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Autore: Blue_Lily    10/05/2016    1 recensioni
Premessa: Il prologo (scritto nello stile "diario") serve a dare una visione generale di tutto ciò che è successo nei due giorni prima degli eventi. Enjoy (?)
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«Io mi chiamo Hydra, non devi sapere altro.»
"Ogni sogno contiene un umano, lo stesso. Non avrei dovuto essere codarda nel primo, non avrei dovuto essere così dannatamente debole nel secondo... E avrei dovuto ucciderlo in tempo, nel terzo. Se potessi avere una seconda chance non gli permetterei di lasciare questo mondo vivo...
Era solo un incubo, ma sembrava così vivido, il dolore così vero..."
Storia divisa in tre sezioni (Neutral, Genocide, Pacifist).
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Neutral Run – Epilogo
-Chiamata-
 
*Ring... Ring...*
 
Il telefono squilla.
Sono passati trenta giorni da quando tutto questo è successo. Trenta giorni esatti da quando il mio unico parente, quello che sarebbe stato il mio ragazzo e Asgore, il re del sottosuolo, sono stati uccisi. Inoltre nessuno sa più che fine abbia fatto Alphys... Anche lei è come se fosse scomparsa nel nulla.
L’umano se n’è andato dal nostro mondo e noi siamo rimasti imprigionati qui, la regina (Toriel) è tornata e ha preso tutto il potere instaurando una nuova legge: tutti gli umani che cadranno su quel prato fiorito non verranno trattati come nemici, ma come amici... Queste sono le parole testuali che sta dicendo Sans al telefono verso un interlocutore sconosciuto... Che stia mandando un messaggio?
«SANS, CON CHI STAI PARLANDO?»
Chiede Papyrus, sempre col suo tono molto quieto (sarcasticamente parlando).
«oh, con nessuno.»
Risponde Sans.
Da quel momento in poi smetto di ascoltare la conversazione che ora sta avendo Papyrus verso quest’interlocutore sconosciuto... Fino a un certo momento.
«IO STO BENE! A PARTE PER UNA COSA... UNDYNE E METTATON SONO SCOMPARSI, E ANCHE ALPHYS... MI MANCANO TANTO, SAI? SPERO CHE SI STIANO DIVERTENDO!»
Parla sorridendo come se non sapesse nulla dell’accaduto... Il che forse è vero. Forse nessuno è stato tanto crudele da andargli a sbattere la verità in faccia...
«HAI CONOSCIUTO HYDRA, NO? LA CUGINA DI UNDYNE! BEH... LEI CADE IN DEPRESSIONE SPESSO ULTIMAMENTE... ANCHE A LEI DEVONO MANCARE TANTO I NOSTRI AMICI. E’ TALMENTE TRISTE CHE, PERSINO COI MIEI INCORAGGIAMENTI, DICE DI VOLER MORIRE E CHE E’ STATA COLPA SUA... POI RUGGISCE E BRUCIA QUALCOSA. E POI RIDE SADICAMENTE. E’ STRANO IL SUO COMPORTAENTO MA... A ME DISPIACE VEDERLA IN QUESTO STATO.»
Intanto che Papyrus parla io mi sono messa a pensare a tutto e, nonostante sia passato tanto tempo, qualche lacrima continua a scivolare via dalle palpebre. Per evitare di pensare, decido di rivolgere una qualsiasi domanda a Papyrus... Lui forse mi potrebbe aiutare a trovare nuovi pensieri. Gli chiedo quindi la prima domanda che mi viene in mente, con la voce appena tremante.
«Papyrus... Con chi stai parlando...?»
«AH GIA’! ORA LEI VIVE CON NOI! HYDRA, NON SEI FELICE? E’ L’UMANO!»
Mi sento istantaneamente paralizzata, le pupille ristrette. Non sento più nulla attorno a me, solo per un attimo rivedo le immagini della morte di mia cugina e di Mettaton, e una nuova forma di rabbia prende il possesso del mio corpo...
«Papyrus... Passami il telefono. Ora.»
Confuso, Papyrus mi passa la cornetta, saltellando poi in camera sua. Comincio a parlare, utilizzando un tono calmo ma carico di risentimento, a tratti chiaramente tagliente.
«Ciao, umano. Sì... Ho sentito Papyrus parlare di me e di come mi sono sentita in questi trenta giorni infernali. Ovviamente dopo che hai fatto sciogliere mia cugina e fatto esplodere il mio amato. Ricordi anche l’ultima volta che mi hai vista, no? Mi stavi guardando, poi mi hai voltato le spalle... In una situazione comune avrei potuto ignorare tutto e attaccarti, ma stavo soffrendo talmente tanto che interiormente ho rifiutato di combattere un’ultima volta con te...
E   m e   n e   p e n t o   a m a r a m e n t e . »
Il mio tono da qui cambia radicalmente, diventando più simile a un sibilo.
«Avrei dovuto ucciderti quando potevo... Avrei dovuto trasformarmi fin da subito e divorare lentamente il tuo corpo, mentre ancora eri in vita, come hanno fatto i miei antenati a quelli della tua razza infame, anni fa...»
Prendo una breve pausa, respirando. Accenno un sorriso, prima di continuare.
«... Sai una cosa? Dimentica ciò che ho detto. E’ solo uno stupido pensiero, e le fantasie sono inutili ora... Io devo agire
Mi lascio sfuggire una piccola risata, cominciando a sfoggiare poco alla volta un sadico sorriso.
«Io so da dove sei caduto... Quella è l’unica entrata e uscita dal mondo sotterraneo, no? Quella nelle rovine, sopra al prato fiorito... Ti chiederai come posso fare per scalare quel burrone, immagino. Beh... Chi ha bisogno di saper scalare quando si possiedono delle ali? Dovresti averlo capito, ormai... Io volerò su fino al tuo mondo, ti cercherò e finalmente potrò ucciderti senza alcun rimorso.
Fidati, umano... Tu non hai ancora visto niente
Segue un’altra risata, seguita da qualche attimo di silenzio.
«I l   d r a g o   s i   a v v i c i n a , D A R L I N G . . . »
 
*Click*
 
Continua...
   
 
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