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Autore: Itsamess    10/05/2016    3 recensioni
[Steve Rogers + Bucky Barnes]
Idealmente ambientata dopo CATWS: Bucky lascia il lato oscuro e si unisce allo SHIELD, ma la sua prima, nuova, missione è recuperare un rapporto ammaccato dal tempo più di uno scudo di vibranio.
Bucky fece un passo verso di lui ma si fermò nel vedere l’amico indietreggiare. Davvero aveva paura di lui? Non gli avrebbe mai fatto del male.
Mai più, almeno.
«Steve-»
«Il fatto è che mi manchi. E vorrei poterti abbracciare in questo momento ma non riesco a smettere di pensare che abbracciandoti potresti pugnalarmi alla schiena. Quindi non lo farò. Perché non ce la faccio. Non ora»
Steve parlava a scatti, come se ogni parola gli costasse un quantitativo di energia superiore alle sue forze e dovesse fermarsi per riprendere fiato.
«Ma sappi che mi manchi. Sono- anni che mi manchi»
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La verità era che si erano mancati per anni e quella del taccuino era solo una scusa per vedersi.

 

Bucky aveva pensato più di una volta di aggiungere altre parole alla lista, così come aveva fatto nel caso della serata revival, eppure non ne aveva più avuto il coraggio. Non perché avesse paura di tentare e fallire – al massimo si sarebbe sorbito una noiosa predica di Steve sul rispetto degli oggetti personali altrui– ma perché aveva paura di tentare e riuscirci. Era certo che avrebbe continuato ad aggiungere punti e punti al taccuino, scegliendo a caso titoli di film da internet e bevande bizzarre dal menù di Starbucks ed innamorandosi sempre più del suo migliore amico. E questo non doveva succedere: doveva farsela passare e scordarsi del modo in cui le mani di Steve avevano indugiato sulla sua schiena mentre danzavano la sera prima, come se neanche lui avesse intenzione di lasciarlo andare e si stesse aggrappando con tutto se stesso a quell’istante in cui esistevano solo loro due e quell’ultimo primo ballo.

Doveva davvero scordarselo – dov’era l’HYDRA quando serviva?

 

Per fortuna quella mattina erano giunti all’ultima parola sconosciuta.

Come sempre si erano dati appuntamento nella hall dell’albergo, ma per una volta era Steve ad essere in ritardo.

Molto in ritardo, ora che ci pensava: erano già le otto e mezza. Bucky lo aveva chiamato un paio di volte senza ricevere risposta ed iniziava a preoccuparsi. E se gli fosse accaduto qualcosa? Probabilmente stava esagerando, ma la prudenza non è mai troppa, soprattutto se si abita in una città pericolosa come New York e si hanno brutti trascorsi con malvagi alieni e organizzazioni criminali naziste. Bucky si alzò di scatto dal divanetto e corse verso l’ascensore. Non arrivava più. Imboccò la rampa di scale - la prima, la seconda, la terza- continuando a chiedersi se Steve fosse stato in grado di difendersi da solo anche senza il suo amatissimo scudo di vibranio.

La 508, finalmente. Bussò con violenza alla porta, ma non ottenne nessuna risposta.

Forse lo avevano già aggredito ed ora era troppo tardi per salvarlo oppure quella smorfiosa della cameriera a cui Steve aveva chiesto informazioni era in realtà una mercenaria incaricata di ucciderlo –anche il Soldato di Inverno una volta aveva ricevuto un ordine simile.

Bussò nuovamente. Silenzio. Indietreggiò di un paio di passi per prendere la rincorsa e con forza si scagliò contro la porta, buttandola giù.

 

La camera era perfettamente in ordine: nessun segno di colluttazione, nessun corpo senza vita disteso sul pavimento -anche perché l’unico corpo a cui Bucky importava giaceva sereno sotto le coperte. Ma possibile che non si fosse ancora svegliato?

 

Il moro si avvicinò al letto, chiedendosi come avrebbe giustificato quell’irruzione tanto improvvisa e come avrebbe riaggiustato la porta lui che non riusciva nemmeno a montare un mobile IKEA. Si sedette sul ciglio del materasso. Steve dormiva con un espressione perfettamente felice dipinta sul volto, come se stesse facendo un sogno bellissimo a cui Bucky non era stato invitato. L’amico lo chiamò di nuovo dolcemente, senza osare toccarlo «Stevie»

«Steve» ripeté a voce più alta, ma lui non si mosse.

Quando stava per arrivare a prendergli il polso per controllare che fosse ancora vivo, finalmente Steve aprì gli occhi e mormorò «Bucks»

La sua voce, pur impastata dal sonno tradiva la felicità che stava provando a vederlo lì, in camera sua, seduto sul suo letto. Era così bello svegliarsi così. Era come non svegliarsi proprio e poter continuare a sognare.

 «Che ore sono? Non devo aver sentito la sveglia… ieri sera ho messo i tappi nelle orecchie per ignorare i suoni della coppietta nella 509»

 

La smorfia imbarazzata che accompagnò le sue parole fece scoppiare a ridere Bucky, che non aveva mai compreso a fondo la timidezza dell’amico nei confronti di questioni del genere. In parte era probabilmente un retaggio che veniva dritto dritto dagli anni ’40, in parte Steve era sempre stato molto riservato sulla propria vita privata, tanto che Bucky non ricordava di non averlo mai visto in compagnia di nessuna ragazza, neanche di quelle carine che gli aveva presentato con il solo intento di vederlo felice con qualcuno, invece che pestato insieme a lui.

«Oggi è il gran giorno. Quello dell’ultima parola della lista»

 

Steve si sollevò sui gomiti e gli domandò se avesse già guardato che parola era, anche se sapeva benissimo che l’amico lo aveva aspettato. Bucky infatti scosse la testa ed estrasse il taccuino dalla tasca. Se lo rigirò per qualche secondo fra le mani, accarezzandone la copertina rosso scuro e dicendogli mentalmente addio, poi lo aprì al contrario, lo sfogliò fino ad arrivare all’ultima pagina e lesse tra sé e sé l’ultima punto della lista con il sorriso dipinto sulle labbra.

 «Cosa c’è scritto?» domandò Steve con impazienza, strappandoglielo di mano.

Scarabocchiato a fondo pagina lesse flirtare.

«E quindi? Che c’è?» domandò in tono smarrito

«Su questa voce della lista posso darti ripetizioni io. Questa parola la conosco. Diciamo pure che sono un esperto»

La voce di Bucky voleva essere grave e seducente, eppure Steve non se ne accorse nemmeno, perso com’era a cercare di ricordare quando aveva annotato quella parola nella lista e perché. Doveva essere stato in tempi recenti, dato che era l’ultima del taccuino… ma da chi l’aveva sentita pronunciare? E soprattutto perché l’aveva sottolineata due volte? Era davvero così importante che lui e Bucky la conoscessero?

Tutte quei dubbi potevano essere risolti con una semplice domanda, che Steve non esitò a porre all’amico «Cosa significaflirtare

«Mostrare a qualcuno che si è attratti da lui» rispose Bucky senza nemmeno riflettere, poi aggiunse subito «O da lei, certo»

«Certo» ripeté Steve distogliendo lo sguardo perché l’amico non si accorgesse che stava arrossendo «E in che modo- lo si mostra?»

Bucky scrollò le spalle e disse con tutta la nonchalance di cui era capace che non sapeva bene come spiegarglielo a parole e che era molto più facile farglielo direttamente vedere. Affermò che qualora Steve gli fosse piaciuto, probabilmente avrebbe cercato di rimanere solo con lui trovando scuse patetiche e banali e assolutamente campate per aria. Gli avrebbe sorriso spesso, anche quando le sue battute non erano divertenti, anche quando avrebbe dovuto essere arrabbiato con lui. Avrebbe colto ogni occasione per sfiorarlo casualmente sul braccio o sulla schiena e non avrebbe mai perso il contatto visivo con lui e i suoi incredibili occhi azzurri.

Accompagnava ogni parola con un gesto esplicativo, quasi si trattasse di un tutorial di youtube o di un film a cui qualcuno aveva impostato i sottotitoli per non udenti. Steve non poté fare a meno di pensare che se quello era davvero flirtare loro due non avevano fatto altro da mesi e mesi.

Bucky era attratto da lui ed il sentimento, di questo poteva dirsi certo, era ricambiato.

 

 

Sbottonare la camicia di qualcuno avendo a disposizione solo una mano sana ed un braccio prostetico non era esattamente comodissimo, quindi era una fortuna che Steve avesse intenzione di collaborare e togliersela da solo. Lo fece lentamente, un bottone per volta, giusto per sfinirlo, eppure quando alzò lo sguardo su Bucky si accorse che l’amico stava piangendo. Era la prima volta che lo vedeva in quello stato e si domandò se non fosse colpa del suo goffissimo striptease.

«Hey, che succede?»

 

Il moro in tutta risposta lo abbracciò continuando a singhiozzare, con il cuore che gli batteva tanto forte che a Steve sembrava quasi di poterlo sentire rimbombare direttamente nel suo petto, come se le loro pelli si fossero fuse insieme e loro due fossero scomparsi l’uno nell’altro.

Rimasero così stretti per un tempo indefinito, poi Bucky si staccò leggermente da lui senza dire niente. Gli indicò tutti i lividi dalle diverse sfumature di viola e sfiorò la brutta cicatrice che sfregiava il petto dell’amico «Proiettile sovietico. Te li ho fatti io questi segni» mormorò fra le lacrime, le sue parole erano ormai ridotte ad un sussurro, come a bilanciare il peso della colpa che provava o forse soffocate dai singhiozzi. «Il senso di colpa alcuni notti è così opprimente che non riesco nemmeno a respirare. È come un macigno, qui»

 

«Ti perdono, Bucks»

Steve accompagnava ogni parola con un bacio.

Spalla, clavicola, zigomo, labbra.

«Ti perdono, ti perdono, ti perdono»

 

 

Angolino dell'autrice

Vi fermo subito:nonostante il mio stesso titolo, questo NON è l'ultimo capitolo. Ho scritto anche un mini epilogo, una specie di bonus per tutti voi che mi avete seguita fin qui. Vi ringrazio per tutto l'affetto dimostrato in recensioni e inserimenti in seguite/ricordate e preferite varie, non potete immaginare quanto mi abbia fatto piacere.

 Unica nota del capitolo: per chi non se lo rammentasse, Steve aveva scritto la parola flirtare quel giorno, a mensa con Bucky, quando il simpatico Tony aveva detto loro di smetterla di flirtare perchè stavano bloccando la fila. Mi piaceva l'idea che la storia avesse un andamento circolare, un po' come Steve che si mette con Bucky è il futuro e il passato che si incontrano, l'inizio e la fine di tutto. 

Un abbraccio a tutti voi

Itsamess

Ps completamente off topic: ho scritto una drabble post post credits della civil war, dovrei postarla questi giorni, dipende dalla collaborazione del wifi dell'universitá, se vi va passate a leggerla :)

È davvero tutto,aggiornamento al prossimo ed ultimo capitolo

Itsamess

 

  
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