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Autore: Katy123    08/05/2016    1 recensioni
"Tu vai a Chicago? Me se è già un miracolo che arrivi sana e salva al lavoro, come farai a vivere da sola e per giunta sotto copertura? E no, non sei James Bond, quindi non farti strani film mentali dove sei un'agente supersexy con tre pistole, due fucili e un cannone nella borsa."
"Nei miei film mentali ho anche una granata come fermaglio per i capelli" risposi.
"Ah ecco, così anche se dovesse esplodere per sbaglio non perderesti il cervello, visto che non ce lo hai più da molto tempo. Ammesso che tu ce lo abbia mai avuto..."
Sono Claire Morgan, ho 22 anni e un fratello con poca stima verso la sottoscritta... Diciamo pure inesistente.
Genere: Comico, Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò, gli uccelli cinguettavano e la luce inondava la mia stanza... No, questo non era decisamente il risveglio che ebbi quella mattina. La ragazza stava ancora cercando di sfondare la porta del mio appartamento quando raccolsi abbastanza forza di volontà per andarle ad aprire. Non pensai a come sarei potuta apparire all'erudita che mi stava davanti: aveva interrotto il mio sonno di bellezza, non meritava certo che perdessi tempo a darmi una sistemata per deliziare i suoi occhi.
Aprii la porta mentre lei continuava a martellare con le nocche sulla superficie di legno e per poco non mi bussò sulla faccia.
Cos'era, indemoniata?!
La guardai dall'alto al basso cercando di esprimere con lo sguardo tutto il fastidio che mi aveva procurato quella sua visita mattutina. Aveva circa 15 o 16 anni, forse era un'iniziata, ed era più bassa di me, anche se solo di qualche centimetro, ma la divisa blu che le circondava il fisico un po' paffuto non contribuiva certo a togliere, o almeno attenuare, quell'aria da bambina che emanava da ogni poro. 
"Allora, cosa ti ha fatto la porta per meritarsi questo?" chiesi accennando alla furia con cui stava cercando di entrare nel mio appartamento.
Lei arrossì violentemente e mi chiesi se non avesse adirittura qualche anno in meno rispetto a quelli che le avevo dato inizialmente.
"N-niente, signorina Morgan. Cercavo lei in realtà."
"Bene, adesso mi hai trovata."
"Sì ho notato... La signora Matthews mi ha chiesto di comunicarle che l'aspetta nel suo ufficio."
"Quando?"
"Adesso."
Mi sentii sbiancare: prima mi aveva fatto tirare giù dal letto alle... Non sapevo neanche che ore fossero, così mi girai a guardare l'orologio: le sei e mezza.
Come si poteva anche solo pensare di poter svegliare una persona a quelle ore indecenti?!
Ok, non aveva senso arrabbiarsi: ormai ero sveglia, il problema era rendersi presentabili per il primo giorno di lavoro in... Quanto? Cinque minuti?
"Dille che arrivo tra cinque minuti" annunciai alla ragazza, che in risposta scosse la testa.
"La signora Matthews ha detto SUBITO, non tra cinque minuti."
"Se la signora Matthews è sveglia a quest'ora..." mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non risponderle che si prenda un sonnifero!
Invece dissi solo: "Arrivo subito." E le chiusi la porta in faccia.
Poi la riaprii quasi subito e chiesi alla ragazza: "Dov'è che mi aspetta?"
La vidi sogghignare con un fare di superiorità prima di rispondermi: "Mi ha madato apposta perchè l'accompagni, signorina Morgan!" Sottolineò il mio nome in maniera fastidiosa, ma non avevo tempo per risponderle a tono... A dire il vero, non avevo neanche il tempo per respirare! 
Le sbattei la porta in faccia per la seconda volta e mi precipitai in bagno a lavarmi il viso. Mi guardai allo specchio e feci una smorfia al riflesso. I capelli non ne volevano sapere di restare lisci, così li legai in una coda e poi presi l'eyeliner cercando di fare una linea dritta: come mai quando si era di fretta, la linea sembrava essere stata tracciata durante un terremoto? 
Presi lo struccante e la sistemai prima di esagerare con il nero e farmi due occhi effetto panda e con un po' di mascara ero pronta.
No, aspetta... Mi guardai i vestiti e notai di essere ancora in pigiama. Fissai ripetutamente l'orologio (mancavano ancora 2 minuti) e il mio pigiama e mi precipitai nella cabina armadio.
Mi guardai intorno: blu, blu, blu... E la divisa?! Come avrei fatto a trovarla?
Aprii un po' di cassetti e alla fine la trovai dietro l'anta del secondo armadio. La indossai in fretta e furia e osservai il mio riflesso allo specchio. Era molto semplice: una gonna che arrivava appena sopra il ginocchio, una camicia e una giacca. Tutto rigorosamente blu. Era il mio colore preferito, ma vederlo dappertutto mi cominciava a dare la nausea.
Mi fiondai alla porta e vidi la ragazza che mi aspettava con le braccia incrociate. Mi rivolse uno sguardo annoiato e mi analizzò dall'alto al basso, come se fossi un topo da laboratorio.
Cominciavo davvero a considerare la possibilità di lanciarla fuori dalla finestra e tornare a dormire, facendo finta che nessuno fosse mai venuto a svegliarmi alle sei e mezza.
Stavo ancora assaporando quell'idea quando, finita la sua analisi, la ragazza mi chiese: "Allora andiamo?" 
"Sì, certo. Non vedo l'ora" sussurai l'ultima frase e lei si girò a lanciarmi un'occhiataccia. 
"Cosa stai borbottando?" 
"Che devo chiudere la porta" mentii mentre scattava la serratura.
Ci avviammo lungo le scale e mentre seguivo la bamb... ragazza, ebbi modo di guardarmi intorno e cercai di imprimere nella mente tutti quei corridoi che attraversavamo, missione quasi impossibile visto che, per quanto facessi vagare lo sguardo, non si vedeva un colore diverso dal blu da usare come punto di riferimento. Ero talmente persa nei miei pensieri che per poco non andai addosso alla mia guida, che si era bloccata davanti a una porta. Bussò e dopo pochi secondi sentii una voce dall'interno: "Avanti!" La porta si aprii in quello che doveva essere il laboratorio principale degli eruditi, quello più grande della fazione. Era il triplo del mio appartamento e le pareti erano coperte da scaffali contenenti fascicoli e liquidi di tutti i colori. 
Finalmente qualcosa diverso dal blu! Pensai prima di spostare lo sguardo verso il grande tavolo grigio dove erano chinati una decina di scienziati intenti a gesticolare tra loro. 
"Ho accompagnato la signorina Morgan, come richiesto" annunciò la ragazza che mi aveva buttato giù dal letto. 
"Ti ringrazio, Agnese. Puoi andare." La ragazza fece un breve cenno alla donna e si chiuse la porta alle spalle. 
"Claire, mi dispiace averti svegliato così presto, ma ho fatto dei progressi notevoli con il siero degli intrepidi."
 HA fatto? David le ha fatto credere di averlo sognato di notte o cosa? 
"Ottimo" dissi cercando di mantenere un tono della voce neutro. 
"Ho letto le schede che mi avevi mandato e ho creato un'ampolla con gli ingredienti che indicavi. Avevi ragione, gli effetti collaterali che avevo riscontrato nel mio siero sono svaniti. Adesso dobbiamo testarlo e metterlo a punto prima di provarlo sugli intrepidi, ma il risultato del test è promettente!" 
Certo che è promettente, ci ho lavorato per anni! 
"Cominceremo subito con i test: l'altro gruppo arriverà alle otto, quindi abbiamo quasi un'ora e mezza per lavorare indisturbati. Perry mi dovrà mostrare i risultati del suo ultimo esperimento, ma mi assenterò al massimo per mezz'ora" ci rassicurò Jeanine. 
E io che pensavo di poter tornare a dormire... Feci un sorriso affettato e cominciai a lavorare insieme agli altri eruditi. 


Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo... Spero vi piaccia ;) baci,
Katy
   
 
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