Let
it burn, Red
Chris
sapeva che prima o poi sarebbe successo.
Poggiava
il capo sul palmo della mano destra,
la quale, a sua volta, scaricava il peso sul tavolino da quale traeva
sostegno
tramite il braccio. Nella sinistra invece teneva stretta una lettera
sgualcita.
Era ormai la terza volta che rileggeva il contenuto riportato su di
essa,
cercando di convincersi che la colpa non era sua.
Ma
quel foglio di carta riportava parole ben
diverse, lettere taglienti come rasoi; un dito puntato contro, una muta
accusa,
come a voler sottolineare le sue colpe.
Il
ragzzo dagli occhi di zaffiro aveva
previsto che leggere ciò che vi era stato scritto lo avrebbe
tormentato ma,
spinto da una particolare curiosità, aveva affrontato
inconsapevolmente il
rischio di petto, finendo col soccombere sotto quelle accuse, uno
scontro
troppo forte.
La
presa della sua mano cedette, facendo
volteggiare la lettera fino al pavimento.
"Ciao
fratello.
Non
so se posso ancora affibbiarti questo
nome, dato che sono ormai quattro anni che non ci più dai
tue notizie.
Sei
stato rapito? Sei morto? O ti sei
semplicemente dimenticato di avere dei fratelli?
In
ogni caso, sono deluso dal tuo
comportamento.
Strano,
eri sempre tu a ripetermi questa frase
quando combinavo una marachella. Che effetto fa perdere la fiducia di
una
persona dello stesso sangue? Provi dolore adesso, vero?
Per
quanto tempo riuscirai ancora a
sopportalo?
Hai
intenzione di farti vivo?
O
hai troppa paura di essere rifiutato?
Smettila
di fare questo gioco. Non mi diverte
più.
Mi
svegliavo ogni mattina, puntualmente, con la
speranza di rivederti, ma essa languiva, finendo con lo spegnersi ogni
volta
che la giornata finiva.
Per
quanto tempo vorrai farci bruciare ancora
nell'attesa?
Thomas"