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Autore: eugeal    26/04/2016    0 recensioni
I piani di Vaisey sono stati sventati e lo sceriffo è morto.
Ora Robin Hood non è più un fuorilegge e lui e Guy possono affrontare una nuova vita in una Nottingham governata da un altro sceriffo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Robin si fece strada tra le tende dei cavalieri che partecipavano al torneo, con Seth sulle spalle. Il bambino si guardava intorno, curioso e indicò una tenda più grande delle altre, ma senza stendardi o decorazioni.
- Zio Robin, chi usa quella tenda?
Robin lanciò uno sguardo alla folla di persone all’interno della tenda: nessuno di loro era un cavaliere, ma era gente comune, spesso vestita poveramente.
- Sono le persone che hanno pagato la quota di partecipazione per sfidare tuo padre.
- Ma non hanno la spada o l’armatura…
- Ne potranno utilizzare una messa a disposizione per il torneo.
- Non sembrano cavalieri… Perché vogliono sfidare il mio papà?
Robin non poteva dire al bambino che probabilmente tutta quella gente aveva qualche motivo per desiderare di vendicarsi su Gisborne e cercò di mettere insieme una mezza verità.
- Sanno che tuo padre è abile e sfidandolo mettono alla prova il loro coraggio.
- Zio Robin, lo sfiderai anche tu?
- Ma io non ne ho bisogno, so già di essere coraggioso! - Disse Robin e Seth scoppiò a ridere.
- Quella è la tenda del mio papà! - Gridò il bambino, riconoscendo le bandiere con i colori di Gisborne esposte davanti all’entrata insieme a quelle del Principe Giovanni.
Robin e Seth entrarono mentre alcuni valletti uscivano dalla tenda: Guy era solo e stava controllando accuratamente la lama della propria spada.
- Padre!
Gisborne rimise la spada nel fodero e si voltò, sorridendo. Robin mise a terra Seth e il bambino corse dal padre, fermandosi a pochi passi da lui per guardarlo con ammirazione.
- Cosa aspetti? Non vieni ad abbracciarmi? - Chiese Guy, chinandosi un po’ e allargando le braccia. - La tua tunica è così bella, se la sporco zia Isabella si arrabbierà tantissimo…
Guy ridacchiò mentre prendeva in braccio Seth.
- Basterà non dirle nulla, tanto tra poco si sporcherà comunque quando inizierò a combattere.
Il bambino appoggiò una guancia a quella del padre, contento.
- Ma allora perché non ne metti una più vecchia? Così anche se si rovina non fa niente.
- Bella domanda. Fosse per me lo preferirei, ma a quanto pare il principe ci tiene e tua zia sa come devo vestirmi per farlo contento.
- Ecco un altro valido motivo per non partecipare, - disse Robin, sogghignando - non ci tengo a fare il cagnolino ammaestrato.
Guy gli lanciò un’occhiataccia.
- Come se io avessi scelta.
- Non prendertela, potrebbe andarti peggio. E per una volta hai addosso un po’ di colore oltre al tuo solito nero. Sei pronto?
Guy annuì.
- Tra poco annunceranno il mio ingresso in campo.
- Hai ancora un po’ di tempo, il principe sta ancora parlando.
- Tanto vale che ci mettiamo comodi, allora. - Disse Guy, indicando un paio di sedie con un sorriso ironico.
Robin sorrise a sua volta, poi tornò serio.
- Allora hai intenzione di fare ciò che mi avevi detto? - Chiese, abbassando la voce.
Guy lanciò uno sguardo a Seth e gli chiese di andare a prendere il suo elmo e di controllare attentamente che non fosse impolverato. Non appena il bambino si fu allontanato, Gisborne rispose a Robin in un sussurro.
- Già. Sono andato dagli araldi del torneo e ho fatto aggiungere “Rowan” al mio nome e nelle cerimonie ufficiali farò in modo di essere sempre molto vicino allo sceriffo, in modo che quel criminale sappia che io sto prendendo il posto che avrebbe dovuto essere suo.
- E pensi che lo spingerà ad agire?
- Quando ha visto che indossavo la croce di sua madre ha perso la calma. Non potrà sopportarlo.
- Lo hai detto ad Archer?
Guy scosse la testa.
- Solo a te. E non lo avrei fatto se non fosse stato lo sceriffo a chiedermi di coinvolgerti. Non è il mio segreto, non ho diritto di parlarne ad altri.
- Devi fare attenzione, Guy. Ho visto la tenda degli sfidanti: pullula di persone. Una volta che avranno l’elmo addosso non avrai modo di sapere chi si nasconde in mezzo a quegli uomini. Per la maggior parte sono contadini più o meno inoffensivi, ma i banditi potrebbero mescolarsi a loro e tentare di ucciderti. E anche se ciò non avvenisse, non dimenticare che quella gente vuole vendetta. Forse non saranno combattenti esperti, ma possono comunque essere pericolosi.
- Non sottovaluterò nessuno.
- E io sarò pronto a intervenire. Anche Archer… Forse non lo hai informato del tuo piano, ma teme comunque un altro attentato nei tuoi confronti e sarà all’erta.
Seth tornò con l’elmo, portandolo con estrema cautela, come se temesse di poterlo rovinare.
- Padre, è tutto lucido. - Disse, con enfasi e Guy sorrise, prendendolo dalle mani di Seth.
- Grazie. Ora dammi un bacio e poi credo proprio che dovrò prepararmi a entrare in campo.
Il bambino si strinse forte al padre e lo baciò sulla guancia.
- Non farti male. - Disse Seth, un po’ preoccupato nel ricordare i colpi che aveva subito nel torneo precedente.
- Starò attento, non temere.
Guy depose un bacio tra i riccioli di Seth, poi alzò lo sguardo a fissare Robin. L’amico gli stava porgendo la mano con un sogghigno.
- Se possibile io farei a meno di baciarti. Ma concordo con Seth: cerca di restare intero.
Gisborne gli strinse la mano con una risata.
- Farò del mio meglio, fratello mio.

Adeline si affrettò, cercando di farsi strada tra la folla. Si era attardata al castello per accertarsi che Anne e il bambino avessero occupato il minuscolo alloggio che spettava a chi lavorava nelle cucine e poi aveva parlato con la balia, pagandole una piccola somma perché allattasse anche quel neonato una volta finito di nutrire Ghislaine.
Durante il torneo precedente, Guy aveva riservato per lei degli ottimi posti sul palco riservato ai nobili, ma col principe Giovanni presente, stavolta non era stato possibile e a malincuore Gisborne aveva dovuto dirle che erano obbligati a rispettare la forma.
Adeline si era limitata a sorridergli e a dire che non era un problema, anche lei poteva vedere quanto Guy fosse poco entusiasta di quel torneo e di tutte le regole che doveva rispettare per compiacere il principe, non voleva essere lei a dargli altre preoccupazioni.
Raggiunse le gradinate destinate al popolo e vide suo figlio Thomas che la chiamava, agitando una mano per attirare la sua attenzione. Cedric era accanto a lui e i due ragazzi tenevano a distanza la gente seduta accanto a loro per tenere un posto libero per lei.
Adeline sorrise, sedendo in mezzo ai due ragazzi. Forse da lì la visuale non era al pari di quella del palco dei nobili, ma era contenta di poter passare del tempo con il figlio. Da quando Guy era rientrato nella sua vita, Adeline si era trovata a trascurare la propria famiglia e ne era dispiaciuta.
- Non mi avevate detto che sareste venuti in città per il torneo, ragazzi.
- Volevamo farti una sorpresa. - Disse Thomas, ridendo. - È venuto anche il nonno!
- Davvero?! Dov’è?
Cedric sorrise.
- Ha detto che si sarebbe riposato un po’ alla locanda e che ci avrebbe raggiunto per pranzo. Dice che non è molto interessato a vedere uomini che si colpiscono a vicenda e che ha già visto troppa violenza vera in vita sua senza dover guardare quella finta.
Adeline ridacchiò, cogliendo nelle parole del giovane l’atteggiamento spinoso e diffidente del padre.
- Sarò felice di rivederlo, manco da casa da tanto tempo…
- Anche noi abbiamo sentito la tua mancanza. E anche quella di Seth! Senza quel bambino in giro la casa è terribilmente tranquilla.
- Negli ultimi tempi è diventato un po’ più tranquillo, sapete?
- Non ci credo! - Ridacchiò Thomas. - Non ha più tentato di arrampicarsi sul tetto o di nuotare nel fango dei maiali? Non sarà diventato un noiosissimo bravo bambino?!
- Per quello non c’è pericolo, è sempre capace di trovare il modo di mettersi nei guai anche quando sembrerebbe impossibile, ma è cresciuto molto. Guy gli sta insegnando ad andare a cavallo... È stato praticamente costretto a comprargli un pony dopo che lo ha scoperto a cavalcare i maiali di Locksley!
I due ragazzi scoppiarono a ridere.
- Se non è ricoperto di fango non è Seth! Quel piccoletto ha un talento speciale per sporcarsi.
Adeline sorrise, divertita, ma non fece in tempo a rispondere perché in quel momento gli araldi annunciarono l’entrata in campo di Guy.

Marian trattenne il respiro quando Gisborne entrò nell’arena e condusse il cavallo lungo il suo perimetro per farsi vedere dal pubblico. Anche lei doveva riconoscere che Isabella aveva fatto un ottimo lavoro: Guy indossava una cotta di maglia tanto lucida da riflettere i raggi del sole e sopra di essa una tunica di un rosso intenso, ricamata in oro con lo stemma araldico del Principe Giovanni.
Anche il cavallo nero di Guy, col pelo lustro e la criniera abilmente intrecciata, era coperto da una gualdrappa dello stesso colore, confezionata con la stessa stoffa pregiata della tunica.
Il principe osservò i ricami sfarzosi con occhio critico.
- Sceriffo, non credete che sia troppo semplice?
Marian nascose un sorriso dietro una mano nel sentire quelle parole: nei giorni precedenti aveva sentito più volte Guy lamentarsi con Isabella per il lusso eccessivo di quegli abiti.
Lo sceriffo sapeva esattamente quanti soldi fossero passati dalle casse di Nottingham alla borsa del sarto ed era assolutamente sicuro che nei vestiti di Gisborne non ci fosse nulla di troppo semplice, ma mantenne un’espressione impassibile.
- Sire, chiunque vedrà il vostro campione resterà sicuramente ammirato dall’eleganza dei vostri gusti.
- Sì, sì, può andare. Ora vogliamo vederlo combattere.
Lo sceriffo fece un cenno e gli araldi annunciarono l’ingresso di uno degli avversari, un giovane cavaliere figlio di uno degli ex alleati di Vaisey, che avrebbe avuto un certo interesse per le terre di Knighton se Gisborne non le avesse reclamate per sé.
Il giovane impugnava un mazzafrusto e Marian impallidì: quell’arma era formata da una palla di metallo irta di punte, legata a una catena attaccata a sua volta a un’impugnatura e se avesse colpito Guy, gli avrebbe sicuramente provocato gravi danni.
Fortunatamente per Gisborne, il cavaliere maneggiava la sua arma con vigore, ma non con altrettanta precisione. In un tentativo di attaccarlo, il giovane si era sporto in avanti, sbilanciandosi e Guy si era limitato a dargli una leggera spinta con il piatto della spada, colpendolo alla spalla e facendolo cadere da cavallo.
Gisborne era sceso di sella e aveva atteso che si rialzasse e che estraesse a sua volta la spada per affrontarlo in combattimento, ma il giovane cavaliere, ancora troppo inesperto, era riuscito a resistere solo per poco prima di essere disarmato e aveva abbandonato il campo, sconfitto.
Guy si era voltato verso il principe per omaggiarlo della vittoria, poi aveva accettato l’acclamazione del pubblico ed era risalito in sella, in attesa dell’avversario successivo.
Marian aveva sospirato di sollievo quando il giovane cavaliere era stato disarmato, ma non si era potuta rilassare a lungo perché un altro sfidante era già pronto a prendere il posto dello sconfitto e lei era di nuovo terrorizzata all’idea che a Guy potesse succedere qualcosa di brutto.
Improvvisamente il cielo sopra la sua testa non fu più coperto di nuvole, ma di un azzurro tanto intenso da far male agli occhi e anche la sabbia dell’arena divenne tanto bianca da abbagliare.
Marian si alzò in piedi di scatto e sentì il calore del sole sulla pelle e la sensazione del sudore che le bagnava la schiena, anche se quella era una giornata piuttosto fresca e umida. La ragazza si mise una mano sul cuore e lo sentì martellare freneticamente.
Perché la sabbia dell’arena le sembrava macchiata di sangue? La ragazza aveva la nauseante sensazione di trovarsi in due posti diversi nello stesso momento: vedeva Guy che combatteva contro un avversario e allo stesso tempo lo vedeva steso a terra, con le braccia e le gambe legate a quattro cavalli, mentre sul palco accanto a lei c’erano sia il principe Giovanni che un altro uomo dall’aspetto regale e solenne.
Re Riccardo. Pensò, anche se non ricordava di averlo mai incontrato.
Davanti ai suoi occhi Guy aveva appena sconfitto l’avversario e allo stesso tempo l’aveva guardata con disperazione prima di chiudere gli occhi, legato e inerme.
Poi il principe Giovanni si alzò, sorridendo al popolo.
- Procedete con il prossimo duello.
Procedete con l’esecuzione.
Marian lanciò un grido disperato che fece voltare le persone più vicine a lei. Sir Edward cercò di prenderle una mano, preoccupato, ma la ragazza sembrò non accorgersi nemmeno di lui.
- Guy! Guy! No! Guy!
Gisborne si voltò di scatto, sentendola gridare e per poco rischiò di essere colpito dal contadino che stava cercando di combattere contro di lui. Evitò il colpo di spada, debole e impreciso e afferrò l’arma dell’avversario con una mano, stringendo la parte non affilata della lama. Con uno strattone disarmò l’uomo e gettò a terra la spada, poi gli voltò le spalle e corse verso il palco.
- Marian!
Guy passò accanto al Principe Giovanni e raggiunse la ragazza appena in tempo per prenderla tra le braccia mentre perdeva i sensi.
La sollevò, stringendola al cuore, angosciato.
- Cosa è successo?
Sir Edward, Isabella e lo sceriffo sembravano sorpresi e preoccupati quanto lui, mentre il Principe Giovanni era più che altro seccato per l’interruzione.
- Non lo so, si è messa a gridare all’improvviso. - Rispose Isabella, scuotendo la testa.
Lo sceriffo lanciò uno sguardo al principe, che iniziava a mostrare segni d’impazienza, poi guardò Guy, ma Gisborne era troppo concentrato sulla salute di Marian per poter pensare al torneo.
- Mio signore, è già il momento della gara degli arcieri? - Disse una voce nota e Sir Arthur lanciò uno sguardo grato a Robin, che si era affrettato ad avvicinarsi insieme a Seth quando aveva notato l’agitazione sul palco dei nobili.
- Sì, Locksley, fate pure sistemare i bersagli. - Rispose lo sceriffo, che non aveva affatto previsto una competizione di tiro con l’arco per quel torneo.
Robin impartì alcuni ordini agli scudieri e ai servitori affinché portassero i bersagli, poi fece cenno ad Archer di raggiungerlo: toccava a loro due intrattenere il principe mentre Guy si occupava di Marian.

Gisborne portò in fretta la ragazza verso la sua tenda, facendo un cenno a uno dei medici in attesa vicino alle tende dei combattenti.
Il dottore esitò, lui era stato chiamato per curare ferite e ossa rotte, non per una dama svenuta, ma lo sguardo feroce di Guy gli fece passare ogni dubbio.
Guy depose Marian su una delle brande e il dottore la esaminò per qualche attimo.
- Ha perso i sensi.
- A questo ci ero arrivato anche io. Perché è svenuta?
- Signore, è una donna… Le dame sono più fragili, perdono facilmente i sensi.
- Non Marian. Fate qualcosa!
- Posso applicare alcune sanguisughe…
Il medico non fece in tempo a finire la frase, che Guy lo afferrò per gli abiti e lo buttò fuori dalla tenda, gridandogli contro minacce tremende.
Allan arrivò appena in tempo per vedere l’uomo che si allontanava tremando.
- Che succede, Giz?
- Allan! Porta subito qui Djaq! Oppure Matilda! O Tuck! Anzi, portali qui tutti e tre! Subito!
Il giovane guardò Marian, poi si rivolse a Guy.
- Forse non serve, Giz. Guarda, si sta svegliando.
Gisborne tornò a fissare la ragazza e la vide aprire gli occhi.
- Guy?
Il cavaliere corse a inginocchiarsi accanto alla branda.
- Sono qui.
Marian si alzò a sedere di scatto e gli prese il viso tra le mani, come per accertarsi che fosse davvero lì.
Guy la attirò a sé, delicatamente.
- Cosa è successo? Ti senti male?
La ragazza continuava a fissarlo senza dire nulla, sfiorandogli il viso, poi scoppiò a piangere all’improvviso e lo strinse forte, nascondendo la faccia contro il collo di Guy.
Gisborne le accarezzò la schiena, sempre più preoccupato.
- Cosa c’è? Cosa ti fa soffrire?
Marian lo tenne stretto, senza badare alla cotta di maglia che le faceva male contro il corpo, e scosse la testa.
- Non sto soffrendo, Guy, è tutto il contrario!
Si staccò da lui per un attimo, per guardarlo negli occhi e gli sorrise tra le lacrime.
- Mi ricordo, Guy! Ricordo tutto! - Sussurrò, felice ed emozionata, poi lo baciò con passione.
   
 
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