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Autore: Blue_Lily    08/05/2016    1 recensioni
Premessa: Il prologo (scritto nello stile "diario") serve a dare una visione generale di tutto ciò che è successo nei due giorni prima degli eventi. Enjoy (?)
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«Io mi chiamo Hydra, non devi sapere altro.»
"Ogni sogno contiene un umano, lo stesso. Non avrei dovuto essere codarda nel primo, non avrei dovuto essere così dannatamente debole nel secondo... E avrei dovuto ucciderlo in tempo, nel terzo. Se potessi avere una seconda chance non gli permetterei di lasciare questo mondo vivo...
Era solo un incubo, ma sembrava così vivido, il dolore così vero..."
Storia divisa in tre sezioni (Neutral, Genocide, Pacifist).
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Neutral Run – “Promessa”
 
Sono a casa. Alla mia casa.
Mentre percorro quella strada lastricata, lentamente e a testa bassa, ripercorro con la memoria tutto ciò che ho passato, ricordandomi come ho fatto ad arrivare qui dove sono.
L’umano ha fatto una breve visita ad Alphys, di quello che mi ha detto, ma è andato via poco dopo aver fatto la conoscenza di Mettaton, senza neanche salire al piano di sopra (per fortuna, aggiungerei). Dopo qualche ora Alphys mi ha riaccompagnata a Waterfall, e da lì ho deciso che avrei proseguito da sola.
Arrivo davanti alla porta di casa e sto per entrare, quando il mio sguardo si posa nell’isolotto affianco a questo, quello dove mi alleno.
“... Undyne vorrebbe che mi allenassi.”
Ho deciso, e così farò. Mi avvicino verso al manichino imbottito al centro dell’isola, ricoprendo i miei pugni di deboli fiamme bluastre.
Un pugno, e sento un piccolo formicolio trapassarmi la spina dorsale.
Un altro pugno, e questo formicolio si ripete e più forte di prima.
Un terzo pugno, più forti dei precedenti, e mi sento piena di adrenalina.
Il quarto pugno, e mi ritornano in mente i momenti in cui Undyne mi allenava.
“Più forte!”. E’ l’eco della voce di mia cugina che mi sprona a colpire il manichino sempre più forte.
Il quinto pugno lo tiro con una potenza maggiore, il sesto ancora, così anche il settimo, l’ottavo, il nono, il decimo... Tutti i colpi sono sempre più rapidi e sempre più potenti.
Il ventesimo pugno le fiamme si fanno più calde e intense.
Il trentesimo rivedo la scena della morte di Undyne, e rivedo il volto di quell’umano davanti a me.
Il quarantesimo mi sento pervasa da una nuova energia.
Il cinquantesimo mi rendo conto che questa nuova energia è rabbia.
Dal sessantesimo comincio a colpire e ringhiare, gridare di rabbia, a momenti ruggire...
Dal settantesimo comincia una serie di pugni più veloci, potenti e roventi dei precedenti.
Dall’ottantesimo comincio a tirare anche rapidi calci, mentre i sensi di colpa per aver visto mia cugina morire senza aver fatto nulla cominciano a riaffiorare.
Dal novantesimo i colpi si fanno meno potenti, più deboli ogni colpo di più: sto esaurendo le energie e la rabbia ha trovato un nuovo modo per manifestarsi, facendo anche scomparire le fiamme.
Sono quasi al centesimo pugno, esausta e dagli occhi grondanti di lacrime. Non riesco neanche più a ricoprire i miei pugni di fiamme da quanto sono priva di energia, ma testarda come sono mi sforzo anche solo per far comparire una scintilla. E appena ci riesco lancio un ultimo potente grido tirando quest’ultimo pugno, il più debole di tutti. Poco dopo sento il mio corpo tremare e cado in ginocchio davanti al manichino, integro e senza neanche una bruciatura, singhiozzando, cadendo un attimo dopo in un pianto disperato. Ora sono da sola, posso sfogarmi come meglio credo... Mi metto le mani in faccia, singhiozzando per un tempo indefinito, finché non sento una grande mano fredda appoggiarsi sulla mia spalla. Sobbalzo, girandomi di scatto, per poi scoprire con sollievo che è Mettaton nella sua forma “rettangolare”.
Abbasso lo sguardo, cercando di nascondermi il viso coi capelli.
«Non volevo che tu mi vedessi in questo stato...»
Dico con un filo di voce, trascinandomi lentamente verso la sponda dell’isola per potermi specchiare nell’acqua. Tutto ciò che vedo? Una perdente dagli occhi gonfi e le guance arrossate dal pianto, i capelli blu tendenti al nero spettinati e ancora qualche graffio sulla pelle grigiastra a tratti ricoperta di scaglie blu cobalto (come nella zona vicino alle branchie). Sospiro. Mettaton si avvicina e si siede accanto a me (anche se con “sedersi” si intende “ritrarre quella rotella che usa per muoversi”).
«Sono solo passato a trovarti.» mi dice «Deve essere stato orribile quello che hai passato... Mi dispiace...»
Non rispondo, avvolgendomi le ginocchia con le braccia e continuando a guardare il lago davanti a me. Le lucciole hanno cominciato a volare...
«Sai... Ho incontrato l’umano un paio di volte, prima di venire qui, sai? Ho provato anche ad ucciderlo, haha... Alphys nonostante tutto lo sta aiutando.»
A questa frase mi giro verso di lui, irritata.
«Che cosa...?!»
«E-ehi! Non preoccuparti! Lei vuole solo che sia Asgore a ottenere l’anima e liberare i mostri... Alphys odia quest’umano per quello che ha fatto a tua cugina.»
«Non credo che sia una buona idea lasciare il lavoro ad Asgore...»
«Già, lo credo anche io... Sai una cosa? Io affronterò quell’umano!»
Spalanco gli occhi, e istintivamente porto entrambe le mie mani a stringere la sua, assumento un’espressione disperata ma seria al tempo stesso.
«Mettaton, no! Non farlo...! Lui è troppo forte, ti ucciderà! Io non voglio perdere anche te...»
Lui si gira appena verso di me.
«Mh? Hydra, guarda che questo corpo è indistruttibile! Anche se volesse, non potrebbe neanche scalfirmi!»
«Ricordati della tua forma EX, Mettaton... Quella è vulnerabile... Se dovesse scoprire come farti cambiare forma e dovesse ucciderti io... Io...!»
Mi mordo il labbro, serrando le palpebre cercando di trattenere nuove lacrime al solo pensiero di dover perdere anche lui.
«Mh...?»
Con l’altra mano mi accarezza la testa, cercando di tranquillizzarmi.
«Hydra...»
Mi chiama dolcemente e io riapro gli occhi, guardandolo con gli occhi lucidi.
«... Non è che per caso ti piaccio?~»
Spalanco gli occhi, arrossendo istantaneamente.
“Come ha fatto a capirlo?!”
Scoppia in una fragorosa risata divertita.
«C-cosa c’è da ridere adesso?!»
Sbuffo, leggermente irritata, serrando i pugni.
«La tua espressione ha detto tutto, darling!» è ancora divertito dalla faccenda «Ad ogni modo... Sul serio. Ieri quando ti ho invitata a cena ti stavi comportando in un modo strano ed eri come sotto pressione, senza contare che eri rossa come un pomodoro! Volevo esserne sicuro, diciamo...»
Non rispondo ancora una volta, distogliendo lo sguardo. Segue un silenzio imbarazzante, prima che lui torni a parlare con il suo fare spavaldo.
«C-comunque non mi stupirei se tu ti fossi presa una cotta per me, insomma! Io sono io!»
«Fondamentalmente tu adesso sei un rettangolo.»
Rimane in silenzio anche lui, ora.
«... Però sì, mi piaci. Mi piaci così come sei nel carattere, qualsiasi forma tu abbia... Ed è così fin da quando eri un fantasma. Ora non provare a dire qualcosa anche solo vagamente simile a un insulto perché faccio in fretta a buttarti nel lago.»
«C-cosa?!»
Sembra sorpreso e imbarazzato allo stesso tempo. Non posso vederlo arrossire, ma dalla mano che sto tenendo sento che si è leggermente surriscaldato.
«Darling, non mi permetterei mai di insultarti! E inoltre...»
Segue un altro imbarazzante silenzio.
«Bah, al diavolo l’imbarazzo! Mi piaci anche tu, Hydra, e voglio combattere contro questo umano anche per poter liberare te!»
Sorrido a questa rivelazione. Dopo questa giornata tragica è la prima volta che sorrido, e sinceramente neanche io me lo sarei mai aspettato.
«E sei... Sei davvero convinto di poter uccidere questo umano?»
«Dubiti di me, darling?»
Il suo tono sembra più brillante del solito. Decisamente è troppo sicuro di sé.
«Facciamo così:» continua «se dovessi vincere questa battaglia (cosa che accadrà) tu ti metterai assieme a me.»
Sorrido ulteriormente, ridacchiando appena.
«Ma sei serio?»
«Non hai appena detto che ti piaccio?~»
«Ah... Va bene, ci sto.»
Ridacchio appena, dicendo questa frase.
«Quindi, Mettaton, prometti di restare vivo e vincere?»
«Sì, Hydra... Te lo prometto.»
   
 
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