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Autore: crazy lion    01/05/2016    6 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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ATTENZIONE! Non avevo ancora pubblicato questo capitolo nella precedente versione della storia. All'inizio l'avevo scritto trattando dinamiche diverse ma in questi mesi, avendo cambiato alcuni capitoli, l'ho revisionato. Alla fine ho deciso di riscriverlo. Leggete l'angolo autrice a fine capitolo per ulteriori dettagli, che spiegheranno anche ciò che ho scritto tempo fa alla fine del capitolo che ho messo successivamente all'avviso.
Buona lettura.
 
 
 
CAPITOLO 9.

GIOIA

Passarono due mesi prima che Holly le telefonasse. In quel periodo Demi si era concentrata solo sul suo lavoro, cercando di vedere quell'attesa non come qualcosa di punitivo, ma piuttosto come del tempo in più per organizzare la sua vita e prepararsi ancora meglio a fare spazio ad un bambino nel proprio cuore.
Un giorno di metà dicembre si trovava al lavoro e stava scrivendo una canzone, quando le squillò il cellulare. Vide che era l'assistente sociale e rispose, con il cuore che iniziava già a martellarle nel petto.
"Pronto?" chiese, emozionata.
"Ciao Demi! Forse ci siamo!" esclamò Holly.
"Dici davvero? Oh mamma! Avanti, Holly, raccontami tutto!"
"C'è un bambino di due mesi, di nome Jonathan, che è stato abbandonato dalla mamma quando aveva due giorni. La donna l'ha portato in un ospedale di Los Angeles perché aveva un po' di febbre, ha detto ai dottori che sarebbe andata a prendere una cosa in macchina e che avrebbe fatto subito ritorno; invece se n'è andata e non è più venuta a prendere il piccolo. I medici hanno chiamato la polizia la quale, però, nonostante le numerose ricerche, non è riuscita a ritrovare la mamma del bambino per capire come mai l'avesse abbandonato, né se avrebbe potuto ricevere aiuto per tenerlo con sé. Adesso il bambino è in affidamento presso una coppia amorevole e l'assistente sociale che lo segue reputa che ormai sia molto difficile che la madre ritorni per reclamare i suoi diritti. La famiglia che ha in affidamento Jonathan ha detto che, pur amandolo molto, non sta considerando l'adozione. I due sono genitori affidatari da qualche anno e hanno adottato due bambini tra i tanti che hanno avuto in affidamento, ma non essendo più giovanissimi non se la sentono di occuparsi di un bambino così piccolo. Il bimbo sta bene, è sano, a parte quel breve episodio di febbre non ha nessun altro tipo di problema. Ti piacerebbe incontrarlo?"
Demi aveva ascoltato molto attentamente ciò che Holly le aveva raccontato. Jonathan: quel nome le piaceva moltissimo. Era felice, emozionata. Come avrebbe potuto non volerlo conoscere?
"Certo che voglio incontrarlo!" esclamò, commossa.
"Perfetto! Chiamerò subito i genitori affidatari per comunicarlo loro e ti telefonerò non appena avrò fissato, con l'assistente sociale del piccolo, il giorno e l'ora nella quale andarlo a vedere."
"Va bene. Holly, grazie davvero!"
"Io faccio solo il mio lavoro, Demi, non mi devi ringraziare" le disse la donna sorridendo. "Sei felice, eh?"
"Sì, tanto!"
"Si sente. Ti richiamerò appena possibile."
Poco dopo Holly richiamò Demi per dirle che l'appuntamento era fissato per il giorno dopo alle 11:00. La ragazza disse che, in teoria, avrebbe dovuto essere al lavoro a quell'ora, ma che le sarebbe bastato fare una telefonata per dire che non avrebbe potuto esserci.
Quando chiuse la chiamata, Demi telefonò subito alla sua famiglia per dare a tutti la grande notizia e avvertì anche Andrew e Selena. Tutti, emozionati e felici per lei, le dissero di stare tranquilla e di essere naturale e dolce come era sempre con i bambini. La rassicurarono dicendo che sarebbe andato tutto bene e aggiunsero anche che avrebbero voluto sapere com'era andato l'incontro. Per Demi era importante che la sua famiglia e i suoi migliori amici sapessero come stavano andando le cose. Certo, non era sicuro che avrebbe adottato quel bambino, ma in cuor suo lei sentiva che sarebbe successo.
Il giorno dopo la ragazza si presentò, con mezzora di anticipo, all'indirizzo che Holly le aveva detto. Non aveva dormito per nulla la notte precedente. Era stanchissima e aveva le occhiaie, ma era anche sicura che, quando avrebbe visto Jonathan, non si sarebbe più sentita così. Quei venti minuti furono lunghissimi e sembrarono non passare mai. Demi provò ad ascoltare la radio, ma non riusciva a seguire le parole di una canzone e a canticchiare come faceva di solito. Per questo, quando si rese conto che era così agitata da non farcela nemmeno a cantare, spense la radio ed iniziò a tamburellare con le dita sulle gambe. Quando vide Holly scendere dalla macchina, saltò giù e le corse incontro.
"Da quanto tempo eri qui?" le chiese la donna, sorridendole come faceva sempre.
"Da mezzora!"
"Non riuscivi più ad aspettare, eh?"
"No, infatti; non so nemmeno come ho fatto a resistere fino ad ora."
In quel momento arrivò un'altra macchina, dalla quale scese una donna. La prima cosa che Demi notò di lei furono i suoi lunghissimi capelli neri, che le arrivavano fino alla schiena. Sembrava una persona semplice, lo si notava da com'era vestita: non indossava abiti firmati, né scarpe di marca, non portava nessun gioiello e non aveva nemmeno un filo di trucco.
"Salve," disse avvicinandosi e guardando la ragazza, "lei deve essere Demi."
Le sorrise.
"Sì, sono io" rispose, ricambiando quel gesto gentile.
"Mi chiamo Christa Patterson, sono l'assistente sociale che segue Jonathan. Molto piacere." Le diede la mano e poi continuò: "Io la conosco per le sue canzoni, che mi piacciono molto se devo essere sincera."
"Grazie; il piacere è tutto mio" disse Demi.
Christa era una ragazza bella e molto giovane. Avrà avuto al massimo venticinque anni.
"Se volete, possiamo entrare" disse poi guardando anche Holly.
"Voi vi conoscete?" chiese Demi.
"Sì, siamo colleghe di lavoro" le spiegò la donna più anziana.
"Posso affermare" aggiunse Christa" che Holly è stata un po' una maestra per me quando, l'anno scorso, ho iniziato a lavorare qui. Io ero giovane e, per quanto avessi fatto un tirocinio in un centro che si occupava di aiutare minori in difficoltà, avevo bisogno di fare un po' più di esperienza, di imparare di più. Sapevo già cavarmela come assistente sociale, ma mi serviva un altro po' di… come chiamarlo?" Si concentrò per trovare la parola e poi disse: "Training, ecco. Holly è molto brava, fa benissimo il suo lavoro e trasmette agli altri una grande passione, o almeno questo è quanto è successo nel mio caso."
"Grazie per il complimento, Christa, ma anche tu te la cavi molto bene."
Demi sorrise ascoltando quel discorso: le due donne andavano d'accordo e questo la rassicurava.
Tutte insieme si avvicinarono alla porta. Christa suonò il campanello. Aprì una donna sulla quarantina, una signora molto bella.
"Siete arrivate!" esclamò. "Lei è Demi, giusto?"
"Sì, esatto. Sono molto felice di conoscerla, signora. La ringrazio per quello che lei e suo marito state facendo per Jonathan."
"Non ci deve ringraziare, lo facciamo con il cuore! Siamo noi a doverle dire grazie per aver accettato di incontrarlo. Venite" le invitò.
La casa nella quale entrarono non era molto grande, ma bella. Le pareti erano dipinte di un delicato giallo, che conferiva all'ambiente un'atmosfera molto calda e accogliente.
La donna le accompagnò in cucina dove un uomo, seduto su una sedia vicino ad un tavolo rotondo, stava dando il biberon ad un bambino con i capelli castani, bellissimo. In quel momento il piccolo smise di succhiare. L'uomo si alzò, mise il biberon vicino al lavello e poi si rivolse a Demi con un gran sorriso.
"Sono felice che sia venuta a conoscere Jonathan, signorina Lovato!" esclamò.
"Anch'io. Lo posso prendere in braccio?" chiese, mentre le si riempivano gli occhi di lacrime e il cuore iniziava a martellarle nel petto. Era così emozionata!
"Certo" le rispose l'uomo e le mise il bambino fra le braccia.
La ragazza lo strinse forte al cuore. Il piccolo sospirò profondamente. Sembrava rilassato.
"Ciao, piccolo tesoro!"  sussurrò. Lo guardò meglio: sembrava un angioletto, aveva due occhi neri stupendi, profondi e un sorriso dolce. "Hai un bellissimo nome, Jonathan" disse dopo poco, piangendo e ridendo allo stesso tempo. "Sei un bambino meraviglioso e sono felice di conoscerti."
Jonathan era un nome che Demi non aveva mai sentito molto nella sua vita e anche per questo le piaceva, uno che riempiva la bocca quando lo si pronunciava.
Tenere in braccio quel bambino era un'emozione indescrivibile. Per la prima volta nella sua vita, Demetria cominciò a sentirsi mamma. Sentiva crescere l'amore nel suo cuore, un sentimento che non aveva mai provato in maniera così forte per un bambino prima d'allora.
La madre affidataria le propose di andare in salotto a sedersi sul divano.
"Grazie" disse la ragazza.
Si accomodò e la madre affidataria e le due assistenti sociali le si misero vicine, mentre l'uomo si sedette su una poltrona lì accanto.
"Mmm" fece Jonathan, prendendo un dito della ragazza con la manina.
Demi sorrise. Non se ne intendeva molto di bambini ma sapeva che, quando quelli piccoli fanno così, è perché vogliono cercare sicurezza e protezione in chi li tiene in braccio. Il piccolo era tranquillissimo con lei! Non aveva pianto quando l'aveva preso in braccio, a differenza di ciò che Demi si sarebbe aspettata.
Poco dopo il bambino iniziò a piangere, così la ragazza frugò nei suoi ricordi e gli cantò una ninnananna che aveva imparato all'asilo, cullandolo dolcemente. Mentre cantava piano, si dondolava a destra e a sinistra. Jonathan si calmò poco a poco. Chiuse gli occhietti, ma non si addormentò. Demi lo strinse ancora di più a se e sentì che i loro cuori battevano all'unisono, velocemente. Era come se anche lui fosse felice per quell'incontro.
Lei gli accarezzò le manine e i piedini e gli contò le dita delle mani per farlo giocare.
"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici! No, scherzavo, sono solo dieci!" esclamò, facendogli il solletico al pancino e il bambino sorrise. Glielo fece anche ai piedini e allora Jonathan non resistette: iniziò a muovere le gambette di qua e di là e a ridere come un matto. Demi non sapeva se quella fosse realmente una risata, dato che i bambini così piccoli non riescono ancora a ridere veramente, ma in ogni caso era qualcosa di simile. Contagiata dalla sua risatina dolce, la ragazza scoppiò a ridere, mentre gli altri li osservavano e sorridevano inteneriti.
Dopo circa mezzora passata tra baci, abbracci e coccole, Holly disse a Demi che era ora di andare.
"Se vuoi potrai venirlo a trovare la settimana prossima: ne avevo già parlato con Hannah e Patrick e loro mi avevano detto che andava bene" aggiunse.
"Sì, certo che sì!" esclamò la ragazza, pensando che i nomi dei genitori affidatari di Jonathan erano molto belli.
Si domandò perché non si fossero presentati all'inizio,ma pensò che forse anche loro erano molto emozionati, troppo anche solo per riuscire a dire i propri nomi.
Si alzò e, a malincuore, diede Jonathan al suo padre affidatario. Separarsi dal bambino fu terribile, molto più difficile di quanto avrebbe mai potuto immaginare. In quel momento Demi sentì che il suo cuore si stava spezzando in due e provò non solo sofferenza mentale, ma anche un dolore fisico, una fortissima fitta al petto. Le mancò il fiato e, a peggiorare le cose, il bambino iniziò a piangere disperatamente quando dovette staccarsi da lei.
"Ci vedremo presto, tesoro!" esclamò la ragazza.
Quel giorno non gli aveva parlato molto per la troppa emozione. Più che altro l'aveva coccolato e ci aveva giocato insieme, ma promise a se stessa che durante gli incontri successivi gli avrebbe fatto sentire di più la sua voce.
Uscire da quella casa non fu facile. A Demi Jonathan mancava già terribilmente quando la porta si chiuse alle sue spalle.
"Voglio adottarlo, Holly" le disse.
"Lo so, ho visto come lo guardavi e riconosco quello sguardo."
"Quale sguardo?"
"Lo sguardo da mamma!"
"Sì, è vero, lo riconosco anch'io" disse Christa. "Noi riconosciamo questi sguardi, dopo anni di esperienza. Io sono molto giovane, ma ho imparato in fretta a captare certi segnali."
"Ti chiamerò per comunicarti il giorno esatto in cui potrai vederlo" le disse Holly.
"D'accordo, grazie."
Demi salutò e ringraziò le due assistenti sociali, poi salì in macchina e andò a casa.
La prima cosa che fece fu chiamare sua madre per raccontarle tutto.
"Mamma," iniziò, senza nemmeno salutarla, "è un bambino stupendo! Non ne ho mai visto uno così bello prima di oggi!"
"Davvero? Demi, è meraviglioso quello che dici!" esclamò la donna, felice per la figlia.
"Lo so, ma è la verità mamma. Jonathan è fantastico, mi sono innamorata di lui fin dal primo momento nel quale sono entrata in quella casa, ancora prima di vederlo credo. I suoi genitori affidatari non mi hanno parlato molto, ma sembrano amorevoli. Lui è un bambino dolcissimo e divertente, che ride e sorride spesso."
"Immagino che, se ne parli così, è perché vuoi adottarlo."
"Sì, lo voglio!"
"Ti auguro che vada tutto bene, Demi. Ora che mi hai parlato di lui, non vedo l'ora di conoscerlo!"
Subito dopo, Demetria chiamò Selena e anche a lei disse le stesse cose.
"I genitori affidatari ti hanno detto perché non stanno considerando l'adozione?" le chiese l'amica.
"Non l'hanno fatto loro direttamente, ma Holly mi ha spiegato che non sono più giovanissimi e non se la sentono di adottare un bambino così piccolo."
"Capisco. Quando andrai a vederlo di nuovo? Quando potrò conoscerlo? Non vedo l'ora di diventare una specie di zia!"
"Calma Sel, respira. Credo che dovrò andarlo a trovare per un mese o due e poi lo potrò portare a casa con me. Sarà molto difficile che la madre si faccia di nuovo viva, per cui ci sono alte probabilità che io riesca a finalizzare l'adozione. Non so quanto tempo ci vorrà perché questo avvenga, ero così emozionata che mi sono dimenticata di chiederlo a Holly, ma lo farò la prossima volta che ci vedremo."
Poco dopo Demi chiamò Andrew per raccontare anche a lui quanto Jonathan l'avesse colpita.
"Non vedo l'ora di conoscere quel frugoletto!" esclamò l'uomo.
"Magari potresti venire con me la prossima volta. Chiederò a Holly se questo è possibile."
"Mi farebbe molto piacere. Verrò volentieri se potrò. Demi?"
"Sì?"
"Cambiando argomento… Ti piacerebbe venire a pranzo con me domani?"
"Non avrò molto tempo, ma sì. Io vado in pausa alle 13:00."
"Perfetto! Pensi di potermi concedere almeno mezzora?"
"Sì certo!"
"Bene, allora ti verrò a prendere io allo studio di registrazione."
"D'accordo, a domani."
Quella sera Demi andò a letto felice. Aveva trascorso una mezzora bellissima quel giorno e il suo cuore traboccava di felicità. Sentiva che, da quel momento in avanti, sarebbe andato tutto bene.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
nella versione precedente di questa storia avevo scritto che Demi accettava di adottare un bambino che una mamma dava in adozione quand'era ancora incinta. Proprio questo capitolo era dedicato a Demi che incontrava la madre naturale che poi, però, la rifiutava, e, più avanti, Holly le proponeva di adottare un bambino che si trovava già in affidamento e di considerare l'idea di prenderne con sé uno con esigenze speciali. Facendo delle ricerche, però, ho scoperto una cosa che comunque già sospettavo: non si può passare da un tipo di adozione all'altro a questo punto del procedimento. Bisogna scegliere all'inizio che tipo di adozione fare e poi continuare con quella. Per tale motivo ho modificato il capitolo 5. Ecco, ora vi è chiaro ciò che ho scritto nell'angolo autrice del capitolo intitolato "Shock".
Cosa succederà adesso, secondo voi? Demi riuscirà ad adottare quel meraviglioso bambino?
A presto,
crazy lion
   
 
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