00.00
Dovrebbe
essere mezzanotte xD
Questa
piccola shot è tutta dedicata al mio clone di Verona, alla mia collega
filosofa, alla Sbavatrice di James per eccellenza (insieme a me xD) alla
sostenitrice dei dettagli del tutto insignificanti (ormai non dico altro XD) da
voi tutti conosciuta come Lussissa.
Perché oggi
è il suo compleanno e ci
raggiunge nella cerchia dei maggiorenni (sei
perseguitabile legalmente, quindi sta attenta d’ora in poi xDDD) E non sei
vecchia, tranquilla, hai ancora qualche annetto prima di diventarlo xDDD
Un minuscolo
pensiero, non è niente di che ^^ Il giorno dopo che mi hai detto: “Tu potresti
regalarmi James” è venuta fuori questa, spero ti piaccia. Un bacio Lu, Buon
Compleanno :D
Anche se la
storia non centra molto, il titolo è liberamente ispirato alla canzone omonima
dei Negramaro *_*
QUEL
POSTO CHE NON C’ È
Leggero. Leggero. Leggero.
I tuoi occhi. Smeraldi brillanti di
luce propria.
Nei miei. Così. Perfetto.
E sorrido, perché non posso farne a
meno.
Perché, finalmente..
Finalmente, in quest’oceano, di pace
posso contemplare ogni singola parte di te.
Senza remore.
Senza pensieri.
Senza.. Senza..
Le tue mani..
Conto le dita, piccole e affusolate,
come ad assicurarmi che nulla sia cambiato.
Un neo sull’anulare sinistro..
È ancora lì.
È giusto.
Il tuo inseparabile – chissà per
quale motivo – anello.
Qualcosa di indistinto si agita nel
mio petto: vorrei chiedertelo.
Vorrei saperlo.
Ma non posso.
Non esistono parole qui.
Mi sorridi come ti ho vista fare
poche volte.
Mai rivolta a me.
E sono abbagliato dal tuo sorriso..
Sto per sfiorarti una guancia..
liscia.. morbida..
Bum!
Aprì
improvvisamente gli occhi, scattando a sedere come una molla, mentre qualche
immagine confusa di un sogno recente gli vorticava nella mente
- Chi? Cosa? - biascicò confuso.
- Peter ma
devi sempre inciampare nei calzini di Sirius?! - Il viso di Remus fece capolino
dalla porta del bagno, con un espressione perplessa.
James,
assonnato, si rituffò nel cuscino con disappunto: era solo Codaliscia che come
di consueto capitolava a terra.
- Remmino ,
non urlare di prima mattina - mugugnò contrariato Sirius, nascondendo il viso
sotto le coperte.
- Non
chiamarmi Remmino, primo! E, voi due, alzatevi! È ora! - Richiuse con forza la
porta del bagno mentre Sirius gli lanciava una scarpa.
- Mpft… Ahi
Sirius! -
Felpato,
ormai del tutto sveglio, si era lanciato a peso morto sul suo migliore amico,
ancora sotto le coperte.
Ma perché
il suo risveglio doveva essere sempre così traumatico?
Cosa aveva fatto di male?
- Alzati,
alzati, alzati, su! - Sirius prese a saltellare sul suo letto, senza fare nulla
per evitare di schiacciarlo.
Ecco, come
non detto.
~
-
Buongiorno Evans! -
Un
saltellante James Potter le si sedette di fronte,seguito dagli altri
Malandrini, con un sorriso a trecentocinquantatre
denti.
Si limitò a
lanciargli un’occhiataccia senza rispondergli.
- ‘Giorno
Lily - Remus era sempre molto gentile con lei.
-
Buongiorno Remus - rispose affabile, sorridendogli. Si era sempre chiesta cosa
ci facesse uno come Remus con Potter e Black.
Mha.
Sorseggiò
il suo succo di zucca e le sembrò appena di notare un fugace lampo di tristezza
attraversare due occhi nocciola, che la fissavano assorti.
Fu soltanto
un attimo. Tanto che giurò di essersi sbagliata.
Non poteva
essere. Sicuramente aveva visto male.
James si
affrettò a distogliere lo sguardo e rispondere a tono ad una battuta di Sirius,
non appena notò che lei lo guardava stranita.
Era così
simile.
Così
dannatamente simile.
Eppure così
diversa.
Lontana.
Troppo [troppo] lontana.
~
Pioveva. Pioveva.
Non aveva tempo.
No.
Non ce n’era più.
Doveva trovarla.
Trovarla. Trovarla.
Il cuore gli rimbombava nelle
orecchie.
Bum bum. Bum
bum. Bum bum.
Rosso.
Rosso.
Rosso.
I suoi capelli.
No.
Sangue. Sangue.
No!
Aprì di
scatto gli occhi.
Buio.
Aveva il
respiro affannato, il cuore a mille e i capelli incollati alla fronte sudata.
Lily.
In preda al
panico, non ancora del tutto cosciente, buttò all’aria le coperte e si diresse
a gran velocità giù per le scale.
Probabilmente
era un folle. Probabilmente era solo uno stupido sogno, ma aveva una brutta
sensazione.
Come
prevedibile, la Sala Comune era deserta.
Con il
fiato corto, si lasciò cadere su uno dei divanetti, dinanzi al fuoco ormai
spento.
Spostò lo
sguardo alla finestra e si accorse che non pioveva nemmeno.
Con tutte
le cattive notizie che circolavano in quell’ultimo periodo, la sua mente gli
aveva giocato davvero un brutto scherzo.
- Potter? -
Una flebile voce lo fece voltare di scatto.
- Lily.. -
La vide barcollare pericolosamente verso l’uscita e si alzò per aiutarla.
- Che
succede? - le chiese preoccupato, raggiungendola. Il cuore riprese a battere
irregolarmente.
- Nulla..
un semplice mal di testa - Sembrava far fatica a parlare - Vado da Madama
Chips. Lasciami - Ritrasse il braccio quando lui cercò di sostenerla.
Non si
reggeva in piedi.
- Non fare
la stupida, ti accompagno -
- Potter
non.. - La testa le girava vorticosamente e priva di forze si accasciò al
pavimento.
- Lily! -
James sgranò le palpebre, spaventato, precipitandosi ad evitare che si facesse
male.
Le passo
una mano sotto le gambe e una intorno alla schiena, prendendola in braccio.
Che testona
che era. Probabilmente aveva la febbre alta e non voleva neanche farsi aiutare.
~
- No,
signor Potter! Gliel’ho già ripetuto tre volte: torni nel suo dormitorio, la
signorina Evans ha bisogno di riposare - Madama Chips fu categorica, ritenendo
quel discordo finalmente concluso.
- La prego
Poppy, farò il bravo - la supplicò, fecendo gli occhioni innocenti - Vede, mi
metto qui e non mi muovo - Si sedette su una sedia accanto al letto dove Lily
dormiva e stette immobile come una statua a mo di dimostrazione.
- Oh, e va
bene. Ma stia fermo lì e non faccia danni, altrimenti vede - lo avvertì con un
cipiglio severo.
-
Sissignora -
Madama
Chips tornò nelle sue stanze, richiudendosi la porta alle spalle con un’ultima
occhiata indagatrice.
Le palpebre
si facevano a poco a poco più pesanti, ma non voleva cedere al sonno.
Allerta. Sempre allerta.
Lily, tra
le candide lenzuola, dormiva profondamente, con un’espressione tranquilla.
Le passò
una mano delicatamente sulla fronte, scostandole qualche ciocca di capelli
vermigli, e notò che la temperatura stava scendendo.
Pelle, pelle.
Pelle, come petali di rosa.
Pelle contro pelle.
Sebbene
stesse lì da più di un’ora, ormai, a vegliare sul suo sonno, in quel preciso
momento, la consapevolezza di quanto fosse bella lo colpì come uno schiaffo.
Male, male, male.
Necessario.
Sì.
Necessario.
Senza senso.
Senza peso.
Senza..
Vola. Vola.
Vola alto.
~
Nella
semicoscienza strofinò piano il viso sul cuscino.
Merlino, si
sentiva la testa pesante come un macigno e non aveva alcuna intenzione di
svegliarsi quella mattina…
L’odore
asettico e acre di medicinale la costrinse ad aprire gli occhi, spinta dalla
curiosità.
Sbatté un
paio di volte le palpebre per abituarsi alla luce.. Cosa diamine ci faceva in
infermeria?
Senza alcun
preavviso l’immagine confusa di due occhi nocciola le fece balzare leggermente
il cuore nel petto.
Sembravano
così maledettamente preoccupati. Si
portò una mano alla fronte.. le sembrava..
Scosse la
testa con vigore. Stupido cuore! Era solo colpa di quel dannato mal di testa
che l’aveva svegliata.
[ Mentire.
Persino a se stessi ]
Si sollevò
leggermente e sistemò meglio il cugino poggiandosi a mezzo busto alla testiera
del letto.
Gli occhi
se si sgranarono leggermente, mentre sentiva il cuore accelerare inspiegabilmente?
Insomma,
che ti prende, è solo Potter, sta buono!
Accanto a
lei, con la testa poggiata tra le braccia, James Potter dormiva beatamente.
Aveva un’espressione tanto serena che le si strinse leggermente il cuore..
sembrava un bambino.
Si rese
conto che non l’aveva mai visto così indifeso, spogliato del suo ghigno
ironico, delle sue battutine..
Fermo. Immobile.
Nessun rumore.
Nessun rumore.
Nessuno.
Si riscosse
con forza.
Cos’era?
Si portò le
mani alle tempie, massaggiandole circolarmente. Le era tornato il mal di testa,
maledizione.
E poi ricordò.
Spalancò le
palpebre.
Riuscì a
mettere insieme tutti i pezzi e le mancò un po’ il fiato.
Quell’espressione
assorta, come se non fosse presente, come se vedesse immagini, inconsistenti, scorrergli davanti al
viso.
Lo aveva
notato più di una volta sovrappensiero.
Ma cosa
poteva mai fregargliene di quello che faceva Potter?
E quegli
occhi.. seppur assorti, sembravano sorridere.
Sorridevano, non vi era altro modo per descriverli.
Si era sorpresa, più di una volta, a fissarli,
incantata.
Diamine, ma
cosa le diceva la testa? [ Non la testa..
]
E poi, così
come una maschera di creta, quell’espressione felice [realmente felice], si sgretolava..
Si sgretolava ogni volta.
E per un
attimo.
Un solo attimo.
Su quel
viso passavano sentimenti diversi e contrastanti.. sorpresa.. delusione..
angosciosa accettazione.
E faceva
male.
Faceva male.
Anche
quell’anno scolastico stava per volgere al termine [ l’ultimo ] e non si sarebbero più rivisti.
Mai più.
Mai.
Una strana
stretta al cuore la spinse ad allungare una mano per saggiare la consistenza di
quei capelli perennemente spettinati [
rassicurarlo..
Lei c’era ]
Bloccò il
braccio a mezz’aria.
Morgana,
cosa le prendeva?
Solo perché
Potter era rimasto lì con lei tutta la notte, si sentiva così strana?
[ Molto altro, c’era molto altro ]
Lo sentì
muoversi piano e si irrigidì immediatamente, cercando di sembrare il più
naturale possibile.
Lo vide
sbattere piano le palpebre e guardarla con un’espressione confusa.
Dopo un po’
si alzò a sedere e si aprì in un sorriso che le fece mancare qualche battito [ Stupido cuore ]
- Ti sei
svegliata - Continuava a sorriderle, sereno.
Che fine
aveva fatto l’espressione arrogante?
Quella era molto più semplice da gestire; ora, non sapeva come
comportarsi.
Si limitò
ad annuire semplicemente, incapace di proferire parola.
Avvertì la
sua mano sulla fronte e sobbalzò leggermente. Era fresca, morbida.. piacevole..
Madama
Chips doveva averle dato troppe medicine, senza dubbio.
- Hai
ancora un po’ di febbre, ma Poppy ci sa fare: un paio di giorni e sarai come
nuova - La sua voce era ancora arrochita dal sonno, ma sulle sue labbra riapparve
quel ghigno che tanto conosceva.
La parte di
sé che da sempre di difendeva da James Potter tornò più acida di prima.
- Bene -
Incrociò le braccia al petto - Se hai finito, vorrei riposare - Lo fulminò con
un’occhiataccia ostile, delle sue.
Un lampo di
dolorosa consapevolezza attraversò quegli occhi nocciola, fin ad allora così
allegri, facendole male come uno schiaffo in pieno viso.
Si accorse
che si era affrettato a nasconderla dietro la solita espressione superiore e
arrogante e, solo in quel momento, Lily si rese conto, con un peso sullo
stomaco, che era una maschera.
Solo una
maschera.
Una dannata maschera.
Lo vide
alzarsi e darle le spalle, prima che potesse fare qualsiasi cosa.
Era stanco
di combattere.
Andando via
desiderò con tutto il cuore di smettere di sognarla
[ Smettere di soffrire ]
Impossibile.
Impossibile.
- Guarisci
presto, Lily - La sua voce realmente preoccupata per lei, le fece stringere
qualcosa nel petto.
Cavolo!
- Potter -
lo richiamò piano, la voce poco più di un sussurro [ Sebbene avesse avuto l’impulso di corrergli dietro e fermarlo ]
- Aspetta -
Lo vide
bloccarsi, con la mano ancora sulla maniglia, e voltarsi lentamente verso di
lei.
La sua
espressione distaccata la fece desistere per un attimo.
No. Non è così.
L’aveva capito.
Finalmente capito.
Fece un
profondo sospiro, cercando di rilassarsi e lo guardò un attimo, sembrava in
attesa, ma pur sempre in guardia.
[ Come se avesse potuto colpirlo da
un momento all’altro]
Ancora.
Ricordò la
sua espressione rilassata e serena mentre dormiva e gli sorrise sinceramente,
forse per la prima volta - Grazie, Potter -
Lo stava ringraziando
per averla accompagnata in infermeria, per averle tenuto compagnia mentre stava
male.. ma non solo..
Non solo..
Dinanzi a
quel sorriso tanto genuino, le sue difese si sgretolarono immediatamente.
Era ancora più bella quando
sorrideva.
- Dovere,
Evans. Dovevo tenere alta la mia reputazione, no? - Si avvicinò, lentamente al
letto, con un sorriso ironico sul viso.
[ La stava prendendo in giro.. ora
lo sapeva ]
- Seh,
certo Potter. Se vuoi mettiamo i manifesti - stette al gioco, scoprendo che non
era poi così male scherzare con lui.
Il cuore
gli si fermò un attimo.. quello sguardo..
Mentre
continuava a prenderlo in giro, lo vide spostare un attimo lo sguardo su un
punto non ben definito, sovrappensiero, e poi spostarlo su di lei, talmente
intenso da farla tremare.
Rimase
perfettamente immobile, mentre lo vedeva avvicinarsi sempre più.
I suoi
polpastrelli, leggeri come un filo d’erba, le sfiorarono delicatamente una
guancia, facendole mancare il fiato.
- È uguale
- Lo sentì mormorare, mentre le accarezzava il profilo del mento.
- Cosa? -
riuscì a trovare, chissà dove, la voce per chiedergli.
Lo vide
allontanarsi di poco, lasciando ricadere la mano lungo il fianco, per poi
fissarla - Il tuo viso, è lo stesso - Sembrava farneticare, si stava seriamente
preoccupando
- L’ho già visto.. - fece una piccola pausa,
come indeciso se rivelarglielo o meno - In quel posto che non c’è - Si sedette
sulla sedia, ancora assorto.
E, in quel
momento, benché non avesse la minima idea di cosa stesse parlando, Lily capì.
Probabilmente seguendo nessun filo logico, ma comprese ugualmente, come non
aveva mai fatto prima.
Non era giusto.
Non era affatto giusto.
Seguendo
ancora quel filo che non aveva né capo né coda, si sollevò a sedere sul letto e
gli prese una mano, per attirare la sua attenzione.
Si
sorprese, con il cuore in gola, di quanto fosse grande e calda.. e di quanto le
trasmettesse uno strano senso di sicurezza.
James alzò
il viso, guardandola leggermente sorpreso.
- Non è
detto che quel posto non esista - Lo disse con un
filo di voce, ma seppe che lui aveva capito quando le strinse più forte la
mano.
Non
comprese cosa l’aveva spinta a farlo, ma non aveva importanza, il battito
accelerato del suo cuore era un motivazione più che valida.
Rimasero in
silenzio per quella che sembrò un’eternità, perfettamente a loro agio.. Quella
piccola mano che non aveva nessuna intenzione di lasciare la sua..
- Su,
Potter, alzati da quella sedia, le lezioni ti aspettano - Ghignò ironicamente
alla sua espressione contrariata.
Stavolta si
accorse immediatamente che non faceva sul serio: aveva sempre lo stesso
sguardo.. quello sguardo..
Mugugnò di
disappunto - Ho una scusa per saltarle, no? Tu stai male -
- Sto
benissimo, un po’ di influenza non è nulla - Alzò gli occhi al cielo,
fintamente esasperata.
- Ma ora
che arriva Poppy, fingi di stare male e la supplichi di farmi restare - Si aprì
in un ghigno, soddisfatto per la sua idea geniale.
- Potter -
Il suo tono non ammetteva repliche.
- Ok, ok,
vado a lezione - Mise su il broncio - Vengo a trovarti più tardi però - Era
entusiasta, aveva una possibilità.
[ Quel posto che non c’è..
forse ci sarà ]
- Ciao Lily
- Le posò un bacio veloce sulla fronte, facendola arrossire leggermente.
Prima che
si chiudesse la porta alle spalle, gli arrivò un divertito - Ciao James -
Sorrise e
si avviò lungo il corridoio.
[ Ci sarà ]
Rieccoci xD
È la prima
storia assolutamente senza senso che scrivo, è venuta fuori da chissà dove, ma
devo ammettere che mi è piaciuto scriverla.
Ritornare
alle origini è stato strano, e se non fosse stato per Lu forse non l’avrei
fatto tanto presto, però mi ha fatto piacere, sul serio.
Oddio sono
troppo seria, sto iniziando a preoccuparmi.
Ah un’ultima
cosa, prima di sgravare nello sclero: Penso siamo stati tutti colpiti da ciò
che è successo in Abruzzo… ma state
tutte bene, vero? Spero vivamente di sì.
Comunque,
spero vi sia piaciuta, e Lu, al prossimo incontro con Jam.. ehm.. lo psicologo
non dimenticare la panna, mi raccomando xD
Un bacio a
tutte.