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Autore: eppy    02/05/2016    6 recensioni
Esiste un punto zero, un momento difficilmente definibile e quasi impercettibile, che condiziona la vita di ognuno di noi.
Ovviamente, il mascalzone presenta una fisionomia che lo rende perfettamente simile a tutti i suoi gemelli, ma uguale a nessuno di loro. Il problema è che la differenza in superficie è talmente sottile, che il 99,9% delle volte non viene notata nè dal diretto interessato/a, nè da chi gravita intorno, e lo si attraversa con lo stesso atteggiamento di sempre, senza minimamente sospettare che nasconda il più profondo dei vortici, capace di deviare o addirittura invertire la rotta della nostra esistenza in modo talmente subdolo e al contempo meraviglioso, da non farcene nemmeno accorgere. E' sconvolgente pensare a quanto potere possa custodire un solo, apparentemente banalissimo istante: può condurti verso un porto, una spiaggia sicura, o mandarti alla deriva..e succede in un attimo, inafferrabile e irripetibile.
Jane e Chris, i protagonisti di questa storia, si erano incontrati proprio nei rispettivi punti zero, che per qualche motivo coincidevano a loro insaputa.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Quando Jane si svegliò la mattina successiva, tastò il materasso con i palmi delle mani, come aveva preso l'abitudine di fare da quando era stata brutalmente privata del privilegio di aprire gli occhi.
Lo faceva per rassicurarsi: sapere che il materasso giacesse sotto il suo corpo, e avere la possiblità di aggrapparsi ad esso per issarsi a sedere sul letto, in qualche modo la faceva sentire al sicuro.
Ma quella mattina, le sue mani finirono per tastare qualcos'altro, di consistenza diversa rispetto a quanto si aspettasse e insolitamente più caldo.
Per un attimo ebbe paura, ma poi ricordò la serata precedente, e un timido sorriso fece capolino sulle sue labbra.
" Harry?" chiamò a bassa voce, non sapendo se il ragazzo si fosse già svegliato o no
" Mm" quello che ottenne fu poco più di un grugnito, che tuttavia fece in modo che quel sorriso si allargasse
" Hai dormito qui con me?" va bene, non avrebbe potuto porgli una domanda più stupida, ma non sapeva che dire.
A quel punto lo sentì muoversi legggermente, come se si stesse stiracchiando, e poi le mani di lui finirono sulla sua schiena, e la strinsero lievemente, nel modo più naturale possibile.
" Sì...ci saremo addormentati ascoltando la musica" spiegò lui con un tono di voce basso e profondo, che per qualche ragione la imbarazzò
" Hai delle belle canzoni sul cellulare, lo sai?" sussurrò a quel punto lei, senza preoccuparsi di scostarsi o allontanarsi
Il ragazzo sorrise, trattenendosi dalla voglia di carezzarle i capelli, e il viso, il contorno degli occhi, le labbra, e il collo. Non sapeva cosa diavolo gli stesse prendendo da un po' di tempo a quella parte, ma stringerla, coccolarla e proteggerla, era diventata la sua priorità più assoluta.
" Ma ci siamo addormentati con il maglione e i jeans?" fu tutto quello a cui Jane riuscì a pensare, dopo essersi resa conto della situazione
" Sì" anche lui se ne rese conto in quel momento,  e inevitabilmente scoppiarono a ridere entrambi
" Da piccola a volte lo facevo, dormire vestita, non so per quale motivo era uno sfizio che ogni tanto mi toglievo..ma quando mia madre lo scopriva mi faceva passare la voglia di riprovarci" ricordò lei, non sapendo nemmeno perchè stesse raccontando una cosa tanto intima a quel ragazzo
" E dopo un po' puntualmente ci ricascavi" la prese in giro lui, sempre con quella voce roca
" Esatto! ..Ero testarda, e quando mi mettevo qualcosa in testa non era facile farmi cambiare idea" gli confidò la ragazza
" E adesso, Jane? " quella domanda restò sospesa nell'aria per una manciata di secondi
" Adesso cosa?" domandò lei, non capendo
" Sei ancora così testarda?" Chris voleva prenderle la mano e stringergliela, ne sentiva l'assurdo bisogno, ma si impose di trattenersi.
Lei pensava di essere in compagnia di Harry, e conosceva Harry da troppo poco tempo per raggiungere quel genere di confidenza. Certo, detto da uno che l'aveva baciata sulla bocca soltanto poche ore dopo averla conosciuta in un aeroporto, e da uno che in quel preciso momento era coricato sul letto accanto a lei, quella frase stonava di brutto.
Ma fu quello che lui disse a sè stesso, per fermare in qualche modo quell'impulso e non combinare altri casini.
Immaginava già quante gliene avrebbe dette Sophie per non essere stato capace di dirle la verità...ma come diavolo faceva a raccontarle di aver spudoratamente approfittato della figura di questo fantomatico Harry per poterle stare accanto, e addirittura dormire nel suo stesso letto?
Raramente Chris aveva dormito in compagnia di una ragazza prima di allora; forse lo aveva fatto solo recentemente, con le ultime due ragazze con le quali era stato, tra le quali anche Meg, ma per qualche strana ragione si sentiva come se quella con Jane fosse stata la prima volta. Forse perchè non era stata lei a trattenerlo, a chiedergli di restare; forse perchè non era stata una spontanea conseguenza dell'essere stati a letto insieme; forse perchè lei non lo aveva riempito di baci decisamente troppo poco casti a prima mattina inducendolo in quel modo a ripetere l'esperienza della notte precedente...con Jane non era successo nulla di tutto quello, eppure, ci aveva dormito insieme.
Nessuno dei due lo aveva programmato: avevano lasciato che Morfeo prendesse il sopravvento mentre ascoltavano la musica sdraiati sul letto, quasi come due bambini un po' troppo cresciuti. Ed era stato ancora più bello per quello: perchè era successo per caso, senza un motivo apparente , in modo imprevedibile e del tutto innocente.
" Non lo so sinceramente..dal giorno dell'incidente mi sembra di aver perso anche la mia personalità" rispose lei, era estremamente e acutamente lucida
" Lo sai che non è vero: potrei descriverti in mille modi e parole diverse" gli scappò, quello non riuscì proprio a tenerselo per sè
" Solo perchè tu sei un ingegnere filosofo" borbottò la ragazza
" Non so se prenderla come un complimeto o un'offesa" la provocò Chris, palesamente divertito
" Dovresti capire cosa penso della filosofia" stette al gioco lei
" Odi anche quella oltre alla matematica?" domandò il ragazzo a quel punto
" No, non la odio affatto...però, dai, ci sono certi pensatori che dicono cose proprio campate in aria.. non è possibile prenderli sul serio! E poi ce ne sono altri di cui ti innamori"
" Non so se mi sono spiegata: voglio soltanto dire che a momenti preferivo svolgere un algoritmo piuttosto che studiare Zenone e le sue toerie sullo spazio diviso in tante piccolissime unità...e credimi, è grave!
Però oltre a Zenone e i suoi pazzi compagni, c'è Aristotele, Platone, e poi i quasi contemporaeni Bergson, Freud, Nietzsche, Shopenhauer..non si può dire che non abbiano ragione praticamente su tutto, o perlomeno che ti spingano a riflettere sul senso stesso della vita. Quando ho letto per la prima volta la divisione che Bergson applica al 'tempo della scienza' e al 'tempo della vita', non ho potuto fare a meno di pensare: accidenti, ma questo qui è un genio! E' vero quello che dice!
Ma della categoria dei filosofi fa parte anche Zenone, e tutti gli altri in cui non sono mai riuscita a immedesimarmi, perciò non riesco a fare di tutta l'erba un fascio..non sarebbe nemmeno giusto se lo facessi, credo"
" Ce sono alcuni che amo, e altri che odio:  bianco o nero, senza vie di mezzo."
Chris ascoltò con attenzione tutto il discorso, senza perdersi una virgola, chiedendosi come una ragazza così potesse anche solo pensare di essere senza personalità.
Tra tutte le persone che conosceva, quante si sarebbero perse in un discorso di quel tipo, a prima mattina, coricate nel letto in compagnia di un ragazzo? Naturalmente nessuna, ad eccezione di lei.
Gli piaceva da matti il semplice chiacchierare con lei, che si trattasse di filosofia, di matematica, di ricordi risalenti all'infanzia, schiocchezze, sentimenti o problemi seri.
Jane non restava mai zitta, aveva sempre una scorta inifnita di argomenti su cui esprimirsi a parte le cosiddette 'cose da ragazze', che alla lunga l'avevano portato a stancarsi di tutte quelle con le quali era uscito. 
Jane era diversa: da quello che Sophie gli aveva raccontato, da qualche tempo più spigolosa, più suscettibile, irascibile e incazzata con il mondo, ma anche terribilmente vera.
Non gliene fregava niente di impressionare gli altri, di passare per chi non era solo per compiacere qualcuno, di ridere per le cose più sceme o di rischiare di apparire noiosa parlando di filosofia insieme a un ragazzo...era sempre stata nient'altro che se stessa, e fortunatamente, quel lato di sè si era conservato intatto anche dopo l'incidente.
E non era capace nemmeno di nacondere la tristezza, il dolore e la rabbia per essere costretta a sentir soltanto parlare del mondo, senza guardarlo con i suoi occhi. Capitava sempre che nel bel mezzo di una conversazione tirasse fuori una di quelle osservazioni al limite del pessimismo, ma come se niente fosse stato, sapeva riprendersi e continuare a ridere e scherzare. E una volta acquisita un po' di confidenza, poteva diventare addirittura logorroica, ma era una forza.
Quella ragazza era una vera e propria forza della natura, e non se ne rendeva minimamente conto.
" L'ingegnere filosofo dove lo inseriresti? Nella lista bianca o nera?" si informò a quel punto Chris, provocandola scherzosamente
" Dipende il soggetto in questione a quale filone si sente più affine" rispose lei, volutamente enigmatica
" Zenone lo odiavo anche io al liceo!" ammise il ragazzo, strappandole un sorriso
" Allora hai appena guadagnato un punto" scherzò Jane
" In realtà delle materie umanistiche mi interessava poco e niente, ma per passare l'anno, la filosofia dovevo studiarla lo stesso. E quando ho sentito la cazzata della tartaruga che parte in ritardo e vince la corsa...dai! Non si può pensare che un tipo del genere abbia tutte le rotelle a posto!"
" Infatti!" gli diede ragione lei
" Probabilmente le teorie di Zenone sono l'unica cosa che ricordo di tutta la filosofia del terzo anno, e l'unico motivo per i quale le ricordo è perche erano assurde" ammise Chris
" Poi Shopenhauer, Nietzsche, Freud e i grandi del Novecento hanno conquistato anche un matematico come me...mi rifiutavo ugualmente di studiarli, ma dopo averlo fatto, qualche giorno prima della terza prova della maturità, mi sono quasi pentito di aver trattato così male quei libri di filosofia" continuò a spiegarle
" Scommetto quello che vuoi che ero io a trattare male i libri, non tu. Li sottolineavo di mille colori diversi, e facevo le orecchie alle pagine...i tuoi saranno stati immacolati"
" Touchè! Ma quelli di matematica e fisica non si potevano guardare"
Jane fece una faccia esageratamente schifata che non potè che far ridere di cuore Harry.
" Via via, allontana da me quelle manacce che hanno toccato calcolatrici e scritto equazioni differenziali..bleah" scherzò ridendo a sua volta.
Di tutta risposta, lui rafforzò la presa e la strinse ancora di più a sè con il pretesto di farle dispetto. E lei non si ribellò affatto, anzi.
" Non mi hai ancora detto a che categoria appartengono gl ingegneri filosofi" ritornò alla carica l'attimo successivo, le braccia ancora avvolte attorno a lei, gli occhi fissi sul suo viso per non perdersi nemmeno la più piccola sfumatura delle sue espressioni, dei suoi sorrisi
" Non lo so...è un'accoppiata bizzara" ammise Jane
" La peggiore che abbia mai sentito a dire la verità" le diede man forte lui
" Esatto....suona malissimo! Sarebbe da aggingere alla lista nera in effetti: la matematica e la filosofia parlano due linguaggi diversi, se non opposti. E da che mondo è mondo è difficile conciliare il lato umanistico con quello scientifico, ma forse... non è del tutto impossibile" ammise Jane
" Ogni regola ha la sua eccezione che la rende tale" si intromise lui, completamente d'accordo
" Quindi tu potresti essere l'unico ingegnere filosofo ad essere risparmiato dalla carneficina della mia lista nera" e mentre lo disse, abbassò il tono di voce, di colpo più timida.
Era esattamente ciò che Chris avrebbe voluto sentire, e non riuscì a impedirsi di sorridere come un cretino, perchè era prima mattina, le tapparelle erano ancora abbassate, e loro due si erano lanciati in uno di quei discorsi al tempo stesso insulsi e profondi da far venire i brividi sotto la pelle.
" Perchè penso che sotto sotto la matematica ti piaccia?" si azzardò a domandare lui
Parlava troppo spesso di quella disciplina per essere una che la odiava con tutto il cuore, come diceva lei.
" Perchè ogni tanto mi piace, tipo ogni morte di Papa, che è esattamente la cadenza con la quale mi esce un esercizio..in quei momenti mi sento Einstein in persona, ma esaurito l'entusiasmo riprendo fedelmente a odiarla. Ho sempre avuto un rapporto contraddittorio con la matematica" gli spiegò
" Come me e la filosofia, o meglio ancora, la letteratura" disse lui
" Hai appena bestemmiato Harry, sappilo" scherzò la ragazza, e risero ancora insieme.
" Scommetto che riuscirò a farti innamorare di tutte quelle formule lunghissime e incomprensibili"
' E' molto più facile che mi innamori di te..che tu sia uno scrittore o un fisico nucleare, me ne importa poco'
E fortunatamente lo pensò soltanto, senza azzardarsi a dirlo ad alta voce. Sarebbe stato un disastro...anzi, in realtà, anche il solo concepire un pensiero del genere era un disastro, perchè lei aveva già un fdanzato, ma non poteva negare a se stessa che si stesse affezionando a Harry veramente tanto.
Se solo avesse potuto guardare negli occhi il ragazzo che si era insinuato senza alcun permesso nella sua vita e nei suoi pensieri...
Amava chiacchierare con lui più di qualsiasi altra cosa al mondo: Harry la prendeva in giro di continuo, e la faceva ridere. Per qualche strano motivo riusciva a comportarsi con lei normalmente, e a trattare l'incidente e tutte le conseguenze di quello in un modo tale da non farglielo pesare..ma la cosa più incredibile di tutte, era che la capiva. 
" Non è possibile che siano solo le otto di mattina" esclamò improvvisamente lui, dopo aver controllato l'ora sullo schermo del cellulare
" Davvero? Così presto?" gli fece eco Jane, altrettanto incredula
" Ma si può sapere a che ora mi hai svegliato?" domandò il ragazzo, ribaltando le posizioni e finendo sopra di lei per farle il solletico
" Non ne ho idea" rispose lei, tra una risata e altra. Soffriva da morire il solletico sulla pancia e sui fianchi, ma se a farglielo era un ragazzo, trovava la cosa addirittura dolce, oltre che divertente all'ennesima potenza.
" A che ora hai lezione oggi?" continuò Chris, senza darle tregua con quelle mani
" Martedì...alle 10.30. Tu?" si informò, parlando a fatica, travolta da quel formicolio al tempo stesso un po' fastidioso e terribilmente piacevole
" A mezzogiorno, quindi dormiamo" e così dicendo le si accasciò addosso poggiando la testa sui suoi seni, mentre le teneva entrambe le mani strette tra le sue, distese lungo i fianchi.

Dopo un po' Jane lo chiamò di nuovo.
" Se non sono almeno le nove e mezza, giuro che ti blocco su questo letto per tutta la giornata" si lamentò, rendendosi conto un attimino troppo tardi del doppiosenso che poteva essere nascosto in quelle parole
" A suon di solletico ovviamente" aggiunse subito dopo, mentre la ragazza portava una mano a scompigliare i suoi capelli, come se fosse stato il gesto più naturale del mondo.
Senza preoccuparsi di cambiare posizione rispetto a quando si erano addormentati, Chris allungò un braccio per afferrare il telefono e controllare l'ora; dopo di che si abbandonò ancora di più su di lei, pregando con tutto se stesso che Jane continuasse a toccargli i capelli.
" Sono ricci" contastò lei, esaudendo il suo desiderio
" Già" replicò soltanto il ragazzo, godendo di quel tocco molto di più di quanto avrebbe mai creduto possibile.
" Allora? Che ore sono?" si informò subito dopo la ragazza
E Chris tirò un sospiro profondo prima di dirglielo, perchè sapeva che nel momento esatto in cui lo avrebbe fatto, lei sarebbe scivolata via da quell'abbraccio, e voleva rimandare quel momento il più possibile. Perchè stava dannatamente bene così, in quella posizione, avvinghiato a lei.
" Le dieci" ammise a quel punto
"Cosa? E quando volevi dirmelo, domani? Tra pochi minuti Sophie sarà qui...devo farmi una doccia! E fare colazione!"
Ed esattamente come lui aveva previsto, Jane lo scostò per potersi mettere a sedere sul letto e alzarsi.
" Dio, ma è tardissimo" si affrettò lei, per qualche istante incurante persino della cecità, e rischiando di cadere pur di raggiungere il bagno il prima possibile.
" Non credo che Sophie verrà oggi" lo sentì urlare a intermittenza, tra il rumore provocato dalle tapparelle che si alzano
" Che vuoi dire?" gridò a sua volta, per farsi sentire
" Vieni con me" e un secondo dopo si sentì prendere per mano e trascinare
" Ma dove?" si incuriosì
" Fuori, sul balcone" replicò semplicemente lui
" Anzi, metti questo prima..scommetto che si muore di freddo" aggiunse, afferrando il proprio cappotto e poggiandoglielo addosso
" Aiuto! Si gela" ammise la ragazza, senza tuttavia capirci granchè
" Sporgiti dalla ringhiera, tendi le mani verso il vuoto... così" la incitò, accompagnandola lui stesso con i gesti
E l'attimo dopo Jane avvertì qualcosa sfiorarle la pelle, e poi accadde di nuovo, più volte, innumerevoli, gelidi e leggerissimi granelli le si posarono sulle mani.
" Quanta ce n'è?" gli domandò, rivolgendogli un sorriso radioso
" Tantissima...ed è bellissima" si lasciò sfuggire Harry a quel punto, senza riuscire a trattenersi
" Ho sempre amato la neve" gli condifò Jane "anche se una volta mi ha giocato un brutto scherzo" aggiunse subito dopo, ripensando irrimediabilmente a Chris.
Chissà dov'era, che fine aveva fatto, chissà come stava, quello stronzo. E chissà perchè Harry pareva avere su di lei lo stesso effetto del suo compagno di sventura.
" Anche a me ha giocato un brutto scherzo l'anno scorso...ma non si può avercela con la neve a lungo"
" Ogni volta che arriva, è uno spettacolo assicurato. I disagi che porta sono tantissimi, ma forse è bella proprio per questo: perchè se ne frega di tutto, ferma l'inarrestabile corsa del mondo per un po', e ti fa incantare a guardarla con gli occhi di un bambino"
" Già...puoi avere anche un impegno improrogabile, alla neve non gliene importa niente. Quando arriva, non c'è più posto per nulla..è come se imponesse una tregua ai ritmi serrati della vita"
" E ti costringe a restare dove sei, con chi sei" aggiunse lui guardandola intensamente
" Ed è un male secondo te?" domandò candidamente Jane
" Secondo me quella ci vede più lungo di tutti noi esseri umani messi insieme!" replicò Chris, pensandolo sul serio
" Può darsi" gli concesse lei, senza tuttavia smettere di sorridere.
Era partito tutto da lì: se non avesse mai incontrato Chris la sera di Capodanno, non sarebbe successo nulla di tutto quello che le era capitato. E pensò che se non avesse provato a gettarsi nel fiume qualche sera prima, non avrebbe mai conosciuto Harry. Se lui non fosse stato costretto a fermarla, probabilmente non si sarebbero mai parlati.
Perciò sì, in qualche modo, concordava con lui sul fatto che la neve ci vedesse lungo.
Era dispiaciuta di doversi limitare a toccarla e sentirla sul viso e sui vestiti, ma si sforzò di non pensarci per non rattristarsi.
Harry la reggeva per le spalle alternando lo sguardo da lei, con le braccia tese intenta a lasciarsi contaminare dalla neve, e il paesaggio tipicamente invernale che si estendeva di fronte a loro, quando entrambi sentirono il cellulare squillare, e furono costretti a tornare dentro.
" E' Sophie" le disse lui, passandole l'apparecchio
" Sohp, so già quello che mi vuoi dire" esclamò lei, rispondendo alla chiamata
" E chi te lo ha detto che siamo sommersi di neve?" si informò a quel punto l'amica
" Harry" Jane sorrise tra sè
" Ti ha telefonato?" domandò l'altra, intuendo che Chris non le avesse ancora raccontato la verità
Prima che Jane potesse replicare, si sentì un tonfo "Che succede? ti sei fatto male?" non potè fare a meno di domandare, rivolgendosi ovviamente al ragazzo
" Tutto a posto, è solo caduto il giarretto" la rassicurò lui
" Stai riscaldando il latte?"
 "Non avevi detto di dover fare colazione? E comunque, sto preparando un cappuccino"

E a quelle parole, Jane corse da lui lasciando che i suoi passi fossero guidati soltanto dall'istinto, lo raggiunse, e dopo essersi assicurata di essere proprio dietro di lui tastandolo con le mani, riuscì persino a baciarlo su una guancia. " Grazie" sussurrò, mentre Chris rischiava di far cadere tutto di nuovo, visto quanto gli tremavano le mani per quel gesto inaspettato.
" Jane?" la richiamò l'amica al telefono
" Sì, scusami Soph. Comunque lui è qui" spiegò, come se l'altra non lo avesse già capito da sola
" Ma va!" disse infatti "allora posso stare tranquilla...ero preoccupata che dato che le lezioni oggi non ci sono, e io non posso in alcun modo raggiungerti, saresti stata sola. Ma non avevo calcolato Harry..anzi, a proposito, me lo passi un secondo?"
" Va bene, ma stai tranquilla, sto bene" la rassicurò l'amica porgendo il cellulare al ragazzo
" Pronto?" rispose incerto lui
" Si può sapere che stai combinando Chris? Perchè sei a casa sua di prima mattina? Avete dormito insieme?" partì con le domande Sophie
" Una domanda alla volta Soph, ti prego!" disse scherzosamente lui nel ricevitore
" Perchè non le hai ancora detto che Harry non esiste?" e la ragazza scelse ovviamente di porgli la peggiore
" Non ci sono riuscito, non ci riesco! Ma ti assicuro che stiamo benissimo, entrambi" "a noi la neve ci fa un baffo!" scherzò subito dopo, accorgendosi dell'espressione un po' confusa sul viso di lei
Sophie rise dall'altra parte "La neve vi fa un baffo Chris, davvero? A voi due? Ti devo ricordare come vi siete conosciuti?" 
" No, me lo ricordo benissimo" sospirò, prima di aggiungere il resto ".. non ti preoccupare Soph, mi prenderò cura di lei" e suonò tanto come una promessa.
Per un attimo ci fu silenzio dall'altra parte, ma poi Sophie tornò alla carica.
" Se ti azzardi di nuovo a negare di essertene perdutamente innamorato, giuro che le racconto tutto io!" e in quel modo tutto suo, la ragazza chiuse la telefonata, non prima di avergli fatto intendere che nonostante tutto gli avrebbe retto il gioco. Solo perchè lui era palesemente pazzo di lei. 




BUONSALVEEEE!!!
Eccomi qua con un nuovo capitolo che spero abbiate apprezzato! ;)
So che non è proprio il massimo parlare di neve a maggio, per come sono messa io in questo momento, devo ammettere che non è del tutto fuori luogo. E in ogni caso la storia è ambientata a marzo, quindi una nevicata con i fiocchi, nel vero senso della parola, non è da escludere. Non so perchè, ma volevo precisare questa cosa ;D
Per tutto il resto, attendo di venire a conoscenza del vostro parere!
Come ho già avuto modo di scrivermi diverse volte, per me è importantissimo, e apprezzo tantissimo ogni parola che decidete di lasciarmi. Motivo per cui ringrazio come sempre di cuore chi ha recensito, chi recensisce e chiunque vorrà farlo in futuro. Non siate timidi ;)
Scappo, un bacione, e a prestoooooooooooooo <3<3<3<3



















































  
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