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Autore: Enedhil    08/05/2016    1 recensioni
È il primo Marzo dell'anno 3019 della Terza Era della Terra di Mezzo. La notte è scesa su Minas Tirith e il nuovo Re di Gondor, dall'alto delle mura, è in attesa di quell'alba che darà inizio al suo regno. Ma non è solo. Al suo fianco, come sempre, l'amico che l'ha accompagnato fino a quel momento e che, ancora una volta, gli terrà la mano ricordando con lui il loro passato, prima che il nuovo giorno cominci.
[Prima parte della serie "Dall'Oscurità Alla Luce"]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Eomer, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dall'Oscurità Alla Luce'
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~ 9 ~

La notte era appena scesa sul regno di Gondor quando una figura alta ed esile lasciò le stalle, portando con sé due cavalli già sellati e pronti alla partenza.
Si guardò attorno e furtivamente raggiunse una strada secondaria dove si fermò, in attesa. Da sotto il cappuccio del mantello di fattura elfica che indossava, si potevano scorgere due vigili occhi blu e delle lunghe ciocche di capelli biondi che gli ricadeva sul petto, sulla tunica verde con ricami dorati che aveva portato durante la Missione dell'Anello.
Arod... ancora un momento!” bisbigliò, quando l'animale dal mantello candido come la neve nitrì impaziente e di lì a poco aggiunse: “Ci stiamo nascondendo come dei ladri! Pensavo che Gandalf fosse a conoscenza della nostra partenza.”

Al sorgere del sole, certo,” mormorò allora la seconda figura incappucciata appena giunta in quel luogo. “Ma anticiparla non può far altro che evitarci dei saluti e dei convenevoli non necessari.”

L'uomo raggiunse l'amico e prese dalla sua mano le redini del destriero scuro, accarezzandone il muso mentre con lo sguardo controllava le provviste e l'equipaggiamento.
Avresti dovuto portare anche il mio arco.”

Ho il mio... e tu la tua spada,” ribatté l'elfo sorridendo.“Non stiamo andando in battaglia, sono solo tre giorni a cavallo verso nord, se le indicazioni che ha ricevuto Gandalf sono corrette, risaliremo l'Anduin e incontreremo le due delegazioni prima di raggiungere la foresta di Fangorn.”

Beh, non possiamo mai sapere cosa ci riserva il futuro!” replicò Aragorn, spostandosi all'indietro il lungo mantello scuro per poi mettere un piede nella staffa e salire a cavallo. “Possiamo fermarci oltre i confini di Gondor e riposare fino al sorgere del sole, ma almeno per quell'ora saremo lontano da qui.”

Quindi stiamo fuggendo,” mormorò tra sé Legolas, scuotendo la testa divertito prima di salire a sua volta sul proprio destriero. “Non devo aspettarmi di essere accusato di rapimento, vero?” sentì la risata dell'amico e lo osservò. Con addosso quegli abiti semplici ed usati centinaia di volte sembrava essere tornato il ramingo che aveva conosciuto nelle Terre Selvagge in un tempo ormai remoto, quel ragazzo che voleva fuggire lontano dalla verità che gli era stata da poco rivelata. Ed ora, dopo oltre sessant'anni e una vita di scelte, era ancora lì, davanti a lui, nella trepida attesa di partire verso qualcosa di ignoto per eludere un'ultima volta quel Destino ormai certo.
Questo non significa sì... spero,” si chinò in avanti sul collo dell'animale per poter scorgere il suo viso sotto al cappuccio, “perché non sarebbe astuto presentarti da mio padre con la falsa accusa di...” ma si fermò all'improvviso e il sorriso sulle sue labbra mutò in un'espressione piacevolmente meravigliata. “Cosa hai fatto al tuo viso?”

Qualcosa di sciocco che serviva al mio spirito per tornare a ciò che ero,” rispose l'uomo passandosi una mano sul mento liscio da poco rasato. “So che lo trovi futile e che non è dell'aspetto esteriore che dovrebbe importarmi... avanti, puoi ridere ora!”

Non lo farò,” gli sussurrò l'elfo sporgendosi verso di lui con un sorriso incoraggiante. “Molti anni sono passati dai giorni in cui il tuo pensiero di prima mattina era quello di curare il tuo viso, ma se questo ti può aiutare a ritrovare quella serenità che splendeva nei tuoi occhi a quel tempo,” allungò una mano la posò sulla sua guancia,“io non ti giudicherò. Vedo ancora sul tuo volto quello del giovane incauto e temerario che sei stato.”

Stai dicendo che... quel giovane era rimasto nascosto sotto la mia barba?”

Sto dicendo che sei ancora quel giovane, Aragorn! Lascialo libero di condurti.”

Allora partiamo!” esordì il futuro re di Gondor con un sorriso deciso. “Non facciamo aspettare tuo padre o come al solito darà la colpa a me!”

Con quelle parole e un'espressione serena sul viso, i due amici partirono al galoppo. Superarono le porte della città e proseguirono ininterrottamente per tutta la notte e per gran parte del giorno seguente. Le uniche soste obbligate furono quelle per far riposare i cavalli e per sfamarli, perché entrambi sembravano non sentire la fatica e la stanchezza del viaggio. Quando calò la notte però raggiunsero una radura e lì accesero un fuoco, restando per diverse ore a parlare davanti ad esso, prima che l'uomo si addormentasse. L'elfo rimase invece ad osservarlo fino al sorgere del sole, perso nei pensieri che potevano dare nuovo vigore al suo spirito. All'alba si rimisero a cavallo e proseguirono verso la meta prevista. E nel pomeriggio del terzo giorno, mentre costeggiavano l'Anduin in vicinanza di Fangorn, sul viso del principe del Reame Boscoso apparve un sorriso radioso.

I vessilli del mio popolo si stagliano verso il cielo come lance di prezioso smeraldo e accanto ad essi, quelli di Lórien riflettono la luce di Anor. Siamo infine giunti!”

Le indicazioni di Gandalf erano quindi corrette!” ribatté Aragorn guardando in lontananza senza però scorgere niente di quello descritto dall'amico.

Corri Arod... il mio cuore freme nel desiderio di riabbracciare la mia gente!”

L'uomo restò qualche momento fermo a guardare il compagno che spronava il cavallo partendo rapidamente in quella direzione, e non poté fare a meno di riflettere sul fatto che Legolas parlasse di rado del proprio popolo, come se fosse un suo modo per affrontare la lontananza durante i lunghi viaggi. Ma era indubbia la sua gioia nei momenti in cui poteva restare a contatto con gli altri Elfi; l'aveva potuto notare in quell'anno passato a combattere al suo fianco per lo più nei regni degli Uomini. Aveva visto il suo viso illuminarsi quando erano stati accolti a Lórien e quando il compianto Haldir era giunto al Fosso di Helm con l'esercito mandato in nome dell'Antica Alleanza.
E per un attimo il pensiero di cosa avrebbe fatto Legolas negli anni a venire, durante i quali gli Elfi avrebbero continuato a lasciare la Terra di Mezzo, gli attraversò la mente, ma poi come per proteggere se stesso, lo allontanò e spronò Brego a seguire l'amico.

Quando raggiunse la radura, vide davanti a sé le due delegazioni di Lórien e Bosco Atro riunite insieme in un piccolo accampamento. Oltre venti Elfi per parte presenziavano a quel Consiglio ma solo i due sovrani erano in piedi all'entrata della tenda posta al centro, elegantemente vestiti coi colori e i ricami della propria gente.
Celeborn di Lothlórien e Thranduil del Reame Boscoso attendevano in silenzio che il figlio di quest'ultimo, appena sceso da cavallo, giungesse da loro.

Legolas affrettò il passo solo per fermarsi prima di raggiungere il proprio padre e chinare la testa in segno di rispetto nei confronti dell'altro Signore degli Elfi.

Ci siamo già incontrati, Legolas Thrandulion,” sentenziò Celeborn con un sorriso. “Quindi lascerò che sia tuo padre a raccontarti ciò che è appena stato deciso perché grande e inaspettata è la sua gioia nel rivederti in questo luogo!” fece un cenno col capo e si voltò, incamminandosi verso l'altro visitatore che era appena giunto.
Lo attese a pochi passi di distanza dalla tenda e quando Aragorn scese da cavallo per raggiungerlo lo fissò per un lungo momento negli occhi.
Non attendevamo la venuta del Re di Gondor ma non possiamo che essere lieti nel constatare che in questi tempi la nostra Alleanza è ancora onorata.”

È per me un onore essere qui,” disse l'uomo, portando una mano alla fronte in segno di saluto per poi guardarlo. “Non è ancora avvenuta la mia incoronazione ed è per questo che mi è stato possibile allontanarmi dai miei doveri.”

Con grande rammarico di Gandalf per quanto possa immaginare!” mormorò Celeborn, accennando un sorriso prima di osservarlo però con più curiosità come se scrutasse nel suo spirito attraverso i suoi occhi. “Hai trovato la tua strada Elessar e posso vedere dentro di te la lealtà che unisce il mio popolo al tuo. Non dimenticare mai il dono che hai ricevuto!” Notò la sua espressione confusa e gli mise una mano sulla spalla, indicandogli poi la tenda. “Ora va, è necessario che anche tu sappia, benché siano decisioni che vanno oltre il tuo potere.”

Aragorn annuì, pur non comprendendo appieno le sue affermazioni e guardò in quella direzione, fermandosi però a qualche passo di distanza quando vide Legolas abbracciare il padre. Si ricordò di quando vide per la prima volta il sovrano di Bosco Atro. Tanto simile al figlio per eleganza, fierezza e portamento, eppure tanto diverso. Lunghi capelli biondi incorniciavano il viso esile dagli zigomi pronunciati, occhi azzurri freddi ma al tempo stesso comprensivi e labbra sottili che spesso aveva visto incurvarsi in sorrisi sarcastici, quando alla sua attenzione venivano portati i comportamenti inadeguati compiuti da Legolas a causa dell'amicizia che li legava.
Ed anche in quella circostanza gli sembrò di scorgere uno di quei sorrisi ironici e rassegnati quando, nel lasciare il figlio, incrociò il suo sguardo.

Oh... e dunque il nostro Aragorn ti ha accompagnato lasciando il trono sul quale, dopo lunghi e perigliosi anni, ha finalmente deciso di sedersi!”

Non sono ancora stato incoronato,” replicò subito Aragorn con un tono risoluto per poi aggiungere però, chinando la testa, “sire.”

No davvero!” mormorò Thranduil, osservandolo da capo a piedi. “O il tuo aspetto sarebbe ben diverso.” Sospirò. “Sembri ancora quel giovane Uomo che allontanava mio figlio dai suoi doveri per trascinarlo nelle sue avventure ai confini del regno.”

Ada... (Padre)” intervenne subito Legolas, cercando l'indulgenza del padre con lo sguardo.

E sia... seguitemi entrambi, abbiamo molto di cui parlare.”

Con quelle parole il sovrano di Bosco Atro entrò nella tenda, seguito da Aragorn che, passando davanti all'amico sussurrò:
Ora mi riprenderà perché non ho legato il cavallo!”

L'elfo cercò di trattenere una risata e lo seguì, fermandosi poi a fianco dell'uomo, al centro di quella zona delimitata per consentire ai due sovrani di discutere al riparo da distrazioni.

Devi sapere,” iniziò allora Thranduil, facendo dei lenti passi con le mani unite dietro la schiena, “che siamo giunti a molte decisioni quest'oggi. Il nostro reame è stato invaso mentre eri lontano e dopo una lunga battaglia e grandi incendi ne siamo usciti vittoriosi... ma a quale prezzo!” guardò il figlio e vide la sua espressione angosciata. “Non rammaricarti perché ciò che è stato fatto era necessario e il sacrificio di pochi ha permesso alla tua gente di rivedere la luce. Per nostra decisione il nome di Bosco Atro viene mutato, da questo momento e per tutte le Ere a venire, in Eryn Lasgalen, Bosco di Foglieverdi, ed il mio regno si estenderà a tutte le regioni settentrionali, sino alle montagne che si ergono nella foresta. Celeborn, per sua scelta, diventa padrone della parte meridionale del bosco, a sud degli Stretti, e verrà chiamata Lórien orientale. Agli Uomini dei Boschi viene infine donata la foresta nel mezzo.” a quel punto si fermò in silenzio, spostando lo sguardo sui due presenti.

Ho compreso,” bisbigliò Legolas, stringendo però i pugni lungo i fianchi, “ma il mio cuore non potrà gioirne fin quando non sarò a conoscenza delle condizioni in cui versano i miei amici. Te ne prego, dimmelo ora!”

Dei tuoi amici più cari, in molti hanno combattuto e hanno avuto salva la vita. Ma alcuni di essi sono stati feriti.” Fece un passo verso il figlio per guardarlo negli occhi. “Ferydir ha subito dei danni ad un braccio ma è stato guarito e Thamais si sta riprendendo da delle fratture. Chi si è battuto con più ostinazione e audacia è stato Lanthir, e lui è stato ferito più gravemente, alla spalla e ad una gamba. Temevamo ne perdesse l'uso ma come sai, il suo spirito è forte e sta lottando con tenacia.”

Aragorn abbassò lo sguardo con un pesante respiro quando udì quelle parole. Conosceva quegli elfi e sapeva bene quanto Legolas fosse legato a loro, quindi poté subito immaginare quanto l'amico stesse soffrendo per l'accaduto, ed infatti percepì il dolore nel tono della sua voce quando rispose al padre.

Non c'è niente che possa fare?”

Sarà il tempo a decidere per loro,” ribatté il sovrano del Reame Boscoso dopo aver scosso la testa. “Ogni erba medicinale e ogni nostro potere è stato usato per favorire la loro guarigione, ora è tutto nelle mani dei Potenti.” Lanciò un'occhiata all'Uomo e poi sospirò, facendo qualche passo lento come se gli servisse per riflettere, prima di mormorare: “Agli Elfi non è concesso di agire in altro modo, ma la mia memoria ricorda i doni che Essi, nella loro infinita saggezza, hanno dato ad alcuni appartenenti di altre razze.” Si fermò, dando le spalle al figlio. “Se solo tu conoscessi un grande Re degli Uomini le cui mani, come narra la leggenda, sono dotate del potere di guarire...”

Caim o Aran, caim o nestad (Mani di Re, mani di guarigione)” sussurrò subito l'elfo, spalancando gli occhi, prima di voltarsi verso l'uomo al suo fianco. “Puoi farlo?”

Aragorn deglutì, spostando rapidamente lo sguardo dall'amico al sovrano che a sua volta, in quel momento, s'era voltato nuovamente verso di lui e lo stava fissando.
Posso provarci, sì!”

Ne hai la certezza?” gli disse Thranduil con tono grave. “Da quando hai messo piede nel mio regno non hai fatto altro che portarmi affanni. Sarà questa la volta in cui riscatterai i tuoi debiti?”

Ada, non puoi incolparlo di ciò che non grava sulle sue spalle!” intervenne Legolas mettendosi tra loro due in un gesto di protezione nei confronti del compagno. “Ci è sempre stato fedele e se non fosse stato per lui, quest'oggi tu non avresti avuto un figlio da abbracciare. Devi concedergli la tua fiducia!”

Io... non posso averne la certezza, sire,” esclamò Aragorn, guardando oltre la spalla di Legolas per incrociare gli occhi di Thranduil, “perché mai ho posato le mie mani su un Eldar, ma ho potuto dare il sollievo e la guarigione a Uomini e Mezzuomini e dunque vi chiedo di... concedermi la possibilità di tentare perché devo a voi, al vostro popolo e principalmente a vostro figlio, la mia vita e se questo è un modo per sdebitarmi anche solo in parte del dono che ho ricevuto, allora è mio dovere agire coi poteri che ho in mio possesso.”

Il sovrano del Reame Boscoso restò in silenzio per un lungo momento, guardando fisso negli occhi l'uomo alle spalle dell'altro elfo e aggrottò le sopracciglia sorpreso, quando gli parve di scorgere una scintilla mai vista prima in quell'azzurro limpido e sincero che ben conosceva.
Trovo difficile credere che mio figlio abbia avuto salva la vita per merito di un tuo gesto.”

Ada non puoi parlare così!” lo interruppe all'istante Legolas, alzando la voce, ma venne fermato da un sorriso accennato dal padre per dimostrargli la propria comprensione.

Mentre non dubito che lui sia intervenuto più volte per proteggere e salvare quella del suo più caro amico, considerato il fatto che quell'istinto non si affievolisce nemmeno di fronte alle parole del proprio padre!”

In ogni modo in cui un uomo poteva essere salvato, mio signore,” disse Aragorn dolcemente senza riuscire a nascondere un sorriso.

Lo vedo... ed è per questo che acconsento.”

Thranduil mise allora una mano sulla spalla del figlio e lo allontanò di qualche passo dall'amico per potergli parlare.
Fa in modo che non mi possa pentire dell'idea che io stesso ti ho dato,” gli bisbigliò, lanciando un'ultima occhiata ad Aragorn prima di portare l'attenzione su di lui. “Attraversa il fiume, ai margini della foresta incontrerai i Guardiani e loro vi scorteranno alle tende che sono state preparate per la Benedizione del Bosco.”

Non si svolge tra oltre un mese?”

È di buon auspicio per onorare le decisioni che sono state prese quest'oggi e per rinnovare la Foresta con la luce che gli è stata tolta durante le battaglie. Troverai tutti i tuoi amici in quel luogo. Conduci Aragorn da loro e speriamo che possa portare il giovamento promesso. Solo una cosa ti chiedo: non farlo partecipare! Non è più il giovane che ha assistito a quei riti anni fa, è un Re ora e il suo spirito è forte. La sua mente potrebbe ricordare ciò di cui ai Mortali non è concesso avere memoria.” Vide lo sguardo del figlio cercare quello dell'amico e sospirò. “Ma non posso avere la sicurezza che obbedirai alle mie parole perché nei suoi occhi ho scorto quello che mai avrei voluto vedere in un Uomo e tanto meno in uno della sua stirpe.” Ritrovò subito la sua attenzione e lo vide stringere le labbra nervosamente. “La luce di mio figlio ha dato nuovo splendore allo spirito di un Mortale. Lo stesso Mortale che avrà come sposa la figlia di Elrond Mezzelfo. A quali grandi opere è destinato costui a cui i Potenti concedono tali immani privilegi?” Fece un profondo respiro e gli indicò con un cenno del capo l'entrata della tenda. “Ora andate perché a tali interrogativi non posso trovare risposta. Ci abbracceremo di nuovo quando tornerai alla tua casa.” gli sorrise e alzò una mano, accarezzandogli teneramente una guancia.

Legolas rispose al sorriso e socchiuse la palpebre a quel gesto amorevole, ma poi lo fissò intensamente negli occhi senza bisogno di aggiungere altro a parole e con un cenno del capo si voltò ed uscì dalla tenda.

Aragorn, che aveva osservato in silenzio la scena, seguì con lo sguardo l'amico e fece per seguirlo mormorando in segno di saluto.
Sire...” Ma prima di lasciare la tenda udì la voce di Thranduil.

Tu sarai un grande Re, Aragorn, figlio di Arathorn, ti innalzerai sopra ogni altro Uomo che ti ha preceduto e porterai con te l'onore e la gloria dell'Alleanza che ha unito i nostri popoli. Mio figlio ha sempre visto giusto in te.”

Gli sorrise con un'espressione colma di gratitudine per quelle parole che mai avrebbe pensato di udire da lui.
Quando lasciò quel luogo, vide il compagno già in sella e pronto a partire, così si diresse a sua volta verso il proprio destriero e montò.
Di cosa avete discusso? Non stavate parlando di me alle mie spalle, vero?”

No... non proprio,” rispose Legolas accennando un sorriso. “Ma ora seguimi, dobbiamo raggiungere il guado e attraversare il fiume!” e così dicendo partì al galoppo.

Restarono entrambi in silenzio, persi nei propri pensieri, fino a quando raggiunsero la sponda orientale, ed allora il futuro re di Gondor si accostò all'amico che aveva rallentato l'andatura del proprio cavallo.
E quindi andremo alla ricerca dei tuoi amici, ora. Tuo padre ti ha detto dove trovarli?”

Sono anche tuoi amici, non lo rammenti? Forse alcuni più di altri.”

So a chi ti stai riferendo e per essere sincero è l'unico che non desidero curare!”

Bugiardo!” rise divertito l'elfo. “Ti sei sempre battuto con lui a parole più che con me ma sono certo che in fondo al tuo cuore lo consideri tanto amico quanto lo è per me.”

Non ho mai agito da solo! Lui chiedeva il rispetto che non concedeva! È ingannevole e sleale! E non sono mai riuscito a sopportare la sua presenza oltre il tempo necessario per un saluto.”

Quante menzogne una dopo l'altra, Estel,” mormorò divertito, scuotendo la testa con fare rassegnato. “È stato un insieme di circostanze a farti credere tutto ciò ma sono convinto che se poteste essere sinceri l'uno con l'altro, la vostra insistente lotta si placherebbe.”

Ho lottato con lui dal primo momento che l'ho visto. Non potrei immaginare un nostro incontro diversamente!”

Il primo momento... intendi a palazzo, quando vi ho fatto conoscere?” gli chiese Legolas lanciandogli un'occhiata, consapevole che l'amico non gli avrebbe risposto sinceramente.

Difatti Aragorn guardò in lontananza prima di mormorare:
Sì... certo... da quella volta non sopporto quell'elfo arrogante, superbo e permaloso!”
Una verità che ancora non era riuscito a rivelargli, nonostante fossero passati oltre sessanta lunghi anni da quel giorno in cui si era imbattuto in quell'elfo al suo arrivo nel Reame Boscoso. Una notte che a volte sembrava aver dimenticato ma che si faceva di nuovo vivida quando, per una ragione o per l'altra, si finiva a parlare di lui.

Quante volte te l'ho ripetuto?” iniziò allora Legolas, cercando di nascondere ancora una volta la delusione nel non sentire quella verità di cui già era a conoscenza ma che non aveva mai udito dalle labbra dell'uomo. “Lanthir è uno spirito libero della Foresta Selvaggia, concepito durante una delle antiche Benedizioni dei Boschi. È indomito e altero, un guerriero capace di atti di estremo coraggio in battaglia e di infinito amore e passione con coloro che sceglie come compagni.”

Hai mai... con lui...” iniziò Aragorn come sovrappensiero, scuotendo poi la testa nervosamente. “Niente, dimenticalo.”

Non gli è permesso richiedere la mia attenzione,” rispose comunque l'elfo con un sorrisino. “Resto comunque il suo principe e non oserebbe mai cercare la mia compagnia nel suo letto... o da qualche altre parte.” Gli lanciò un'occhiata cercando di incrociare i suoi occhi ma in quell'istante stesso, l'uomo abbassò lo sguardo, fingendo di guardare altrove. “Potrebbe solo accettare nel caso in cui fossi io a richiederlo come amante, ma da dove proviene questo tuo interesse?”

Niente, solo... curiosità derivata dalle tue parole, nulla di più.”

Certo. Ad ogni modo conosco alcune fanciulle e giovani elfi che hanno condiviso dei momenti con lui, ma non ho esperienze personali che lo riguardano. Ti dovranno bastare i racconti che lui stesso mi ha fatto.”

Oh, ti ha confidato quelle... avventure?”

Legolas si morse il labbro per non scoppiare a ridere perché, sebbene il discorso si stesse facendo alquanto imbarazzante, lo divertiva il vedere fino a che punto l'amico si sarebbe spinto senza rivelare quel piccolo segreto che ancora gli voleva nascondere.
Estel, mi sembri tornato a quando avevi solo venti anni mortali e il tuo interesse era spinto alla conoscenza dell'amore fisico dopo il tuo incontro con Arwen a Imladris!” sorrise dolcemente. “A quel tempo non facevi altro che riempirmi di domande sul nostro modo di amare e sugli atti di passione carnale che compiamo.”

Ero giovane e stupido,” ribatté Aragorn, questa volta però ridendo debolmente e guardando verso il compagno. “Prima di giungere qui mi ero imbattuto in ogni genere di persone, di locanda in locanda, e la mia mente era confusa tanto quanto il mio corpo di ragazzo che si era risvegliato nel vedere l'avvenenza di una dama appena giunta a Granburrone.”

Ed ora quella dama diventerà la tua sposa, quindi il tuo corpo aveva visto giusto a quel tempo.”

Possiamo dire così... seppur non sia stato tanto fedele quanto lo è sempre stato il mio cuore.”

Legolas chinò la testa di lato per osservarlo e avvicinò il cavallo al suo, come se quella discussione richiedesse più segretezza.
Quando vi unirete in matrimonio, il tuo spirito amerà di nuovo per la prima volta e lo stesso farà il tuo corpo.” Riuscì ad incrociare i suoi occhi e proseguì. “Possiamo amare in molti modi, Aragorn, e concedersi ai desideri fisici non deve essere una colpa quando viene fatto con convinzione e per oneste ragioni. Puoi dare il tuo corpo a qualcuno e sentirti appagato ma continuare a provare quell'insoddisfazione dentro di te... un vuoto che si colmerà soltanto quando al tuo fianco avrai la persona che ti è stata destinata. Ed allora non sentirai più il bisogno di cercare altrove.”

L'uomo gli sorrise dolcemente ma poi riportò lo sguardo avanti a sé.
E come posso sapere che è lei quella persona? Già una volta ne ho dubitato... e se mi stessi sbagliando?”

Il tuo cuore e il tuo corpo l'hanno scelta tempo fa, questo è certo! Puoi aver dubitato e esserti concesso dei desideri carnali ma quando sarai unito a lei, non vorrai più nessun altro, perché...” Lelfo si fermò qualche istante respirando intensamente. “Sentirai il suo spirito scorrere dentro di te in un'accecante bagliore di passione che rapirà ogni singola fibra del tuo essere... e ti sentirai completo, perso nella devozione per quel corpo che starai abbracciando. E nessun altro corpo, ai tuoi occhi, avrà più la stessa seducente luce.”

Aragorn restò a fissarlo, sbalordito dalla capacità delle sue parole di penetrargli nell'anima e farlo vibrare nell'attesa di ciò che l'elfo aveva appena descritto.
Non ho mai sentito nessuno parlare in questo modo,” sussurrò con un tono roco, quasi soffocato dai respiri rapidi che non riusciva a controllare. “Una tale passione per qualcosa che mi è sempre sembrato così semplice e istintivo... ma le tue labbra l'hanno reso come l'avverarsi di un sogno fatto di carne e seduzione.” Cercò inutilmente di controllare il battito irregolare del proprio cuore. “Non so come sia possibile ma hai risvegliato il mio corpo e il mio cuore solo con le tue parole ed ora il desiderio che quel momento giunga è ancora più ardente!”

Legolas venne rapito dal suo sguardo per un lungo momento, come perso in quelle emozioni che il compagno gli aveva appena confidato, poi di colpo chinò la testa con un'espressione frastornata.
Ti chiedo perdono, io non... non me ne sono reso conto, forse l'avvicinarsi delle mie terre mi ha per un attimo disorientato, riportandomi con la mente a quelle discussioni ormai passate.”

Non l'hai mai descritto in questo modo... o la mia memoria non l'avrebbe dimenticato tanto facilmente!”

Perché a quel tempo le tue angosce erano ben diverse,” ribatté, allungando una mano per accarezzare la criniera di Arod. “Ma ricorda che sono infiniti i modi per unirti a qualcuno.
Puoi concedere il tuo corpo una notte e andartene all'alba, come puoi farlo per tutte le sere successive e allo stesso modo ripartire la mattina senza rimorso. Oppure ad ogni sorgere del sole sentire il desiderio irrefrenabile di tornare dalla persona che hai lasciato... o passare con questa quella sola notte in cui Terra e Cielo si incontrano per dei momenti di pura estasi, in cui ogni altro ricordo svanisce e, al confronto, ogni singola notte passata tra le braccia di qualcun altro diventa solo un indistinto eco di sospiri ormai perduto, dietro l'eterna passione che il tuo spirito sta provando.”

Lo stai facendo di nuovo!” lo interruppe Aragorn, chiudendo gli occhi come per riprendersi. “E ti giuro che non ho potuto non essere geloso dell'ultima persona perché... non me ne hai mai parlato! Qualcuno ti ha fatto sentire così e... non ne sono a conoscenza.”

Non te ne ho parlato perché in realtà non è mai accaduto,” replicò Legolas con un sospiro malinconico. “Non puoi essere geloso di un sogno.”

Oh, posso esserlo anche di quello, credimi... ormai mi conosci!”

L'elfo scoppio a ridere e, per cercare di allentare la tensione mormorò:
Riesco a stento a ricordare l'ultima volta che ho passato del tempo con qualcuno! In questi giorni funesti la mia mente ha preso il sopravvento su ogni desiderio.”

Secondo Éomer è stato una decina di giorni fa a Minas Tirith,” disse l'uomo, fingendo un'espressione indifferente, “nelle mie stanze.”

Aragorn!” esclamò divertito Legolas, scuotendo la testa. “Quella notte è stato... qualcosa di diverso!”

Lo so, ero presente... e dunque quando? Ed ora lo devi dire! A costo di sembrarti quel giovane curioso... voglio sapere quando e chi.”

Tutto questo interesse... ebbene, prima di partire per Imladris e raggiungerti al Consiglio di Sire Elrond..”

Con?”

Una delle mie ancelle.”

Oh, quella splendida fanciulla dagli occhi grigi?”

No, l'altra, Erialnín, quella dagli occhi verdi.”

I miei complimenti, vostra altezza!”

E...”

E... cosa? C'è un e?”

...e uno dei miei scudieri, il fratello della fanciulla dagli occhi grigi.”

Aragorn rallentò l'andatura fino a fermarsi senza quasi rendersene conto con lo sguardo fisso sull'amico e un'espressione meravigliata sul viso.
Ti stai prendendo gioco di me, vero?”

Legolas fece voltare il proprio destriero e guardò incuriosito il compagno.
No, è la verità. Perché dovrei farlo? Ho solo risposto alla tua domanda!”

Loro due... insieme?”

Questo ti turba?” lo raggiunse, fissandolo intensamente per poi sussurrargli: “Sono sempre un principe, posso chiedere e loro hanno accettato... ma per tutti non è stata altro che una serata del... primo tipo di cui ti ho parlato, niente più.”

Oh no, non sono turbato... solo sorpreso!” gli rispose l'uomo, sorridendogli debolmente. “La mia ultima volta è stata in una stanza a Brea qualche giorno prima dell'arrivo degli hobbit... e senza nulla togliere a quella donna, credo non sia nemmeno lontanamente paragonabile alla tua... notte del primo tipo.”

L'elfo continuò a fissarlo stringendo gli occhi come per scrutare i suoi veri sentimenti ma poi gli sorrise e girò di nuovo il cavallo, partendo al galoppo.
Avrai la tua notte del quarto tipo, Aragorn, devi solo avere pazienza. Ora andiamo o non giungeremo in tempo per l'inizio della Benedizione!”

Aragorn lo raggiunse subito, tornando a cavalcare al suo fianco.
La Benedizione dei Boschi? Questa notte?”

Sì, per onorare i patti stretti in questo giorno e infondere nuova vita agli Spiriti della Foresta. Dobbiamo arrivare prima che inizi così potrai guarire i nostri amici e permettere anche a loro di partecipare con la loro luce.”

Ricordo di essere venuto con te, molti anni fa... ma non ho memoria di quella notte, se non dell'infuso dal forte sapore di vino e fragole che abbiamo bevuto.”

É così che deve essere,” ribatté allora Legolas con un sorrisino. “Sei un Mortale, e in quanto tale non ti è concesso avere memorie di ciò che accade in questa magica notte. La tua partecipazione è disciplinata da questa legge... o almeno lo è stata, perché mio padre mi ha espressamente vietato di concederti ancora questo onore.”

Non puoi portarmi nella foresta per farmi guarire i tuoi amici e poi mandarmi via! Non è corretto!”

Difatti non è ciò che avevo intenzione di fare... ma lasciami riflettere! Siamo quasi arrivati.”

 
~ ** ~ ** ~ ** ~

“Una bizzarra discussione, questo è certo!” ribadì il re di Gondor con una punta di imbarazzo, tenendo lo sguardo rivolto verso l'Albero Bianco.

“Non più di molte altre che tenemmo quando arrivasti nelle mie Terre come un giovane infatuato! Ricordo le tue insistenti richieste sul nostro modo di scambiarci effusioni quasi stessi cercando informazioni per poi poter mettere in pratica ciò che apprendesti.”

“L'idea era quella... ma da quegli anni solo donne Mortali hanno potuto appurare il mio livello di... apprendimento.”

Legolas spalancò la bocca e rise divertito da quelle espressioni.
“Non credo sia un male, e ad ogni modo la dama che diventerà tua moglie è un Mezzelfo e questo la rende in parte più vicina al tipo di donna che hai... corteggiato fino ad ora.”

“Così quello che ho appreso non sarà molto utile quando ci uniremo dopo il matrimonio, intendi questo?” gli chiese l'uomo sospirando ma con un sorriso ironico. “Avrei dovuto trovare un amante Elfo tempo fa allora.”

“L'hai fatto.”

A quell'affermazione, Aragorn portò repentinamente lo sguardo su di lui con un'espressione sbalordita e confusa mentre il suo cuore perse un battito.
“A cosa ti stai...” ma appena notò il suo sorrisino sornione, spalancò gli occhi ancora di più e un forte calore gli colorò le guance. “Tu... tu lo sapevi? Te l'ha raccontato! Quell'infido impostore... gli taglierò la lingua quando mi si parerà di nuovo davanti!”

“Anche se a quel tempo non avevi ancora nozioni da mettere in pratica... sì, lo so da allora,” rispose l'elfo, cercando però di tranquillizzarlo. “Mi raccontò del vostro incontro al fiume proprio il giorno seguente ma riuscii a dare un viso a quell'Uomo solo quando arrivasti a palazzo, diverso tempo più tardi. Ricordo i vostri volti quando vi presentai, per quanto sapevo, per la prima volta... ma il modo in cui Lanthir ti parlò mi fece subito comprendere che quel... come disse... giovane goffo, avventato e ribelle che divise con lui alcuni momenti di passione quella notte, eri tu.” Sorrise nel vedere il suo viso che mutava espressività ad ogni suo commento. “Ma ci conoscevamo appena e non mi sembrava opportuno instaurare da subito con te quel discorso, e così attesi che fossi tu a parlarmene... ma non è mai avvenuto.”

“Lo stiamo facendo ora.”

“Non per tua scelta. Ma credimi, non ti sto incolpando di niente perché posso capire che a quel tempo ancora tra noi non esisteva l'amicizia che ci unisce ora. E che poi, forse, il timore di essere giudicato per l'avventatezza dei tuoi gesti verso un appartenente al mio popolo ti abbia sempre frenato. Ho solo sperato che fossi tu a rivelarmelo, anche accennandolo per scherzo o in qualche altro stravagante modo... ma non importa.”

“Perdonami... io non credevo...” mormorò Aragorn, cercando i suoi occhi mentre l'imbarazzo andava lentamente sciamando come mai avrebbe creduto possibile. “È stato come dici tu. All'inizio non sapevo ancora se potermi fidare ma poi quando il nostro rapporto è diventato così... intenso ed unico, ho iniziato a pensare che la rivelazione di quella mia... notte di debolezza fisica... avrebbe potuto rovinare la tua visione di me. Poi per lungo tempo non è stato altro che un ricordo che si faceva più vivido solo quando lo incontravo o parlavamo di lui... ma non ha mai accennato niente in tua presenza, anche se le sue allusioni quando tu non sentivi erano più che evidenti. Non c'è mai stato altro tra noi se non quelle continue lotte verbali che conosci bene.”

Legolas strinse le labbra indeciso su come continuare quella discussione che, per lungo tempo, aveva sperato di poter affrontare ma poi abbassò lo sguardo sulle mani dell'uomo che ancora indugiavano sulle sue cosce.
“A quanto mi ha raccontato Lanthir, anche il vostro primo incontro è iniziato con una di queste lotte... che è diventata presto fisica ed infine passionale.”

“Ti ha detto che è stato lui a...”

“Sì... e che tu non ti sei tirato indietro. Lui è sempre stato attratto dai Mortali e nel tuo sangue ha sentito scorrere la forza dei Dúnedain e... non è riuscito a trattenersi. Mi disse che se avesse visto nei tuoi occhi anche un solo segno di pentimento per quello che stavate facendo, si sarebbe allontanato ma il tuo spirito era risoluto e le tue mani incerte hanno presto trovato la loro via.”

Aragorn abbassò lo sguardo, guardando allora le proprie mani con un debole sorriso.
“Ero così... confuso ed euforico al tempo stesso. Non mi ero mai accostato a uno di voi in quel modo intimo... non una fanciulla e tanto meno pensavo di volerlo con un giovane, lo sai i... pensieri limitati della mia razza, pur essendo cresciuto tra i Mezzelfi, ne sono venuto presto a conoscenza durante i viaggi. Ma quando lo vidi tra le acque del fiume quella notte... rimasi senza fiato da tale avvenenza e sfrontatezza. Un maestoso puledro selvaggio e indomabile... mi ha tolto ogni volontà prima con la lama del suo pugnale e poi col calore delle sue labbra. E non nego che a volte, nei giorni che seguirono, mi ritrovai a desiderare di nuovo che quegli scontri verbali proseguissero in... modo diverso... ma diventando adulto mi sono reso conto che quell'unica esperienza di ragazzo doveva restare tale, sola e irripetibile.”

L'elfo annuì lentamente, tentando di comprendere quella strana sensazione che l'aveva pervaso nell'udire l'amico parlare di Lanthir in quel modo. Forse era sempre quella profonda gelosia per ogni cosa o persona che faceva stare bene Aragorn più di quanto lui stesso potesse fare... e così pronunciò le parole seguenti senza rendersi conto delle conseguenze.
“Non è stata l'unica... ma non puoi ricordarlo.”

L'uomo lo fissò perplesso da quella affermazione e sentì il cuore iniziare a battere con forza.
“Cosa intendi dire? Che non posso...” Un lungo momento di silenzio. “La Benedizione. Ti riferisci a quella notte? Quando te l'ho domandato mi hai risposto che abbiamo passeggiato nella foresta e poi ci siamo fermati a riposare in una radura.”

“Ho dovuto mentire,” sussurrò Legolas, stringendo gli occhi come se solo allora si fosse reso conto dello sbaglio commesso. “Devi comprendere, alcune cose non possono essere rivelate e qualsiasi cosa accada durante quei riti, i Mortali non possono...”

“Conosco già questa storia!” lo interruppe spazientito l'uomo ma subito cambiò tono di voce, cercando di addolcirla. “Ti prego, devi dirmelo, Legolas. Sei mio amico ed io... non sono un semplice Mortale, giusto? Me lo ripeti sempre.” Lo vide accennare un debole sorriso. “Resterà un segreto tra di noi, nessun altro ne verrà a conoscenza.”

“Non puoi sapere se quello che ti racconterò corrisponde a verità. Perché vuoi comunque sentirlo?”

“Perché ti credo e non mi racconteresti menzogne.”

“L'ho fatto fino ad ora, te l'ho appena confidato!” l'elfo deglutì nervosamente, scuotendo la testa più volte. “Ho commesso un errore, non avrei mai dovuto. La mia incapacità di sopportare da solo il peso del ricordo cambierà ogni cosa.”

“Allora dividi quel peso con me!” ribatté subito Aragorn prendendogli le mani. “Possiamo affrontare ogni cosa insieme, non rammenti? Bella o brutta che sia... niente cambierà.”

Legolas alzò lo sguardo al cielo con un intenso respiro.
“Se è così che deve essere... dimmi cosa rammenta la tua memoria ed io proseguirò quando su di essa calerà il buio. In quel momento guarda i miei occhi e vedrai la verità.”

 
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