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Autore: Morgana89Black    26/04/2016    1 recensioni
Dolore. Solo dolore. Nei suoi splendidi occhi azzurri non vi era che profondo e struggente dolore.
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Aspettava e sapeva che il suo silenzio e la sua fedeltà non sarebbero serviti.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Per il Bene Superiore'
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Aspettava. Aspettava. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto... nella sua prigione. La sua fortezza. Quel luogo inespugnabile costruito da egli stesso e che per lui era diventato, ormai cinquantatre anni prima, un carcere.

Infondo lui sapeva di essere incarcerato, non tanto nel corpo, quanto nell'anima. La sua anima sporca, nera, sudicia... quella stessa anima che non era sua ormai da molti anni, troppi anni.

In quella cella di pochi metri quadrati Gellert riviveva ogni singolo giorno i momenti più belli della sua vita, quelli trascorsi con Albus, l'amico, l'amato. L'unico che era riuscito a sconfiggerlo. L'unico che aveva temuto, che aveva stimato, che aveva adorato. L'unico a cui sapeva sarebbe rimasto fedele per sempre. Perché, infondo, Gellert sapeva che, nonostante tutto, i suoi sentimenti per Albus non erano cambiati e che non avrebbe mai potuto tradirlo, neanche ora che egli non viveva più: ucciso troppo presto... o, forse, troppo tardi.

La notizia della morte del suo Albus era arrivata a lui ovattata, sussurrata dalle guardie di Nurmengard, anch'esse sconvolte da quella perdita che, per il mondo magico, era stata devastante. Nessuno si era premurato di evitare a Gellert quel dolore, perché nessuno sapeva dei suoi sentimenti per l'amico o, forse, avrebbe dovuto dire il nemico. Nessuno nel mondo era al corrente dell'affetto che lo legava all'uomo che l'aveva imprigionato, dopo averlo sconfitto in quel terribile e temuto incontro, nel lontano 1945.

Lo ricordava come fosse appena avvenuto. Ogni singolo momento di quello scontro. Ma ciò che non poteva dimenticare erano gli occhi di Albus mentre lo abbatteva e lo imprigionava. Dolore. Solo dolore. Nei suoi splendidi occhi azzurri non vi era che profondo e struggente dolore. Non poteva togliersi dalla mente quello straziante spasmo. Le aveva sognate ogni singola notte della sua carcerazione, quelle iridi cristalline sofferenti. Lo avevano torturato e dilaniato. Ricordava ancora quel che vi aveva letto: pentimento ed angoscia. E rimpiangeva, Gellert, di non aver mai chiesto ad Albus se si pentisse di averlo conosciuto, di averlo amato, di averlo imprigionato o, forse, di essere intervenuto troppo tardi. E si chiedeva ancora quale di queste possibilità fosse per lui la più difficile da digerire e da sopportare. Forse, per una volta nella sua vita, era contento di non avere una risposta, perché non sapere non poteva essere peggio di avere una certezza. Poteva sperare, Gellert, che Albus non avesse mai rimpianto la loro amicizia, il loro amore. Perché, infondo, egli sapeva con certezza che i suoi sentimenti erano ricambiati.

E aspettava, Gellert. Aspettava da più di un anno. Attendeva l'unico uomo che disprezzava più di quanto disprezzasse se stesso. Sempre che di uomo si potesse ancora parlare.

Lo aspettava, perché sapeva che sarebbe arrivato. Lo aspettava con ansia e trepidazione, perché solo così avrebbe potuto chiedere ad Albus di perdonarlo.

Attendeva il momento in cui Tom Riddle sarebbe arrivato a chiedere la sua vita, perché solo così poteva redimersi.

Aspettava e sapeva che il suo silenzio e la sua fedeltà non sarebbero serviti. Ma desiderava con tutto se stesso poter, finalmente, dimostrare al suo Albus che gli sarebbe rimasto leale per sempre. Perché, infondo, lui lo aveva perdonato e non aveva mai smesso di amarlo.

Perciò aspettava, con trepidazione crescente, il momento in cui il Signore Oscuro sarebbe arrivato a chiedergli di pagare il prezzo per i suoi peccati. Sapeva che quel momento era ormai vicino. Sapeva che quando si sarebbe rifiutato di consegnargli le informazioni da lui richieste, egli lo avrebbe ucciso. Sapeva che questo non gli avrebbe impedito di trovare la bacchetta di Sambuco, ma non si sarebbe mai perdonato di essere la causa di quell'ultimo oltraggio che Albus, purtroppo, avrebbe dovuto sopportare. Non avrebbe parlato, Gellert.

Sperava, Gellert, che quell'incontro arrivasse presto. Solo così poteva compiere il suo ultimo atto d'amore e, finalmente, raggiungere, in pace, il suo amato Albus.

Aspettava... ma non per molto ancora.

   
 
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