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Autore: Cloe87    28/04/2016    5 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A MALI ESTREMI… ESTREMI RIMEDI!

 

«Venerabile Chrysanthe, vi vedo inquieta. Eppure l’emergenza zombie è stata risolta con successo. Quindi posso sapere cosa vi turba?» domandò Pandora, stanca di osservare Chrys che andava avanti ed indietro per la sala del trono, spremendosi le meningi. D’altronde la missione affidatale da Zeus, di ripulire il mondo dai defunti tornati in vita senza controllo, era andata ben oltre ogni più rosea aspettativa, dato che il tutto si era risolto in meno di una settimana, grazie allo zelo di Radamante, al desiderio di far colpo sulla nuova dea di Minosse, e la paura di beccarsi un ulteriore cazziatone di Eaco; tanto che pure Zeus si era complimentato per l’impegno e la competenza dimostrati. Quindi non riusciva a comprendere il motivo della preoccupazione che la sua dea stava esternando; senza contare che, se continuava così, ben presto avrebbe scavato un solco a furia di percorrere lo stesso tragitto avanti e indietro, torturandosi nervosamente i capelli.

«Tolto il fatto che non abbiamo un solo fottuto quattrino in cassa e che il regno è un colabrodo… nulla! Proprio nulla! » le rispose però sarcastica Chrys, mentre si ritrovava a considerare anche il fatto che i viveri iniziavano a scarseggiare, e che purtroppo non poteva andare a scrocco della Fondazione Grado in eterno, e che quindi doveva trovare alla svelta un modo per fare rapidamente tanti soldi. Ma purtroppo tutte le ipotesi che aveva vagliato si erano rivelate inconcludenti, a causa del tempo che non aveva per metterle in atto, o per via del capitale di partenza da investire che non c’era. Per poi però avere finalmente il colpo di genio! Infondo come si diceva in questi casi: a mali estremi, estremi rimedi!

Si rivolse quindi con un’espressione trionfante a Pandora, che la ricambiò con una decisamente perplessa, dato che fino a pochi istanti prima sul viso della dea si poteva leggere a caratteri cubitali il suo pessimo umore.

«Pandora, a chi è affidato il controllo del Primo Cerchio?»

«A Minosse del Grifone, perché?» le rispose di conseguenza sorpresa la sacerdotessa.

«Potresti andarmelo a chiamare? Dovrei chiedergli un favore!»

«Sì certo! Vado subito!» rispose quindi Pandora, che lasciò la sala chiedendosi che cosa avesse in mente la nuova regina degli inferi.

Comunque sia, poco dopo, nella sala del Trono fece il suo ingresso Minosse, che andò ad inginocchiarsi davanti a Chrys:

«Lady Pandora mi ha ordinato di presentarmi al vostro cospetto. In cosa posso esservi utile mia divina?» domandò quindi lo spettro del Grifone e Chrys gli rivolse un sorriso raggiante:

«Avrei bisogno che mi procurassi alcuni registri dal Tribunale Infernale»

«Sì , beh… ecco, veramente… io….» si ritrovò però a farfugliare Minosse, perdendo il suo fare baldanzoso.

«C’è per caso qualche problema Minosse?» lo incalzò quindi Chrys, alzando con disappunto un sopracciglio, e il Grifone iniziò a sudare freddo, dato che, nonostante ne fosse nominalmente il responsabile, nel Tribunale Infernale non ci metteva spesso piede, preferendo lasciare le scartoffie ad un suo sottoposto:

«Ehm… diciamo che non sono molto pratico di archivi… sì, insomma, sono più un uomo d’azione che di scrivania… non so se mi spiego…»

«Quindi?»

«Quindi tendenzialmente è un mio sottoposto ad occuparsene: Rune di Barlon» sputò finalmente il rospo Minosse.

«Tutto qui? E ci voleva tanto a dirmelo?» le rispose di conseguenza incredula Chrys, per poi scendere le scalinate che dividevano il trono dal resto della sala:

«Pensavo che la cosa avrebbe potuto indisporla» commentò quindi il Grifone.

«Se sa fare bene il suo lavoro perché dovrei?» fu la conseguente considerazione della dea, che fece dipingere sul viso dello spettro un sorriso nuovamente sicuro di se:

«È il migliore in assoluto, mi creda!»

«Ottimo. Allora mi faresti la cortesia di accompagnarmi da lui?»

«Con molto piacere, mia signora!» e detto questo, con fare da vero galantuomo, Minosse si affettò ad aprire la porta della sala del trono, per permettere alla sua dea di passare.

Il Tribunale Infernale, che normalmente era un posto quieto e silenzioso, in quei giorni era invece in pieno fermento per via dell’enorme mole di lavoro che gli toccava svolgere per poter nuovamente ricollocare i morti, rispediti nell’Ade, al loro posto. Quindi quando Chrys e Minosse raggiunsero la sala delle udienze, trovarono un Rune di Barlon decisamente indaffarato tra pile di registri, defunti da spedire nel girone appropriato e inservienti da gestire.

«Però, è uno che si sbatte! Mi piace quel tipo!» considerò quindi la dea, osservando lo spettro perfettamente a suo agio nel scartabellare voluminosi tomi per poter giudicare correttamente i morti, e nel contempo tenere in riga i suoi aiutanti.

«Ve lo dicevo che sapeva il fatto suo!» rispose soddisfatto il Grifone, per poi rivolgersi al suo sottoposto: «Ehi, Rune! Prenditi una pausa, ci facciamo un tè!»

«Mi spiace eccellenza Minosse, ma non posso concedermi una pausa. Ha visto la mole di lavoro che c’è da sbrigare? La ringrazio, ma devo reclinare l’invito»  rispose però lo spettro di Barlon, che a volte faticava proprio a capire i modi di fare del suo superiore. Con tutti i defunti che c’erano da giudicare come faceva a chiedergli di prendersi una pausa?

«Nemmeno se abbiamo un’ospite speciale?» lo rimbeccò però Minosse, mentre Chrys si faceva avanti salutando con un “’Giorno”. Poco da dire su fatto che per poco Rune non s’inciampo’ sulla lunga tunica nella fretta d’inginocchiarsi di fronte alla dea.

«Mi scusi per la scortesia mia divina! Non avevo inteso che eravate giunta fin qui in visita»

«Tranquillo Rune, non è colpa tua, ma di Minosse che a quanto pare si diverte a mettere in difficoltà i suoi poveri sottoposti…» commentò infatti Chrys scoccando un’occhiata di rimprovero al Gigante Infernale, che la ricambiò con una di finta innocenza.

«Posso esservi utile in qualche modo?» le domandò quindi Rune e Chrysanthe annuì con il capo:

«Effettivamente sì. Avrei bisogno dei registri dei peggiori peccatori in circolazione, in possesso d’ingenti patrimoni».

«Ve la procuro subito, mia signora!» e detto questo Rune svanì dietro ad una porta, dopo un rispettoso inchino.

«A cosa vi serve, se è lecito saperlo?» domandò incuriosito Minosse e sul viso di Chrys comparve un sorriso poco raccomandabile:

«Diciamo semplicemente che vado a rimpinguare un po’ le casse vuote dell’Ade…»

Nel frattempo un povero skeleton di ronda, che aveva avuto la sfiga d’incappare in Rune diretto negli archivi, venne caricato di pesanti volumi più grandi di lui, per poi essere costretto a seguire lo spettro di Barlon fino alla sala delle udienze, dove finalmente poté scaricare il gravoso fardello sulla scrivania e tirare il fiato.

«Wow! Che rapidità!» esclamò entusiasta Chrys.

«Amo dividere i registri per categorie, così si fa prima» le spiegò Rune orgoglioso del suo lavoro.

«Ottima strategia» gli diede segno d’assenso la sovrana degli Inferi, per poi iniziare a spulciare i volumi, annotando su un foglio di carta nomi e informazioni varie, per poi rivolgersi allo skeleton che, sperando di non dare troppo nell’occhio, stava cercando di levare le tende:

«Ehi, tu! Aspetta un attimo!» lo fermò però Chrys, facendolo sobbalzare dallo spavento.

«Non mi punisca la prego! Per qualsiasi cosa io abbia fatto, le chiedo umilmente scusa!» rispose quindi quel poveraccio terrorizzato, pensando di aver fatto qualcosa di male.

«Eh?! No, non ti voglio punire!» gli rispose però la dea e, vedendo che l’inserviente aveva tirato un sospiro di sollievo, gli chiese: «Come ti chiami?»

«Marchino, mia signora!» le rispose quindi un po’ sorpreso, e allo stesso tempo lusingato, il piccolo skeleton, per l’inusuale interessamento nei suoi confronti della dea in persona.

«Bene, Marchino… me la potresti prestare?» gli domandò quindi Chrys, indicando la sua falce.

«Sì, certo!» rispose l’inserviente incredulo.

«Grazie! Te la restituirò al mio ritorno» E detto questo Chrys si mise la falce in spalla e il foglio con le annotazioni in tasca, per poi rivolgersi a Minosse e Rune: «Ci si vede più tardi» per poi sparire in un varco spazio dimensionale.

«Sapete dove sta andando?» domandò incredulo Rune, ma Minosse fece spallucce:

«Non ne ho la più pallida idea!»

 

Nel frattempo, in un luogo imprecisato in Sud America, un gruppo di facoltosi narcotrafficanti stava contando l’incasso dei loro traffici illegali, del tutto ignari del pericolo che stava per piombar loro addosso; infatti un varco spazio dimensionale si aprì sulle loro teste e ben presto si ritrovarono ad osservare sbalorditi una giovane donna pallidissima, che li osservava in modo indecifrabile con una falce in spalla.

«CHI DIAVOLO SEI E COME HAI FATTO ENTRARE!» sbraitarono quindi i tizi che, dopo il primo momento di smarrimento, avevano estratto tutti la pistola.

«Chi sono? Bella domanda! Alcuni mi chiamano “La Nera Signora”, altri “La Morte”, altri ancora “Shinigami”, mentre dalle mie parti preferiscono appellarsi a me con il termine “Dea degli Inferi”, ma voi potete semplicemente chiamarmi Chrys!» rispose loro Chrysanthe con un sorrisetto sarcastico, per nulla intimorita dalle armi da fuco.

«E cosa vuoi da noi?»

«O i soldi o la vita. A voi la scelta»  

«Ci stai minacciando?»

«Diciamo che io la vedo più come una gentile possibilità di scelta» rispose serafica la dea, cosa che fece risentire notevolmente i malviventi.

«Ma ti rendi conto con chi hai a che fare?»

«Mi sa che siete voi quelli che non si rendono conto» fu però la risposta di Chrys, che li fece andare su tutte le furie:

«Ma va all’inferno troia!»

«Ok… come volete!» disse quindi Chrysanthe.

Fu così che, mentre i loro colpi di arma da fuoco andarono a conficcarsi nelle pareti, le loro teste saltarono via come pop-corn.

«Bene. Avanti i prossimi!» commentò di conseguenza Chrys, mentre si puliva il viso da uno schizzo di sangue e si metteva in spalla il sacco con i soldi, per poi sparire, com’era venuta, in un varco spazio dimensionale.

Intanto, e dopo più di tre ore di assenza della dea, Pandora tormentava nervosamente il tridente che aveva tra le mani, non sapendo che pesci pigliare:

«Sei sicuro che non ti abbia detto dove andava?» domandò per l’ennesima volta la sacerdotessa, e Minosse alzò gli occhi al cielo esasperato:

«No. Mi ha solo chiesto di portarla da Rune per dei registri che gli servivano per racimolare denaro per il regno. Nulla di più!»

«Ma perché è andata via senza scorta e senza lasciar detto qualcosa di più preciso!? Dannazione, può essere pericoloso!» sbottò a quel punto esasperata Pandora, mentre Eaco si passava nervosamente le mani tra i capelli:

«In più se non usa il cosmo è impossibile localizzarla»

«Lo sapevo che la nostra nuova amata regina avrebbe portato solo scompiglio...»

«Ma tu, per essere sempre così acido, soffri per caso di sindrome premestruale perenne? Eh, Viverna?»

La voce di Chrys risuonò nell’aria e ben presto i tre Giganti e Pandora si ritrovarono ad osservare la loro dea ricoperta di sangue dalla testa ai piedi e con un enorme sacco stracolmo di verdoni in spalla.

«Per tutti gli dei!» fu l’esclamazione di Pandora che si portò sconvolta le mani alla bocca.

«Tranquilla, il sangue non è mio. Quindi rilassati, e se cortesemente puoi incaricare un’ancella di preparami un bagno mi faresti una cortesia»

«Vado subito, mia signora!» rispose quindi la sacerdotessa tirando un sospiro di sollievo, mentre Chrys scaricava il sacco ad Eaco e la falce a Minosse:

«Garuda, potresti portare gentilmente questo in tesoreria? Così dovremmo stare tranquilli per un po’ e poter fare le ristrutturazioni. Mentre tu, Grifone, non è che potresti restituire questa allo skeleton che me l’ha prestata?»

«Certamente» rispose Minosse con un inchino.

«Ringrazialo e digli che ne ho fatto buon uso!»

«Sarà fatto. Mi spiace solo non essere venuto con voi. Se avessi saputo che andavate ad una festa avrei insistito…» commentò lo spettro del Grifone, strappando un sorriso a Chrys:

«Allora la prossima volta vedrò di fare il possibile per farti partecipare» gli rispose infatti a tono la dea, per  poi rivolgersi a Radamante, rigido come un tronco di legno per la figura non proprio eccelsa che si era sparato:

«E tu cerca di prendere la vita un po’ più alla leggera, o rischi l’infarto! Ora però scusatemi, ma come vedete, ho bisogno di darmi una ripulita» e detto questo Chrys usci dalla sala del trono per andare a farsi un bel bagno.

  
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