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Autore: Light Lynx    29/04/2016    3 recensioni
Una giovane coppia troppo impegnata a salvare Parigi per nascere. Sempre contrastata nel scoprire chi si cela sotto la maschera, chi è il reale oggetto del proprio amore.
Quella che andrò a narrare sarà la storia di questi due eroi, e della loro storia, delle loro peripezie e delle loro avventure nel sconfiggere un nemico che mai avrebbero creduto potesse esistere. Una minaccia ben maggiore di Paplion, e molto peggiore del non poter stare assieme per sempre.
enjoy
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Saltava da una radice all'altra sfruttando le spine come rampe o protezioni. Le suole dure sfregavano sulle piante mentre scivolava distruggendo le verdi fibre. Il bastone roteava spezzando le frustate che il nemico gli lanciava contro.
-Tutto qui piantina?-
Attacchi da ogni direzione venivano percepiti dal felino, lasciandoli il tempo di agire.
Lady rose si fiondò su di lui con rabbia protetta da sottili steli coperti da rose appuntite. Da abile spadaccino si mise in posizione attendendo il colpo: la schiera eretta, lo sguardo fiero sollevato, gli occhi socchiusi in uno sguardo di sfida e la mano sinistra chiusa a pugni dietro la schiena.
L'akuma lo attaccò direttamente con le spine, rifiutandosi di estrarre il fioretto che le era stato donato. Il colpo del gatto distrusse le fragili difese nemiche. Una miriade di schegge sfrecciarono verso il volto del felino, ricoprendogli il volto di taglietti. Lady rose rapidamente estrasse il fioretto per proteggersi dall'attacco di bastone dell'eroe. Un ghigno divertito comparve sul volto sfregiato del felino in antitesi col sorriso nato dalla pura rabbia dell'akuma.
-Cosa c'è? Hai finito di voler giocare?-
Le pupille di Ladyrose si ridussero a due insulsi puntini nelle iridi verdi di lei. “Non farti provocare Lady Rose, tu gli sei superiore. Sconfiggilo e prendi il suo miracolus!”
Un grugno maligno comparve sul suo volto irato della lady “Sarà fatto.”
Bloccò il flusso di pensieri a Paplion “Prima faccio fuori il micio, poi mi prendo ciò che è mio.”
-Oh? Sei distratta rosellina?- Chat Noir le scattò di lato senza lasciarle il tempo di nascondersi nel suo flusso di pensieri. Provò a sferrarle un colpo dritto al collo. Come un lampo nella tempesta il fioretto intercettò il colpo, bloccando il feroce colpo infertole. Scagliò spine come dardi contro il nemico sperando di colpirlo. Ogni dardo venne respinto o evitato.
-Troppo lenta.- le sussurrò in un orecchio scattandole alle spalle per balzare su una radice appena spuntata per difenderla. Allungò il bastone colpendola dietro al ginocchio facendola cadere in avanti, una radice la salvò dalla caduta.
-Cosa diamine?- non riusciva a parlare che altri colpi le arrivavano. Il tintinnio continuo del campanello della tuta del gatto si confondeva con quello del deflettere dei dardi di spine. Ogni attacco diretto che le veniva inflitto una nuova radice si alzava in sua difesa, fino a formarle un bozzolo protettivo di pulsanti radici spinate.
 

Crollò sulle ginocchia chiusa nel suo bozzolo verdaceo. La farfalla viola le comparve in volto, sudore freddo e lacrime le si mischiavano in faccia, le mani biancastre si intrecciarono in una presa violenta alle ciocche nere e fusti. Urlava, conscia che Paplion la sentisse anche solo nei suoi pensieri: -Non ho abbastanza potere! È troppo forte! Anche da solo! Come!-
-Lady rose…- La voce dell'uomo era soave, calmante -Come mai sei qui?-
Il respiro irregolare della ragazza le opprimeva i pensieri.
-Per il tuo Adrien.- concluse lui. -Lady Rose, ti ho dato il potere per avere il tuo Adrien-
Le pupille di lei si fecero sempre più piccole. Il labbro inferiore le tremolava. Le mani tenevano a malapena i capelli. Ridacchiava. Una risata isterica.
-Sì Paplion. Mi hai dato il potere. E io lo userò!-
Strinse tra le mani il fioretto. Il bozzolo aprì una fessurina: il sole penetrò come un intenso raggio di luce. Prese tra le mani il suo fioretto, la sua rosa. Il sole colpì lo stocco lucido dell'arma.
-Cresci piccolo akuma, cresci col sole…- il tono isterico le invase la testa.
Il fascio di energia oscura la avvolse nuovamente: -Dammi il tuo potere! Tutto il tuo potere.-
Rigide placche la coprirono come scaglie, i capelli le si fecero radici e foglie, i vestiti le si fusero alla pelle coprendola con poco, il fioretto le si fuse al braccio arrotolandocisi come una serpe attorno al arto. La pelle prese una colorazione più vermiglia, come le foglie autunnali appena cadute.
Il bozzolo si aprì lasciando che la luce solare nutrisse la nuova pianta. Uno sguardo fulmineo intercettò il gatto.
-Siamo cresciute eh?- provò a ironizzare.
Delle spine gli vennero scagliate alla schiena. Il colpo gli tolse il respiro. La tuta lacerata iniziò a impregnarsi di sangue. Con uno spasmo si tirò in piedi usando il bastone come appoggio.
Raffiche di colpi, frustate, dardi, aghi, spine gli vennero inferti in pochi istanti. Lady Rose fece qualche passo in avanti scendendo dal bozzolo, un sorriso maniacale le rigava la faccia.
Come un serpente spinato l'arma le si attorcigliò al braccio irrigidendosi nella mano.
Due fruste spinate bloccarono il gatto per i polsi tagliandogli i guanti.
-Bel micino.- gli sussurrò avvicinandosi al suo orecchio.
Un colpo ben assestato allo stomaco gli impedì di rispondere alla provocazione. Sputò sangue.
“Adesso. Sfilagli l'anello!” la voce di Paplion era assillante nella testa di lei.
“Non ancora, ho penato tanto per bloccarlo qui, ora voglio giocarci.”
Si rigirò l'arma tra le mani. -Vediamo…- iniziò a dire girandogli attorno squadrandolo -Da dove potrei cominciare?-
Chat Noir era a testa bassa, piegato dal peso della sua stessa testa grondante di sangue.
-Magari dalla schiena…- Lady Rose menò un veloce fendente alla schiena del ragazzo tagliandolo lievemente. Un urlo di dolore sfuggì al ragazzo. -Oppure… le gambe.- due profondi tagli gemelli vennero inflitti sui polpacci di lui. Trattenne l'urlo mordendosi il labbro fino a farlo sanguinare.
-Mia Lady…- sussurrò sputacchiando sangue.
LadyRose si avvicinò al nemico appeso tra le spine: -Cerchi la tua amica gattino? Guarda in giro, i miei sono tutti qui attorno.-
Nuove spine e radici comparvero dal nulla colpendolo ripetutamente su schiena e petto. Un profondo squarcio metteva in mostra i giovani muscoli del ragazzo. Lady Rose fece qualche passo all'indietro, uno sguardo divertito le era stampato in faccia.
-Sai…- La voce di Chat era distorta dal sapore ferroso del sangue. La ragazza si volto a guardarlo, offesa dal fatto che avesse ancora le forze per parlare. -Sai cosa ci permette sempre di vincere?- disse tossicchiando sangue qua e là. Lo sguardo di lei mostrò un'espressione interrogativa.
-Il fatto che i nostri nemici, sono sempre troppo sicuri di sé.-
Chat Noir alzò lo sguardo, un sorriso beffardo, per quanto debole, era padrone del suo volto. I capelli impiastrati di sangue gli coprivano gli occhi verdi come la giada. Chiuso nella mano destra c'era un filo: un filo di un verdino tenue, come le piante appena nate, timide spine comparivano su tutta la lunghezza. Lady rose seguì con lo sguardo il filo, fino a rendersi conto da dove provenisse.
Il sorriso sanguinante del gatto si allargò lasciando che i canini rossi venissero mostrati, le orecchie tremolarono al solo pensiero di cosa stava per accadere.
-Cat-aclisma.-

Il tocco di distruzione fu come la fiamma di innesco di una miccia. Il filò sparì, distrutto, seguito dalla sue fonte, la rosa.
Lady rose urlò. Ingannata da un così stupido gatto.
Il fioretto sparì nel nulla, lasciando la piccola farfalla libera di fuggire.

L'energia oscura si dissolse da Jaqueline lasciandola sul tetto del palazzo svenuta. Le radici giganti scomparvero, segno che il potere dell'akuma era stato sconfitto.
L'aria si spostò di colpo, seguita da un frastuono. Un elicottero televisivo raggiunse il tetto. I medici dell'equip saltarono subito giù intervenendo sulla ragazza. Chat Noir riprese i sensi. Una telecamera era puntata al suo volto, mentre un medico tentava di fasciargli le ferite.
Il tintinnio dell'anello gli ricordò dell'imminente trasformazione. Si alzò a fatica cercando con sguardo stanco il piccolo akuma. La farfallina nera, bloccata dal l'aria schiacciata dall'elicottero, tentava disperatamente di svolazzare verso casa sua.
Il gatto raccolse tutte le sue energie, si tirò in piedi e compì un balzo verso l'akuma catturandolo tra le mani, prima di dileguarsi, ancora sfinito e sanguinante, tra i palazzi dirigendosi verso casa.

   
 
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