Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: I_love_Beerus    08/05/2016    3 recensioni
Con un nuovo arrivo allo zoo di Central Park, ad uno dei nostri amici pinguini accadrà qualcosa di veramente impensabile.
Vi ho incuriositi? Spero proprio di sì.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Skipper, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sam arrivò nella caverna cinque minuti dopo.
Vi entrò dentro senza badare a Marlene che si era già messa a letto da qualche minuto, visto che erano già le dieci di sera passate.
Prese una borsa enorme e ci mise dentro tutte le sue cose: poster, manubri e tutti i colori per le tinture delle piume.
Faceva parecchio rumore, ma non le importava: in quel momento era affranta per il semplice fatto che doveva tornare a vivere con suo padre.
Proprio con lui! Ma era come stata costretta a questa decisione, dato che in quello zoo non aveva più niente da fare…
Marlene si svegliò di soprassalto per tutto il rumore che stava facendo Sam per mettere i suoi manubri nella borsa (erano abbastanza pesanti XD).
La vide indaffarata a sistemare la sua roba, ma si meravigliò di trovarla lì a quell’ora, dopo due giorni che non metteva piede nella caverna.
-Che stai facendo?- le chiese Marlene, anche se in realtà non voleva saperlo, dopo essersi alzata dal letto.
Sam non si girò, ma le diede la risposta.
-Ma ne vado- rispose semplicemente la pinguina con tono piatto, che non trafelava alcuna emozione.
Marlene si stupì non poco: come sarebbe andare? E dove?
-E dove devi andare?- le chiese ancora. La sua era più che altro curiosità.
-In Antartide. Torno a vivere lì- le rispose allora l’altra, che continuava a badare alla sua borsa, che si stava riempiendo.
La lontra rimase a bocca aperta: non si aspettava per nulla al mondo che Sam se ne andasse! Non che la cosa le dispiacesse, ma tutto si aspettava fuorché vedere la pinguina andarsene via lontano come se avesse “perso” una battaglia.
-Me ne vado via. Per tua, anzi, per vostra grande gioia- aggiunse poi Sam, approfittando dell’attimo di silenzio e interrompendo i pensieri di Marlene.
-Certo, Sam. Era ora che arrivasse questo momento; avresti già dovuto farlo tanto tempo fa, anzi non saresti dovuta proprio venire qui!- le disse la lontra con cattiveria, sapendo che l’avrebbe fatta infuriare.
Marlene si aspettava che Sam reagisse a quell’accusa, ma con sua grande sorpresa, per tutta risposta, Sam se ne andò senza dirle niente, portandosi con sé il suo borsone.
La lontra la vide allontanarsi in fretta e sparire dietro l’angolo.
Era veramente contenta di sapere che quella serpe fosse andata via, lontana da quello zoo.
Ora avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, senza badare ai suoi giudizi inutili…
 Non le rimaneva altro che riordinare la sua casa e quella che era stata la parte di stanza di Sam, cosicché avrebbe potuto cancellare via tutto quello che la collegava a lei.
Era sicura che sarebbe stato l’inizio di una nuova vita, una vita più serena per lei e per tutti gli altri animali dello zoo senza la pinguina… o forse no?
A Marlene sfuggì per un istante il pensiero che forse le sarebbe mancata quella pinguina delinquente, ma lo scacciò quasi subito.
Non voleva più avere a che fare con quella lì, e ora che era andata via per sempre, aveva l’occasione di ricominciare e dimenticarsi di tutti i ricordi di quegli ultimi due mesi: non aveva dimenticato affatto tutte le volte in cui l’aveva minacciata e rimproverata per cose futili, e Marlene si diede della stupida per non averla affrontata con coraggio quando succedeva.
Quella situazione, in fin dei conti, aveva permesso a Marlene di imparare nuove lezioni, cioè se le fosse capitata un’altra volta una situazione del genere, avrebbe affrontato tutto e tutti subito, senza pensarci due volte.
Non si sarebbe più fidata di nessuno, se non dei suoi amici più stretti.
Questo le aveva fatto imparare Sam, e di questo, forse in un lontano futuro, Marlene l’avrebbe ringraziata.
 
Skipper passò più di un’ora e mezza fuori dalla base a riflettere su ciò che era accaduto poco prima.
Era davvero contento di essersi chiarito con il suo braccio destro.
L’avrebbe dovuto fare molto tempo prima, perché tutto quel tempo aveva contribuito solo a peggiorare le cose.
Ma, soprattutto, si sentì in colpa: aveva fatto star male i suoi uomini per giorni, e tutto questo solo perché il suo orgoglio gli impediva di fare la cosa giusta…
Sapeva che non sarebbe accaduta mai più una cosa del genere: aveva imparato la lezione e cosa più importante, non avrebbe abbandonato i suoi uomini per nessuna ragione al mondo, perché per lui, i suoi compagni di squadra erano più importanti della sua vita, anche se non l’avrebbe mai ammesso a voce.
A parte quello con Marlene, poteva dire che ormai i problemi erano risolti: quelli con Kowalski e quelli con Sam.
Già, Sam…
Aveva dovuto prendere quella decisione con rammarico.
Per giorni ci aveva pensato e ripensato, fino a quando non arrivò la fatidica decisione: l’avrebbe lasciata andare.
Ci aveva riflettuto su per qualche tempo e era arrivato alla conclusione che essere innamorato di quella pinguina non avrebbe risolto niente.
Lei non se ne sarebbe mai accorta e, d’altronde, a che serviva se neanche lui osava impegnarsi sul serio?
In effetti quella decisione per lui era più che saggia: meno pensava a lei e più tempo poteva dedicare ai suoi uomini, ai giochi da tavolo, alle missioni e ai piani per sconfiggere i suoi rivali…
Poi, ripensandoci, quella pinguina gli aveva come stravolto la vita: da quando era arrivata allo zoo, gliene aveva fatte passare di tutti i colori con quella specie di “guerra” che avevano fatto; aveva comandato a bacchetta i suoi uomini in molte occasioni e aveva fatto soffrire Marlene…
Poi il ricordo della visita inaspettata di Hans…
Skipper ricordava come gli diede fastidio quando scoprì che tra quei due in passato c’era stato qualcosa e, anche se Sam non lo aveva ammesso e aveva detto a lui stesso che tra lei e Hans non c’era mai stato niente, sapeva benissimo che prima o poi li avrebbe visti insieme.
Per questo aveva deciso, anche se a malincuore, che l’avrebbe lasciata ad Hans.
Certo, il pulcinella sarebbe stato più che soddisfatto e forse anche Sam…
Ma era davvero questo che voleva? Vedere la pinguina di cui era segretamente innamorato con il suo più acerrimo rivale?
La verità era che non sapeva come si sarebbero evoluti gli eventi…
Ma di una cosa era certo: lui la amava, anche se era terribilmente indisciplinata.
E sapeva che se in futuro si fosse messa con Hans e lui le avesse fatto del male (anche se era improbabile, visto che lei si sapeva difendere benissimo), Skipper gli avrebbe spaccato la faccia senza pensarci due volte.
Ma, a parte questo, aveva deciso di chiudere tutti i rapporti con Sam, una volta per tutte.
 
-Sono qui- Sam avvisò suo padre che era pronta per partire.
Sperava con tutto il cuore di arrivare subito in Antartide e cercare una maniera per non illudere il padre: non voleva affatto che pensasse che l’avesse perdonato! Lei lo odiava ed era sicura che in un modo o nell’altro se ne sarebbe liberata un’altra volta, questa volta definitivamente.
A parte questo, era comunque intenta a liberarsi dal ricordo di quello zoo, che, in qualche modo, le aveva complicato la vita…
I suoi pensieri vennero interrotti da suo padre, che la guardava serio.
-Benissimo. Allora, sei pronta a tornare, Samantha?- chiese con tono dolce, troppo dolce per Sam che, peraltro, s’irritò non poco quando sentì il padre chiamarla con il suo nome intero.
-Non potresti smetterla di chiamarmi Samantha?! Lo sai benissimo che non lo sopporto!- sbottò Sam.
-Io ti chiamo come ti chiami. Chiaro? E comunque, ti ho chiesto se sei pronta!- la rimproverò suo padre.
Non accettava il fatto che sua figlia odiasse essere chiamata con il suo nome intero, che poi era stata proprio la sua amata compagna a desiderarlo tanto…
-Sono pronta, non si vede?- disse la pinguina, scocciata.
-Andiamo- il pinguino e Sam incominciarono a camminare e dirigersi verso il porto di New York, dove avrebbero preso un traghetto di umani che si sarebbe diretto proprio in Antartide. E sarebbero tornati a casa loro.
Il padre era felicissimo di tornare a casa con la sua adorata bambina che, si era ripromesso, avrebbe controllato maggiormente nel caso in cui avesse in mente qualche altra sciocchezza. Non l’avrebbe più lasciata andare da sola da nessuna parte; non le avrebbe più permesso di frequentare i suoi vecchi amici e tutto quello che avrebbe fatto l’avrebbe fatto con lui.
Lo aveva promesso alla sua amata compagna defunta…lo aveva promesso a sé stesso.
Niente e nessuno ormai l’avrebbe separato da lei.
 
-Marlene-
Quest’ultima si girò di soprassalto quando sentì la voce di Skipper chiamarla.
La lontra stava finendo di sistemare la caverna dopo la partenza di Sam e si stupì di vedere il pinguino nella sua casa dopo tanti giorni di assenza totale…
Nonostante ciò gli sorrise.
-Dimmi, Skipper, cosa c’è?- gli chiese curiosa.
Skipper si guardò intorno: doveva parlare seriamente con Marlene e pensava che lì intorno ci fosse Sam.
-Sta’ tranquillo, non c’è...- lo informò la lontra avendo capito al volo la situazione, ed era sicura che adesso Skipper non stesse cercando Sam –Mi devi dire qualcosa?- gli chiese poi, sempre più curiosa del perché il pinguino fesse venuto a trovarla.
Dallo sguardo era chiaro che dovesse dirle qualcosa di serio.
Skipper tirò un sospiro di sollievo e iniziò a parlare.
-Senti, Marlene… non ci vediamo dalla sera del tuo compleanno e… volevo dirti che io ci tengo a sistemare le cose con te… e peraltro, mi sento un po’ in colpa per quello che è successo, penso che io ti abbia ferita e…- ma non concluse che Marlene lo interruppe immediatamente.
-No no no, Skipper, non devi scusarti! Non è stata colpa tua, davvero- lo rassicurò, totalmente colpita da lui: non si aspettava per niente che sarebbe venuto da lei a chiederle di sistemare le cose!
Tuttavia, non riuscì a fare a meno di sorridergli.
-E’ tutto a posto, Skipper. Non ce l’ho con te- gli disse con sicurezza, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
Il pinguino le ricambiò il sorriso e poi distolse gli occhi da lei dopo aver notato che la roba di Sam era sparita.
-Perché hai tolto la roba di Sam?- gli fu spontaneo chiederle, cercando di mostrarsi semplicemente curioso ma, non sapeva perché, era come se sapesse già la risposta...
-La roba di Sam, dici? E’ stata lei a togliere tutto: ha detto che se ne tornava in Antartide- lo informò.
Dopo quelle parole, il cuore di Skipper cessò di battere per un istante: cavolo, non si sarebbe mai aspettato un finale del genere! Sam ora era lontana? Era tornata in Antartide? E perché mai?
Skipper si ricompose immediatamente, cercando di non far insospettire Marlene, ma la verità era che era rimasto senza parole.
Cercò di non pensarci, anche perché aveva promesso a sé stesso che avrebbe dimenticato Sam. E questa situazione, d’altronde, andava a suo vantaggio, dato che la pinguina era andata via; ora era più facile per lui dimenticarla!
Ecco, era questo che doveva pensare.
Sam era lontana e di conseguenza, se non l’avesse più vista, non avrebbe più pensato a lei.
O almeno così era convinto che andasse…
-Ah, bene… un problema in meno!- aggiunse il pinguino mettendosi a ridere, seguito da Marlene.
-Ahahah. Sì, in effetti, più è lontana meglio è- gli disse con sicurezza, ma ridendo ancora leggermente.
Dopodiché, Skipper decise di andarsene, così salutò Marlene e uscì in fretta dalla caverna.
Non sapeva che pensare. In realtà non sapeva proprio se la notizia dell’abbandono di Sam gli avesse alleggerito o sconvolto la vita; ma di una cosa era certo: tutto questo non lo avrebbe distratto per nessuna ragione al mondo dal suo VERO lavoro e dai suoi uomini.
Ora Sam era via e ne avrebbe approfittato, era un’occasione unica!
Sperava solo che funzionasse…
Anche Marlene pensava che l’uscita di Sam allo zoo avrebbe dato finalmente una boccata d’aria alla vita di tutti giorni; senza di lei e i suoi stupidi giochetti sarebbe stato tutto più tranquillo e, sentiva, che questa volta sarebbe stata la volta buona per riagganciare i rapporti con Skipper.
Non le importava più che lui fosse attratto da Sam.
Ormai lei non c’era più e adesso bastava solo che tutti ritornassero alla vita di tutti giorni, prima del suo arrivo di due mesi prima.
Avvenuto ciò, non ci sarebbe stato più nessun problema e lei, se Skipper avesse voluto, avrebbe potuto finalmente provare a trascorrere un po’ più di tempo con lui, l’amore della sua vita…
 
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI! ALLORA, VI PREGO DI RECENSIRE E DIRMI COSA NE PENSATE, PERCHE’ NON SONO MOLTO CONVINTA DI QUESTO CAPITOLO…
SPERO DI NON AVER FATTO NESSUN ERRORE GRAMMATICALE E DI AVER TENUTO I PERSONAGGI IC.
SOPRATTUTTO SPERO CHE I PENSIERI DEI PERSONAGGI SIANO ABBASTANZA PROFONDI:)
DETTO QUESTO CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO;)
BACI, FEDE
   
 
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