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Autore: crazy lion    13/05/2016    7 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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CAPITOLO 15.

ADOPTION PARTY

Quello stesso primo giugno Demi era a casa sua, seduta sul divano. Era sera e lei stava guardando un programma che parlava di animali. Le erano sempre piaciuti i documentari. Quello riguardava la giraffa. Demi ricordava di averne viste alcune allo zoo. Erano degli animali bellissimi: si muovevano con un'eleganza e un portamento fantastici, sembravano delle modelle. Stava pensando a tutto questo, quando ricevette una telefonata.
"Pronto?"
"Pronto, Demi, sono Selena!" esclamò la ragazza all'altro capo del filo, allegra.
"Ciao!" Demi era molto felice di sentirla. "Come stai?"
"Bene; scusa se non vengo a trovarti da qualche settimana, ma sono stata occupatissima con il lavoro."
"Non preoccuparti Selena, capisco. Anch'io ho avuto lo stesso problema e non solo quello."
"Lo so" disse l'amica tristemente.
"Hai bisogno di qualcosa?"
"No, ti ho chiamata perché vorrei invitarti ad una festa che ti piacerà sicuramente. Ho incontrato Andrew l'altro giorno e lui mi ha detto che in questi ultimi mesi non sei quasi mai uscita di casa e pensavo solo che stare un po' in compagnia ti avrebbe potuto fare piacere."
"Sono andata a pranzare con lui e ho visto i suoi gattini, ma nulla di più. Sto meglio, ma nonostante questo Non mi sento molto in vena di festeggiare, Selena."
"Perché?"
"Lo sai che le feste non mi piacciono un granché."
"Sì, ma potresti divertirti, sai? Quella volta, a casa mia, a parte il piccolo crollo che hai avuto, sei stata bene."
"Sì! Questa festa è a casa tua?"
"No, ma si tratta di una cosa molto tranquilla: niente musica alta o alcol. Posso sapere perché non vuoi festeggiare? Correggimi se sbaglio, ma credo ci siano altri motivi oltre al fatto che non ti piacciono le feste."
La sua migliore amica sapeva cogliere alla perfezione i più piccoli segnali, come l'incrinatura nella sua voce.
"Non so più niente dell'adozione da un po' e e questo mi fa stare male."
La sua voce era bassa e monocorde. Selena pensò di averla sentita così giù poche volte.
"Lo immaginavo, dato che non mi hai detto più niente. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che vi siete parlate?"
"Poco meno di tre mesi."
"Cazzo! È possibile che non ti chiami più per così tanto tempo? Voglio dire, che accidenti ci fa in quella stramaledetta agenzia se non è capace di fare il suo cazzo di lavoro?"
"Sel, tu sei la rappresentazione vivente della finezza, sai? Qualche volta dici un po' troppe parolacce. Dovresti scrivere un libro: "Il galateo di Selena Gomez". Sì, sì, mi piace questo titolo! Se uscisse in libreria lo comprerei."
"Come sei simpatica! Nemmeno tu ti risparmi, se è per questo."
Anche Demi diceva parolacce, a volte, ma solo quando era molto arrabbiata.
"Holly è veramente brava, Selena, non ho dubbi su questo. Fa bene il suo lavoro, me l'ha detto anche l'assistente sociale di Jonathan." Quel nome la fece sospirare, ma si riprese subito e continuò: "Per adottare un bambino ci vuole molto tempo, lei mi aveva avvertita."
"Non cominci ad essere stanca di tutta quest'attesa?"
"A volte, ma il mio desiderio di dare ad un bambino una vita più bella è più forte dell'impazienza che provo."
Andava avanti con la sua vita, pazientava, anche se quando pensava al fatto che Holly non la chiamava più da tempo si rattristava e questo le capitava soprattutto la sera. Cercava di non parlare molto di adozione con la sua famiglia o con gli amici, anche se a volte era inevitabile che capitasse.
"Oh, andiamo! Un po' di svago ti farà bene. Le chiacchiere, la musica e l'alcol ti distrarranno" continuò Selena, ritornando al discorso iniziale.
"Sai che non bevo. Inoltre, scusa, non hai detto poco fa che non ci saranno musica alta e alcol?"
"Sto scherzando, Demi! Uffa, non si può neanche fare una battuta" sbuffò.
La ragazza sorrise appena.
"Scusa. Sto così male che non so neanche capire quando gli altri scherzano."
"Non preoccuparti. Comunque, tornando serie, credo davvero che parlare con altre persone e ballare un po' ti farà pensare ad altro. Sai, la festa alla quale vorrei portarti è proprio legata al tema dell'adozione."
Demi non chiese niente. Immaginò che fosse una festa di beneficenza, magari per raccogliere fondi per qualche agenzia per le adozioni. Se si trattava di quello, era una bella cosa; quindi perché non partecipare?
"Va bene, vengo."
Non ne era perfettamente convinta, ma le parole di Selena l'avevano incuriosita.
"Urrà!" esclamò l'amica con entusiasmo, ma subito si calmò e continuò: "D'accordo, allora arrivo a casa tua tra un po' così ti aiuto a prepararti."
"So vestirmi da sola" disse Demi e le due ragazze risero insieme.
"Lo spero bene! Voglio solo darti una mano."
"Okay, se ci tieni tanto… Grazie Selena."
"Grazie a te per aver accettato, ci vediamo tra venti minuti esatti."
Venti minuti dopo, l'amica era già entrata in casa di Demi.
"Sei più puntuale di un orologio svizzero" commentò la ragazza, accompagnandola in camera sua.
"Odio arrivare in ritardo."
Questa era una cosa che le accumunava. Demi aprì l'armadio.
"No, aspetta, dobbiamo fare un'altra cosa prima" disse Selena e l'amica la guardò interrogativa. "Andiamo in bagno. Ti devo mettere la tinta e le lenti a contatto, a meno che tu non sappia farlo da sola."
"A cosa servono se dobbiamo andare ad una festa?"
Demi iniziava a capire che c'era qualcosa che non andava. Non era normale mettersi la tinta e le lenti a contatto per uscire. Era come se Selena volesse che nessuno le riconoscesse.
"Servono per… Beh, lo vedrai."
"Non mi piace per niente tutto questo mistero. Selena, se mi stai portando a fare qualcosa di brutto o di stupido io…"
"Non è stupido, è solo un po' particolare. Fidati di me!"
"Non so se farlo" disse, sempre meno convinta e cominciando ad essere inquieta e sospettosa.
Avrebbe voluto fidarsi della sua migliore amica anche in quel momento, ma non ci riusciva e questo la faceva sentire uno schifo. In tutta onestà avrebbe preferito rinunciare a quella serata, dire a Selena che non se la sentiva più, ma non voleva farla star male, perciò non proferì parola e lasciò che la ragazza le mettesse la tinta, le lenti a contatto e le desse una lunga gonna e una maglietta a maniche corte per vestirsi. Mentre Demi infilava gli abiti che Selena le aveva dato, l'altra ragazza fece lo stesso. Tirò fuori i suoi vestiti da una borsa che aveva portato e li indossò in fretta. Quando furono pronte, le disse di mettersi una giacca leggera con un cappuccio, così da coprirsi la testa.
"Dovrai tenerlo tutta la sera" aggiunse.
"Selena, non mi piace per niente tutto ciò. Ogni minuto che passa mi dici delle cose che mi fanno pensare che ci sia qualcosa sotto. Io non vengo."
Era riuscita a dirlo.
"No no, ci vieni eccome!" esclamò, un po' indispettita. "Ti ho invitata, sono venuta qui a casa tua per aiutarti a prepararti e ora tu non puoi dirmi che non vieni, maledizione!"
"Selena, dai, non te la prendere a questo modo! Scusami davvero, non volevo dirlo così. Forse sono stata un po' troppo brusca, ma non me la…"
"Facciamo così," disse la ragazza più dolcemente, "prova a venire, e se dopo la prima mezzora non te la sentirai di rimanere, potrai andartene, d'accordo?"
Demi ci pensò per un momento. Mezzora non era poi molto.
"Va bene" disse e sorrise, mentre seguiva Selena fuori dalla casa e verso la sua
macchina.
Dopo circa quaranta minuti di viaggio in mezzo al traffico di quella sera, arrivarono davanti ad un grande edificio. Selena scese, camminando a passo svelto e sicuro e suonò il campanello. Aprì una donna sulla trentina, che chiese chi fossero.
"Passavamo di qui" cominciò Selena "e abbiamo visto questo cartello sulla porta. La mia amica sta facendo le pratiche per adottare un bambino e vorrebbe entrare a dare un'occhiata."
Che diavolo era? Demi continuava a chiederselo; poi guardò il cartello sulla porta sul quale c'era scritto:
Adoption party. Venite a conoscere i bambini, hanno tutti bisogno di una famiglia.
"I genitori sono già stati selezionati" disse la donna sorridendo.
"Lo so," insistette Selena, "ma noi vorremmo solo dare un'occhiata, non parleremo nemmeno con i bambini se lei non vuole."
A Demi non piacque quel "dare un'occhiata". Le sembrava che Selena stesse parlando di oggetti, non di bambini, ma subito dopo si disse che sicuramente non l'aveva fatto apposta. Odiava avere tutti quei sospetti, sentirsi tanto all'erta, lei non era mai stata una persona che vedeva il male dappertutto, anzi.
La donna le guardò, sospetta.
"Non siete armate, vero? Non volete far nulla di male, mi auguro!"
"No," disse Demi, "certo che no!"
"Venite dentro. Parlerò con i miei colleghi e decideremo."
"Selena, dove accidenti mi hai portata?" le chiese Demi sottovoce, mentre seguivano la donna.
"In un bel posto, sarà stupendo se ci lasceranno restare, vedrai."
"Sarà bello cosa? Di che si tratta?"
"Incontreremo dei bambini che hanno bisogno di una famiglia."
"Selena, non si può adottare un bambino così, non è legale!" esclamò Demi allarmata.
"Non si tratta di questo. Ora entreremo e vedrai."
La ragazza sentiva sempre più in lei la voglia di andarsene, di correre via lontano da quel luogo. Non sapeva esattamente che cos'era un adoption party, ma cominciava a capire che non era una festa di beneficenza come lei si era aspettata. Considerava Selena un po' pazza, una che a volte faceva delle cose abbastanza fuori dall'ordinario, come un pomeriggio nel quale le aveva raccontato che il giorno prima era andata con la bicicletta su una ringhiera. Demi non aveva mai fatto quelle piccole pazzie con lei e non ci teneva per niente. Si chiese cosa sarebbe successo se qualcuno le avesse riconosciute, ma in quel momento non era la sua preoccupazione maggiore. Che cosa significavano, in quel caso, le parole "adoption party"? Mentre camminavano passando attraverso un lungo corridoio, Demi sentiva le voci e i gridolini di molti bambini provenire da una stanza chiusa.
Arrivate alla fine del corridoio, Demetria, Selena e la donna entrarono in una grande sala con molte sedie disposte in cerchio, sulle quali erano accomodate parecchie persone.
"Jennifer, queste sono due ragazze che sono venute a vedere i bambini anche se non erano state selezionate" disse la donna rivolgendosi ad una sua collega.
"Siete una coppia?" chiese la ragazza tranquillamente.
Aveva un bel sorriso dolce e sembrava simpatica.
"No" disse Demi, senza imbarazzo. "Io sto svolgendo le pratiche per adottare un bambino. Lei è una mia amica che questa sera mi ha trascinata qui senza dirmi niente, quindi non ho capito esattamente cosa si fa in questo posto. Me lo potreste spiegare, per favore?"
"Possiamo farle rimanere anche se non sono state selezionate?" chiese ancora la donna che aveva aperto loro.
"Prima sarebbe meglio perquisirle" disse Jennifer e fece loro cenno di seguirla.
Perquisirci? pensò Demi. Dove siamo finite, santo cielo?
Secondo dopo secondo, si sentiva più confusa e spaventata di prima. Non sapeva perché, ma aveva paura. La donna le accompagnò in una stanza attigua, più piccola e disse loro di spogliarsi, rimanendo solo con le mutande e il reggiseno. Le due lo fecero, con un po' di imbarazzo, ma non molto dato che si trovavano davanti ad una donna e non ad un uomo e che questa ebbe la decenza di girarsi mentre loro si toglievano i vestiti. Quando ebbero finito, Jennifer controllò le tasche dei loro vestiti e le loro borse e, resasi conto che non avevano né pistole, né coltelli, né droga, disse loro che avrebbero potuto rivestirsi.
"Vi dirò ciò che prima ho spiegato agli altri genitori." iniziò la donna. "Questo è un adoption party. Si tratta d una serata nella quale dei bambini incontrano alcune persone che vogliono adottarne uno. I genitori devono, però, avere dei requisiti specifici. Per esempio devono stare già facendo le pratiche per adottare un minore. Non devono parlare solo con un bambino per tutto il tempo o fare ai piccoli promesse di alcun tipo. I bambini che sono qui sono in affidamento da molto tempo per svariati motivi: o hanno gravi problemi di salute, o sono grandi e per questo fanno fatica a trovare una famiglia, oppure sono gruppi di più fratelli. Loro sanno che questa è solo una serata nella quale incontrare dei possibili mamma e papà e che non andranno a casa con questi ultimi. Queste serate servono a far sì che i genitori si facciano un'idea dell'età dei bambini che potrebbero adottare in futuro, ma non è affatto detto che uno che incontreranno in una delle serate come questa sarà quello che poi prenderanno con loro. Avete capito, ora?"
Selena disse che lei sapeva già tutte queste cose. Demi fece segno di sì, mentre le salivano le lacrime agli occhi. Come potevano esistere cose del genere? I bambini incontravano dei genitori, parlavano con loro, ci giocavano insieme, si facevano coccolare e tutto questo per cosa? Per dare la possibilità ai genitori di guardare quei bambini come degli animali da scegliere in un negozio per capire se quello sarebbe andato bene e l'altro no? Era questa, pensava, l'idea che alcuni bambini, i più grandi, potevano farsi. Mio Dio, era orribile.
"Selena, andiamo via da qui" disse Demi con determinazione quando si furono rivestite.
"Scherzi? Siamo appena arrivate!"
"Io non voglio rimanere. Non è così che voglio incontrare dei bambini. Non è guardandoli e prendendoli in braccio come se fossero dei cuccioli in un negozio! Non voglio dare loro l'impressione che li sto scegliendo. I bambini non sono degli animali o dei giocattoli, maledizione! Sono delle persone e devono essere trattati come tali. Mi stupisce che tu sia d'accordo con questa cosa. Non ti facevo così poco sensibile, credevo che tu fossi una persona diversa. A proposito, è legale questa cosa?" chiese poi, rivolgendosi a Jennifer.
"Sì sì, è perfettamente legale ed è molto in voga non solo negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna. C'è chi è d'accordo e chi no e mi sembra che lei non lo sia."
"Non la trovo una cosa giusta, perciò mi scusi se le ho fatto perdere tempo. Arrivederci."
Detto questo uscì dalla stanza e attraversò correndo il corridoio, con Selena che la seguiva cercando di fermarla.
"Demi, vuoi aspettare, maledizione?"
Demetria si fermò. In quel momento una bambina uscì da una stanza e le venne incontro a piccoli passi. Le si mise davanti e si fermò. Era piccola, avrà avuto al massimo due anni.
"Mamma" disse.
Demi avrebbe voluto continuare a correre, scappare via per sempre da lì, ma sapeva di non poterlo più fare, ora. Quella bambina si sarebbe spaventata. Forse avrebbe cominciato a piangere e lei si sarebbe sentita malissimo. Non poteva comportarsi così. Avrebbe dovuto almeno dirle qualcosa. Il suo cuore le diceva che avrebbe voluto prendere quella bambina e portarla via con lei. Chissà in quante case famiglia o in quante famiglie affidatarie era stata; se era stata abbandonata o se i suoi genitori erano morti. Povera piccina! Ora si trovava lì in quel luogo, avrebbe incontrato dei genitori e poi chissà quale sarebbe stato il suo futuro.
"Mammaaaaaa" ripeté la bambina, quasi gridando, gioiosa.
"Ciao tesoro. Io non sono la tua mamma, ma è bello conoscerti" le disse, pur sapendo che la bambina, probabilmente, aveva capito metà delle cose che le aveva detto.
Doveva però aver inteso che lei non era sua mamma, perché si rattristò.
"Tu no mamma?" le chiese, con una vocina dolce.
"No, piccola. Ehi, non essere triste. Troverai una mamma e un papà che ti vorranno bene!"
"Braccio" disse la bimba e allungò le piccole braccia verso di lei.
Demi non avrebbe voluto farlo, sapeva che questo le avrebbe spezzato il cuore, ma preferiva essere lei a soffrire piuttosto che fare del male alla piccola.
"Va bene" le disse. "Vieni qui."
La sollevò da terra e la bambina si aggrappò a lei con le sue piccole manine. Demi la guardò meglio: aveva i capelli castani e gli occhi verdi.
In quel momento Jennifer le raggiunse.
"Me ne stavo andando," disse Demi, "ma lei mi è venuta incontro e mi ha chiamata mamma, così non ho potuto… insomma…"
Non sapeva quale sarebbe stata la parola giusta. Abbandonarla? Lasciarla?
"Lei è Elizabeth. È stata abbandonata appena nata vicino ad un cassonetto. Ora ha due anni e soffre di un grave problema cardiaco. Al momento è in affidamento presso una famiglia che l'ha portata qui stasera" spiegò la donna.
Selena, a pochi metri di distanza, le guardava.
"Sei una bellissima bambina" le sussurrò Demi e avrebbe voluto aggiungere: "e non è giusto che tu stia qui, che veda tutte queste persone che ti guarderanno e giocheranno con te e poi ti lasceranno. Dovresti trovare subito una famiglia che ti ami, come tutti gli altri bimbi, ma non in questo modo."
La ragazza era sicura che, se Elizabeth fosse stata in affidamento presso una famiglia seria, non sarebbe mai arrivata fino a lì. Una famiglia affidataria che lei considerava seria amava i bambini con tutto il cuore e aspettava che un assistente sociale trovasse loro una famiglia, non li portava certo a quei maledetti adoption parties, che non servivano ad altro che a far star male i piccoli.
Elizabeth sorrideva tra le braccia di Demi e cominciò a cantare una canzoncina della quale la ragazza non capì una parola, ma che la fece ridere teneramente. La piccola allungò le braccia verso Jennifer e lei la prese in braccio.
Proprio in quel momento i genitori che prima si trovavano nella stanza in fondo al corridoio entrarono in quella dove stavano i bambini. La porta rimase aperta, così Demi poté vedere che la stanza era grandissima. C'erano circa una quarantina di bambini, erano davvero molti e di tutte le età. Dei clown li facevano divertire gonfiando palloncini e raccontando loro storie e barzellette, mentre le coppie si avvicinavano pian piano ai piccoli, iniziavano a parlare loro e a prenderli in braccio. In seguito, si disse Demi, se ne sarebbero andati e quei bambini avrebbero sofferto perché le coppie erano lì solo per vederli e basta. Chissà quante altre volte i piccoli avrebbero dovuto rivivere la stessa scena!
"Selena, andiamocene" disse Demetria alla ragazza, in tono rude, cosa che non era certo da lei.
L'amica, senza dire una parola, la seguì.
Uscita da quell'edificio, Demi  cominciò ad urlare:
"Sei una stronza! Si può sapere perché diavolo mi hai portata qui? Gli adoption parties non dovrebbero nemmeno essere legali e mi stupisco del fatto che quelle donne non ci abbiano nemmeno domandato come ci chiamiamo e ci abbiano fatte entrare senza neanche chiederci un documento o di mostrare il nostro viso. I bambini meritano rispetto come qualsiasi persona a questo mondo, perciò non dovrebbero essere guardati da un gruppo di possibili genitori adottivi che viene qui così, per farsi un'idea. Dove finiranno, poi, quei bambini? Per quanto tempo dovranno stare in affidamento? Quante case famiglia dovranno girare e a quanti adoption parties saranno costretti ad andare prima di trovare qualcuno che li ami davvero? Dimmelo, Selena! Dimmelo! Queste feste per l'adozione sono inutili, stupide e vanno contro i miei principi morali. Perciò mi dispiace davvero dovertelo dire, ma hai avuto una pessima idea e non ti azzardare mai più a fare con me una stronzata del genere, chiaro?"
Demi era arrabbiata, anzi, furiosa. Se avesse avuto il potere per farlo, avrebbe reso illegale quell'attività, che considerava dannosa per i bambini e ingiusta nei loro confronti. Respirava velocemente e, quando aveva finito di parlare, le si erano scavate due rughe ai lati della bocca.
"Mi dispiace, io pensavo che…" provò a giustificarsi Selena, ma demi la interruppe dicendo:
"Ti dispiace? Va' affanculo! Ascolta un consiglio: Selena: pensa di più prima di agire, ma fallo con la testa sulle spalle, non quando ce l'hai persa chissà dove. In futuro, questo potrebbe aiutarti a fare meno cazzate."
Detto ciò si allontanò e, quando vide il primo taxi, vi salì e diede al taxista l'indirizzo della casa d sua madre. Aveva bisogno di parlarle e di raccontarle quello che era appena successo.
Seduta sul taxi, pensò che era da molto che lei e Selena non litigavano così. La sua migliore amica l'aveva delusa. L'aveva ferita nel profondo e Demi si sentiva presa in giro. Era stata proprio lei a dirle che c'erano altri modi per avere un figlio e a suggerirle di adottare un bambino e adesso si comportava così, portandola in quel posto
orribile?
Prima di scendere dal taxi pagò l'autista e lo ringraziò.
Quando suonò il campanello iniziò a piangere e, nel momento in cui sentì la porta aprirsi, cominciò a singhiozzare ancora più forte.
"Demi!" esclamò Dianna, allarmata. "Demi, così mi spaventi. Che è successo?"
La ragazza non riusciva a parlare. I singhiozzi la scuotevano così tanto che tremava.
"Vieni dentro, piccola" le disse dolcemente la mamma, mentre la accompagnava in cucina.
Le diede un bicchier d'acqua che Demi accettò volentieri, grata alla madre per quel semplice gesto gentile. Lo bevve a piccoli sorsi, cercando di respirare profondamente e, quando lo ebbe finito, si sentì meglio.
"Eddie non c'è?"
"No, è a letto. Era molto stanco e anche le tue sorelle stanno dormendo. Mi vuoi raccontare quello che è accaduto?"
Demi le disse ogni cosa, parlandole anche delle emozioni che aveva provato.
"Non sapevo che esistessero queste cose" disse Dianna con un sospiro. "Hai fatto bene ad andartene e Selena si è comportata molto male."
"Mi ha delusa, mamma e non sai quanto questa cosa mi ferisca e mi rattristi. Mi sento uno schifo. Evidentemente per lei gli adoption parties sono una cosa giusta, altrimenti non mi ci avrebbe portata. Io, però, li considero inaccettabili. Non è giusto nei confronti dei bambini, che così soffrono ancora di più."
"Sono d'accordo con te, tesoro, ma se sono così in voga è perché molte persone li reputano un buon modo per entrare in contatto con dei bambini che hanno bisogno di una famiglia."
"Quella bambina, Elizabeth, mi guardava con i suoi occhietti verdi con così tanto affetto e con una grande speranza dentro! Pensare che si trovava lì mi ha stretto il cuore. Se avessi potuto, l'avrei portata via con me" disse Demi, commossa.
Non sapeva se era più triste per quei bambini, o più  arrabbiata a causa dell'esistenza degli adoption parties, o per come Selena l'aveva trattata, ma forse le tre cose andavano di pari passo.
"Amore!" esclamò abbracciandola."
Ho detto a Selena che è una stronza, ti rendi conto? Ho chiamato così quella che è la mia migliore amica da una vita, ma non lo pensavo veramente. Si è comportata malissimo, sì, ma lei è una brava persona, io lo so."
"In quel momento forse non sei riuscita a controllare le tue emozioni e hai detto cose che non pensavi."
"Sì e mi sento in colpa per questo."
"Non farlo, Demi! Tu non hai nulla di cui sentirti in colpa. Selena ha sbagliato, per cui quella che deve colpevolizzarsi è lei. Mi dispiace che tu abbia avuto una serata così orribile, Demetria, ma non ci pensare più. Vedila come una bruttissima esperienza che hai fatto, che però ti ha aiutata a ragionare e a capire ciò che secondo te è sbagliato per quanto riguarda l'adozione. Fai tesoro di ciò che hai visto e di quello che hai imparato stasera. Sì, è stato sconvolgente, ma io credo che ti abbia fatta crescere interiormente. Non lo pensi anche tu? Cerca di fare pace con Selena: siete amiche da così tanto tempo e, anche se per anni non vi siete più parlate, sarebbe brutto che il vostro rapporto si deteriorasse a causa di questo. Sono sicura che lei non aveva alcuna intenzione di ferirti. Forse pensava che anche tu saresti stata d'accordo, che ti avrebbe fatto piacere andare a quella festa. Voleva solo aiutarti, ma l'ha fatto in un modo per te sbagliato."
"Sì, hai ragione su tutto" ammise Demi, "ma per quanto riguarda la pace con lei, ho bisogno di tempo per rifletterci."
"Certo, è ovvio. Parlale solo quando sarai pronta."
Vedendo quell'esperienza come qualcosa che l'aveva fatta crescere Demi si sentiva molto meglio e il peso che aveva sul cuore diminuiva pian piano, almeno un po'. Adesso, però, l'unica cosa che voleva era smettere di pensare a tutto.
"Io vado, mamma. Ho bisogno di dormire. Ho avuto una serata difficile e sono stata sopraffatta dalle emozioni, perciò mi sento molto stanca e l'unica cosa che voglio è infilarmi a letto."
"Sì amore, capisco. Mi ha fatto piacere vederti e sono sempre felice quando ti confidi con me, lo sai" le disse Dianna con un sorriso.
"Anch'io sono contenta di confidarmi con te, mamma. Non voglio più nasconderti quello che provo."
La donna sapeva a cosa si riferiva Demi. Per anni aveva nascosto i suoi problemi e il fatto che si tagliava, facendo finta che fosse tutto normale e non dicendo nulla nemmeno a sua madre. Solo Andrew aveva saputo della sua situazione. Da quando si stava meglio, però, Demi parlava molto spesso con la sua famiglia di come stava. Lo considerava un modo per essere sincera e per togliersi un peso. Certo, spesso parlare non risolveva i suoi problemi, ma almeno la faceva sentire capita e ascoltata.
Le due donne si abbracciarono, si diedero un bacio e si dissero buonanotte; poi Demi uscì,salì in macchina e tornò a casa.
Si infilò subito a letto. Era così stanca che, senza accorgersene, si addormentò ancora vestita.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
gli adoption parties esiistono davvero. Quando l'ho scoperto sono rimasta sconvolta. Molte persone li considerano qualcosa di positivo. Io credo che facciano solo male ai bambini che vi partecipano e li reputo molto negativi, ma se qualcuno avesse opinioni differenti in merito, le rispetterò.
Sia chiaro, non ho niente contro Selena Gomez, come forse ho già detto in precedenza. Non la conosco molto e non so bene la sua storia, ma so che è una grande amica di Demi anche se in passato hanno litigato (non ne ho mai capito il vero motivo, in realtà). Comunque, se le ho fatte litigare è stato solo per dare alla storia un po' di drammaticità anche dal punto di vista delle relazioni che Demi ha con una persona alla quale vuole bene, perciò non prendetevela a male, vi prego. Non è mia intenzione offendere Selena in alcun modo.
Vi avviso: questo personaggio non sarà molto analizzato dal punto di vista del suo carattere o di quello che le succede. Più che altro sarà una spalla per Demi, la aiuterà anche in futuro, quindi anche se l'ho fatta comparire più spesso è un personaggio molto secondario. A volte, però, ci saranno descrizioni su come si sente, o sulla sua vita. In futuro sarà presente anche un capitolo dedicato ad una sua crisi, che però ho già accennato in questi ultimi, che la porterà poi ad allontanarsi da Los Angeles per un bel po'. Per Demi la sua presenza è comunque importante: si ricordi il capitolo otto nel quale l'ha aiutata, per esempio.
   
 
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