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Autore: Blue_Lily    08/05/2016    1 recensioni
Premessa: Il prologo (scritto nello stile "diario") serve a dare una visione generale di tutto ciò che è successo nei due giorni prima degli eventi. Enjoy (?)
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«Io mi chiamo Hydra, non devi sapere altro.»
"Ogni sogno contiene un umano, lo stesso. Non avrei dovuto essere codarda nel primo, non avrei dovuto essere così dannatamente debole nel secondo... E avrei dovuto ucciderlo in tempo, nel terzo. Se potessi avere una seconda chance non gli permetterei di lasciare questo mondo vivo...
Era solo un incubo, ma sembrava così vivido, il dolore così vero..."
Storia divisa in tre sezioni (Neutral, Genocide, Pacifist).
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Neutral Run – “Codardia”
 
«No!»
Undyne continua a gridare, mentre il suo corpo un attimo prima svanisce e l’attimo dopo torna quasi come prima, solo leggermente più evanescente... Poco alla volta e sempre più. E l’umano continua ad attaccarla...
Perché non riesco a muovermi? Perché le mie gambe si rifiutano di correre ad aiutarla? Perché nonostante tutto sono come paralizzata, con le lacrime agli occhi?
E’ quando la vedo dissolversi quasi del tutto che vado in panico.
«NO!»
Da dietro al masso dove sono nascosta mi lascio scappare questa breve parola, con un tono abbastanza alto da poter essere sentito almeno da lei, mentre alcune lacrime cominciano a solcarmi il volto. Poco dopo questo mio breve intervento, il corpo di Undyne smette di essere evanescente, tornando ad essere completamente integro... O almeno questo è quello che sembra. Gira per un breve momento la testa da un lato, guardandosi le spalle, e spalanca gli occhi: mi ha vista. Un attimo dopo, più risoluta di prima, torna a rivolgersi all’umano.
«Io non morirò!»
Prova a lanciare un attacco, anche se molto debole. Vedo il suo corpo che comincia a sgocciolare.
“E’ determinata a rimanere in vita... Aspetta un momento...! La determinazione ai mostri... L-la determinazione... Oh no...!”
«Undyne, fermati...!»
La mia voce è bassa e spezzata dal pianto ormai inevitabile. Ancora non riesco a muovere un muscolo.
«Non morirò!»
Non riesce a lanciare alcun attacco, stavolta. Il suo corpo si sta sciogliendo sempre più.
«Io... non... morirò...!»
Ha il corpo quasi del tutto deformato. Anche se potessi muovermi per intervenire, sarebbe troppo tardi.
«No...! Io non m-»
Non fa in tempo a finire la frase che il resto del suo corpo si trasforma in cenere.
Cado in ginocchio dietro al masso. Ormai ho la vista appannata dalle lacrime, il respiro interrotto dai singhiozzi e il corpo ancora paralizzato, lo sguardo fisso a terra. Cerco di piangere il più silenziosamente possibile, limitandomi a ritare su con il naso e singhiozzare di tanto in tanto... Prima di notare una figura che sta a pochi passi davanti a me, che mi osserva. Alzo la testa, e il mio sguardo è iniettato di puro terrore quando mi rendo conto di chi ho davanti... L’umano mi sta per dare il colpo di grazia con la lancia munitogli da Undyne nello scontro di poco prima, ma io all’ultimo istante scarto in avanti, alzandomi in piedi e correndo più veloce che posso verso Hotland, verso la salvezza... Proprio come Undyne mi aveva detto di fare prima. Con la vista ancora appannata dalle lacrime finisco per sbattere contro alcune pareti nel frattempo che oltrepasso il confine fra Waterfall e Hotland. Le ferite e i lividi fanno male e comincio ad avvertire delle fitte alle costole per lo sforzo, ma la paura e l’istinto di sopravvivenza mi spingono ad andare avanti senza voltarmi indietro.
Finalmente sono giunta al laboratorio di Alphys, dove entro senza pensarci due volte.
«Alphys! Alphys!»
Grido, e subito la scienziata si mostra a me correndomi incontro. Noto quasi subito che ha gli occhi lucidi e il viso bagnato dalle lacrime... Deve aver visto tutto dalle telecamere.
«H-H-Hydra! S-sei viva! G-g-grazie al cielo sei viva...!»
Mi prende per una mano, portandomi al piano superiore della sua casa, dopodiché mi fa stendere su quello che sembra un tavolo da lavoro, improvvisando un lettino come quello dei medici munendosi anche di bende, disinfettanti e medicinali del genere.
«C-ce l’hai fatta per miracolo, lo sai...? Hehe...»
Mi dice accennando un sorriso, cominciando a disinfettare le ferite, ma non rispondo, limitandomi a distogliere lo sguardo dal suo e puntarlo verso il nulla. Una cosa che so bene di Alphys è che, nonostante sia accaduto qualcosa di estremamente doloroso (so quanto teneva ad Undyne), tenta di nascondere ciò che realmente prova... Purtroppo per lei, però, non è mai stata una buona attrice, e io me ne accorgo subito.
Se solo fossi intervenuta... Se solo l’avessi aiutata... Quell’umano a quest’ora sarebbe un cumulo di cenere, e forse neanche io ci avrei rimesso la pelle... E soprattutto Undyne non sarebbe morta. E’ solo colpa tua, Hydra... Tua e della tua codardia. Non sei neanche degna di essere un drago... I draghi non hanno paura, tu sì. I draghi affrontano i nemici, per quanto forti siano, per difendere coloro a cui tengono... Tu non ne hai il coraggio. Sei solo un’egoista, una fifona... Una codarda...”
A questi pensieri comincio a piangere silenziosamente senza neanche accorgermene. Quei pensieri sono spontanei e si ripetono come un Fiore dell’Eco, facendomi pesare sempre più il senso di colpa che mi attanaglia le viscere. Quando però mi accorgo di stare ancora piangendo mi mordo il labbro col canino, abbastanza forte da lacerarlo, irrigidendo tutto il corpo. Alphys intanto mi sta fasciando una ferita sul braccio destro.
«N-non dovresti irrigidirti... P-peggioreresti le cose e sentiresti più dolor-»
Si blocca, forse notando la mia espressione nel vano tentativo di non piangere.
«N-non è stata colpa tua...»
Dice in seguito, come se mi avesse letto nella mente e avesse sentito i miei pensieri, dandomi poi qualche carezza sui capelli nel tentativo di tranquillizzarmi. Giro la testa verso di lei per un attimo, e noto con dispiacere che anche lei fa fatica a trattenere le lacrime... Fa molta più fatica di me, tanto che alcune le rigano nuovamente le guance per poi cadere sul pavimento con un lieve ticchettio.
Rimango ancora in silenzio, tornando a fissare quel punto vuoto. Stavolta non penso nemmeno... Rimango lì, semplicemente, in attesa di qualcosa. Mi autoconvinco che sto solo aspettando che mi ritornino le forze per poter tornare a casa, ma in fondo alla mia anima sto solo aspettando qualcosa che mi rassicuri, la voce di Undyne che mi dice “Non preoccuparti, Hydra... Questo è solo un brutto sogno”.
Questo effettivamente è un brutto sogno... Solo che da questo non mi sveglierò mai. Ed è solo l’inizio di questo Inferno... 
   
 
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