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Autore: Miryta    09/04/2009    8 recensioni
Un nuovo inizio per Twilight. Una vampira che non ricorda nulla e una famiglia che decide di accoglierla comunque. Un amore messo a dura prova dai misteri del passato.
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Allora, voglio ringraziare tutte le 59 persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti…

Allora, voglio ringraziare tutte le 59 persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti…. * me felicissima *…. E poi voglio ringraziare in modo speciale le persone che hanno commentato… grazie grazie grazie…

 

 

CAPITOLO 19

 

LO SCUDO

 

 

 

 

- POV BELLA -

 

“Avanti Bella, so che puoi farlo”.

Kate allungò la mano e toccò il braccio di Eleazar che emise un leggero grugnito.

“Scusa” Mi dispiaceva vederlo soffrire sebbene Kate mi avesse assicurato che la scarica con cui lo colpiva era alla minima potenza.

“Non importa Bella”  Mi tranquillizzò Eleazar.

“Inizio a credere però che ti diverta vedermi friggere” mi sorrise.

“Lo sai che non è vero. Io ci provo, davvero, ma non ci riesco.Ormai credo proprio che dovremmo arrenderci. Lo scudo può proteggere solo me.”

Eleazar sembrò seccato.

“Non essere sciocca Bella. La sento l’energia che emani quando ti concentri. Devi solo capire come fare per liberarla”.

Peccato che però non fosse così semplice. Erano già passate due settimane da quando avevamo iniziato ad allenarci, due settimane che Eleazar subiva le scariche di Kate.

Qualche volta Irina si era offerta si sostituirlo, ma spazientita dai miei insuccessi, aveva finito per rinunciarci.

Anche Emmett volle provare. Era curioso di sapere cosa si sentisse, ma dopo una sola scossa se ne era andato.

Kate probabilmente si era lasciata un po’ prendere la mano e non era andata molto leggera con lui. Si era sentita sfidata.

 

“Forse se ci fosse un modo meno doloroso…”

“Bella, prima di tutto non abbiamo molte alternative, anzi, non ne abbiamo affatto. Secondo, lo facciamo anche per stimolarti. Se sei motivata potrebbe venirti più semplice espandere il tuo scudo.”

“Non sembra che stia funzionando però”

“Forse potrei aiutarvi io”

Quella voce. Inconfondibile, melodiosa, affascinante. Avrei potuto riconoscerla fra milioni.

Istintivamente mi voltai timorosa di essermela solo immaginata e sorpresa nel vederlo realmente lì.

No, non era una mia allucinazione.

I suoi occhi, i suoi penetranti occhi ambrati mi stavano fissando.

“Edward. Che tempismo perfetto! Stavamo giusto pensando ad un modo per testare il potere di Bella senza torturare Eleazar”.

Edward si avvicinò alla vampira e mi guardò di nuovo, sorridendo.

NO! Perché lo stava facendo! Sapeva l’effetto che avevano su di me i suoi sorrisi?

Io ero lì per esercitarmi, dovevo concentrarmi, e lui compariva all’improvviso comportandosi così? Non era leale.

Cosa era venuto a fare? Perché non era insieme a Tanya?

Quando Eleazar e Kate scoppiarono a ridere, mi resi conto di essere rimasta completamente immobile, imbambolata, e probabilmente con un espressione anch’essa incantata. Non gli avevo ancora tolto gli occhi di dosso.

Mi ripresi velocemente e lanciai un’occhiata furiosa ai miei due istruttori.

Se Edward era lì per prendersi gioco di me una seconda volta si era sbagliato di grosso.

“E sentiamo, come pensi di essermi d’aiuto?” Lo sfidai.

Sembrò sorpreso dal tono della mia voce, ancora più scontroso di quanto avessi voluto in realtà. Ma poi mi rivolse un altro di quei suoi sorrisi illegali.

“Be, vedi Isabella, sembra che anch’io sia dotato di un potere speciale. Posso leggere la mente degli altri lo sai? Così posso vedere quello che stanno pensando. Interessante no?”

Rabbia. Ecco ricomparire nuovamente l’Edward sarcastico. Non lo sopportavo.

No, non era vero. Stavo mentendo a me stessa. Mi infastidiva, questo si. Ma lo amavo comunque.

 

Così riprendemmo l’addestramento.

Io mi sforzavo di concentrarmi e di trovare il modo di allargare la mia protezione anche a Kate ed Eleazar mentre Edward ripeteva ad alta voce i loro pensieri.

Ma nonostante i miei sforzi continuavano a non avere successo.

Forse Eleazar aveva ragione, avevo bisogno di stimoli, e questo non era il metodo più adatto allo scopo.

Non solo. Ascoltare costantemente la voce di Edward non mi era per niente d’aiuto.

Avevo bisogno di concentrazione, concentrazione che non riuscivo a mantenere sapendo che lui era lì, vicino a me e non con Tanya, rendendomi conto che mi stava aiutando nonostante l’indifferenza degli ultimi giorni, l’imbarazzo del mio silenzio dopo la sua dichiarazione.

Il mio silenzio. Quante volte mi ero trovata a ripensare a quel momento, a quella scena. Quante volte avevo riascoltato nella mia mente le sue parole:

Sai Bella… anch’io credo di essere felice… Sono sempre stato bene con la mia famiglia…. Ma una parte di me ha sempre pensato che non sarei mai riuscito ad essere completamente felice… Mi sentivo come se mi mancasse qualcosa, come fossi incompleto.. Sono cambiate molte cose ultimamente... Io sono cambiato...Sento di aver trovato finalmente quello che mancava per colmare quel vuoto che sentivo, per completare la parte mancante della mia anima.

Bella… mi sono innamorato di te.

Al ricordo di quelle parole, delle emozioni che avevo provato mentre le pronunciava tenendomi la mano, venni invasa da un'altra ondata di emozioni, forti e intense come accadeva ogni volta che ci pensavo.

NO! Non era questo il momento di fantasticare. Avevo altro a cui pensare.

Ma Edward ancora una volta mi distrasse. La sua risata riecheggiò per tutta la foresta.

Persa com’ero nei miei pensieri non avevo sentito cosa avesse provocato in lui quel riso. Ma ricordai cosa fosse l’argomento della loro conversazione mentale. Parlavano dei tempi passati, di quando i due clan avevano convissuto per un breve periodo a Denali.

Evidentemente il ricordo di un particolare episodio aveva scatenato quel momento di ilarità.

Capii di essermi persa nuovamente sotto l’effetto della sua voce mielata quando mi ridestai bruscamente all’udire quel nome. Tanya.

E per l’ennesima volta le mie reazioni non erano passate inosservate.

“Tutto bene Bella? Qualcosa non va?” mi chiese Kate. Ero pronta a giurare che vi fosse un velo di malizia nella sua voce e che la strana inclinazione delle sue labbra fosse dovuta ad un sorriso trattenuto.

Mi sentii gli occhi di Edward puntati addosso.

Anche Eleazar aveva assunto la stessa strana espressione di Kate.

“Credo di aver percepito una piccola vibrazione” mentii.

Mentre feci scorrere lo sguardo su ognuno di loro, vidi un leggero cambiamento anche nell’espressione di Edward.

A cosa stavano pensando quei due? Che cosa vi leggeva Edward nelle loro menti?

Rabbia e frustrazione mi invasero di nuovo.

“Ah” fu l’unico suono che uscì dalla sua bocca.

Ah. Che diavolo significava? Che cosa aveva visto?

“La nostra piccola Bella è sempre più suscettibile su certi argomenti…eh?! Su certi nomi in particolare!”

Se non fosse stato per la differenza di età, di forza e di esperienza, non mi sarei trattenuta dallo scagliarmi su Eleazar.

Mi sentivo ribollire, e la rabbia ero sicura fosse ben evidente a causa della mia natura ancora per metà umana.

“Quello di mia sorella sembra infastidirla in particolar modo. Lo hai notato anche tu?” domandò Kate rivolgendosi al cognato.

L’espressione di Edward cambiò di nuovo mentre continuava a non distogliere lo sguardo da me. Ora sembrava essere…. Speranzoso?

Ancora non capivo.

“Sai Edward, in questi giorni Bella è spesso nervosa.” Iniziò di nuovo Eleazar. 

“E non credo sia solo per il fatto di non essere ancora riuscita a capire come funziona il suo potere” Ancora. Un altro sorriso.

Ora mi stava dando anche dell’incapace?

“Sembra molto interessata al modo in cui Tanya trascorre il suo tempo.”

Fu allora che capii. Tutto.

Capii cosa stava cercando di fare, capii dove voleva arrivare e soprattutto, capii ciò che strava mostrando ad Edward.

L’immagine di una Bella irritata ed irascibile, di una Bella che tentava di soffocare ruggiti all’udire il nome di Tanya, che arrossiva di imbarazzo al nome di Edward per poi passare rapidamente al rossore della rabbia e della gelosia.

E fu allora che lo percepii. Lo scudo. Il mio scudo.

Uno manto nebuloso, uno strato di fumo che mi avvolgeva la mente. Lo sentii come solidificarsi, farsi più denso.

Per la prima volta mi accorsi di quella forza, di quella energia di cui aveva parlato Eleazar. Per la prima volta la sentii.

Capii di poterla gestire, di essere in grado di espanderlo.

 

“Sai Edward, l’altro giorno ha avuto una reazione particolarmente violenta quando Emmett ha detto che Tanya era …”

Non lasciai che Kate terminasse la frase. Non potevo permettergli di continuare a pensare a quella scena, a quando avevo scoperto che Tanya ed Edward, il mio Edward, non erano ancora tornati dalla caccia della sera prima.

Stava chiaramente esagerando la cosa, mi aro arrabbiata, e di molto anche, ma non avevo manifestato la mia gelosia in alcun modo.

Fatta forse eccezione per le involontarie reazioni fisiche del mio corpo.

Ma di certo, non c’era stata alcuna violenta esternazione.

La frase di Kate era rimasta sospesa a metà.

Sentii la rabbia e l’imbarazzo impadronirsi di me. Avvertii una forte vibrazione scuotere quello che avevo riconosciuto essere lo scudo di cui ero dotata. Mi concentrai su di esso e lo liberai.

Un mantello elastico si distesa a coprire i corpi di Kate e Eleazar. Un mantello invisibile, per tutti, tranne che per me.

Quel gesto liberatorio venne accompagnato da un grido.

“KATE!”

Il mio urlo rabbioso interruppe il fluire delle parole di Kate impedendogli di continuare a prendersi gioco di me. Il mio scudo sperai interrompesse il fluire dei loro pensieri.

Avvenne tutto in un attimo.

Tanta energia liberata in un solo istante. Ma ero ancora incapace di gestirla appieno.

Lo scudo infatti resistette solo pochi secondi. Lo sentii ritrarsi e tornare indietro con violenza. Come un elastico tirato e rilasciato all’improvviso. Fece male, ma non vi badai.

Ero riuscita a sentirlo, ero riuscita a vederlo.

Ma cosa ancora più importante, ero riuscita ad impedire ad Edward di leggere le loro menti, di comprendere il potere che lui stesso aveva su di me.

“Bella… ci sei riuscita…mi hai bloccato!”

Gli occhi dei due cognati saettarono prima su di me, poi su Edward ed infine di nuovo su di me.

 

  
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