11/05/2016
1 recensioni9 maggio 1978
Roma, 9 maggio 1978
«In via Caetani c’è una Renault rossa targata “ROMA N56786”»
Veneziano mandò giù un groppo di saliva amara come fiele. D’istinto, strinse le dita attorno alla cornetta del telefono fino a far sbiancare le nocche; una fitta gli percorse il braccio facendolo tremare.Ci fu una breve pausa, poi la voce scricchiolante dall’altra parte del ricevitore continuò a parlare dando la terribile notizia.
Gli occhi d’ambra si spalancarono e scattarono sulla finestra che si affacciava sul lungotevere.
Silenzio.
Un acuto bip mise fine alla breve telefonata.
«Veneziano…»
Romano mosse un passo verso il fratello. La sua voce ribalzò tra le pareti della questura, ricordando a Veneziano di non essere solo in quella stanza.
Il settentrionale abbassò la cornetta e –lentamente- si voltò mostrandogli il volto.
Occhi aperti, viso pallido e l’espressione vacua quasi assente.
Non fu necessaria alcuna parola per spiegare cos’era appena successo; bastò un semplice sguardo.
«In via Caetani c’è una Renault rossa targata “ROMA N56786”» aveva detto la voce arrocchita di un uomo «il corpo di Aldo Moro è nel bagagliaio.»
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La macchina era stata parcheggiata contromano, sotto un’impalcatura metallica che proteggeva i lavori di restauro della chiesa di Santa Caterina, con il muso rivolto verso Via dei Funari.
Era un’auto vecchia, maltenuta, con la vernice della carrozzeria scrostata in qualche punto.
Romano chinò il busto e passò sotto il nastro rosso e bianco dei carabinieri.
Le forze dell’ordine avevano aperto gli sportelli della macchina prima del suo arrivo: un fagotto informe, avvolto in una coperta color cammello con un bordo di raso, giaceva sul fondo del bagagliaio.
Un brivido di rabbia mista a paura percorse la schiena di Romano, quando tese una mano verso l’orlo scoprendo il viso smunto e pallido del cadavere..
«Sì,» deglutì, trattenendo un connato di vomito «è lui.»
Era un’auto vecchia, maltenuta, con la vernice della carrozzeria scrostata in qualche punto.
Romano chinò il busto e passò sotto il nastro rosso e bianco dei carabinieri.
Le forze dell’ordine avevano aperto gli sportelli della macchina prima del suo arrivo: un fagotto informe, avvolto in una coperta color cammello con un bordo di raso, giaceva sul fondo del bagagliaio.
Un brivido di rabbia mista a paura percorse la schiena di Romano, quando tese una mano verso l’orlo scoprendo il viso smunto e pallido del cadavere..
«Sì,» deglutì, trattenendo un connato di vomito «è lui.»
Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del 9 maggio ‘78.
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno Stato.
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno Stato.
Angolino di Betchi_
Si, lo so. Questo capitolo era stato inserito già nella raccolta de "La Terra dei Limoni in Fiore", ma siccome c'entrava poco con l'intera trama ho deciso di separarlo e renderlo una storia a sé.
E nulla...è successo che sbirciando tra le fanfiction a tema storico, ho notato che nessuno a mai trattato il "Delitto di Via Caetani" e quindi mi sono sentita in dovere di scriverci qualcosina.
Ringrazio tutti i lettori che leggeranno questa cagatina di storia, ma in particolar modo ringrazio chi lascerà un parerino.
Si, lo so. Questo capitolo era stato inserito già nella raccolta de "La Terra dei Limoni in Fiore", ma siccome c'entrava poco con l'intera trama ho deciso di separarlo e renderlo una storia a sé.
E nulla...è successo che sbirciando tra le fanfiction a tema storico, ho notato che nessuno a mai trattato il "Delitto di Via Caetani" e quindi mi sono sentita in dovere di scriverci qualcosina.
Ringrazio tutti i lettori che leggeranno questa cagatina di storia, ma in particolar modo ringrazio chi lascerà un parerino.