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Autore: crazy lion    07/05/2016    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo molto breve, che però descrive dei bei momenti che Demi ed Andrew passano insieme. La loro amicizia diventerà sempre più forte nel corso della storia, ma non vi anticipo altro.
Come sempre, buona lettura.
 
 
 
 
CAPITOLO 13.

UN POMERIGGIO CON ANDREW

Dal giorno seguente Demi cercò di cambiare stile di vita: ogni sera andava a mangiare dalla sua famiglia, a volte chiamava Selena per uscire insieme il sabato, oppure andava fuori da sola al cinema o a fare una passeggiata. Si riprese la sua vita e tornò, nel giro di un altro paio di mesi, ad essere allegra come un tempo. Certo, spesso pensava ancora a Jonathan, ma ogni volta che lo faceva forzava la sua mente a dirsi che non sarebbe mai stato suo. Era difficile, a volte le sembrava impossibile, ma doveva riuscire a convincersene, ad andare avanti, purtroppo non aveva altra scelta.
Quando riuscì a non pensare più a lui così frequentemente, capì di sentirsi meglio e di aver superato, almeno in parte, quel trauma. Era pronta ad andare avanti. Disse alla sua famiglia e agli amici di aver preso una decisione, dando ascolto a quel desiderio di maternità che sentiva con sempre più forza dal giorno in cui era andata a trovare suo padre. Richiamò Holly per farle sapere che avrebbe voluto proseguire con l'adozione.
"Sapevo che alla fine ce l'avresti fatta" le disse la donna, contenta.
Demi aveva dovuto fare quella scelta due volte, trovandosi davanti ad un bivio, ma alla fine aveva sempre deciso di continuare a lottare.
"Immagino che dovrò aspettare ancora" disse, come se ormai fosse ovvio.
"Sì, per ora non ci sono bambini adottabili."
Demi sospirò, ma si disse che non si sarebbe persa d'animo, non di nuovo.
Una delle altre cose che fece per sentirsi di nuovo bene fu andare a pranzo con Andrew, verso metà maggio. Purtroppo lui parlò solo ed esclusivamente di lavoro.
Dopo pranzo fecero una passeggiata in centro e poi Demi lo invitò a casa sua a bere una cioccolata calda perché aveva bisogno di compagnia e lui accettò volentieri. Nonostante facesse caldo, una buona tazza di cioccolata faceva voglia ad entrambi. La ragazza preparò anche i waffle con la nutella.
"Così mi vizierai!" esclamò Andrew, quando lei gli mise davanti la tazza di cioccolata e il piatto con i waffle caldi.
"Lo so; e ingrasseremo tutti e due."
"Per te non c'è problema, con il tuo lavoro fai movimento andando di qua e di là per lo studio e sei sempre in piedi. Io, invece, sto tutto il giorno seduto alla scrivania. Se ingrasserò sarà colpa tua, sappilo" disse, scherzando.
In quel momento Batman si alzò dalla cuccia e corse in cucina. Iniziò a leccare le scarpe di Andrew e ad annusarlo, come faceva con tutte le persone che non conosceva.
"È un bravo cane" osservò lui, accarezzandogli la testa e grattandolo dietro le orecchie, come faceva con i suoi gatti.
"Sì, lo è."
Il cane si mise a guaire perché voleva un po' di cioccolata e dei waffle, ma Demi non gli aveva mai dato quelle cose perché i dolci gli avrebbero solo fatto male. Gli dava ogni tanto gli avanzi del pranzo o della cena, ma preferiva che lui mangiasse solo le sue crocchette. Il veterinario le aveva detto che così sarebbe cresciuto più sano e avrebbe vissuto più a lungo.
"Va bene, stavolta mi arrendo," disse, "ma non voglio che diventi un'abitudine, okay?"
Gli buttò a terra un waffle, che lui mangiò in due bocconi.
"È anche ingordo!" esclamò Andrew.
Le disse che lui aveva due gattini e chiese a Demi se un giorno le avrebbe fatto piacere conoscerli. Lei accettò. Le piacevano moltissimo i cani ma anche i gatti e, in generale, amava tutti gli animali.
Dopo poco decisero di andare a casa di Andrew.
Appena entrarono, due gattini vennero loro incontro. Il ragazzo disse a Demi che si chiamavano Chloe e Jack. La femmina era grigia e nera e Jack era grigio chiaro. Andrew le spiegò di averli trovati abbandonati su una strada, in uno scatolone, quando avevano pochi giorni. Aveva chiesto alle persone che abitavano nelle case lì intorno se erano i loro gatti, ma tutte avevano risposto di no. Sapendo che, da un punto di vista legale, avrebbe potuto tenere i gatti solo dopo dieci giorni se nessuno li avesse reclamati, lui aveva appeso dei volantini con le loro foto.
"Erano stati abbandonati, è evidente! Era comunque necessario fare questo?" chiese la ragazza.
"Legalmente sì; comunque non è venuto nessuno, cosa che io mi aspettavo, quindi li ho tenuti con me." Non appena li aveva trovati li aveva portati da un veterinario che gli aveva spiegato come prendersene cura. "Ho dato loro il latte con il biberon tutte le volte che era necessario ogni giorno. Per fortuna in quel periodo ero a casa, dato che si avvicinavano le vacanze di Natale. Loro si sono affezionati a me in modo incredibile. Mi hanno riconosciuto come la loro mamma" disse e i due scoppiarono a ridere.
"Ho deciso di tenerli perché, anche se abito in una casa piccola, ho abbastanza spazio e non mi andava di portarli in un negozio di animali dove magari sarebbero stati chiusi in una piccola gabbia o dati ad una famiglia che non li avrebbe amati."
"Quanto tempo hanno adesso?"
"Hanno compiuto cinque mesi ieri."
Demi si complimentò con lui per ciò che aveva fatto, prendendo in braccio i gattini e parlando loro con dolcezza.
"Siete bellissimi!" esclamò.
Loro la guardarono incuriositi e iniziarono a fare le fusa e a leccarle le dita. Andrew la invitò ad accomodarsi sul divano e, poco dopo, i gattini si addormentarono sulle sue gambe.
"Stanno crescendo in fretta" disse. "Quando li ho trovati stavano in una mano."
"Sono tranquilli" osservò Demi.
"Solo quando dormono! Dovresti vederli quando giocano: si mordono e si buttano a terra l'uno con l'altro. Non hanno nessuna remissione! A volte saltano sui tavoli e buttano per terra tutto ciò  che trovano. Ho provato in tutti i modi a far capire loro che non devono comportarsi così, ma sembrano non afferrare il concetto. Quando qualcuno viene a trovarmi faccio sempre delle brutte figure nel momento in cui loro salgono sui tavoli. Sai, c'è chi ama i gatti, ma ci sono delle persone alle quali non piacciono e quindi possono reagire male. Non ho mai visto due gattini più rompi scatole e maleducati di loro, ma nonostante questo li adoro! Sono dei combina guai: mi seguono dappertutto e quando apro un cassetto o un armadio devo stare attento perché questi due piccolii birbanti sono veloci e possono entrarci senza che io me ne accorga. Una volta ho chiuso Chloe nell'armadio di camera mia e me ne sono accorto dopo dieci minuti. Del resto sono ancora cuccioli e se non giocano a quest'età, quando lo faranno? Quando vogliono sono dolcissimi e molto coccoloni."
Demi ed Andrew passarono l'intero pomeriggio a coccolare i gatti e a parlare di animali. Scoprirono per la prima volta di avere una grande passione in comune e questo li unì ancora più di prima. Nonostante si conoscessero da molti anni, non avevano quasi mai parlato di animali, quindi scoprire che entrambi li adoravano fu bellissimo.
Quel tempo trascorso con lui aiutò demi a non pensare.
Guardò l'orologio: si era fatto tardi. Salutò Andrew ringraziandolo per il pranzo e per lo splendido pomeriggio passato insieme.
"Mi hai aiutata a sentirmi meglio oggi e di questo ti sarò grata per sempre" gli disse, sincera.
"Non esagerare!"
"Guarda che è vero, io non scherzo su queste cose."
"Quand'è così, mi fa piacere. Grazie a te per aver accettato. Magari ci potremmo vedere qualche altra volta…"
"Sì, volentieri e speriamo che quel giorno io riceverò delle buone notizie. Mi dispiace per come mi hai vista in questi mesi. Ci siamo sentiti poco, ma sai come sono stata."
"Lo so."
"Di solito non piango mai davanti ad altre persone."
"Perché?"
"Me ne vergogno troppo."
Ammise a se stessa, però, che con lui era stato diverso. Non si era vergognata nemmeno per un momento, quel giorno, al ristorante.
"Non c'è nulla di cui vergognarsi nel piangere di fronte agli altri, anzi! Comunque non ci pensare più. Hai solo espresso ciò che provavi."
Si salutarono abbracciandosi e promettendosi di rivedersi
presto.
Mentre guidava verso casa, Demi pensò che iniziava davvero a capire che Andrew era per lei un grande amico, molto importante. Senza di lui non avrebbe trascorso quel pomeriggio spensierato e questo le aveva fatto capire veramente quanto lui contasse per lei. Prima d'allora non se n'era mai resa conto in maniera così forte. Forse l'adozione e tutto quello che pian piano iniziavano a confidarsi li stava unendo in un legame speciale e di questo Demi era felicissima. Non aveva dubbi che lo fosse anche Andrew. Avere accanto un amico come lui le avrebbe dato molta più forza in futuro. Non avrebbe voluto perderlo per nessun motivo al mondo.
   
 
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