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Autore: Ghillyam    07/05/2016    6 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mia canzone

Erin spalancò la bocca per la sorpresa nel vedere chi aveva appena parlato: davanti a lei c'era un uomo, o almeno credeva che lo fosse, con indosso dei pantaloni di pelle neri, infilati all'interno di un paio di stivali che gli arrivavano poco sotto il ginocchio, e portava una specie di frac blu scuro, che lasciava vedere la sua camicia azzurra, e un foulard del medesimo colore legato intorno al collo. Inoltre sulla sua testa faceva bella mostra di sé un cappello a cilindro nero, da sotto il quale usciva un ciuffo di capelli scurissimi che gli coprivano l'occhio sinistro. Non era l'abbigliamento a stupire Irene però, dopotutto chiunque in quel luogo poteva esibire abiti bizzarri, la cosa sconvolgente per lei era che il suo interlocutore era trasparente e attraverso di lui la ragazza poteva vedere la parete ricolma di scaffali pieni di libri.
«E tu chi saresti?» domandò la strega dopo aver aperto e chiuso la bocca un paio di volte senza sapere cosa dire.
«Come sarebbe a dire chi sono? Io sono Sir Morgan di Lunaris, lo spirito custode dell'anello che tu, mia cara, porti al dito.» rispose quello con una nota di superiorità nella voce e uno sguardo altezzoso.
«Naturalmente, come non immaginarlo.» disse Erin ironica.
«Non mi è mai piaciuto il tuo sarcasmo, trovo che sia un misero sistema di difesa che usi quando sei a corto di cose da dire.»
«Un misero...ehi, aspetta un attimo, cosa significa quel mai?» saltò su la ragazza, scrutando con sospetto lo spirito.
«Andiamo, usa quel bel cervello che ti ritrovi -la rimproverò Sir Morgan- E' logico che io ti abbia osservata durante questi anni, dato che mi hai sempre avuto con te.»
«Tu mi avresti sorvegliata? E com'è che salti fuori solo adesso?»
«Tu hai chiesto il mio aiuto, strofinando l'anello e io sono arrivato.»
«Quindi saresti una specie di genio, tipo quello di Aladdin?»
«Oh perbacco, certo che no. I geni sono tra gli esseri più infami che esistano*, io sono un Guardiano e il mio compito è quello di aiutarti; mi vedi solo ora perchè la tua magia si è risvegliata da poco ed è la prima volta che chiedi aiuto strofinando la pietra, ma io ci sono sempre stato perciò non aspettarti che io sia ai tuoi ordini o qualcosa di simile. In quanto ai desideri ci puoi pensare da sola giusto?»
«Giusto, e se tu vieni da Lunaris allora saprai di certo cosa è successo!» esclamò Irene, sicura di aver appena trovato una preziosa fonte di informazioni che le avrebbe risparmiato ore di ricerche e avrebbe velocizzato la durata del piano delle Trix.
«Certo che so cos'è successo, anzi so molte più cose di quello che pensi, ma non credo sia il momento di rivelartele.» disse lo spettro con semplicità.
«E questo cosa vorrebbe dire?!» domandò con voce alterata Erin, che aveva spalancato la bocca per lo stupore.
«Dunque, di cosa hai bisogno?» riprese Sir Morgan, che aveva iniziato ad aggirarsi a mezz'aria tra gli scaffali, ignorando l'ultima esclamazione della ragazza.
«Non riesco a trovare un solo libro che possa essermi utile per decifrare la profezia.»
«Mmm, non dovrebbe essere difficile trovarne uno -ragionò lo spirito a mezza voce, mentre faceva scorrere i titoli dei vari volumi- Per esempio, dai un'occhiata a questo qui.»
Erin prese il tomo che lui le stava porgendo e una domanda le sorse spontanea «Tu puoi toccare ciò che ti sta intorno?»
«Quando voglio farlo, non sono un fantasma se è quello che stai pensando, ma posso assumerne le caratteristiche come posso assumere quelle degli umani. Vedi?» spiegò il Guardiano, diventando improvvisamente solido.
«Tuttavia ritengo che una forma evanescente sia più comoda.» aggiunse.
«Tu puoi dissolverti nell'aria?»
«Certamente, scoprirai che sono poche le cose che non posso fare.»
«Figo.»
«Dovresti migliorare il tuo linguaggio, signorina.»
«Oh avanti, non è poi così scurrile
Sir Morgan non rispose e Irene si concentrò sul tomo che aveva in mano “Come raccontare il futuro”.
«Dal titolo sembra uno di quei libri che si trovano nei mercatini delle pulci.»
«Non ti hanno mai insegnato a non giudicare un libro dalla copertina?»
La ragazza non replicò e iniziò a sfogliare le pagine ingiallite non del tutto convinta che potesse esserle utile; si dovette ricredere poco dopo quando incappò nel paragrafo “Decifrare una profezia”, sembrava quasi che l'avessero scritto apposta per lei. Senza pensarci due volte fece comparire il suo telefono e fotografò le pagine che le servivano. L'incantesimo di materializzazione che aveva spiegato Ediltrude durante la sua prima lezione era incredibilmente utile e dimostrava che non sempre c'era bisogno che facesse ricorso al suo potere per avere qualcosa.
«Non temi che vedendo tutte le foto che hai lì sopra qualcuno si insospettisca?» chiese lo spirito, memore di tutte le immagine salvate e scaricate da Irene, raffiguranti ogni qualsivoglia personaggio che le avesse suscitato un particolare interesse quando era sulla Terra.
«Non ci avevo pensato -ammise Irene- Ma non posso eliminarle tutte, alcune sono stupende.»
«Sai, ho sempre pensato che anche se sei originaria di un pianeta famoso per essere popolato da cattivi, il modo in cui idolatri quelle tre sia poco sano.»
«Ah no, mi rifiuto di sentire frasi del genere.» lo interruppe subito Erin, l'ultima cosa che voleva era una paternale riguardo quella questione.
«Dico solo che forse dovresti cercare di vedere le cose più obbiettivamente.» insistette Sir Morgan.
«Ho valutato la questione in modo abbastanza obbiettivo, è da una vita che lo faccio e non cambierò idea proprio adesso.»
«Come vuoi.» si arrese alla fine il Guardiano, facendo cadere il silenzio tra loro.
Dopo circa un'ora erano solo tre i libri davvero utili che avevano trovato perciò Irene, subito dopo aver inviato le informazioni essenziali alle Trix, decise che era il momento di tornare alla festa, lì non c'era più niente che potesse servirgli e non c'era motivo per cui si dovesse perdere l'ultima parte del ballo e, soprattutto, quello che aveva promesso al bel specialista che aveva conosciuto.
«Possiamo andarcene, non c'è più niente qui -disse Erin- Come ti faccio tornare qui dentro?»
«Non serve che tu mi faccia rientrare nell'anello.»
«Fammi indovinare: posso vederti solo io.»
«Precisamente.»
«Eh va bene, ma non sognarti di andare a scorrazzare liberamente in giro.» lo avvisò la strega.
«Non potrei allontanarmi troppo in ogni caso, sono legato alla Gemma Azzurra da un incantesimo.»
«Che incantesimo?»
«Non è ancora il momento per te di saperlo.»
«Oh no, sei uno di quei personaggi che sa sempre tutto, ma non dice mai niente. Ho indovinato?»
«Proprio così.» confermò Sir Morgan.
«Fantastico, sarà proprio un piacere averti attorno.»
«Più di quanto immagini.»
Detto questo i due si avviarono verso l'uscita, le orecchie ben tese nel caso in cui la signorina Barbatea avesse deciso di lasciare gli altri docenti per restarsene in compagnia dei suoi amati libri e fosse nei dintorni.
Seguendo il suono della musica e il vociare dei tanti ragazzi, Erin ritrovò con facilità il salone principale e, seguita dal Guardiano, iniziò a guardarsi intorno nel tentativo di trovare Aaron; dopotutto le era dispiaciuto di essere stata così fredda con lui, non sembrava un ragazzo tanto male e c'era da tenere in considerazione il fatto che si era mostrato disponibile nei confronti di una strega nonostante si trovasse circondato da fate che sarebbero state sicuramente più disponibili e cordiali.
Era così concentrata nella sua ricerca che non si accorse della persona davanti a lei e finì dritta dritta contro la schiena di uno specialista a lei ben noto, che si girò verso di lei con un'espressione molto infastidita stampata in volto.
«Attenta a dove metti i piedi.» ringhiò quello.
«Oh, ehm...scusami, Riven.»
Erin si maledì immediatamente per ciò che aveva appena detto.
Non puoi averlo davvero chiamato per nome; sei una grandissima idiota, Irene carissima pensò, mordendosi nervosamente il labbro.
«Come fai a conoscere il mio nome?»
«Io, ecco...» balbettò la ragazza, incapace di trovare una qualsivoglia scusa.
«Usa il tuo potere affinchè se lo dimentichi.» le suggerì Sir Morgan all'orecchio. Irene lo ignorò, voleva cavarsela da sola, non era la situazione più complicata in cui avrebbe potuto trovarsi e di sicuro le sarebbe venuto in mente qualcosa di buono.
All'improvviso ebbe un'illuminazione «Il fatto è che ho un amico che studia a Fonterossa e prima mi stava parlando di te e dei tuoi amici: ha detto che siete la migliore squadra di specialisti della scuola.»
Il ragazzo non sembrava convinto, ma accettò comunque la sua spiegazione, poi alzò i tacchi e se ne andò.
«Ci è mancato poco.»
«Già, se quel ragazzo prima non ti avesse invitata a ballare ora saresti nei guai.»
«Oh sta zitto.»
«Ma se non ho parlato.!»
La voce di Aaron interruppe lo scambio di battute tra Erin e il Guardiano, che, vedendo il ragazzo, decise di togliere il disturbo e, avvolto da un turbine di luce azzurra, rientrò nell'anello.
«Aaron.! -esclamò Irene leggermente imbarazzata- Non dicevo a te.»
«Meglio così -rispose lui prima di aggiungere- Caspita, mi sorprende che tu ti sia ricordata il mio nome.»
«Scusa per prima, ma sai: un'amica in difficoltà.»
«Ah, capisco, cose tra donne.»
«Se...quell'invito è ancora valido, a me farebbe piacere ballare.» disse la ragazza, abbassando leggermente lo sguardo.
«Certo che si.»
Erin sorrise, poi prese la mano che lo specialista le stava porgendo e lo seguì in mezzo alla pista; senza indugio Aaron le prese la mano destra e posò l'altra sul suo fianco sinistro, iniziando a muoversi a ritmo di musica. Era un ottimo ballerino, non doveva essere la prima volta che partecipava ad un evento simile ed era troppo bravo perchè avesse imparato i passi solo partecipando alla festa annuale di inizio corsi.
«Dunque -iniziò Irene per intavolare una conversazione- Com'è che sai ballare così bene?»
«Talento innato?» tentò lui, ma il sopracciglio inarcato della strega gli fece capire che come scusa non teneva.
«Allora?» insistette lei.
«Eh va bene -cedette lo specialista- Ho preso lezioni di ballo.»
«Ma davvero?» lo prese in giro Irene, alzando gli occhi per guardarlo in viso: era più alto di lei di almeno quindici centimetri, nonostante indossasse i tacchi e, abituata com'era a ragazzi che raggiungevano al massimo il metro e settantacinque, non poteva che farle piacere dover piegare di poco il collo per vederlo in faccia.
«I principi lo devono fare.» si giustificò lui, decidendosi a vuotare il sacco.
La notizia non colpì più di tanto Erin, sapeva che a Magix principi e principesse erano all'ordine del giorno e che probabilmente ne avrebbe incontrati parecchi, ma non resistette alla tentazione di infierire un po' su quello che sembrava un argomento spinoso per il ragazzo.
«Principe Aaron campione di ballo. Si, suona bene.» scherzò Irene, attirandosi un'occhiataccia da parte dello specialista.
«Se sei un principe non dovresti essere già promesso a qualche principessa vanesia e capricciosa?» chiese la strega, con l'immagine di Diaspro nitida nella sua mente.
«Per mia fortuna è a mio fratello che spetta questo onore, io sono solo il secondogenito.»
«Sarai contento.»
«Assolutamente si.»
«Comunque non capisco perchè voi reali siate sempre così scettici nel rivelare la vostra classe sociale, se si è importanti tanto vale dirlo, no?»
«Non è così semplice: ci sono persone che prendono in considerazione solo quella e non la persona in sé.» spiegò Aaron, ma venne subito contraddetto dalla ragazza «E tu lasciali fare: impara a distinguere quelli che sono puramente interessati al tuo portafoglio dalle persone che a te ci tengono davvero e poi sii tu stesso a sfruttarli. È semplice.»
«Caspita, da quanto tempo studi a Torrenuvola? Sembra di sentire parlare la Griffin.»
«Si tratta di strategia, se fossero più sveglie te lo potrebbero dire anche queste fatine.» precisò Erin.
«Prenderò in considerazione il tuo consiglio.»
«Tu, invece, da quanto studi a Fonterossa?» chiese Irene dopo qualche minuto di silenzio.
«Sono al terzo anno.»
«Se combatti bene la metà di come balli sarai di sicuro tra i migliori del tuo anno.»
«Ho avuto la mia buona dose di lezioni di scherma.» disse Aaron scherzosamente.
Il ballo dei due fu interrotto dalla voce della preside Faragonda, che era salita sul palco in fondo alla sala e adesso stava facendo un annuncio «Cari ragazzi e ragazze, è con grande piacere che vi presento una delle migliori cantanti che questa scuola abbia avuto l'onore di ospitare e che stasera ci allieterà con la sua musica. Ecco a voi: Musa.»
Una serie di applausi si levò nel salone, in particolar modo un piccolo gruppo al centro della stanza stava facendo sentire il proprio supporto nei confronti della fata di Melody con grida di incoraggiamento; non appena Musa afferrò il microfono calò il silenzio e subito partì la base della canzone, che Erin riconobbe immediatamente. Se c'era una cosa che le piaceva erano i testi delle sue canzoni, sempre che non esaltassero esageratamente il concetto di Winx.


 

L'amore non è un gioco
prima o poi lo capirai;
quando mi tieni stretta
sento il freddo tra di noi.


 

Iniziò a cantare Musa, accompagnata da cori sparsi qua e là; evidentemente non era la prima volta che si esibiva davanti agli studenti.


 

Troppe son le parole
sigillate nel tuo cuore,
no, non è facile amare te.


 

L'attenzione di tutti era rivolta a Musa, che, Erin doveva ammetterlo, aveva una voce in grado di incantare chiunque e riusciva ad assorbirti completamente.

 

Mi perdo tra i ricordi,
tra sorrisi e lacrime.
Se guardo nei tuoi occhi
io non so più chi sei.
Prova a lasciarti andare
solo per un momento
o sarà tutto inutile.


 

Il pubblico cominciava a scaldarsi ed erano sempre più le persone che si univano al coro generale, insegnanti compresi anche se in modo più impacciato.


 

Tu dimmi quando finirà
questo vivere a metà.
Mi prendi e mi lasci e poi
che sarà di noi?
Stavolta non mi fermerò,
la mia vita è un rock 'n roll.
Sentirai la mia canzone e capirai
cos'è l'amore, ma sarà tardi ormai.


 

Sul ritornello tutte le fate e gli specialisti stavano cantando e anche numerose tra le streghe si erano fatte coinvolgere dall'atmosfera gioiosa.

 

Smetti di giocare
e fammi sentire che
per te sono importante
quanto tu lo sei per me.

 

Le Winx avevano lasciato i loro ragazzi in mezzo alla pista per raggiungere Musa sul palco e, fatti comparire quattro microfoni, si erano unite a lei; Erin non potè non sbuffare, mentre alzava gli occhi al cielo: erano le solite esibizioniste.

 

Mi dico «Adesso basta!»
«Che cos'hai in quella testa?»
«Da oggi penserò più a me.»

 

«Fammi indovinare: non ti vanno molto a genio.» disse Aaron ad un certo punto, alzando il tono di voce per farsi sentire dalla ragazza.
«Come?»
«Dalla tua faccia deduco che Musa e le sue amiche non ti stiano particolarmente simpatiche.»
«Si nota tanto?»
«Nah, giusto un pochino.» rispose lui, ironizzando sulla parola pochino avvicinando tra loro il pollice e l'indice della mano destra.
«Non possono essere tutti loro fans, no?»
«Immagino di si.»
«Tu lo sei?» chiese Irene, inarcando un sopracciglio.
«Bhe, ci hanno salvati molte volte e in ogni caso sono brave persone.»
«Si, ma anche voi specialisti e le altre fate avete aiutato, non capisco perchè il merito sia andato solo a loro e poi, come dire, sono un tantino...egocentriche.» spiegò Erin, indicando con la mano il palco, dove adesso le cinque ragazze stavano improvvisando dei passi di danza.

 

Tu dimmi quando finirà
questo vivere a metà.
Mi prendi e mi lasci e poi
che sarà di noi?
Stavolta non mi fermerò,
la mia vita è un rock 'n roll.
Sentirai la mia canzone e capirai
cos'è l'amore, ma sarà tardi ormai.

 

«E non penso che tutte queste acclamazioni aiutino.» aggiunse, guardando con disapprovazione gli altri ragazzi nella sala.
«Tu pensa a goderti la musica e non pensarci.» disse lo specialista, prendendole la mano e facendole fare un giro su se stessa.
«Insomma, dovrei divertirmi e basta?»
«Esattamente, e credo che stia arrivando la canzone giusta per dimostrarti cosa so davvero fare sulla pista da ballo.»
Erin tese le orecchie e sentì partire in sottofondo le note di Unica”; nel momento in cui le Winx iniziarono a cantare varie coppie cominciarono a muoversi seguendo il ritmo e la strega, vedendo la richiesta di fare lo stesso negli occhi di Aaron, decise di ignorare il fatto che su quel palco ci fossero cinque delle sei fate che non sopportava e porse la mano allo specialista, permettendogli di farla volteggiare in mezzo al resto dei ragazzi presenti.

 

*


Dopo quel concerto improvvisato, mentre streghe e specialisti si stavano accingendo a tornare alle loro rispettive scuole, le Winx stavano chiacchierando amabilmente, sedute sui gradini davanti al portone del college insieme ai loro ragazzi.
«Mi sono divertita tantissimo.!» esclamò Stella, alzando le braccia al cielo.
«Sì, è stata una bella festa.» concordò Flora, la testa appoggiata alla spalla di Helia che stava giocando teneramente con una ciocca dei capelli della ragazza.
«Un po' mi mancano le nostre serate al Frutty Music Bar.» aggiunse Aisha.
«Musa, appena torna a Gardenia, potrebbe chiedere a Klaus se ha una serata libera per noi, che ne dite?» propose Tecna, la cui idea venne subito approvata dalle altre.
«Sì, certo.» disse la fata della musica senza troppo entusiasmo, prima di alzarsi e allontanarsi dal gruppo, sotto gli sguardi attoniti di tutti.
«Ma che cos'ha?» domandò perplessa la principessa di Solaria.
«Aisha, tu sai qualcosa?» chiese Flora, preoccupata che ad affliggere Musa ci fosse qualcosa di grave.
«Io no, non mi ha detto niente, ma forse Riven sì.» rispose la fata dei fluidi, lanciando allo specialista uno sguardo inquisitorio.
«Ma perchè ogni volta che ha qualche problema pensate sempre che c'entri io?» domandò esasperato lui.
«Non lo so, amico, forse perchè è così?» replicò Brandon con fare canzonatorio, ricevendo però un'occhiataccia da parte dell'altro specialista.
«In ogni caso non so cosa cavolo le prenda, non mi parla da giorni.»
«Stella, Brandon voi proprio non sapete nulla? Dopotutto abitate vicini.»
«No, Tecna, ma in effetti è da un po' che la vedo strana.»
«Forse dovremmo provare a parlarle.» suggerì Flora.
«Conoscendola, non credo servirebbe a qualcosa -la contraddisse, però, Aisha- Non si sfoga molto facilmente.»
«Quanto vorrei che Bloom fosse qui, lei sa sempre cosa fare in queste situazioni.» disse Stella, sospirando: le sembrava di non vedere la sua migliore amica da secoli, da quando era alle prese con gli insegnamenti per comportarsi come una vera principessa erano rare le volte in cui potevano incontrarsi e le loro chiacchierate le mancavano.
«Ragazze, lasciatele tempo e ve ne parlerà lei; se fosse qualcosa di grave di sicuro ve l'avrebbe già detto.» consigliò alla fine Timmy, seguendo sempre la strada della logica.
«Penso che Timmy abbia ragione, vedrete che le passerà e se non sarà così avrà voi pronte a consolarla.» aggiunse Helia, ponendo fine alla conversazione.


Musa intanto stava camminando per i corridoi di Alfea senza una meta precisa: doveva riflettere e per farlo aveva bisogno di rimanere da sola, voleva bene alle sue amiche, ma certe volte non era stando in loro compagnia che sentiva di poter risolvere i suoi problemi. Quando quella serata era iniziata credeva che sarebbe stata come tutte le altre: un modo per distrarsi e divertirsi insieme ai suoi amici, ma durante il concerto si era ritrovata a pensare a Riven e alla loro storia e il buon umore l'aveva abbandonata. Non sapeva più cosa volesse e il rapporto che aveva intrapreso con Stormy non faceva che confonderla ulteriormente: non aveva mai vissuto esperienze simili e il fatto che avesse riscoperto una passione, che ormai da tempo non sentiva più dentro di sé, proprio insieme alla strega delle tempeste la riempiva di dubbi; non riusciva a credere che l'unica persona in grado di farla sentire di nuovo se stessa fosse una delle tre streghe che si era impegnata a combattere per anni. Il pensiero che quello non fosse altro che uno stratagemma architettato dalle Trix per farla cadere in qualche trappola l'aveva sfiorata più volte, ma qualcosa le diceva che in ballo non ci fosse niente del genere e che l'unico motivo per cui era così sospettosa dipendesse semplicemente dai trascorsi tra lei e Stormy eppure, nonostante questo, riusciva a sentirsi meglio con lei che con lo specialista dagli occhi viola. Dal canto suo, Riven non aveva fatto niente per migliorare la situazione spiacevole che si era venuta a creare e continuava a comportarsi come un bambino capriccioso a cui sembrava essere tutto dovuto e Musa era davvero stanca dei suoi atteggiamenti; sapeva che la morte di Nabu era stato un duro colpo per lui, avevano stretto un forte legame e il mago di Andros era riuscito a capirlo quando nessun altro lo aveva fatto, ma la fata della musica era convinta che se lo avesse visto comportarsi in quel modo l'unica cosa che Nabu gli avrebbe detto sarebbe stata di darsi una svegliata e iniziare a comportarsi come una persona matura.
Ciò che scombussolava di più Musa, però, era il suo continuo desiderio di vedere la strega, che non la lasciava un solo secondo e che la mandava in confusione: era convinta che quella relazione fosse solo un passatempo, niente di più e invece si era trasformata in qualcosa di cui non riusciva fare a meno e non sarebbe stato un problema se non fosse che era tremendamente, assurdamente e incredibilmente sbagliato. Cosa avrebbero detto le Winx? Di certo non avrebbero approvato e lasciato correre come se niente fosse e lei non aveva intenzione di rovinare la loro amicizia solo per una cotta, eppure non credeva che si trattasse semplicemente di quello. Sentiva che c'era di più, ma non avrebbe saputo definirlo esattamente.
«Ma i concerti noiosi non vi stancano mai?»
Come a farlo apposta l'oggetto dei suoi pensieri si era appena materializzato dietro di lei e, appoggiata ad una parete, si guardava intorno con aria palesemente disgustata.
«Insomma, so che il numero di neuroni sommato tra tutte le fate raggiunge forse il numero tre, ma che siate in grado di sorbirvi una tale tortura è troppo da credere anche per me.»
«Ma sei completamente impazzita?! -esclamò Musa, ignorando il fatto di essere appena stata insultata- Ti rendi conto che qualcuno potrebbe vederti?»
«Per qualcuno intendi le tue amichette e i loro bambolotti qui fuori? Credevo fossero troppo impegnati ad amoreggiare per notare qualcosa.» replicò sarcastica Stormy.
«Entriamo qui dentro.» disse la fata di Melody, afferrando la strega per un braccio e trascinandola dentro l'aula vuota lì vicino.
La Trix si sedette sulla cattedra, accavallando le gambe e osservando con un'espressione enigmatica la ragazza.
«Si può sapere che cavolo ci fai qui?»
«Mi stavo annoiando e pensavo di divertirmi un po', ma le vostre canzoncine sono state anche peggio di quello che stavo facendo prima.» rispose la riccia, ripensando alle infinite discussioni di Icy e Darcy su quale fosse la mossa ideale per dare il via al loro piano e a come utilizzare le informazioni che Erin gli aveva inviato durante le sue ricerche nella biblioteca.
«E di cosa si trattava esattamente?» indagò Musa, avvicinandosi alla strega.
«Noiosi programmi di gossip di Magix. Sai quanto mi interessa sapere con chi si sposerà questa principessa o cosa indosserà per andare a cena quest'altra.»
«Mmm, quindi hai deciso di rischiare di farti vedere da una scuola piena di fate solo perchè sei troppo pigra per spegnere la televisione e trovare un altro hobby?»
«Ma io l'ho trovato.» disse Stormy, inarcando un sopracciglio con aria provocatoria e annullando definitivamente la distanza tra lei e la Winx cingendole la vita con le gambe e tirandola verso di lei.
Le sue parole, però, ferirono Musa in un modo che nemmeno lei riuscì a comprendere. Sentendosi definire un hobby, fu nuovamente travolta da un'ondata di dubbi e punti di domanda, ma decise di lasciarli da parte e godersi il momento. Avrebbe affrontato la sua crisi esistenziale in seguito.
«In ogni caso meglio dell'ultimo a cui ho partecipato.» aggiunse la strega delle tempeste.
«Intendi dire quello in cui hai cercato di uccidere mio padre per ricattarmi?»* chiese retoricamente la fata, allontanandosi un poco dall'altra.
«Una giornata nera.» fu il commento di Stormy.
«Perdonami se non ho lasciato che portassi a termine il tuo scopo.» disse la fata ironica.
«Dovrai fare di più per farti perdonare, le mie sorelle ridono ancora.»
«E quando mai fanno altro?»
«Come scusa?» domandò in maniera brusca la Trix.
«Niente, niente -si affrettò a rispondere Musa, declinando la domanda- Questo può essere sufficiente?» chiese poi, baciando la strega.
«So che puoi metterci più impegno.» bisbigliò a fior di labbra la strega.
«Allora forse così...»
Le due furono interrotte dalla voce di Riven, proveniente dal corridoio, che chiamava insistentemente il nome della fata.
«Sarà meglio che tu vada.» suggerì controvoglia la ragazza.
«Seccatore era e seccatore rimane.»
«Ma come, non eravate voi a volerlo dalla vostra parte?»
«Darcy lo voleva, non io. E non ho mai negato che fosse insopportabile.» disse Stormy prima di sparire dalla stanza con uno schiocco di dita.
Musa si passò velocemente una mano tra i capelli per assicurarsi che fossero in ordine poi uscì dall'aula e attirò l'attenzione dello specialista, che subito prese a farle domande «Cosa stavi facendo lì dentro? Le tue amiche sono preoccupate per te, dicono che è da un po' che ti comporti in modo strano e non sanno come aiutarti. Che ti succede?»
«Non mi succede niente, Riven; semplicemente sono stufa di stare insieme ad un bambinone viziato e cocciuto come te. Pensavo che avessi capito che comportarsi così non ti porterà da nessuna parte, ma tu continui a fare come se niente fosse e io non sono più disposta ad accettarlo.» rispose la fata tutto d'un fiato, dando voce a quello che si stava tenendo dentro da troppo tempo.
«Ehi, non c'è bisogno di scaldarsi tanto. Volevo solo sapere come stavi, ma se la pensi così allora è meglio che vada. Almeno rassicura le tue amichette perchè non la smettono più con domande inutili.» replicò duro Riven.
«Quando le persone si preoccupano per qualcuno all'infuori di loro stesse non è per forza una cosa inutile; so che per te è difficile da capire dato che sei un presuntuoso egocentrico, ma gli amici tengono gli uni agli altri.»
«A volte sei davvero impossibile, Musa. Se credi questo di me allora sarà meglio chiuderla qui perchè io non ne posso più di sottostare ai tuoi continui sbalzi di umore e tu non sei l'unica stanca di questa relazione.» gridò il ragazzo, prima di girarsi ed andarsene con passo decisamente infuriato. Che non gli venisse mai più in mente di provare ad aiutare una fata orgogliosa e testarda in vita sua.
Musa, rimasta immobile in mezzo al corridoio, non sapeva come sentirsi: da un lato era arrabbiata e dispiaciuta per quella discussione, dall'altro però si sentiva molto più leggera e le sembrava che un masso si fosse sollevato dal suo stomaco, forse era quella la risposta che stava cercando.

 

 

*molte volte in film e cartoni animati i geni vengono definiti come creature subdole, che pensano solo al loro interesse senza curarsi veramente di esaudire i desideri delle persone, ma anzi le sfrutterebbero per ottenere la libertà.
*la frase fa riferimento all'episodio “Lo spettacolo continua” della seconda stagione, puntata in cui Stormy interrompe il concerto di Fonterossa per vendicarsi di Musa a causa dell'umiliazione subita in uno scontro precedente tra le due e minaccia di uccidere suo padre.


NdA: dunque, che ne dite di questo capitolo? Mi sorprendo di aver scritto una parte così lunga con protagoniste le Winx, ma spero non vi sia dispiaciuta; in realtà senza Bloom sono quasi sopportabili.
Irene ha stretto una nuova amicizia e sembra che questo Aaron sia proprio un bravo ragazzo, mentre più misterioso è sicuramente Sir Morgan. Cosa pensate di questi due nuovi personaggi?
Ah, ci tenevo a precisare che nonostante quello che ho scritto su Riven in realtà a me come personaggio piace molto, ma erano le uniche cose possibili da scrivere in questo contesto. Nonostante continui a pensare che la coppia Stormy/Musa sia un azzardo mi piace sempre di più e mi ci sto affezionando, se avete qualche consiglio da darmi su come dovrebbero essere le dinamiche tra queste due fatemelo sapere ;-) Al prossimo aggiornamento.

   
 
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