riteneva un ostacolo e ci ha portato tutti qui.”

Norah non disse nulla, abbassando lo sguardo un po’ a disagio: e loro che avevano pensato che si fossero messi d’accordo… certo in principio era stato così ma poi Leach aveva tradito Jasmine, che alla fine era vittima esattamente come loro, se non di più.

“Beh… presto uscirai davvero dalla gabbia Jasmine, l’attesa sta per finire.”


                                                                            *


Isaac sbuffò sonoramente mentre sciacquava l’ennesimo piatto: l’agitazione lo stava logorando…  Non ce la faceva più ad aspettare, continuava a lanciare occhiate all’orologio e sperare di sentire un tuono o il rumore del vento…

Lui, Violet, Norah, Nicholas e Noelle avevano ripreso le loro faccende esattamente come nei giorni precedenti, anche se tutti e cinque avevano decisamente la testa altrove…

Violet aveva quasi bruciato una pila di lenzuola inciampando davanti al camino e lui aveva rotto già due piatti e un bicchiere nel giro di un’ora.

Il ragazzo continuava a pensare a come fosse vivere in Inghilterra come avevano fatto i suoi genitori: da mago, da persona normale… perché avevano discriminato i magonò, che cosa avevano mai fatto di male? Erano semplicemente diversi dagli altri… possibile che li reputassero tanto orribili?

Leach era un mago ed era una persona orribile, molto più di qualunque altro Magonò avesse mai incontrato in vita sua.

Il ragazzo pensò a Londra, la città dove aveva vissuto per qualche tempo. Cercava di ricordarla spesso, ma ormai aveva rimosso quasi tutto…  L’unica cosa che gli era rimasta impressa era il clima, molto diverso da quello tendenzialmente soleggiato di Regalo, Londra era spesso grigia e piovosa.

Non poteva fare a meno di pensare che forse presto l’avrebbe rivista, si trovava lì anche ora ma non poteva vedere nulla, bloccato nella villa del Ministro.

E poi pensava a Kaleb, al suo migliore amico che era morto quasi senza motivo e che non avrebbe mai potuto assaporare la libertà vera e non la simulazione che avevano vissuto a Regalo per anni.

La libertà vera era un’altra, era essere se stessi in mezzo agli altri e sentirsi comunque bene, era vivere con la propria famiglia naturale ed essere come gli altri senza discriminazioni.

Kaleb non avrebbe mai provato nulla di tutto questo, ma forse con un po’ di fortuna lui ce l’avrebbe fatta… avrebbe visto appieno, per entrambi.


                                                                               *

“Ormai dovremmo esserci, no?”    Domandò Violet guardando l’orologio, impaziente e nervosa come le capitava di rado.

Norah annuì mentre piegava le federe insieme alla rossa, lanciando qualche occhiata fuori dalla finestra.
Entrambe erano in attesa di vedere il cielo scurirsi o che cominciasse a piovere… il segno che Drake stava per Smaterializzarsi.

Norah sorrise vedendo qualche goccia d’acqua cominciare a scendere dalle nuvole grigie comparse su Londra già qualche minuto prima, sperando che presto sarebbero aumentate.  

Non era mai stata una grande amante del cattivo tempo, ma aveva come la sensazione che quel giorno avrebbe amato la pioggia come mai in vita sua.

“Quindi ci siamo eh? Stiamo per uscire da qui.”

“Si spera… Ti confesso che mi dispiace per Jasmine, da quello che ci hai raccontato non ha avuto proprio una vita splendida… sempre in secondo piano, sempre con delle regole da rispettare… io sarei crollata molto tempo prima di lei.”
Alle parole di Violet Norah annuì, guardando la compagna con cipiglio sorpreso: non si sarebbe aspettata un discorso simile da lei… 

“Perché quella faccia? Non posso essere buona o fare discorsi giusti?”

“No, però mi sarebbe piaciuto se ti avesse sentito Noelle… non è che potresti ripeterlo dopo, davanti a lei?”

Norah sorrise con aria divertita, guadagnandosi il cuscino di piume che le arrivò dritto in faccia da parte di Violet, che però non trattenne un sorrisetto:

“Scordatelo, davanti alla nana mai!”

“Ecco, sei tornata quella di sempre… l’incanto è già svanito.”

“Ringrazia che sia iniziato, credimi è già tanto.”

 
                                                                               *

“Una tempesta con i fiocchi, non c’è che dire.”

Sentendosi poggiare una mano sulla spalla Noelle sobbalzò, rassicurandosi quando si voltò e vide Nicholas accanto a lei, in piedi davanti alla grande finestra ad arco della camera che la ragazza stava pulendo.

“Ehy, mi hai spaventato… già, Ellie si sta impegnando.”

Noelle spostò lo sguardo dagli occhi azzurri di Nicholas per riportarli sul vetro della finestra, osservando gli alberi scossi dal vento e la pioggia che s’infrangeva violenta su Londra.
Elske non si era risparmiata nemmeno con il temporale, tanto che si potevano chiaramente scorgere dei lampi non indifferenti in lontananza.

“Meglio così, almeno abbiamo la certezza che a Leach non venga voglia di uscire… con l’incantesimo anti Smaterializzazione si è dato la zappa sui piedi.”

“Incantesimo anti che?”

“Lascia stare, avrai tempo di imparare un sacco di cose quando saremo fuori da qui.”
Nicholas ridacchiò, accarezzando la nuca di Noelle e dandole un bacio su una guancia mentre la ragazza sbuffò, impaziente:

“Per te è facile parlare con il Papa, tu sai tutto… noi invece siamo quasi al livello dei Babbani… sai, mi chiedo che cosa faremo quando saremo fuori da qui. I maghi non hanno a che fare con noi da anni, come la prenderanno?”

“Noi ci abitueremo a loro e viceversa, andrà tutto bene… non sono tutti matti come Leach, per fortuna. E poi insieme abbiamo affrontato qualcosa di non indifferente, direi che siamo pronti a tutto ormai.”

Noelle annuì, voltandosi verso il ragazzo:

“Che cose ne è stato delle persone di Regalo secondo te?”

“Sono ancora lì, il progetto di Leach sta iniziando ma non è ancora andato in porto per nostra fortuna… possiamo tranquillamente aiutarli, il Wizengamot li farà portare in Inghilterra come è giusto che sia. Invece mi chiedo che ne è stato nelle nostre vere famiglie.”

“Io non ricordo molto mio padre, non c’era quasi mai… mia madre e i miei fratelli a volte mi mancavano quando ero piccola, ma ormai credo di averli quasi dimenticati.” 

Nicholas non disse niente, pensando come Noelle alla sua famiglia biologica: nemmeno lui aveva un gran ricordo…

“Beh, se non altro adesso ho conosciuto voi, anche Violet mi sta quasi a cuore alla fine…” 


Noelle sorrise a Nicholas, cercando di sdrammatizzare la situazione.  Il ragazzo annuì, rivolgendole un sorriso:

“Sì, è vero… almeno conoscendo una nanetta chiacchierona ho imparato che non è sempre una debolezza provare dei sentimenti.”

“Eviterò di soffermarmi sulla nanetta chiacchierona solo per la seconda parte della frase, spilungone di 1.80.”

“1.85.”

“Ecco, appunto.”


                                                                                 *

“Bene, e ora che si fa?”

“Beh… aspettiamo.”      Cristian rispose in tono pacato, mentre invece Elske sbuffava e sedeva sulla sua branda a gambe incrociate, impaziente e nervosa allo stesso tempo.

Diana se ne stava in silenzio, pensando a cosa stesse facendo e dove fosse Drake. Era arrivato al Ministero? Aveva trovato qualcuno? Si era cacciato nei guai?

Non sapere la tormentava, anche da piccola odiava quando era esclusa dalle riunioni dei genitori… era sempre stata curiosa e impaziente.

Si stava anche chiedendo a come stesse sua madre, che cosa pensasse e se l’avrebbe rivista.

Non poteva fare a meno di domandarsi se le avrebbe spiegato tutto per bene o se invece avrebbe inventato una scusa come era solito fare Mondo, suo padre.
L’uomo le mancava, ma dopo una vita di liti e provocazioni non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce… forse solo a sua madre, anche se non sapeva bene che cosa provare per Jasmine.

Prima voleva capire e sapere com’erano andate veramente le cose, poi avrebbe pensato a come comportarsi con lei.

E il mondo… com’era, il mondo? Lei era cresciuta in una campana di vetro, una gabbia d’oro dalla quale non era mai uscita.

Come sarebbe stato vivere nel mondo reale? Gli altri se non altro ci avevano passato l’infanzia ma lei no, lei era nata a Regalo come sua madre.
Non sapeva niente della magia o del Ministero…niente. Era quasi al livello dei Babbani sull’argomento.

No, non sarebbe stato facile uscire dalla gabbia… ma aveva aspettato e sognato per anni e non poteva tirarsi indietro ora, non quando il momento era finalmente arrivato.


Elske, intuendo i pensieri della ragazza, la guardò e le rivolse un sorriso incoraggiatore:

“Andrà tutto bene Diana… la vita vera ti piacerà molto, ne sono certa.”

“Beh, lo spero… dovranno spiegarmi un bel po’ di cose però, perché sono decisamente ignorante.”

“Beh, anche noi… abbiamo passato gli ultimi nove anni estraniati dal mondo, non è che siamo proprio degli esperti.”

Cristian rise, pensando a quando Drake aveva denominato il Wizengamot Wigengamot o quando, giorni prima, Kaleb si era scervellato per un’ora prima di farsi venire in mente Hogwarts, Azkaban o anche solo Diagon Alley.

Diana sorrise appena ai due, non potendo che sperare che avessero ragione.


                                                                            *

Drake si guardava intorno, decisamente spaesato: era tutto così grande e luminoso… non si era immaginato così il Ministero, quanto più una specie di antro dell’orco cattivo (Leach).

C’erano moltissimi uomini e donne eleganti che gli passavano accanto, parlando tra loro e rivolgendo al ragazzo occhiate curiose, anche se nessuno si fermava a parlargli o a chiedergli qualcosa.

Sapeva di trovarsi negli uffici giusti al piano terra, doveva solo trovare qualcuno del Wizengamot… ma come? Forse indossavano abiti specifici?

Drake si guardò intorno mentre l’ansia cominciava a salire, pensando ai suoi compagnia: doveva fare in fretta, aveva il terrore di trovarsi Leach o un Auror che lo conosceva davanti da un momento all’altro.

Mosse qualche passo sul pavimento freddo e di marmo, guardandosi intorno con attenzione: un segno, un qualcosa di diverso…  

Niente, sembravano tutti vestiti uguali… non rimaneva che chiedere.

Il moro si avvicinò a due uomini di mezza età, chiedendo se fossero per caso membri del Wizengamot. Ricevendo un dissenso come risposta il ragazzo si avvicinò a tre uomini che camminavano davanti a lui, dandogli le spalle.

“Emh… scusate.”

I tre si voltarono sincronicamente a guardarlo, tutti abbastanza alti e dai capelli grigi.

Uno in particolare aveva i capelli e la barba piuttosto lunghi e guardo Drake con penetranti occhi azzurro chiaro:

“Ragazzo, che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?”

Drake aprì la bocca per rispondere, non trovando bene le parole:

“Io… voi siete del Wizengamot?”

“Si, perché?”

Un’onda di sollievo attraversò Drake, che sorrise ai tre uomini che lo guardavano con curiosità:

“Io vengo da Regalo, ho bisogno del vostro aiuto… riguarda il Ministro.”

Con quelle parole Drake si guadagnò subito la completa attenzione di tre. Due di loro si scambiarono uno sguardo esterrefatto, mentre l’uomo più alto e un po’ più anziano rivolse al ragazzo un sorriso, porgendogli la mano:

“In tal caso, dicci pure di cosa hai bisogno, ti ascolteremo con piacere… Io sono Albus Silente, Presidente del Wizengamot.”

                                                                             *

 

Diana si era addormentata quasi senza rendersene conto, facendo sogni agitati che riguardavano Ministri pazzi, morti improvvise e sua madre che la chiudeva in una gabbia.

Quando aprì gli occhi era confusa, sentendo che qualcuno la stava scrollando leggermente per le spalle.

Solo dopo pochi istanti mise a fuoco le voci fuori dalla stanza, sentendone per la prima volta da quando era stata chiusa lì dentro.

“Diana, svegliati!”    La ragazza sbattè le palpebre, mettendo a fuoco la voce di Cristian, che si era alzato in piedi e guarda la parte di muro da dove provenivano le voci con apprensione: erano gli Auror di Leach o i soccorritori? Difficile dirlo.

All’improvviso le voci si zittirono di colpo e Elske ebbe appena il tempo per rivolgere a Cristian un’occhiata confusa prima che il muro esplodesse, mandando pezzi di cemento armato ovunque nella stanza che era stata murata per evitare ai ragazzi di uscire in qualunque modo.

Tossendo e togliendosi la fuliggine dal viso, Diana scorse una figura alta e magra che le si avvicinò.

Non aveva mai visto quell’uomo, che però le sorrise e le mise subito sicurezza grazie agli allegri e gentili occhi chiari, la barba lunghissima e gli occhiali a mezzaluna.
Era vestito in modo strano con una lunga veste color carta da zucchero e la ragazza intuì fosse un mago, guardandolo mentre le tendeva la mano per aiutarla ad alzarsi:

“Coraggio signorina, la prigionia è finita… siamo qui per aiutarvi. Come si chiama?”

“D-Diana.”

Gli occhi chiari del mago furono attraversati da un lampo, come se non fosse la prima volta in cui sentiva il suo nome:

“Beh, allora mi segua Diana… è il momento di spiccare il volo.”











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Angolo Autrice:

Dopo una settimana finalmente ce l'ho fatta!    Scusate il ritardo ma ho avuto problemi con il PC.
E anche questa storia arriva praticamente alla fine... nel prossimo capitolo ci sarà l'Epilogo e quindi sarà l'ultimo... non temete, arriverà prestissimo! :)

Buona serata!
Signorina Granger

 

   
 
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