A
Hina, il giorno dopo fu assai più difficile mantenere quel lato di facciata
gentile e affabile. Ma si impegnò al massimo con Eishi. Fosse solo per spegnere
quanto più possibile il cervello, e tentare di buttare un po' d'acqua su
quell'inferno di dolore.
Dei!
Quanto faceva male...
Raimaru
a sua volta era ferito e confuso, ma si riteneva abbastanza bravo a
dissimulare.
Si
confuse nella massa di nobili che vagavano come spersi nel parco, andando a
branchi a destra e a sinistra per cercare gli indizi posizionati da pazienti
servitori per la caccia al tesoro.
Non
stava realmente partecipando.
Era
una cosa tanto banale... senza contare che, dato che erano stati posizionati
tutti dallo stesso servitore, avrebbe potuto seguire la pista olfattiva per
trovare tutti gli indizi, oppure attivare il Byakugan.
Partecipava
quindi assentemente.
“Giovanotto,
non potreste aiutarci?” chiese un gruppo di dame.
Raimaru
si avvicinò, afferrando il foglietto nascosto dietro il collo di una statua, in
alto, dove le signore ingessate nei loro pesanti vestiti erano impossibilitate
di fare movimenti.
Lo
consegnò a loro, con un sorriso di circostanza.
“Tu
sei il ninja giusto? Il figlio di Lòng Hyuga... possiedi il Byakugan vero?”
chiese una donna.
“Si,
signora è così” rispose cortesemente.
“Potresti
trovare facilmente i biglietti degli indizi...” ridacchiò questa dietro al
ventaglio di pizzo.
“Mia
signora, sarebbe poco sportivo da parte mia usare le mie abilità ninja per
trovare gli indizi, non trova? Vi toglierei tutto il divertimento della
cerca...” rispose con un mezzo sorriso.
“Quindi
il Byakugan può davvero vedere attraverso qualsiasi superficie?” domandò un
signore. Forse un marito delle dame.
“Si,
entro un certo limite di distanza...”
Un
tipo che sembrava piuttosto alticcio, e aveva un bicchiere pieno in mano, di
vino rosso almeno quanto le sue gote, intervenne.
“Ahah!
Immagino che il ragazzo lo usi anche per scopi assai più... interessanti che
cercare biglietti della caccia al tesoro! Magari sa anche dirci qual'è la dama
più formosa sotto i vestiti...” fece una risata sguaiata.
Raimaru
però irrigidì la schiena. “Signore, vi pregherei di esimervi da rivolgermi tali
parole. Il Byakugan è un'arma, non un gioco divertente. Inoltre mi ritengo una
persona educata, non un villano” a differenza vostra. Le parole non dette
rimasero in sospeso, ma furono recepite.
“Ragazzino!
Vuoi forse offendermi?”
“Voi
avete parlato e io ho risposto, messere, nulla di più nulla di meno” l'aura di pericolo che però emanò in quel
momento il ragazzo, con lo sguardo serio e diretto, fece desistere anche l'uomo
per quanto alticcio, di continuare, e bofonchiando si allontanò.
“Perdonalo
ninja di konoha, non credo fosse molto in sé” disse l'uomo che prima gli aveva
chiesto del Byakugan.
“L'avevo
capito, motivo per cui se ne sta sulle sue gambe. Con il carattere che si
ritrova mia madre, a quest'ora sarebbe già per terra...” borbottò Raimaru. Era
già una pessima giornata senza deficienti in mezzo.
“Non
parliamo più di quel miserabile. Dicci piuttosto Hatake-san, quali possono
essere gli usi del Byakugan?” gli domandò una donna.
“Oh,
beh, viene usato per rintracciare nemici nascosti a corto raggio, nei
combattimenti ravvicinati per avere colpi più precisi, e a volte a scopi
medici...”
Hina
invece dall'altra parte, a sua volta, provava una certa gelosia a vedere il
ragazzo assiepato dalle donne che lo tempestavano di domande.
Però
era anche concentrata sulla discussione animata che aveva con l'uomo.
Eishi
non l'aveva mollata per un momento.
Le
stava facendo una corte spietata, anche se ancora non comprendeva se stava
fingendo o meno.
Di
certo non provava niente per lei, quello lo capiva dalla freddezza dei suoi
occhi. Ma non capiva se si stava divertendo a giocare con una 'preda' o se
voleva solamente farla diventare una sua conquista...
Per
ora però, per l'uomo era evidentemente una sorta di battuta di caccia, voleva
vedere sin dove riusciva a spingersi.
“Quel
ragazzo è un tuo collega?” gli chiese.
“Si,
perché?”
“è
davvero il figlio di Kakashi Hatake?”
“Certo”
“Vi
fidate di lui?”
La
domanda la irritò un po' ma rispose con calma “Raimaru è un ninja di ottimo
talento. La sua fedeltà a Konoha non è mai vacillata. Così come quella della
madre”
“In
che rapporti sei con lui? Mi sembra di avervi visti parlare insieme, qualche
volta...”
“Oh,
nulla di che. È solamente stato il mio caposquadra per qualche tempo. Mio padre
è il suo maestro, ma nulla di più” mentì con disinvoltura.
Il
ragazzo, che era a poco da lei si volto. I loro sguardi s'incrociarono giusto
il tempo di qualche secondo.
Per
un attimo Hina si chiese perché si stessero facendo male da soli.
Ieri
non lo aveva neppure lasciato parlare alla fine. Però... già. Però.
Tornò
a guardare di fronte a se, un sorriso frivolo incollato alle labbra.
Dei
quanto era difficile. Si sentiva la maschera scivolare via.
“Questa
caccia al tesoro mi annoia. Credo tornerò nelle mie stanze per meglio
prepararmi al pranzo. Spero di vedervi” disse.
“Ma
certo, Hina-san. Vi terrò un posto accanto a me, se lo permettete”
“Con
piacere Ehisi-san. A più tardi”
Andò
sino in camera sua, sedendosi sul letto, strofinandosi il viso.
No,
non doveva piangere ancora. Si sarebbe rovinata il viso e addio alla recita
della brava e maliziosa ragazzina...
Sentì
un 'clik'.
Alzando
lo sguardo vide una lupa grigio argento entrare dalla finestra, e trasformarsi
nella sciantosa umana che l'aveva visitata mesi prima.
“Sei
proprio patetica ragazzina...” disse sedendosi con grazia al pouf di fronte
allo specchio.
Gli
occhi color ambra della lupa la guardavano quasi divertita, mentre accavallava
le gambe in un gesto sensuale, come se le riuscisse tanto naturale da farlo
anche senza volerlo.
Hina
strinse i pugni.
“Dammi una buona ragione per non sfracellarti ogni singolo osso...” ringhiò.
“Oh,
almeno un po' di carattere ce l'hai... beh in primo, dubito che ci riusciresti.
In
secondo, attireresti un tantino l'attenzione e non ti conviene. Oltretutto non
sono qui in veste ufficiale, e al momento non credo che Raimaru sarebbe molto
comprensivo con me, e preferirei non irritarlo...”
Lo
yokai poteva essere piuttosto impulsivo e pericoloso, se stuzzicato
eccessivamente.
“Quindi
lui non sa che sei qui?” domandò Hina circospetta.
“No.
E se non mi ha ancora individuato è solo perché sono stata molto attenta ed è
distratto da altri pensieri. Quindi cerchiamo di farla breve”
Lei
si spazzolò i pantaloni come per togliere qualche granellino di polvere.
Hina
rimase ferma, tesa. E ora sta stronza era lì per cosa?
“In
primo, vorrei specificare che non me ne può importare di meno di te, dei tuoi
sentimenti o di qualsiasi cosa che ti riguardi, dunque, non farti illusioni.
Tuttavia,
non mi piace vedere Raimaru stare male, quindi sono venuta per due motivi.
Uno,
farlo stare meglio, due, almeno un po', riparare alle mie colpe.
Mi
pare evidente che è te che vuole, e anche se sinceramente non ho intenzione di
rinunciare a provarci con lui, mettere un paio di puntini sulle 'i' mi è
d'obbligo per una questione d'onore”
“Parla
chiaro cagna! E poi togli il tuo culo sculettante da sopra il pouf di camera
mia...” ringhiò Hina.
Non
era decisamente d'umore a stare a sentire pazze divagazioni della stronza.
La
donna per un alzò il labbro, un canino luccicante brillò minaccioso.
“Vedi
di startene calma umana. Dato che ti sto facendo un favore...” si schiarì la
voce, come rauca da un ringhio, ora tornò dolce.
“Allora:
mi pare chiaro che tu hai frainteso un paio di cosette. Merito mio d'altra
parte.
Punto
uno: Raimaru non è mai stato nel mio letto.
Punto
due: non che io non ci abbia provato, strano ma vero, sto idiota nonostante la
mia... capacità di persuasione, mi ha piantato in asso e se n'è andato dicendo
“Questo è sbagliato non posso farlo”
Punto
tre: fossi un po' meno cretina, andresti da lui, e gli lasceresti la
possibilità almeno di spiegarsi, perché credimi, ha fatto uno sforzo titanico
nelle sue condizioni per rifiutarmi. Ed è una cosa che come Jinchuriki tu
dovresti capire assai bene.
Punto
quattro: se non ti spicci mi offro io per andare a consolarlo”
Hina
rimase allibita ad ascoltare. Così stupefatta che quasi si dimenticò di provare
una profonda avversione per quella donna, lupa o cane che fosse.
“Come...
come cavolo fai a sapere che sono una Jinchuriki? Te..”
“No,
scema non me l'ha detto nessuno. Puzzi di volpe bagnata come un cane che non fa
il bagno da una settimana. Sono capace di fare due più due sai? Poi con tutto
quello che potresti chiedermi proprio questo mi dovevi domandare? Puah, inizio
a pensare che il ragazzo abbia davvero dei gusti scadenti...”
“Ma..
ma...”
“Eh,
no. Ora la mia parte l'ho fatta, la coscienza me la sento a posto. Ora
arrangiati. Ricordati: se non ti dai una mossa, a consolarlo ci penserò
volentieri io...” con quella velata minaccia, la donna si alzò e ritornando
lupa, usci dalla finestra scomparendo in breve dalla vista di Hina.