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Autore: GirlFromTheNorthCountry    04/05/2016    4 recensioni
Le donne sono le migliori psicanaliste fino a quando non si innamorano.
“Io ti salveró” di Alfred Hitchcock
“Pronto, Alison Stone.”
“Sono Axl Rose, vorrei un appuntamento”. Disse una voce al telefono convinta che quella breve presentazione spiegasse tutto.
“Come prego?”
“Axl, l'amico di Izzy”
“Scusi, ma proprio non capisco cosa stia dicendo”
“Oh cristo! Ieri è venuto Izzy da lei per parlare di un suo amico, ecco quell'amico sono io”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alison a quelle parole si destò di scatto spalancando gli occhi, non riuscendo a trattenere un sussulto.
Slash si girò dall'altra parte mugolando infastidito da quei rumori.
Liberata dalla presa si mise a sedere sul divano letto, Axl era in terra seduto davanti a lei, il volto più diafano del solito, il bianco dei suoi occhi rigato di rosso e le labbra serrate.
Si inginocchiò davanti a lui e lo strinse forte, la testa del ragazzo si nascose tra l'incavo delle spalle di lei e i suoi capelli. Sentiva i baci della ragazza sulla nuca, lenti, teneri e rassicuranti. Tentò di farsi il più piccolo possibile per essere inglobato in quell'abbraccio, voleva che ogni singola parte del suo copro si sentisse al sicuro.
“Tesoro, vieni, alziamoci, andiamo di là” 
Lo prese per mano, entrarono in camera di Axl e si sedettero sul letto malconcio: le lenzuola erano arrotolate strette, il cuscino a terra, il letto evocava fisicamente ciò che era successo nella mente del ragazzo.
“Non era un sogno questo” disse Axl, la faccia nascosta tra le mani.
“Tesoro...”
“È uscito fuori come se fosse sempre stato li, come se non l'avessi mai dimenticato”
“Che cosa, Axl?”
Lui” 
“...”
“Mi toccava, le sue mani...” La voce gli si spezzó in un conato di vomito, non riuscì a trattenersi e vomitó un po' dell'alcool della sera prima misto a paura liquida.
“Chi ti toccava?”
“Lui!” Urló
“...”
“Mio...” Si bloccò di nuovo stavolta per tirare un calcio alla sedia.
“Tuo padre?” disse Alison con un filo di voce.
Il volto del ragazzo era quasi trasfigurato dall'orrore che stava vivendo.
“Non ce la faccio, sto impazzendo!” Urló.
“Axl, ti prego”
Agguantò la tenda con le mani e la tirò giù con tutta la forza che aveva facendo saltare gli incavi attaccati alle pareti.
“Sto impazzendo”
“Sfogati allora! Spacca tutto!”
Si girò verso la ragazza e guardandola con uno sguardo indecifrabile la bloccó per le braccia.
“Ho bisogno di droga Alison, sì, eh tesoro? Puoi fare questo per me? Vammela a prendere, è di là nella valigia di Steven”
“Axl stai avendo un crisi di nervi, la droga è l'ultima cosa che ti serve”.
Urló fortissimo e iniziò a tirare calci allo sportello dell'armadio, un compensato di pessima qualità dato cedette quasi immediatamente sotto i suoi piedi.
“Lo ucciderei! Se non fosse già morto lo ucciderei!”. Si dimenava per la stanza come un animale in gabbia tirando calci e pugni a non finire. Alison era pietrificata più dalla tristezza che dalla paura, se la sentiva addosso la sua sofferenza. Lo sentiva urlare frasi indicibili, lo sentiva invocare spiegazioni a un Dio che non lo aveva mai ascoltato, lo sentiva maledire sua madre. Stava combattendo un'estenuante lotta contro se stesso quando poi finalmente si buttó a terra nel pavimento freddo e iniziò a piangere. Pianse, pianse a lungo, con sussulti cosí forti che gli facevano sobbalzare il petto. Ogni tanto tirava ancora qualche pugno dove trovava: per terra, alla parete, sulle sue gambe. Iniziarono a farsi sempre meno frequenti e il pianto disperato lasciò spazio al pianto di un bambino.
Alison si sedette in terra affianco a lui.
“Tesoro, vieni qui” gli disse dolcemente.
Ancora con gli occhi chiusi il ragazzo si avvicinò a lei e gli posò la testa in grembo. La stessa scena che era avvenuta qualche ora prima con Slash. Come qualche ora prima, Alison iniziò ad accarezzare i capelli del ragazzo e realizzó che quello che provava per Axl era il sentimento più forte che avesse mai provato in vita sua.
“Shhh, vieni qui, ecco da bravo, va tutto bene ora”
“Perché? Perché mi ha fatto questo? Perché nessuno mi ha difeso?”
Scoppiò a piangere anche lei, davanti a quelle domande. 
Il suo piccolo William, avrebbe voluto essere lì quel giorno, stringerlo tra le sue braccia e portarlo via da quell'orrore. Se lo immaginava con quel faccino paffuto, correre e ridere a crepapelle, se lo immaginava puro come tutti i bambini di due anni. Lo strinse forte, perché era ancora lì quel bambino, nascosto dai tatuaggi, dai capelli lunghi, dalle borchie della giacca di pelle. Era ancora lì, sotto tutti gli eccessi, sotto quella corazza che per lungo tempo gli aveva salvato la vita. 
Rimasero così per un tempo difficile da stabilire, Axl si addormentò mentre Alsion rimase vigile a sorvegliare su suoi sogni.



“Sono distrutto” disse all'improvviso con filo di voce.
Alison si alzò lentamente per andare ad abbassare completamente la tapparella, la luce dell'alba stava entrando dalla finestra, ma loro avevano ancora bisogno della protezione della notte. Poi si girò verso Axl sorridendogli dolcemente.
“Hai bisogno di riposare”
“Che ore sono?”
“Non importa, domani ci sarà un'altra serata impegnativa devi dormire un po'”
“Fammi compagnia però”
Axl si trascinó per andarsi a sdraiare sul letto.
“Aspetta” disse Alison “Fammelo un attimo sistemare”.
Cercò di rimboccare le lenzuola come meglio poteva, tirò su il cuscino e la coperta da terra e riuscì a renderlo di nuovo un letto.
Axl nel mentre si tolse le scarpe e alle scarpe fece seguire i jeans e ai jeans la maglietta e si buttò nel letto.
“Vieni qui anche tu” le disse.
Alison, con la disinvoltura che solo la profonda stanchezza e i postumi di una sbornia riescono a dare, si tolse il vestito che aveva dalla sera prima e si andò a sdraiare accanto ad Axl.
“Fammi un po' di spazio”
Si mise di lato ed Alison si infilò sotto le coperte con lui.
“Con Slash non dormivi così”
Alison si sentì morire, M a non era il momento per essere sinceri, Axl non l'avrebbe sopportato, non quella notte.
“Slash non è te”  
Ed era vero. Aveva risposto onestamente, senza dire bugie, ma anche senza rispondere direttamente alla sua domanda.
Lui le sorrise, evidentemente quella frase era un tocca sana per il suo orgoglio.
“Ora cerca di riposare, io sono qui con te”.
“Sei stupenda” le disse, l'abbracciò forte e la tirò più vicina a sè spingendo la mano sulla sua schiena.
“E io...sono uno stronzo. Ti ho vista prima che piangevi...”
“Shhh non ci pensare ora, sono cazzate quelle”
“No, non lo sono. Voglio sempre far soffrire le persone. Ci godevo, sai? Ci godevo mentre piangevi, perché sapevo che piangevi per me”
“...”
“Sapere che quella notte hai fatto sesso con Slash mi ha fatto uscire di testa, e poi vederti fatta di eroina, insomma sono impazzito”
“L'abbiamo visto tutti che sei esploso stasera”
“Già. Infatti probabilmente me le merito queste sofferenze che sto vivendo ora”
“Axl, non dire cazzate! Non c'entra niente questo discorso, tu ti meriti il meglio del meglio in tutto, fine della storia”. Ora era lei ad abbracciarlo stretto per proteggerlo da se stesso.
“Se potessi scegliere un posto dove morire sarebbe tra le tue braccia”.
Sentirgli dire quella frase la mandò in estasi, lo strinse ancora più forte, se più forte si poteva.
“Vorrei che fossi mia, solo mia. Se ci fossi tu con me, d'ora in avanti, allora sì che la mia vita varrebbe la pena di essere vissuta”.
“Io mi sento tua già da molto tempo” sussurrò Alison.
Il ragazzo a quelle parole si divincolò con facilità dalla presa e si sdraiò sopra di lei. I capelli di lui ricadevano morbidi sui seni della ragazza, ormai non si poteva più tornare indietro.
"Mi vuoi Alison?" 
La guardò con uno sguardo nuovo, senza filtri, le sembrava di leggergli l'anima.
“Ti voglio con tutta me stessa”
“E allora basta fingere” disse avvicinandosi a lei “Hai detto che mi vuoi? E allora dimostramelo”
La ragazza con un colpo di bacino cercó di spostare Axl per ribaltare le posizioni. Appena fu seduta sopra di lui lo guardò a lungo, ogni minimo dettaglio di quegli occhi verdi, della bocca semiaperta, la vide muoversi ma non riuscì a sentire cosa diceva. Si avvicinò con lentezza ma con costanza, iniziava a sentire le pulsazione del basso ventre di lui che palesavano la crescente voglia di entrambi, quelle sensazione sì, erano meglio di eroina pura. Lo baciò e lui ricambiò con molto più impeto di lei. Passandole le mani sulla schiena arrivó all'aggancio del reggiseno e lo slacciò con facilità. La ragazza inizió a muoversi più rapidamente premendo forte su di lui. Axl spinse giù le gambe di lei per riuscire a sfilarle meglio gli slip, poi tenendola salda per il bacino la sdraió sul letto per ammirarla meglio. Lei manteneva lo sguardo intensamente, la vide mentre portava le mani ai suoi slip per abbassarli. Sentí la sua mano avvolgerlo e la lasciò fare per un po' godendo di quella sensazione.
Si sdraiò su di lei facendosi spazio tra le sue gambe e la penetró con forza. Non c'era spazio per cavi e amplificatori quella notte, era una suonata in acustica in piena regola.
Inizió a muoversi su di lei, chinandosi appena per riuscire a baciarla, non era importante dove.
Una gamba di lei gli circondò il bacino e premette un po' per aumentare il contatto. Non lo voleva lasciare andare, era ubriaca: di alcol, di sesso, di vita. Voleva sentirlo dentro fino in fondo, provó mentalmente a ricordare quando fosse stato il suo ultimo ciclo e quanto fosse rischioso quel vizio, ma un movimento eccessivamente forte del ragazzo la distolse da ogni pensiero. Mollò la presa della gamba per permettere al ragazzo di uscire quando avrebbe ritenuto più opportuno, ma Axl non lo fece. Le prese le mani portandole dietro il cuscino e tenendola ferma continuò a muoversi sopra di lei osservandola godere.
Le venne dentro, non riuscì a farne a meno. Era troppo tempo che quella voglia veniva trattenuta, soffocata, ora era impossibile bloccarla. Doveva esplodere in tutta la sua potenza.
Avrebbe dovuto allontanarlo, ma prorprio quella sensazione dentro di lei riuscì a portarla all'orgasmo e ogni barlume di raziocinio l'abbandonó del tutto.
 
“Questa resterà per sempre la notte peggiore e migliore della mia vita” le disse e si addormentò profondamente ancora dentro di lei.

   
 
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