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Autore: carlikiller    29/04/2016    0 recensioni
Kerry Shatos non è solo una mamma ma anche un'agente di polizia con una squadra ai suoi ordini. La sua vita non è facile da quando, tre anni prima, durante una missione suo marito è stato ucciso. Ora, dopo tre anni l'uomo che ha ucciso suo marito è tornato a colpire e lei ha tutta l'intenzione di arrestarlo!
Non tutto va come lei spera e così si ritrova in una missione spericolata in cui deve mettere in gioco se stessa e le sue convinzioni, senza sapere di chi può fidarsi...neanche della sua stessa famiglia...
Gli amici di una vita sono veri amici? Può fidarsi dell'uomo che le ha sparato? Può fidarsi di se stessa ...
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2


- Sean! Io non ho fratelli! - urlo io scattando in piedi.
- Quel tipo ha detto di essere tuo fratello e i tuoi figli lo hanno chiamato zio - cerca di giustificarsi Sean evidentemente sconvolto. Si vede che non conosce i miei figli quanto me, purtroppo io ci sono abituata a questi scherzi.
Conoscendo i miei polli so che quel tipo poteva essere chiunque ma i gemelli, per il giusto prezzo, lo avrebbero comunque chiamato zio. Come siano cresciuti così io proprio non lo so. Quando tua madre per lavoro arresta criminali che, come se seguissero un copione, giurano vendetta verso la sua vita e la sua famiglia dovresti imparare a non dare confidenza agli sconosciuti. Nemmeno per tutto l'oro del mondo.
Ma loro no. Loro fanno questi bellissimi scherzi!
- Io ho due sorelle femmine di cui una è lesbica e l’altra cambia uomo con la stessa frequenza con cui fa shopping, cioè minimo una volta la mese. Puoi spiegarmi chi i ragazzi hanno chiamato zio? Loro non hanno zii! - gli spiego io con voce alterata - Cioè in realtà uno zio ce lo avrebbero, visto che una delle mie sorelle è stata sposata. Però, considerando che non fa visita ai suoi figli non capisco perché dovrebbe farla ai miei! -
Non so se sono più incavolata con i miei figli per aver raggirato Sean o più preoccupata per loro. Perché ho dei figli idioti? Quell'uomo potrebbe essere chiunque! Tranne mio fratello, ovviamente. Onestamente di zio ne avrebbero anche un altro visto che il loro padre ha un fratello, ma i gemelli non hanno mai conosciuto nessuno dei due quindi nemmeno ci penso che possa essere Lewis. Non so nemmeno se i Greyson sanno dove vivo attualmente. 

Sean, ormai spaventato quanto e più di me, mi descrive l’uomo; probabilmente nella speranza che io riconosca un mio amico burlone.  

- Era un tipo alto poco meno di me, con gli occhi verdi e dolci, i capelli castano rossicci e il fisico atletico - Cazzo! Questa è la descrizione di Cole Richards! Beh, anche di molte altre persone, ma considerando il nostro passato, e il caso che stavo studiando fino a poco fa, riesco a pensare solo che potrebbe essere lui. - Loro sembravano conoscerlo bene. Tommy si è anche fatto prendere in braccio, ma il piccolo non si lascia prendere in braccio nemmeno da me. Ed io sono da voi almeno quattro giorni a settimana da quasi un anno! - Effettivamente il mio piccolino è molto timido con gli estranei e, per quanto Sean sia fin troppo spesso da noi per cercare di vedere Thew, Tommy ancora non lo vede come un amico. Ma allora chi è questo tipo che è entrato in casa mia fingendosi un fratello che non ho? L'affetto di Tommy ci vuole un po' per guadagnarselo e non si può comprare come quello, finto, dei gemelli. Lui non sa mentire a comando come i due diavoli!
- Prendimi la giacca e andiamo a casa. Ho paura che i nostri ragazzi siano in serio pericolo! - mi decido a fare qualcosa di concreto. Continuare a stare qui non ci farà capire chi è questo tipo misterioso.
Ci precipitiamo a casa mia superando tutti i limiti di velocità consentiti pur di metterci il minor tempo possibile. Sto sperando con tutto il mio cuore che quell’uomo non fosse Richards. Magari è qualche conoscente che voleva fare uno scherzo e che ha avvertito i ragazzi.
Arriviamo nella mia villetta a schiera e subito spalanco la porta, quello che trovo in casa mi sconvolge. Cole Richards è seduto sul divano con Tommy sulla gamba destra e i gemelli ai lati. Andrew è seduto alla sua destra mentre Matthew è abbarbicato sul bracciolo sinistro.
Tutto questo è strano, i gemelli non erano così vicini nemmeno a Mark! Essendo stati abbandonati dal loro vero padre i miei figli non si lasciano irretire dalle figure autoritarie maschili. Per soldi farebbe quasi tutto, tranne farsi coccolare.
Noto subito che Richards ha una coca cola nella mano sinistra e questo mi fa esplodere. Sembra che si sia sistemato in casa mia come se fosse la sua!
- Vedo che ti sei ambientato bene nella mia umile dimora. Desideri qualcos’altro prima che ti arresti? - gli dico con la voce piena di sarcasmo.
- Mamma le cose non sono come credi - Esclama subito Andrew, che sarebbe in grado di difendere anche il diavolo in persona.
Penso sempre che Drew, da grande, potrebbe diventare un perfetto avvocato mentre Thew è, già adesso, un ottimo hacker.Ed infatti è lui a svolgere più della metà del lavoro di Sean, ovviamente entrambi credono che io non lo sappia.
I gemelli la loro intelligenza l'hanno presa entrambi dal loro vero padre, un uomo che era capace di irretire chiunque con la dialettica e di fare magie a computer. Per fortuna, però, non sembrano averne preso il caratteraccio!
Non avevo nemmeno diciotto anni quando conobbi Erik, era un bell'uomo, molto intelligente e con una gran parlantina. Avrebbe potuto dire e fare qualunque cosa e per me sarebbe stato comunque un dio sceso in terra. Mi disse di aver 25, di amarmi e di essere single, purtroppo erano tutte bugie ed io lo scoprii troppo tardi.  Quando gli dissi di essere incinta lui mi chiese di abortire, visto che in realtà aveva trent’anni ed era sposato.
Blocco il fiume dei ricordi per concentrami sulla situazione disastrosa in casa mia. Non posso permettere a Richards di ferire di nuovo la mia famiglia.
- Cuccioli andate di là. Io e la mamma abbiamo varie cose da sistemare - sento dire a Cole, come se i miei figli fossero anche i suoi, e vedo i miei ragazzi ubbidire. Perché con me non lo fanno mai?
I gemelli mi guardano afflitti mentre prendono Tommy per portarlo con loro in cucina. Il piccolo prima di lasciarsi portare via dà un bacio bavoso a Richards su una guancia.
- Mamma zio Cole è un bravo zio, viene spesso a trovarci - dice Tommy prima che Andrew riesca a trascinarlo in cucina. Tommy è ancora troppo piccolo per capire in quale guaio si sono cacciati.
- E come mai io non ne sapevo nulla? - chiedo a Cole che mi sorride. La mia pazienza sta giungendo al termine. L’unico motivo per cui non ho ancora estratto la pistola è che ci sono i ragazzi in casa.
- Non era importante che lo sapessi perché non eri ancora pronta a conoscere la verità -
- Ok, ora basta! Parla o ti sparo - dico seria portando una mano sulla pistola.
- Dopo ciò che è successo quella notte, dopo ciò che avevo visto, sapevo che dovevo proteggere te e i tuoi figli. Così, mentre tu eri in ospedale, io sono venuto qui e, fingendomi un tuo collega, ho aiutato tua sorella a fare la baby-sitter -
La mia mente corre subito a Lea, la mia molto oca e molto troia sorella maggiore, solo lei sarebbe così cretina da farsi prendere in giro da Cole. E poi è anche l'unica che davanti ad un bell'uomo smette di pensare coerentemente.
- È stato divertente fare i genitori insieme, pensa che fra un cambio di pannolino e l'altro ho anche creduto che lei ci stesse provando con me - Ci stava sicuramente provando, Lea ci prova sempre con tutti - Poi un giorno è apparsa un’altra ragazza, aveva i capelli scuri con le mecches e la chiamava amore - Emma? - E ho capito che beh, tua sorella era lesbica -
Mia sorella Emma, quella di mezzo, è lesbica ma mi sembra strano che fosse lei perché non è il tipo da fidarsi così facilmente di qualcuno che non conosce. Lei tiene molto ai miei ragazzi non li avrebbe mai abbandonati nelle mani di uno sconosciuto!
Sento un braccio dietro la schiena e, voltandomi verso la provenienza del braccio, trovo Sean che mi guarda comprensivo e preoccupato. Noto subito che anche lui tiene una mano sulla pistola.
Cerco di non pensare alle mie sorelle per concentrarmi sulla parte davvero importante del discorso.
- Come facevi a sapere che avevo dei figli? -
- Il ciondolo che avevi in mano quando i paramedici ti hanno soccorsa, quello con dentro la foto di te con i gemelli, te l'ho messo io fra le mani. Ma devo ammettere che, come avrai capito, prima lo aperto -
Porto una mano al petto dove, sotto la maglia, c'è il ciondolo che porto sempre e che prima di quella sera aveva Mark.
- Come facevi ad averlo tu? -
Cole ha un attimo di esitazione prima di raccontarmi la verità - Mark lo perse mentre mi inseguiva -
- Come? - Non c'era stato nessun inseguimento perché lo avevamo aspettato dentro al negozio nel buio.
- Te l'ho detto, non sono stato io a spararti. Io giravo sì con una pistola, ma era scarica! Quando ti vidi cadere a terra mi misi a correre, non avevo sparato io perciò qualcuno ci stava sparando addosso, e, sinceramente, non avevo intenzione di farmi ammazzare. Uscii dal negozio nello stesso modo in cui ero entrato e mentre correvo a perdifiato tra i vicoli sentii un altro sparo. Poi dei passi che venivano nella mia direzione correndo. Approfittai del mio vantaggio e della mia agilità per arrampicarmi in un palazzo ed entrare in un appartamento che aveva una finestra aperta. Dall'alto vidi Mark scappare e perdere il ciondolo -
- Non può essere vero - Sean mi tiene per le spalle per paura che io perda i sensi. La potenza della dichiarazione di Cole avrebbe potuto spezzarmi ... se ci avessi creduto.
- È così Kerry, io non ti ho sparato tre anni fa e non ho rapinato il negozio della settimana scorsa. Perché avrei dovuto farlo? Per rischiare di perdere le mie bambine? No, mai. Io sono tutto ciò che hanno! - Mi torna in mente la lettera che mi lasciò Richards dopo la degenza in ospedale. Quella in cui mi diceva che avrebbe smesso per me e per la sua famiglia e che niente era come credevo. Lui ha sempre saputo dove trovare me e la mia famiglia e non ha mai fatto nulla. Perché aspettare tre anni a colpire? Perché fare amicizia con i miei figli se ha intenzione di fargli del male?
Mi ripeto mentalmente che non devo credergli perché è un ladro e un assassino, ma faccio sempre più fatica a convincermene.
- Smettila di farneticare, Richards. Devo arrestarti per duplice omicidio e rapina a mano armata. Sean, le manette -
Cole si alza e si gira per lasciarsi ammanettare, non oppone la minima resistenza ed io non capisco il perché. Poi mi volto e vedo i ragazzi che ci osservano delusi e preoccupati. Loro non possono capire che sto solo facendo il mio lavoro. Andrew si allontana con Tommy fra le braccia e Matthew guarda Sean come se lo volesse uccidere, forse perché non ha difeso Cole.

Durante il viaggio verso la centrale posso quasi sentire i pensieri di Sean talmente è concentrato su di essi.
- A cosa stai pensando? - gli chiedo continuando a guardare la strada. Sto guidando io proprio perché lui è perso nei suoi pensieri.
- Matthew ora mi odia - dice fissando il vuoto ed io soffro quanto lui. Tutto ciò che ho fatto era pensato per proteggere la mia famiglia e non per farla soffrire ancora di più.
- Mi dispiace -
- Non dispiacerti Kers, abbiamo solo fatto il nostro lavoro - So che ho fatto semplicemente il mio lavoro ma non riesco ad esserne felice ed orgogliosa come un tempo.
Mi soffermo a pensare allo sguardo deluso di Andrew mentre se ne andava o a quello furioso di Matthew verso Sean. Sono così diversi eppure così uguali.
Uno è elegante e raffinato ma non disdegna fare a pugni per proteggere suo fratello; l'altro è un casino, i capelli sono un cespuglio e i vestiti strappati o sporchi, eppure dei due è quello più tranquillo. Di solito.
Ripenso a quegli sguardi e per un attimo guardo Cole attraverso lo specchietto retrovisore.
- Perché dovrei fidarmi di te? - gli chiedo a bruciapelo e lui risponde ghignando
- Perché se ti avessi voluto uccidere lo avrei già fatto. Sono stato io a chiamare l'ambulanza quella notte -
Riporto la mia totale attenzione sulla strada e sento la mano di Sean stringermi un ginocchio. Non mi hanno detto quasi nulla di ciò che è accaduto dopo che mi hanno sparato, anche perché non c'erano testimoni, però una cosa la so. A salvarmi la vita è stata una chiamata anonima. Non so che cosa fare … non so cosa pensare …
Di chi dovrei fidarmi? Della versione ufficiale della polizia? Cioè ciò che caratterizza e rappresenta la mia vita da sempre? Versione, poi, che è stata scritta a quattro mani da mio padre e del mio migliore amico. O di quella di Cole? Un perfetto sconosciuto, un criminale, ma, forse, l'uomo che mi ha salvato la vita ...
Nel pensare a questa bruttissima storia vedo la foto che tengo attaccata al cruscotto della mia macchina di servizio. Nella foto ci siamo io, Emma e Lea; guardandola capisco. C'è una sola cosa che devo fare, parlare con Emma e capire perché lei, tre anni fa, credette a lui e non alla polizia. Lei ha creduto ad un ricercato e non ha nostro padre e devo sapere il perché!

Abbandonare Richards alle guardie della prigione provvisoria che sta nei sotterranei del nostro edificio non è facile come sembra dall’esterno. È stata una giornata tremenda, non ricordo nemmeno se ho cenato, quello che vorrei fare è tornare a casa mia per mettermi a letto. Ma purtroppo devo compilare i moduli per il passaggio di custodia e per l’arresto. Non vedo l’ora che questa giornata finisca, e qualcosa mi dice che domani andrà anche peggio.
Quando, dopo aver sistemato la parte burocratica dell’arresto di Richards, riesco ad approdare in casa mia, la trovo buia e avvolta dal silenzio. Questo è molto strano. Di solito quando torno alla base dopo aver fatto degli straordinari e aver quindi lasciato sole le mie tre pesti più a lungo del previsto ritrovo la casa in condizioni pietose. Per non parlare di quanto mi arriva, direttamente al lavoro, una denuncia per rumori molesti da parte dei vicini. Questa tranquillità è innaturale.
Sono cosciente dell’ora tarda e che perciò loro sono probabilmente a letto, ma è la prima volta che torno tardi, anche più tardi di così, e trovo i gemelli a letto.
Entro in casa, dove trovo un discreto caos e questo mi rassicura, sono ancora loro. Salgo al primo piano, dove ci sono le camere e vado da Tommy per controllare che il piccolo stia bene ma non ce lo trovo. Corro subito in camera dei gemelli per accertarmi che dalla delusione il trio di pesti non sia fuggito e sono tutti lì. Dormono tutti insieme nel letto a castello dei gemelli e questo è ancora più strano del fatto che dormano già. Tommy sta dormendo nel letto più in basso abbarbicato sul petto di Matthew con le manine strette alla sua maglia del pigiama mentre Andrew è nel letto di sopra, dove di solito starebbe Thew rannicchiato in posizione quasi fetale.
Normalmente due gemelli sedicenni non hanno più voglia di condividere una stanza e ne hanno ancora meno di dividere un letto a castello, ma loro no. I miei ragazzi hanno scelto di loro spontanea volontà di stare in stanza insieme e di dormire in un letto castello per poter passare più tempo insieme e contemporaneamente non occupare troppo spazio così da lasciarne libero una buona parte in cui ammonticchiare robaccia.
Quello che mi stupisce è trovare Tommy con loro, perché, anche se i miei ragazzi sono i figli migliori esistenti, come fratelli maggiori lasciano un po’ desiderare. Diciamo che preferirebbero una verifica a sorpresa di matematica piuttosto che fare i fratelli maggiori per solo mezzo minuto.
Quindi, se da un lato non posso lamentarmi di loro come figli perché hanno accettato il fatto di avere una madre lavoratrice più impegnata a salvare la città che a fare la madre e non hanno mai fatto polemiche sulla mia molto fumosa presenza, dall’altro bisogna ammettere che con Tommy, così come con Mark, non sono mai stati molto tolleranti.
Il piccolo non può entrare in camera loro o toccare le loro cose, difficilmente si occupano di lui per più di cinque minuti e spesso si comportano come se non esistesse. Per questo mi stupisce trovarlo nel letto di Thew, con Thew.
Ignorando per un po’ il problema ragazzi, infondo sono vivi e stanno dormendo, mi trascino nella mia camera e sprofondo nel mio letto. In pochi minuti sono nel mondo dei sogni, è stata una giornata davvero stancante.
Quando la mia sveglia suona mi sembra di essermi appena addormenta, mi faccio una rapida doccia e scendo a preparare una lauta colazione per i ragazzi e le buste per il pranzo da portare a scuola. Visto che sono un po’ delusi cerco di concentrarmi sul fare la mamma e non la poliziotta.
Quando scendono a fare colazione i  gemelli sono estremamente silenziosi mentre Tommy è ancora mezzo addormentato sulla spalla di Drew.
- Tesori, come avete dormito? - chiedo cercando di intavolare una conversazione ma nessuno mi risponde. A malapena mi salutano prima di salire in macchina e andare a scuola. Ok, forse sono molto delusi.
Quando smetteranno di tenermi il muso? Ho solo fatto il mio lavoro … forse sono ancora troppo piccoli per capire …

 
   
 
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