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Autore: DarknessGirl_95    02/05/2016    2 recensioni
È una storia di amore che Shinichi non aveva assolutamente previsto, visto che pensava di essere perdutamente innamorato di Ran, ma a rompere le scatole arriveranno gli Uomini In Nero che hanno scoperto che Shinichi non è morto, è vivo e vogliono ucciderlo a ogni costo. Come finirà tra i due fidanzatini?
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parlarono per un bel po', Aoko era una ragazza davvero simpatica e a modo, proprio come Ran e ci andava abbastanza d'accordo.
-Bene...questa è la mia scuola...ma prima mi fai una promessa Aoko?- chiese Conan sorridendole con dolcezza e poi guarda Kaito con sguardo di sfida.
-Dimmi pure piccolo detective...- Aoko trovava quel ragazzino più simpatico che mai e gli accarezza i capelli.
-Dopo la scuola vi va di andare io, te e Kaito al parco? Ho voglia di fare due tiri a calcio...- disse e appena si sente accarezzare i capelli chiude un occhio.
-Dopo la scuola ho un impegno con le mie amiche...però...se ti va...con te viene Kaito...di sicuro ne sarà più capace di me...vero Kaito??- disse e guarda Kaito con lo sguardo di chi comanda.
-C...certo...- accettò mal volentieri Kaito, non poteva rifiutare visto che Aoko aveva parlato con lui poi guarda male Conan.
"Ma che intenzioni ha quel moccioso?" pensa sempre più perplesso.
-Ah...un altra cosa...- la ferma Conan prima che vada via e le chiede una cosa sussurrandoglielo all'orecchio. Lei gli risponde parlando sottovoce poi si alza e lo saluta.
-Ciao piccolo!-
-Ciao Aoko...è stato un piacere conoscerti...- esclama Conan e va in classe contento.
-Ma cosa vi siete detti tu e il moccioso?- chiede Kaito con il muso lungo, era palese che fosse infastidito ma Aoko non capiva perché.
-Ma perché lo chiami così? Cosa ti ha fatto? Sei allergico ai bambini...?- chiede la ragazza andando verso la sua scuola che frequentavano. Proprio accanto a loro passano Akako e Hakuba che parlano del più e del meno.
"Fosse solo quello Aoko...tra te, tuo padre, Hakuba e Akako...ci manca solo il moccioso a complicarmi la vita..." pensa esasperato ma mantiene la sua pokerface e resta serio.
-Non sono allergico ai bambini...ma non mi sta simpatico quel bambino...lo vado a prendere dopo solo per farti contenta...- ammette un po' imbarazzato e poi si volta di lei che lo abbraccia forte forte facendolo diventare tutto rosso.
-Grazie...sei davvero un gentiluomo...- disse per poi andare in classe tutta contenta.
"E qui finisco dalla padella alla brace...maledetto Shinichi..." sospira rassegnato il ragazzo e si siede al proprio banco. Poi guarda Akako sul banco di fronte a lui e Hakuba poco lontano. Le difficoltà da ladro si stavano ulteriormente complicando con l'organizzazione che aveva ucciso suo padre che volevano farlo fuori. Alla fine delle lezioni, si alza e un compagno gli si avvicina.
-Kaito...vieni a giocare con noi una partita a calcio?- gli chiese l'amico ma dovette rifiutare, aveva fatto una promessa ad Aoko e voleva mantenerla. Così uscì velocemente dalla classe pensieroso e va a prendere il moccioso alla scuola elementare.
-Kaito!! Sono qui! Sono contento che sei venuto!- disse, sorrideva il furbo di Conan, sembrava davvero un bambino ma era una recita di fronte a Genta, Mitsuiko e Ayumi.
"Dannato Shinichi...sei proprio bravo a recitare...!" pensa ancora più seccato il giovane ladro e lo porta al parco. Conan tira fuori il pallone e inizia ad scaldarsi.
-Allora, perché hai voluto venire con me al parco...? Non credo che tu sia diventato bambino anche nel cervello...- sussurra Kaito seduto sulla panchina a qualche metro da lui.
-Infatti...voglio solo una conferma che tu sia Kaito Kid e per farlo devo conoscerti meglio...- sorrisetto furbo, dentro di se sapeva già che era il ladro che gli sfuggiva sempre. Poi gli tira il pallone, facendolo alzare da quella panchina.
-Non so di che parli moccioso...- gli risponde di rimando Kaito e inizia a scaldarsi anche lui.
-La prossima volta che vedo Kaito Kid gli darò un bel pesce...sono sicuro che gli piacerà il mio regalo...- sussurra ridacchiando sotto i baffi Conan mentre a Kaito cade il pallone, non i pesci! Questo era davvero troppo.
-Facciamo una partitina?- chiede Conan prendendo il pallone ai piedi del ragazzo approfittando del suo momento di stupore. Kaito si riprende velocemente e lo insegue andando verso quella che era una porta contrassegnata da due alberi.
-Avanti...tira moccioso...- sorride a modo di sfida e para il lancio di Conan con facilità.
-Adesso voglio provare io a parare i tuoi lanci, Kaito!-
"Quanta confidenza piccoletto...adesso ti faccio un bel tiro io..." pensa deciso Kaito e prende il pallone. Fa qualche passo indietro e poi calcia. Il pallone prende velocemente velocità, forse troppa e Kaito se ne accorge.
-Attento Shinichi...!- urla ma era troppo tardi e Conan viene preso in volto dal pallone e cade a terra.
-S...Shinichi...- sussurra e lo soccorre subito, era visibilmente preoccupato per lui. Tutte le sue paranoie e i suoi pensieri li aveva scaricati nel modo peggiore, e Conan ne aveva fatto le spese. Gli alza lentamente la testa da terra.
-E...ehi...tutto bene?- gli chiede mentre lo prende in braccio.
-Sto bene...tranquillo...- era bello sentirsi chiamare per nome e chiude gli occhi appoggiando la testa sul suo petto, gli faceva male una guancia ma nulla di preoccupante.
-Ti credo sulla parola ma meglio se ti do un occhiata...ti porto a casa che è proprio poco lontano da qui...- sussurra ignorando il fatto che più cose lui avrebbe scoperto...più si sarebbe stato messo in pericolo. Al momento era più importante rimetteremo in sesto. Più lo teneva in braccio e più sentiva di essere in qualche modo sempre più legato a quel moccios rompiscatole. Dopo qualche medicatura, lo porta a letto.
-Riposa un po' , dopo ti porto a casa...ne hai bisogno...- sussurra accarezzandogli lentamente una guancia mentre lo vede addormentarsi, stava letteralmente crollando dal sonno e la fatica di quella giornata.
  
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