Allora, voglio ringraziare tutte
le 59 persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti…. * me felicissima *….
E poi voglio ringraziare in modo speciale le persone che hanno commentato…
grazie grazie grazie…
CAPITOLO 19
LO SCUDO
- POV BELLA -
“Avanti Bella, so che puoi farlo”.
Kate allungò la mano e toccò il braccio di
Eleazar che emise un leggero grugnito.
“Scusa” Mi dispiaceva vederlo soffrire
sebbene Kate mi avesse assicurato che la scarica con cui lo colpiva era alla
minima potenza.
“Non importa Bella” Mi tranquillizzò Eleazar.
“Inizio a credere però che ti diverta vedermi
friggere” mi sorrise.
“Lo sai che non è vero. Io ci provo, davvero,
ma non ci riesco.Ormai credo proprio che dovremmo arrenderci. Lo scudo può
proteggere solo me.”
Eleazar sembrò seccato.
“Non essere sciocca Bella. La sento l’energia
che emani quando ti concentri. Devi solo capire come fare per liberarla”.
Peccato che però non fosse così semplice.
Erano già passate due settimane da quando avevamo iniziato ad allenarci, due
settimane che Eleazar subiva le scariche di Kate.
Qualche volta Irina si era offerta si
sostituirlo, ma spazientita dai miei insuccessi, aveva finito per rinunciarci.
Anche Emmett volle provare. Era curioso di
sapere cosa si sentisse, ma dopo una sola scossa se ne era andato.
Kate probabilmente si era lasciata un po’
prendere la mano e non era andata molto leggera con lui. Si era sentita
sfidata.
“Forse se ci fosse un modo meno doloroso…”
“Bella, prima di tutto non abbiamo molte
alternative, anzi, non ne abbiamo affatto. Secondo, lo facciamo anche per
stimolarti. Se sei motivata potrebbe venirti più semplice espandere il tuo
scudo.”
“Non sembra che stia funzionando però”
“Forse potrei aiutarvi io”
Quella voce. Inconfondibile, melodiosa,
affascinante. Avrei potuto riconoscerla fra milioni.
Istintivamente mi voltai timorosa di
essermela solo immaginata e sorpresa nel vederlo realmente lì.
No, non era una mia allucinazione.
I suoi occhi, i suoi penetranti occhi ambrati
mi stavano fissando.
“Edward. Che tempismo perfetto! Stavamo
giusto pensando ad un modo per testare il potere di Bella senza torturare
Eleazar”.
Edward si avvicinò alla vampira e mi guardò
di nuovo, sorridendo.
NO! Perché lo stava facendo! Sapeva l’effetto
che avevano su di me i suoi sorrisi?
Io ero lì per esercitarmi, dovevo
concentrarmi, e lui compariva all’improvviso comportandosi così? Non era leale.
Cosa era venuto a fare? Perché non era
insieme a Tanya?
Quando Eleazar e Kate scoppiarono a ridere,
mi resi conto di essere rimasta completamente immobile, imbambolata, e
probabilmente con un espressione anch’essa incantata. Non gli avevo ancora
tolto gli occhi di dosso.
Mi ripresi velocemente e lanciai un’occhiata
furiosa ai miei due istruttori.
Se Edward era lì per prendersi gioco di me
una seconda volta si era sbagliato di grosso.
“E sentiamo, come pensi di essermi d’aiuto?”
Lo sfidai.
Sembrò sorpreso dal tono della mia voce,
ancora più scontroso di quanto avessi voluto in realtà. Ma poi mi rivolse un
altro di quei suoi sorrisi illegali.
“Be, vedi Isabella, sembra che anch’io
sia dotato di un potere speciale. Posso leggere la mente degli altri lo sai?
Così posso vedere quello che stanno pensando. Interessante no?”
Rabbia. Ecco ricomparire nuovamente l’Edward
sarcastico. Non lo sopportavo.
No, non era vero. Stavo mentendo a me
stessa. Mi infastidiva, questo si. Ma lo amavo comunque.
Così riprendemmo l’addestramento.
Io mi sforzavo di concentrarmi e di trovare
il modo di allargare la mia protezione anche a Kate ed Eleazar mentre Edward
ripeteva ad alta voce i loro pensieri.
Ma nonostante i miei sforzi continuavano a
non avere successo.
Forse Eleazar aveva ragione, avevo bisogno di
stimoli, e questo non era il metodo più adatto allo scopo.
Non solo. Ascoltare costantemente la voce di
Edward non mi era per niente d’aiuto.
Avevo bisogno di concentrazione,
concentrazione che non riuscivo a mantenere sapendo che lui era lì, vicino a me
e non con Tanya, rendendomi conto che mi stava aiutando nonostante
l’indifferenza degli ultimi giorni, l’imbarazzo del mio silenzio dopo la sua
dichiarazione.
Il mio silenzio. Quante volte mi ero
trovata a ripensare a quel momento, a quella scena. Quante volte avevo
riascoltato nella mia mente le sue parole:
Sai Bella… anch’io credo di
essere felice… Sono sempre stato bene con la mia famiglia…. Ma una parte di me
ha sempre pensato che non sarei mai riuscito ad essere completamente felice… Mi
sentivo come se mi mancasse qualcosa, come fossi incompleto.. Sono cambiate
molte cose ultimamente... Io sono cambiato...Sento di aver trovato finalmente
quello che mancava per colmare quel vuoto che sentivo, per completare la parte
mancante della mia anima.
Bella… mi sono innamorato di
te.
Al ricordo di quelle parole, delle emozioni
che avevo provato mentre le pronunciava tenendomi la mano, venni invasa da
un'altra ondata di emozioni, forti e intense come accadeva ogni volta che ci
pensavo.
NO! Non era questo il momento di fantasticare.
Avevo altro a cui pensare.
Ma Edward ancora una volta mi distrasse. La
sua risata riecheggiò per tutta la foresta.
Persa com’ero nei miei pensieri non avevo
sentito cosa avesse provocato in lui quel riso. Ma ricordai cosa fosse
l’argomento della loro conversazione mentale. Parlavano dei tempi passati, di
quando i due clan avevano convissuto per un breve periodo a Denali.
Evidentemente il ricordo di un particolare
episodio aveva scatenato quel momento di ilarità.
Capii di essermi persa nuovamente sotto
l’effetto della sua voce mielata quando mi ridestai bruscamente all’udire quel
nome. Tanya.
E per l’ennesima volta le mie reazioni non
erano passate inosservate.
“Tutto bene Bella? Qualcosa non va?” mi
chiese Kate. Ero pronta a giurare che vi fosse un velo di malizia nella sua
voce e che la strana inclinazione delle sue labbra fosse dovuta ad un sorriso
trattenuto.
Mi sentii gli occhi di Edward puntati
addosso.
Anche Eleazar aveva assunto la stessa strana
espressione di Kate.
“Credo di aver percepito una piccola
vibrazione” mentii.
Mentre feci scorrere lo sguardo su ognuno di
loro, vidi un leggero cambiamento anche nell’espressione di Edward.
A cosa stavano pensando quei due? Che cosa vi
leggeva Edward nelle loro menti?
Rabbia e frustrazione mi invasero di nuovo.
“Ah” fu l’unico suono che uscì dalla sua
bocca.
Ah. Che diavolo significava?
Che cosa aveva visto?
“La nostra piccola Bella è sempre più
suscettibile su certi argomenti…eh?! Su certi nomi in particolare!”
Se non fosse stato per la differenza di età,
di forza e di esperienza, non mi sarei trattenuta dallo scagliarmi su Eleazar.
Mi sentivo ribollire, e la rabbia ero sicura
fosse ben evidente a causa della mia natura ancora per metà umana.
“Quello di mia sorella sembra infastidirla in
particolar modo. Lo hai notato anche tu?” domandò Kate rivolgendosi al cognato.
L’espressione di Edward cambiò di nuovo
mentre continuava a non distogliere lo sguardo da me. Ora sembrava essere….
Speranzoso?
Ancora non capivo.
“Sai Edward, in questi giorni Bella è spesso
nervosa.” Iniziò di nuovo Eleazar.
“E non credo sia solo per il fatto di non
essere ancora riuscita a capire come funziona il suo potere” Ancora. Un
altro sorriso.
Ora mi stava dando anche dell’incapace?
“Sembra molto interessata al modo in cui
Tanya trascorre il suo tempo.”
Fu allora che capii. Tutto.
Capii cosa stava cercando di fare, capii dove
voleva arrivare e soprattutto, capii ciò che strava mostrando ad Edward.
L’immagine di una Bella irritata ed
irascibile, di una Bella che tentava di soffocare ruggiti all’udire il nome di
Tanya, che arrossiva di imbarazzo al nome di Edward per poi passare rapidamente
al rossore della rabbia e della gelosia.
E fu allora che lo percepii. Lo scudo. Il mio
scudo.
Uno manto nebuloso, uno strato di fumo che mi
avvolgeva la mente. Lo sentii come solidificarsi, farsi più denso.
Per la prima volta mi accorsi di quella
forza, di quella energia di cui aveva parlato Eleazar. Per la prima volta la
sentii.
Capii di poterla gestire, di essere in grado
di espanderlo.
“Sai Edward, l’altro giorno ha avuto una
reazione particolarmente violenta quando Emmett ha detto che Tanya era …”
Non lasciai che Kate terminasse la frase. Non
potevo permettergli di continuare a pensare a quella scena, a quando avevo
scoperto che Tanya ed Edward, il mio Edward, non erano ancora tornati
dalla caccia della sera prima.
Stava chiaramente esagerando la cosa, mi aro
arrabbiata, e di molto anche, ma non avevo manifestato la mia gelosia in alcun
modo.
Fatta forse eccezione per le involontarie
reazioni fisiche del mio corpo.
Ma di certo, non c’era stata alcuna violenta
esternazione.
La frase di Kate era rimasta sospesa a metà.
Sentii la rabbia e l’imbarazzo impadronirsi
di me. Avvertii una forte vibrazione scuotere quello che avevo riconosciuto
essere lo scudo di cui ero dotata. Mi concentrai su di esso e lo liberai.
Un mantello elastico si distesa a coprire i
corpi di Kate e Eleazar. Un mantello invisibile, per tutti, tranne che per me.
Quel gesto liberatorio venne accompagnato da
un grido.
“KATE!”
Il mio urlo rabbioso interruppe il fluire
delle parole di Kate impedendogli di continuare a prendersi gioco di me. Il mio
scudo sperai interrompesse il fluire dei loro pensieri.
Avvenne tutto in un attimo.
Tanta energia liberata in un solo istante. Ma
ero ancora incapace di gestirla appieno.
Lo scudo infatti resistette solo pochi
secondi. Lo sentii ritrarsi e tornare indietro con violenza. Come un elastico
tirato e rilasciato all’improvviso. Fece male, ma non vi badai.
Ero riuscita a sentirlo, ero riuscita a
vederlo.
Ma cosa ancora più importante, ero riuscita
ad impedire ad Edward di leggere le loro menti, di comprendere il potere che
lui stesso aveva su di me.
“Bella… ci sei riuscita…mi hai bloccato!”
Gli occhi dei due cognati saettarono prima su
di me, poi su Edward ed infine di nuovo su di me.