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Autore: carlikiller    23/05/2016    0 recensioni
Kerry Shatos non è solo una mamma ma anche un'agente di polizia con una squadra ai suoi ordini. La sua vita non è facile da quando, tre anni prima, durante una missione suo marito è stato ucciso. Ora, dopo tre anni l'uomo che ha ucciso suo marito è tornato a colpire e lei ha tutta l'intenzione di arrestarlo!
Non tutto va come lei spera e così si ritrova in una missione spericolata in cui deve mettere in gioco se stessa e le sue convinzioni, senza sapere di chi può fidarsi...neanche della sua stessa famiglia...
Gli amici di una vita sono veri amici? Può fidarsi dell'uomo che le ha sparato? Può fidarsi di se stessa ...
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Quando, finalmente, i ragazzi sono partiti per la scuola io mi fermo a riflettere. Ho mille domande sul caso che mi frullano in testa e l'unica che può darmi delle risposte è Emma. A nessun altro, in questo momento, sono disposta a credere. Questa storia comincia ad avere troppe versioni ed io devo arrivare alla verità. Ne ho bisogno per me stessa, non è più solo una questione di chiudere il caso,per andare avanti devo lasciarmi tutta questa brutta storia alle spalle.
Anche perché, tecnicamente, avendo eseguito l’arresto di Cole Richards, indagato per molteplici furti simili a quello avvenuto ieri e per duplice omicidio, io il mio lavoro l’ho fatto. Però moralmente sento che devo capirci qualcosa in più. E devo farlo prima di affrontare i miei ragazzi così potrò aiutarli a superare l'arresto del loro non-zio preferito. 
Così chiamo Manuel e gli chiedo un paio d’ore di permesso. La scusa ufficiale è che Tommy non sta bene ma dubito che il mio commissario mi crederà. La verità è che voglio passare da mia sorella al lavoro per poter parlare con lei senza i nostri figli ad ascoltarci.
Ormai ho capito che per capire cosa ha portato mia sorella Emma a fidarsi di Cole invece che della polizia, per cui io lavoro da anni e in cui nostro padre ha militato fino alla pensione, devo parlarne con lei. Emma è sempre stata una bravissima sorella maggiore, in realtà anche Lea è una brava sorella, ma mentre ad una affiderei la mia vita è quella dei miei figli all'altra anche no. Se i problemi vengono da uomini carini Lea ci si impantana ammiccando, invece di cercare di risolverli. è inaffidabile! Emma invece, invece, è una persona responsabile e degna di fiducia, pensa sempre molto prima di agire, non riesco a credere che abbia lasciato che un tipo così si avvicinasse ai miei figli. Devo capire perché per lei è stato più facile fidarsi di Cole, l’uomo che ufficialmente aveva sparato a sua sorella, invece che di suo cognato.
Cosa le ha fatto credere che Mark possa avermi sparato e aver ucciso Claudia? Perché poi sarebbe dovuto sparire abbandonando suo figlio di solo un anno? Troppe cose non tornano in questa storia e forse lei è l’unica che può spiegarmele.
Manuel non mi fa troppi problemi perché mi conosce da una vita e sa che non mi approfitto della nostra amicizia per fare cose contro le regole. Però mi ricorda di chiamare la mia squadra per dare istruzioni su come procedere nel caso del furto arrivato ieri sera. Lui sa perfettamente che dopo ciò che ho passato non può bastarmi concludere questa storia con un arresto così semplice. Ho bisogno di risposte, di sapere la verità!
Ho bisogno di capire cosa ha spinto Cole a diventare un ladro più di quattro anni fa, perché ha deciso di smettere tre anni fa e, soprattutto, per quale motivo è tornato nel giro ora. E più di tutto ho bisogno di capire perché si sia fatto trovare così tranquillo in casa mia. Era come se mi aspettasse!
Mentre vado verso l’atelier di Emma chiamo il mio ufficio per parlare con la mia squadra e, come sempre, mi risponde Miles.
- Pronto. Questo è l'ufficio dell'agente speciale Shatos e della sua squadra. Parla l'agente Ribosky - Quando Miles smetterà di comportarsi come un robot? A volte non lo capisco e ammetto che dei miei agenti è quello con cui faccio più fatica a comunicare. Anche se devo ammettere che tengo a questo ragazzone; è stato il primo agente con cui ho collaborato dopo la morte di mio marito, ovviamente al di fuori di Manuel.
- Ribosky sono l'agente speciale Shatos. Ho avuto un problema con i ragazzi perciò ho chiesto un paio d'ore di permesso. Nel frattempo voi dovete indagare sul caso che il direttore Righers mi ha consegnato ieri sera. Troverete la documentazione a nostra disposizione sulla mia scrivania -
- Ce ne occuperemo noi capo. Non si preoccupi - mi risponde meccanicamente ed io sorrido, è così rigido da essere divertente.
- Ascolta Ribosky e segnati i compiti di ciascuno. Voglio che tu vada a parlare con il proprietario del negozio chiedigli il solito: ammontare del furto, possibili sospettati, se ci sono state minacce, rivendicazioni o altre episodi del genere. Mi raccomando chiedigli anche le registrazioni delle telecamere. Dubito che troveremo qualcosa ma guardiamole, non si sa mai.
Porta con te Robbins e Cheng e di loro di indagare nel negozio. Voglio che controllino i rilevamenti fatti dagli agenti di pattuglia e che facciano le misurazioni di tutto l’edificio per poter fare una simulazione digitale di come si è mosso il ladro nel negozio, per entrare e uscire. Digli anche di ri interrogare la guardia notturna; a mente lucida potrebbe essersi ricordato qualcosa in più. nel frattempo Murray deve occuparsi della ricerca informatica sul negozio e su altri casi simili negli ultimi tre anni in tutto il paese - Cole potrebbe non aver mai smesso ma semplicemente aver lasciato la città per un po’ - Infine una volta ottenuti i dati da Robbins e Cheng voglio che Murray ricostruisca a computer la rapina -
- Ma se abbiamo il video non ci serve la ricostruzione -
- E invece si! E voglio che venga fatta prima di guardare il video, se esiste. Confrontandoli potremmo capire se ci sono state scelte illogiche! Ricorda Ribosky, ogni scelta illogica deve essere spiegata perché può essere significativa - Non credo che abbia davvero capito il mio piano, spero solo che mi ascolti.
- Certamente capo - Chiudo la chiamata e mando un messaggio a Sean per rassicurarlo sulla salute dei ragazzi e per spiegargli la verità. Ribosky gli riferirà che ho preso un permesso per loro e voglio che lui sappia che va tutto bene. E poi Sean ieri sera era presente, sa che mia sorella ha dato asilo ad un criminale quindi può capire perché io voglia parlarle. 

Arrivo velocemente all’atelier di Emma, visto che è a pochi chilometri da casa mia, e come sempre mi fermo a riflettere sul perché una donna divorziata e lesbica abbia deciso di aprire un atelier di abiti da sposa.
Per fortuna è praticamente l’orario d’apertura quindi dentro l’atelier trovo solo mia sorella sdraiata per terra che lavora al progetto di un abito, molti abiti da sposa e dei rotoli di stoffe che camminano per portarsi a posto da soli.
Suppongo che sotto i rotoli ci sia Zara, la povera compagna di Emma che quando può l’aiuta all’atelier. Prendo un paio di rotoli di stoffe dalle spalle di Zara, quel tanto che basta a vederla e farmi vedere.
- Kerry! Da quando sei qui? - Mi chiede lei con lo sguardo sconvolto nel suo dolce viso adornato da ciocche variopinte.
Zara è una stupenda trentenne con la pelle chiara, gli occhi nocciola e i capelli neri con le mecches viola e blu. Questo dolce scricciolo, Zara non è molto alta ed è piuttosto magra, di lavoro farebbe l’insegnante di danza ma è più il tempo che si fa schiavizzare dalla sua compagna all’atelier di quello che passa a insegnare.
- Sono arrivata ora - Le rispondo io sorridendo e sistemandole alcuni ciuffi di capelli dietro le orecchie - Quando smetterai di farti sfruttare da quella stakanovista di mia sorella? - le chiedo poi. Conosco bene la situazione che aleggia qui all’atelier, ma non credo sia la cosa giusta per Zara. Ha fatto tanti anni di danza e non è giusto che sprechi le sue capacità per aiutare mia sorella a realizzare il suo sogno.
- Sai che Emma ha bisogno di aiuto con l’atelier ma non riesce a trovare un assistente che le vada a genio. Così, fino a che non si arrenderà a prendere quello che fa meno schifo, le do una mano io. Quando non devo lavorare -
- E tu sai che lei non prenderà mai un assistente perché tanto fai tutto tu? - le dico io per convincerla a cambiare le cose ma lei ride.
- Probabile - dice Zara tra le risate prima di interessarsi al perché io sia lì all’atelier - Come mai sei qui? A quest’ora non dovresti essere al lavoro? -
- Sono venuta qui per parlare con Emma per una questione che riguarda i ragazzi - le dico e lei me la indica stesa sul pavimento a creare. Mia sorella è sempre stata così, quando crea ha bisogno di spazio - Non disturbarla troppo, quell’abito doveva essere pronto ieri! -
Metto al loro posto le stoffe che ho preso da Zara, poi mi siedo accanto a mia sorella che ancora non si è accorta della mia presenza. Quando è presa a creare niente riesce a distogliere la sua attenzione dal progetto.
- Emma - la chiamo raccogliendole i capelli così simili ai miei con una matita, e lei mi risponde con un suono che credo significhi continua pure - Vorrei parlarti di Cole Richards -
Emma appoggia la matita che stava usando per disegnare e si mette in ginocchio di fronte a me.
- Cosa vuoi sapere? - Perché Emma non sembra stupita che io sia qui a chiederle di Cole Richards? Sa davvero qualcosa che io non so. Decido di non concentrarmi su questo e torno a pensare al motivo della mia visita.
- Perché hai creduto alla storia di Cole e perché hai lasciato che si avvicinasse ai miei figli? - chiedo e lei mi rassicura con un abbraccio e un sorriso.
- Kerry, sorellina, sono una mamma anch’io e so cosa vuol dire mettere i propri figli davanti a tutto e volerli proteggere sempre perciò credimi se ti dico che dopo aver capito in pochi minuti di chi si trattava sapevo anche che non era pericoloso per i tuoi figli, per questo l’ho lasciato avvicinarsi a loro -
- Mi aveva sparato! - esclamo incazzata buttandomi all’indietro e sdraiandomi a pancia in su.
- Era quello che dicevano quelli della polizia … - dice Emma per nulla preoccupata ed io mi risiedo curiosa.
- Sai qualcosa che io non so? - le chiedo in maniera molto diretta, ho bisogno di sapere la verità. Il rapporto sulla sparatoria è firmato da nostro padre e non posso credere che mi abbia mentito!
- Diciamo che avevo dei motivi per credergli. Primo, il fatto stesso che, pur essendo lui accusato di averti sparato e di aver ucciso Mark ed io lo avessi detto ai ragazzi, loro lo lasciavano avvicinare senza problemi. Quando, ti ricordo, i tuoi ragazzi non si lasciavano avvicinare nemmeno da Mark, anzi sembravano molto contenti che Mark fosse morto. E pensandoci alla luce delle accuse di Cole il loro odio per Mark mi puzzava un po’! -
- Beh, non è che Mark gli sia mai piaciuto molto ma questo non vuol dire che sia un assassino. Credo che non abbiano mai pensato loro di ucciderlo solo perché mi trattava bene e aveva accettato la loro esistenza -
- Kerry, dopo ciò che mi ha raccontato Cole, mi sono messa a cercare delle informazioni su Mark con l’aiuto di Lea. E diciamo che ciò che abbiamo scoperto mi ha portato a fidarmi di Cole -
- Raccontami tutto Ems, così che io possa fidarmi di lui come fai tu e credere nella sua innocenza. I ragazzi gli credono e mi tengono il muso perché io non lo faccio. E perché ieri l’ho arrestato davanti a loro -
Emma gioca con la matita mentre racconta ciò che è successo quando ero in ospedale - Mentre eri in ospedale Cole bussò alla tua porta. Io capii subito chi era, anche perché lui si presentò come un agente ed io conosco praticamente tutti gli agenti che lavorano con te e papà. Così subodorando la sua vera identità lo affrontai e lui mise subito le mani avanti dicendomi che non era stato lui a spararti, ma Mark. Io gli ho ovviamente chiuso la porta in faccia poi sono andata a cercare il cellulare per chiamare papà e dirgli che Cole era stato a casa tua. Ma i ragazzi mi hanno fermata dicendomi che Cole poteva avere ragione -
- Ma ancora non lo conoscevano! - esclamo io ormai vicina alla crisi isterica.
- Appunto … ma conoscevano Mark -
- I miei ragazzi odiavano Mark tanto da credere che mi avesse sparato - Comincio a credere che questa storia non finirà come mi aspetto. Perché se i dubbi che mi stanno sorgendo sono fondati non è solo la polizia che mi racconta puttanate da anni, ma anche metà della mia famiglia.
- C’è un motivo per cui i gemelli odiavano Mark - dice lei con un tono rassicurante e tranquillo poi mi abbraccia. I miei dubbi si fanno sempre più persistenti - Il tuo, forse non defunto, marito non trattava molto bene i ragazzi quando tu non c’eri. Da ciò che loro raccontano spesso si è accanito su di loro diventando violento e picchiandoli, o lanciandogli contro oggetti -
- Lui faceva che cosa? - Avevo intuito che i gemelli sapessero che Mark faceva qualcosa di sbagliato alle mie spalle, ma non pensavo questo!
Nel frattempo le mie urla di rabbia hanno portato Zara a lasciar andare stare le stoffe e ad avvicinarsi a noi preoccupata - Mark picchiava i miei figli e nessuno ha mai pensato di farmelo sapere! - Zara ed Emma si allontanano da me spaventate dai miei attacchi d’ira. Vedendo che la mia rabbia non svanisce e che io sto tremando Zara mi stringe a sé mentre Emma continua a raccontare.
- Da ciò che ho potuto capire Mark sfogava sui gemelli la rabbia di essere incastrato in un matrimonio che non ha mai voluto -
- E allora perché si è messo con me se non voleva? È stato Mark a chiedermi di uscire ed è stato lui a chiedermi di sposarlo pur sapendo che avevo già due bambini. Io non gli ho mai chiesto niente. E al primo appuntamento io ho messo in chiaro le regole. Puoi ferirmi, tradirmi e sfruttarmi ma tocca i miei ragazzi o Claudia e io ti ammazzo -
Nella mia vita c’è sempre stata una semplice regola non ferite i miei figli o la mia migliore amica altrimenti ve la faccio pagare cara. Il mio odio verso Cole Richards non è per avermi sparato, in un lavoro come il mio lo metti in conto. Lo odio perché mi ha portato via Claudia!
Pure Manuel, che stava con Claudia al tempo della sua morte, prima di chiederle di uscire mi ha chiesto il permesso. Ed io e Manuel siamo amici da svariati anni!
- Credo che Mark non ti abbia mai ascoltata per davvero. Così come credo che ti abbia sposata solo perché nostro padre era il capo della polizia e lui sognava il suo posto. Mi dispiace dirtelo, ma ti ha sposata solo per la carriera e sfogava questo suoi ragazzi. E purtroppo ne abbiamo le prove -
- Abbiamo? - Chi altro conosceva tutta la storia e non mi ha detto nulla? Chi altro da tre anni a questa parte mi mente spudoratamente?
- Come ti ho detto mi sono fatta aiutare da Lea e dal suo posto in banca. Lea ha fatto delle ricerche sui conti bancari di Mark ed è venuto fuori che con la copertura di qualcuno di importante, non sappiamo chi, dopo la sua morte ha svuotato il conto che sua madre aveva aperto per l’università di Tommy -
- Che cosa ha fatto?! - Non sono incazzata nera, è solo l’impressione che do. Zara, per sicurezza, mi ha lasciata e si è nascosta nel retro. La madre di Mark ha aperto un conto per l’università di Tommy praticamente appena ha saputo che ero incinta, versandoci tutto ciò che poteva. Io non ho alcun controllo sul conto, quindi non mi ero accorto che è stato svuotato, e lei è cieca e anziana perciò è facile che non se ne sia nemmeno accorta. Con quale forza dovrei chiamare una persona di settant’anni per dirle che suo figlio è probabilmente vivo ed ha derubato il suo stesso figlio?
- C’è dell’altro, Kers, sembra che avesse dei conti all’estero in cui nascondeva il denaro che prendeva per chiudere un occhio con i criminali -
- Quindi era davvero corrotto, mi ha davvero sparato e ha davvero ucciso Claudia - mi rassegno. Mark mi ha preso per il culo per anni, ha picchiato i miei figli, ucciso la mia migliore amica ed è fuggito con i soldi di suo figlio. Se lo prendo lo ammazzo!
- Sì. Anche se per l’omicidio potrebbe esserci un secondo movente. Claudia era incinta … -
- Claudia era incinta?! Non ne sapevo nulla … - Sono stupita, Claudia mi diceva sempre tutto - E poi questo cosa centrerebbe con Mark? - Cosa dovrebbe centrare Mark con la gravidanza della mia migliore amica?
- Ho letto i documenti dell’autopsia di Claudia e sembra che non solo aspettasse un bambino ma che non fosse di Manuel. Secondo l’esame del DNA il bambino era di Mark -
Le parole di Emma mi mandano in uno stato di trance che mi accompagna per tutto il viaggio verso il commissariato. In che situazione assurda sono capitata?

 
   
 
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