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Autore: Cloe87    06/06/2016    3 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 L’ABITO NON FA IL DIO… MA IL COSMO INFURIATO, SÌ!

 

“E sì, ci voleva proprio un bel bagno caldo” considerò Chrys, mentre si rilassava, lasciandosi coccolare dall’inebriante profumo al mughetto dei sali da bagno, cortesemente donati da Luko della Driade, che glieli aveva omaggiati in segno di benvenuto. “Uno spettro decisamente interessante” si ritrovò quindi a pensare la dea, mentre la sua mente tornava alla loro conversazione, nella quale aveva appreso che l’uomo era stato fratello di un Gold Saint dei Pesci e che era entrato tra le fila dell’esercito di Ade durante la Guerra Sacra del XVIII sec. in cambio della vita del suo discepolo, e soprattutto che, prima di prendere il nero, era una sorta di medico/erborista; cosa che aveva acceso l’interesse di Chrysanthe. Infatti un medico poteva sempre tornare utile, nonostante le sue conoscenze risalissero al 1700. Ma infondo bastava fargli seguire qualche corso d’aggiornamento, no?

Il fiume dei pensieri di Chrys venne però bruscamente interrotto da un’esplosione di cosmo ostile, che le fece sgranare gli occhi per la sorpresa:

«Eh?! Ma da quando Atena tira di coca?!!! Che i soldi le abbiano dato alla testa!?» fu infatti la sua esclamazione allibita, per poi però afferrare in fretta e furia l’accappatoio e uscire dalla stanza da bagno alquanto alterata. Nessuno infatti aveva il diritto di disturbare il suo sacro momento di relax; quindi conveniva che l’intruso avesse una buona spiegazione per quell’incursione o lo avrebbe rispedito al mittente sotto forma di carne trita in confezione famiglia.

Nel frattempo un profondo senso di frustrazione era ciò che provava Radamante, mentre osservava impotente Shaka della Vergine, sollevato a mezz’aria, che lo fissava impassibile, dopo aver steso lui, ed i suoi parigrado, con il Tenbu Horin. Possibile che lui e gli altri Giganti fossero finiti così in basso da farsi mettere a tappeto da un singolo saint? Un moto di rabbia lo pervase, ma il suo attacco venne respinto da un “Kan”, che lo fece nuovamente rovinare a terra.

«Ve lo ripeto ancora una volta: devo conferire con la Regina degli Inferi. Quindi conducetemi da lei!» le parole di Shaka risuonarono severe, quasi un avvertimento nell’aria, cosa che fece sorgere degli epiteti poco gentili nella mente della Viverna, che però non ebbe modo di esprimerli, essendo stato privato della parola. Fu quindi Minosse a mandare il Gold Saint a farsi fottere.

Il Grifone era infatti stato privato della vista, mentre il Garuda dell’olfatto.

«Come desiderate. Vorrà dire che vi priverò di un altro senso» commentò quindi impassibile Shaka e Radamante si preparò ad incassare il colpo, che però non arrivò.

Successe infatti tutto in una frazione di secondo: uno scoppiò repentino di cosmo infernale, una scintilla di luce nera che spariva a diversi centimetri di distanza dal Saint della Vergine e poi l’espressione stupita, confusa, ed infine, dolorante, di Shaka, che cadeva in ginocchio di fronte alla figura di Chrysanthe che si stava materializzando di fronte a loro.

Mai come in quel momento la Viverna si sentì una nullità. Aveva infatti messo più volte in dubbio l’effettivo valore della nuova dea degli Inferi, nonostante fosse lui il primo a non essere all’altezza del suo rango. Abbassò quindi lo sguardo di fronte a quello palesemente furioso di Chrys che, nonostante fosse in accappatoio e con i capelli bagnati fradici, metteva i brividi.

«Allora, si può sapere cos’è tutto sto casino?» domandò infatti la Regina degli Inferi con tono tagliente, fissando Shaka in ginocchio per via della paralisi che l’aveva colpito.

«Il Grande Sacerdote mi ha inviato nell’Ade per poter conferire con voi, ma i Giganti Infernali mi hanno attaccato» rispose quindi la Vergine, sostenendo stoicamente lo sguardo duro di Chrys ed Eaco pregò che il suolo dell’inferno si aprisse e li inghiottisse, dato che era ben conscio che avevano attaccato per risentimento nei confronti di Atena e non con raziocino; ma la reazione di Chrysanthe lo stupì:

«La cosa è piuttosto normale, cavaliere, dado che questo è il loro lavoro. Vorrei infatti ricordarti che l’Ade è detto “Il Regno dei morti”, proprio perché ci si può accedere solo da morti. Le uniche eccezioni sono le persone al mio servizio, e, date le vestigia che indossi, è palese che tu non lo sia.  Quindi mi auguro che tu abbia un buon motivo per avermi disturbato, perché altrimenti ti apro il culo come un’albicocca e non me ne frega una mazza se sei un saint» gli rispose infatti Chrys, senza tanti giri di parole; e poco ci volle a Shaka per capire che la dea non scherzava, nonostante l’outfit e il frasario poco divino.

«Il motivo è più che valido Lady Chrysanthe. È stato infatti ucciso il Silver Saint dello Scudo» rispose Shaka, cosa che fece aggrottare le sopracciglia di Chrys:

«E Quindi? Sono i rischi del mestiere! Non dirmi che non ve l’hanno detto quando vi hanno consegnato il Cloth!» fu infatti la risposta della dea, e la Vergine si affrettò a spiegarsi meglio:

«Il Saint in questione è stato ucciso per mano di un cosmo infernale»

«E allora? Di divinità infernale non ci sono mica solo io al mondo. E comunque ti pare che dopo essermi presa il disturbo di resuscitarvi, mi metta a dare ordini per farvi fuori? Un Silver poi?» gli rispose Chrys.

«Immagino che la vita di un Saint d’Argento non sia di alcun interesse per voi, ma potreste mettere la mano sul fuoco che non sia opera di uno dei vostri uomini?» domandò a quel punto Shaka e tra i presenti calò il gelo.

Lo sguardo di Chrys scivolò quindi inevitabilmente sui tre Giganti, ed emise un sospiro rassegnato, per poi far comparire un ago di luce nera, che andò a svanire nel punto in cui la dea aveva lanciato il precedente; ridando così a Shaka l’uso delle gambe:

«Tu vieni con me» disse quindi Chrysanthe al Gold Saint, per poi rivolgersi ai suoi specter: «Mentre voi tre andate in infermeria, così Luko vi rimette in sesto con i suoi intrugli; che poi dobbiamo fare una bella chiacchierata»

Fu così che, nella sala del trono, un’agitata Pandora, che aveva seguito gli accadimenti tramite i vari cosmi, si ritrovò di fronte a Chrys, la quale le sbolognò il gold saint che aveva al seguito:

«Pandora, potresti gentilmente offrire da bere  al Saint della Vergine, mentre vado a mettermi addosso qualcosa di più presentabile?»

«Eh? Sì, subito, ma che cosa posso dargli?» farfugliò però la sacerdotessa, presa in contropiede:

«Perché non gli offri una birra?» le disse quindi Chrys, sfoderando un sorrisetto bastardo.

«Non bevo, grazie» rispose quindi Shaka, dalla cui espressione era chiaro che non fosse entusiasta di essere mollato in compagnia di Pandora.

«Tranquillo, è analcolica. E poi offre la fondazione Grado!» ghignò però Chrys, mentre svaniva dietro una porta, lasciando i due a guardarsi in cagnesco.

Fu così che a Shaka, per non sembrare scortese, toccò sorbirsi almeno un paio di sorsi della famigerata birra analcolica sponsorizzata dalla Fondazione Grado (l’unica bevanda “sfiziosa” concessa al Santuario da quando Atena aveva riacquistato il comando), comprendendo così il motivo delle lamentele dei suoi colleghi non astemi. Ma fortunatamente per lui, Chrys non era una di quelle donne che c’impiegavano un’eternità a vestirsi, e quindi l’attesa e l’opprimente silenzio sceso tra lui e Pandora, fu presto spezzato dall’arrivo della dea; il cui vestiario fece considerare a Shaka che alla nuova Regina dell’Ade  non interessasse molto l’apparenza, dato che indossava un semplice paio di jeans e una camicia a quadrettini.

«Bene, quindi, se non ho capito male, voi del Santuario credete che uno dei miei uomini abbia fatto fuori uno dei vostri» esordì quindi Chrys, sistemandosi sul trono.

«Diciamo che, dato i precedenti e i rapporti non proprio rosei tra il Grande Tempio e l’Ade, il Grande Sacerdote Sion ha pensato che potesse essere un’ipotesi e mi ha mandato da voi per verificare» rispose quindi Shaka.

«Capisco. Ma il dilemma è facile da risolvere, dato che è sufficiente chiedere delucidazioni sull’accaduto direttamente al saint defunto» commentò Chrys con fare logico.

«Avete intenzione di resuscitare il Silver Saint ucciso?» domandò quindi stupefatto Shaka, ma la dea scosse la testa in segno di dissenso.

«Ovviamente no. la resurrezione di un essere umano è una questione delicata e nemmeno io, che sono l’attuale dea degli Inferi, posso fare una cosa del genere per capriccio. Ci deve infatti essere un motivo ben valido per farlo ed è necessaria l’autorizzazione delle Moire, che detengono il filo del destino degli uomini; e ti posso garantire che quelle tre vecchie zitelle non amano riprendere in mano un filo che hanno già tagliato. Quindi voi Saint di Atena dovete ritenervi molto fortunati. Infatti le uniche vite di cui posso disporre a mio piacimento sono quelle degli Spettri al mio servizio. Quindi quello che andrò a fare ora, sarà una cara e vecchia evocazione spiritica» spiegò Chrys, per poi aggiungere: «Posso sapere il nome del Silver ucciso?»

«Juan dello Scudo» rispose Shaka e Chrysanthe, dopo un cenno di ringraziamento per l’informazione richiesta, scese le scalinate che la separavano dal Gold e da Pandora, per poi posizionarsi al centro della sala, espandendo il suo cosmo, mormorando un’inquietante litania in greco antico. Un cerchio di luce nera si andò a delineare sul pavimento e, non appena Chrys pronunciò il nome del saint defunto, una sagoma oscura iniziò a materializzarsi all’interno del cerchio, andando a prendere le fattezze di un ragazzo poco più che maggiorenne.

«Buongiorno Juan, come ti senti?» domandò quindi la dea, per dare il benvenuto all’anima che aveva richiamato da uno dei gironi infernali.

«Un po’ infreddolito. A stare immobilizzato nel ghiaccio si finisce per perdere la sensibilità del corpo»

«Cocito, deduco…»

Il Silver annuì tristemente con il capo.

«Beh, che il soggiorno in tale luogo ti sia di monito per la tua prossima vita in modo tale da imparare a stare attento a non seguire impostori che millantano di essere Grandi Sacerdoti» commentò Chrys, cosa che fece abbassare il capo all’anima del ragazzo in segno di penitenza.

«Quindi noi Saint, dopo morti, finiremmo nuovamente tutti lì, nonostante il perdono di Atena?» domandò quindi Shaka, toccato sul vivo.

Chrys annuì con il capo: «Un conto è Atena, un conto è l’Ade. Mi spiace, ma queste sono le regole; chi sbaglia paga»

«Anche se siamo stati ingannati?» chiese Shaka, per nulla entusiasta di finire di nuovo ibernato dopo la sua dipartita.

«Desolata, ma come ogni cosa anche il libero arbitrio ha i suoi pro e i suoi contro. La prossima volta cercate di non farvi fottere» gli rispose  falsamente dispiaciuta Chrys, per poi rivolgersi all’anima del Silver dello Scudo: «Ma veniamo a noi, anche perché non ti ho sottratto alla tua pena per discutere sul funzionamento dell’Ade, ma per farti qualche domanda»

«Sono a vostra disposizione» acconsentì quindi Juan.

«Perfetto. Potresti quindi dirci come sei morto e chi ti ha ucciso?» chiese di conseguenza Chrysanthe, ma purtroppo la risposta non fu quella sperata:

«Spiacente, ma non lo so» fu infatti la risposta del giovane.

«Come non lo sai?» intervenne quindi Shaka e l’anima del Silver emise un sospiro desolato:

«Ero sulle tracce di attività anomale legate a dei cosmi non identificati, quando all’improvviso mi sono ritrovato nelle valle dei morti. Sono mortificato, ma è stato tutto talmente improvviso che non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto di cosa stava accadendo» si spiegò il Silver.

«Dannazione!» sfuggì quindi a Chrys, che vedeva così svanire la speranza di risolvere la questione in fretta, per poi rivolgersi all’anima evocata per sciogliere la seduta spiritica: «Grazie lo stesso per la tua testimonianza e scusa il disturbo. Vedrò di dire agli Specter preposti alla sorveglianza del Cocito di trattarti con un occhio di riguardo» e detto questo, l’anima svanì com’era venuta, tramite il cerchio di luce nera che andò dissolvendosi dal pavimento della sala del trono.

«Splendido! Mi sa che ci tocca aprire un’inchiesta. Che rottura!» si massaggiò quindi le tempie la Regina degli Inferi, che aveva iniziato ad avere le prove che essere una dea, era un gran giramento di balle.

«Volete interrogare tutti gli Spettri?» chiese quindi preoccupata Pandora, mentre Shaka si premuniva di mettere i puntini sulle "i":

«Il processo deve essere eseguito in collaborazione con il Grande Tempio, che invierà un addetto in modo che il tutto risulti imparziale e…»

Ma il sermone del Gold Saint venne fermato sul nascere da un cenno della mano di Chrys:

«Frena! C’è un modo più rapido per capire se è stato uno dei miei; ovvero i Libri Neri degli Specter»

«Ma mia signora quelli sono documenti riservati!» esclamò di conseguenza incredula Pandora.

«Vero, ma onestamente non credo che possano risultare utili a fini bellici.» commentò Chrys.

«Scusatemi, ma non riesco a seguirvi. Potreste spiegarvi meglio?» domandò quindi Shaka, e Chrysanthe si accinse a chiarire:

«È molto semplice cavaliere. Ad ogni essere umano è assegnato un registro in cui vengono annotati i peccati commessi durante la sua vita, tramite il quale noi possiamo assegnare la punizione appropriata, quando l’anima giunge di fronte al nostro tribunale. Gli Specter, essendo comunque umani, non fanno eccezione, tolto per il fatto che i loro registri sono di mia esclusiva pertinenza. E siccome io non ho dato ordini di uccidere saint, se il colpevole è uno dei miei uomini, sarà sicuramente segnato in uno dei loro Libri Neri, dato che per uno Spettro è peccato mortale compiere un tale gesto senza la mia autorizzazione»

«E chi mi garantisce che chi li redige non possa manometterli o alterare le prove?» chiese quindi Shaka scettico.

«Di quello non ti devi preoccupare. Infatti tali volumi non sono redatti da noi, ma è ogni singolo essere umano che scrive il proprio, tramite le proprie azioni compiute in vita. Il tribunale Infernale ha solo la facoltà di consultarli. Quindi da quel punto di vista siamo in una botte di ferro» spiegò Chrys, per poi fare cenno a Shaka di seguirla.

«Venerabile Chrysanthe è seriamente intenzionata a lasciare che un Gold Saint consulti quei registri?» chiese preoccupata Pandora alla dea, dopo averla affiancata nel corridoio che conduceva nell’archivio della Giudecca, dov’erano custoditi i Libri Neri dell’armata infernale, e Chrys le mise una mano sulla spalla per rassicurarla:

«Tranquilla, ho già spulciato quei registri e ti posso assicurare che possono solo rappresentare mera materia di gossip. D'altronde non credo che al Grande Tempio possa interessare sapere che Veronica di Nasu è un feticista convinto o che Eaco pratichi sadomaso estremo con il suo vice Violante. L’unico Libro interessante per l’oro potrebbe essere al massimo il tuo, dato che hai un debole per il Bronz Saint della Fenice, ma per il resto sono solo pettegolezzi. E comunque ci sarò io con lui, dato che è anche nel mio interesse assicurami che gli Spettri non compiano atti non autorizzati in mio nome» le disse infatti Chrys, mentre Pandora avvampava di rosso per l’affermazione su di lei, affrettandosi quindi a cambiare argomento:

«Vuole che le mandi uno Specter come scorta?»

«Ehm, sì, grazie. Mandami Cheshire con un paio di termos di caffè, perché mi sa che ne avremmo bisogno!» rispose di conseguenza la dea, mentre apriva la pesante porta dell’archivio per entrarci insieme a Shaka.

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Chiedo umilmente venia per come ho ridotto i Giganti Infernali in questo capitolo (Radamante, Minosse ed Eaco mi scrutano con fare minaccioso, muniti di spranga di ferro, mentre Shaka se la tira…), ma garantisco che avranno modo di rifarsi alla grande in futuro ^.^! È solo che a forza di reincarnarsi si sono un po’ arrugginiti, e hanno bisogno di essere un po’ spronati, nonché ritrovare fiducia in se stessi e nella loro nuova dea, dopo la botta che hanno preso dopo la scomparsa di Ade ^.^ 

  
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