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Autore: LorasWeasley    30/04/2016    9 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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33.Troppe parole non dette


Hazel fece scorrere le dita sul petto nudo di Frank, disegnando qualcosa di astratto.
Erano stesi nel letto del ragazzo, in camera da soli, si erano chiusi a chiave precedentemente e avevano lasciato quest’ultima nella toppa, in modo che neanche Ottaviano potesse entrare.
-Frank- sussurrò la ragazza a un certo punto.
Si girò e poggiò il mento sul suo petto, per poterlo fissare negli occhi mentre parlava.
Hazel si era preparata tutto un discorso, ma Frank non glielo fece neanche iniziare, interrompendola ancor prima che aprisse bocca.
-Hazel, credimi, non sono io la spia. Te lo giuro.
Lo disse senza distogliere lo sguardo dal suo neanche per un secondo, il tono così vero e sincero.
No, non era lui la spia, adesso Hazel ne era perfettamente consapevole.
Sorrise e si spinse in avanti, baciandolo dolcemente, senza perdere il sorriso dal volto.
-Non riuscivo più a stare con l’ansia di non sapere se fossi o meno tu.
-E’ tutto okay- sussurrò in risposta il ragazzo accarezzandole i ricci, in quel momento ancora più disordinati.
Poi riprese a parlare –Non ti ho staccato gli occhi di dosso quella mattina, ho visto come ti ha guardato Annabeth e come tu hai smesso di dire qualsiasi cosa volessi dire. Non pensa davvero che sia Nico, vero?
-No- rispose la ragazza tornando a fissare il soffitto, sempre poggiata sul suo petto.
-Voleva solo vedere come avrebbero reagito gli altri. Leo, Percy o Jason. Dobbiamo capire solo chi dei tre e perché.
-Perché non utilizzi i tuoi- fece delle virgolette in aria con le dita –poteri anche con loro?
-No, devono continuare a credere che siamo assolutamente convinti che sia Nico, o cambierà i loro piani e il loro modo di agire. Chiunque sia deve credere di essere al sicuro, un mio interrogatorio li insospettirebbe troppo.
-Oh, si, giusto… Qualche volta dimentico quanto Annabeth sia intelligente e geniale nei suoi piani.
-Già, molto probabilmente questo la rende la più letale.
 
Perché tutto doveva sempre essere così complicato?
Leo era davvero convinto di star facendo la cosa giusta quando, due giorni prima, aveva attaccato Nico costringendolo a confessare la sua colpevolezza.
Ma adesso, dopo che il moro era fuggito da quella stanza e non si era più fatto vivo per due interi giorni, si stava iniziando a sentire davvero in colpa.
Infondo, era pur sempre il suo compagno di stanza, aveva praticamente vissuto con lui per quattro mesi, che è un tempo lunghissimo considerando tutte le sue “amicizie” strette nelle varie missioni che duravano massimo due mesi.
Continuava ad essere convinto di aver fatto la cosa giusta raccontando a tutti i suoi sospetti, era giusto che anche gli altri sapessero.
Ma aveva sempre più dubbi sul come si era rivolto e con quale tono.
Fissò un’ultima volta il letto intatto del ragazzo, sbuffò e, mentre si dirigeva a mensa, iniziò a smanettare il suo cellulare.
 
L’aria intorno al tavolo da pranzo era pesante.
Annabeth non avrebbe saputo dire se per il fatto che il giorno dopo sarebbero finalmente intervenuti ponendo fine alla missione, se per la scomparsa di Nico o perché, solo per metà delle persone, non avevano ancora capito chi fosse la vera spia.
Hazel e Frank erano silenziosi, ma avevano decisamente un’espressione di estasi da post-sesso.
Percy anche era silenzioso e cupo, fatto decisamente strano.
Will stava giocherellando con il cibo, non aveva mangiato ancora nulla e, a intervalli regolari, lanciavi sguardi al cellulare messo in bella vista sul tavolo.
Leo arrivò senza vassoio, si sedette e lanciò il suo cellulare sul tavolo, sbuffando.
-E’ inutile, è scomparso.
Will rispose senza neanche alzare lo sguardo.
-Lo so, provo a chiamarlo da due giorni, non accetterà mai neanche una chiamata.
-No Will, non hai capito. E’ letteralmente scomparso. Ho provato a rintracciare il suo cellulare per farmi dare una qualche posizione. Il nulla, come se non fosse mai esistito. Inoltre, ha lasciato tutte le sue cose in camera, ogni cosa, anche le armi. Cosa diavolo sta facendo?
-Forse dovremo avvertire Era- provò Frank dopo diversi secondi di silenzio.
-Oh certo- rispose allora a quel punto Percy –Vedi quanti problemi si farà dopo che le diremo che la spia infiltrata nel nostro gruppo è scomparsa dalla circolazione, non potendo più sentire e riferire i nostri piani. Guarda, il massimo che farà sarà ringraziarci.
Nessuno lo contraddisse, aveva ragione infondo, chi si sarebbe fatto problemi per una spia?
Will si alzò, afferrò il suo cellulare e andò via con uno sguardo ancora più cupo e vacuo.
Annabeth lo fissò finché non scomparve dalla sua vista, era solo colpa sua quella situazione. Lo sapeva benissimo. Ma, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro, non avrebbe cambiato nessuna sua scelta e decisione, era così che doveva andare.
Si girò a fissare Percy, il ragazzo stava ancora fissando il suo piatto, mangiucchiando svogliatamente.
-Percy?
I suoi occhi verdi si incatenarono subito con i suoi, in attesa.
Annabeth avrebbe voluto dirgli troppe cose, così tante da non avere neanche un filo logico tra i suoi pensieri.
Avrebbe voluto parlargli di cosa sarebbe successo dopo la fine della missione, avrebbe voluto dirgli che le dispiaceva per averlo sempre creduto un’idiota, avrebbe voluto dirgli che forse stava iniziando a provare per lui qualcosa di forte e vero, infine, avrebbe voluto supplicarlo di dirle che non era lui la spia, che non l’avrebbe mai tradita.
Ma non una di queste frasi uscì dalla sua bocca.
-Andiamo in camera tua?
Fece quella semplice proposta, innocua se messa a confronto con tutte le sue altre domande, inoltre avrebbe aiutato entrambi facendogli dimenticare l’ansia, i problemi e la paura di un insuccesso.
Percy si limitò ad annuire prendendola per mano.
Era sbagliato, doveva essere solo sesso, Annabeth lo sapeva. Ma non si sottrasse al tocco.
 
Erano le 04.36 a.m.
Fuori era completamente buio.
In contrapposizione, la stanza di Leo e Nico era illuminata a giorno.
Gli otto ragazzi si stavano sistemando in silenzio.
Annabeth si sistemò due pistole alla cintura, poi infilò qualche coltello negli stivali.
Calypso si strinse le cinghia nelle cosce, c’erano appese delle piccole bombe, qualche coltellino e degli apparecchi elettronici per comunicare.
Leo si avvicinò al letto di Nico, recuperò tutte le armi che aveva nascosto precedentemente il ragazzo, non avrebbe avuto senso lasciarle li, non sarebbero servite a nessuno.
Jason era seduto sulla sedia di una delle due scrivanie, il piede sopra il legno del tavolo, si stava allacciando per bene la scarpa destra.
Leo gli si avvicinò e gli passò una pistola con un mezzo sorriso vuoto, disse semplicemente –E’ del tutto carica.
Hazel fece roteare i dischi affilati tra le dita, prima di agganciarseli ai pantaloni.
Frank si armò solo di due pistole, preferiva di gran lunga utilizzare il suo corpo.
Will stava finendo di imbottigliare, con estrema cautela, i liquidi apparentemente innocui che aveva creato.
Percy stava finendo di caricare tutte le pistole, togliendo anche il blocco di sicurezza.
Erano le 04.57 quando tutti finirono di prepararsi.
Annabeth attirò la loro attenzione sedendosi dietro uno dei computer, infilò una chiavetta e aprì il file che cercava.
Tutti si posizionarono dietro di lei per seguire quello che aveva da dire e mostrare.
Fece un discorso semplice e conciso, mentre indicava svariati punti nella mappa che aveva appena aperto, e nessuno ebbe nulla da obiettare.
-Questo è il posto dove tengono quello che stiamo cercando- e indicò un punto in quell’enorme labirinto.
-Questi puntini rossi, invece, sono le guardie e si spera che non abbiano cambiato schema.
Fece una piccola pausa.
-Allora, prima di tutto per entrare serve un codice d’accesso che noi non abbiamo. Leo, devi hackerare quel programma.
-Consideralo fatto- sorrise compiaciuto il ragazzo.
Annabeth annuì e riprese a parlare.
-Per arrivare a questa porta ci sono tre possibili vie, dobbiamo dividerci. Per avere più possibilità di successo e per non dare troppo nell’occhio.
Si alzò dalla sedia e frugò dentro la borsa che si era portata in stanza, ne uscì degli strani orologi digitali. Quando ne accese uno fece vedere a tutti che mostrava una copia esatta della mappa ancora accesa al pc, solo che qui era segnata una strada.
Ne porse due a Will e Leo –Voi due andate insieme, prenderete subito la prima strada a destra, seguite il percorso che vi indica.
I ragazzi annuirono.
-Jason, Frank e Hazel. Voi andate sempre dritto e seguite anche voi il vostro percorso.
Consegnò loro altri tre orologi.
-Percy con me.
Il ragazzo accennò un sorriso.
Annabeth si girò verso l’unica ragazza rimasta e le passò l’ultimo orologio, insieme a una boccettina di potente sonnifero che si era fatta dare precedentemente da Will.
-Calypso, devi percorrere i condotti dell’aria, arriverai esattamente di fronte la porta che stiamo cercando, non ho idea di quante guardie ci siano ora come ora a controllarla, ma di sicuro non sono poche. Devi stordirli con questa – e indicò la boccetta – in modo che noi tutti interverremmo contemporaneamente.
Ci fu un attimo di silenzio, la bionda continuò –Penso che tu sia la più adatta.
Calypso annuì accettando le cose.
Nessuno lo disse, ma tutti erano ben consapevoli che era decisamente Nico quello più adatto.
Annabeth aveva fatto il suo lavoro, aveva cercato il miglior piano per farli uscire tutti vivi da li, inoltre aveva creato le squadre in modo che i “sospettati” fossero in coppia con qualcuno che sapesse tutto il piano.
Lei avrebbe tenuto d’occhio Percy.
Will, Leo.
Hazel, Jason. Le aveva detto precedentemente che Frank non era la spia che stavano cercando, ma comunque nessuno l’aveva messo al corrente del piano.
Così erano solo lei, Hazel e Will. E nessuno di loro tre avrebbe tentennato a mettere K.O. uno dei loro amici se questo avrebbe minacciato di sabotare la missione.
Erano le 05.09 quando iniziarono ufficialmente quell’ultima tappa.
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Ciao!
Allora... diciamo che questo capitolo è un pò diverso e praticamente diviso in due parti.
Nella prima parte è tutto molto cupo e angoscioso, i ragazzi stanno iniziando ad avere i primi sensi di colpa per come si sono comportati quel giorno e soprattutto non aiuta il fatto che Nico sia scomparso. Ipotesi?
Mentre l'altra parte bé, è praticamente l'inizio della missione finale.
Non ho molto da dire oggi, anche perché è quasi un capitolo di passaggio per l'azione che verrà in seguito.
Alla prossima settimana, Deh
  
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