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Autore: crazy lion    13/05/2016    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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CAPITOLO 16.

UNA LUNGA ATTESA

Passarono altri quattro mesi.
Il giorno del Ringraziamento Demi andò a casa della madre. La aiutò a preparare le ultime cose e fu felice di sapere che a pranzo ci sarebbe stato Andrew. Non lo vedeva da un po'. Era stata così occupata dal lavoro che non aveva più avuto tempo di chiamarlo. Stava già lavorando ad un nuovo album, ma per ora non aveva ancora detto niente ai suoi fan. La sua creazione era solo all'inizio e stava ancora scrivendo le canzoni, sistemandole, cambiando le parole e iniziando a capire che musica avrebbero potuto avere. Poteva non sembrare così, ma la verità era che prima dell'uscita di un album i cantanti in generale dovevano lavorare moltissimo e non era affatto semplice. Di solito Dianna invitava anche Selena, ma quell'anno, su richiesta della figlia, non l'aveva fatto. Le due ragazze non si erano più parlate dalla sera nella quale avevano litigato e Demi non voleva rivedere l'amica in un giorno di festa quando, tra loro, la tensione era ancora
alta.
Quel giorno tutti ballarono, risero e si divertirono. Demi ballò tantissimo con Andrew, anche se i due non ebbero molte occasioni di parlare, più che altro a causa della musica un po' troppo alta e per tutte le altre voci che sovrastavano le loro parole.
Verso le 16:00, però, Selena si presentò alla porta.
"Sono venuta a salutarvi" disse la ragazza a Demi, che era andata ad aprire. "Io e te dobbiamo parlare. Non possiamo andare avanti così."
"Entra" sussurrò lei sospirando.
Selena le propose di parlare in un luogo più tranquillo, ma Demetria le disse che preferiva rimanere lì e far capire a tutti la situazione. L'altra si sentì umiliata, ma non disse niente: in fondo era stata lei a combinare quel disastro e adesso era ovvio che Demi volesse fargliela pagare.
"Ti giuro che non avrei mai voluto ferirti!" esclamò quando si furono sedute, vergognandosi da morire e sentendosi una stupida.
"Sapevi di che cosa si trattava, non è vero?"
"Sì, come ti ho detto, ma pensavo che ti avrebbe fatta felice andarci, ecco tutto."
Demi avrebbe voluto mettersi ad urlare, ma Andrew interruppe il loro dialogo:
"Una di voi può spiegarci ciò che è successo?"
Nessuno, a parte Dianna, lo sapeva. Demi raccontò a tutti quello che Selena aveva fatto quella sera e diede la sua opinione sugli adoption parties.
"Sono orribili e ingiusti per i bambini" concluse.
"Io sapevo dell'esistenza di queste feste per l'adozione," disse Andrew, "ma non sono mai stato d'accordo."
"Dovrebbe esserci una legge che le proibisce" aggiunse Demi.
"Ti do ragione, cara," continuò l'uomo, "ma non mi sembra il caso di litigare, soprattutto oggi. Insomma, è il giorno del Ringraziamento,dovrebbe essere una bellissima giornata di festa e non è bello passarla a litigare, non credi? Avete discusso mesi fa, ma Selena ti ha chiesto scusa. Non vi parlate da molto, troppo tempo e questo non fa bene a nessuna delle due. La discordia avvelena, Demi, ricordatelo sempre. Perché non fate la pace?"
"Sì, sorellina, Andrew ha ragione" disse Dallas. "Anch'io sono d'accordo con te, ma per favore, non essere così arrabbiata. Siete amiche da tanto tempo! Capisco che tu te la sia presa, ma tutti, nella vita, possono sbagliare pensando, però, di essere nel giusto."
"Il mio è statouno sbaglio, Demi, un grandissimo errore, ma non avrei mai voluto farti del male e te lo ripeterò centinaia di volte se servirà a fartelo capire bene. Ti prego, perdonami! Io ti voglio bene! Non voglio perderti!"
Selena pronunciò quelle parole con trasporto e Demi capì che era sincera. Si sentiva davvero male per ciò che aveva fatto.
"Scusate," disse la ragazza, "forse ho esagerato. Il fatto è che quest'attesa mi sta distruggendo. La mia richiesta di adozione è stata approvata nel settembre del 2016 e io speravo che dopo l'incontro con Jonathan tutto sarebbe andato bene. Holly mi aveva detto che a volte può capitare che le cose vadano in fretta e speravo che sarebbe andata così per me, ma mi sbagliavo. Sono molto nervosa per questo. Sono passati quattordici mesi da quando sono stata accettata e quasi due anni dal momento in cui ho parlato con Holly per la prima volta e mi domando quanto tempo dovrò aspettare ancora. Oggi non ho una bellissima giornata e me la sono presa con te, Selena, che non c'entri niente e per una cosa che ormai credevo di aver superato. Non ero più molto arrabbiata con te, solo ancora offesa. In verità avevo pensato di venire atrovarti uno di questi giorni per chiarire le cose perché, sì, è passato davvero troppo tempo dall'ultima volta in cui ci siamo parlate e mi vergogno di non essermi più fatta avanti. Mi dispiace."
"Non preoccuparti, Demi, è tutto a posto. Capita a volte di allontanarsi dopo aver litigato o anche solo discusso. L'importante è ritrovarsi."
Le due ragazze si sorrisero.
"Non te la puoi prendere con gli altri" disse Dianna. "Non è colpa nostra se le cose vanno così a rilento, non è di nessuno."
Parlava in modo calmo, ma voleva far capire alla figlia che aveva sbagliato.
"Lo so, hai ragione. L'errore è stato mio" disse Demi sospirando.
"No, non solo tuo" puntualizzò Selena; abbiamo sbagliato ed esagerato tutte e due, Demi, ma io più di te e me ne vergogno."
"Ora basta con la rabbia e la vergogna" disse Demetria, poi andò dalla sua amica e le strinse la mano.
"Sotterriamo l'ascia di guerra?" le chiese quest'ultima, gentilmente.
"Va bene, a patto che tu non faccia più stronzate del genere."
"Lo prometto."
Le due amiche si abbracciarono e si tennero strette per alcuni minuti, coccolandosi dolcemente.
"Sono belli i tuoi abbracci, Selena. Mi sono mancati. Tu mi sei mancata!"
"Anche tu, tantissimo!"
"Demi, solo per curiosità, qualcuno ha saputo qualcosa di questo? Intendo dire, è uscita qualche notizia sui giornali o su internet riguardo il fatto che sei andata a quell'adoption party?" chiese Andrew.
Non era preoccupato, non leggeva mai tutto ciò che i giornalisti scrivevano su Demi, ma la curiosità l'aveva spinto a porre quella domanda.
"No, per fortuna. Selena mi aveva fatto mettere la tinta e le lenti a contatto e indossare un cappuccio che ho tenuto sulla testa fino a quando me ne sono andata  e nessuno ha riconosciuto la mia voce o, se qualcuno l'ha fatto, non ha detto nulla."
"Selena, nel tuo caso com'è andata?"
"A me non è successo niente, come a Demi."
"Teniamo questa cosa fra noi allora" disse Eddie e poi aggiunse: "Comunque non devi vergognarti di quello che hai fatto, Demetria, tu non sapevi…"
"Non me ne vergogno, Eddie. Mi fa solo rabbia che esistano cose del genere. Selena, tu sei d'accordo con gli adoption parties? Scusa, ma non lo capisco."
"Prima di andarci sì, lo ero, perché non avevo realizzato quanto potesse essere dura per quei bambini; poi ho visto Elizabeth e da allora non sono più molto favorevole… Non so, ho pensieri contrastanti a riguardo. Una parte della mia testa pensa che siano positivi, l'altra no. Avete presente quando non si sa da che parte stare riguardo certe tematiche? A me con gli adoption parties succede questo."
Demi si accontentò di quella risposta e si disse che avrebbe rispettato l'opinione dell'amica.
Per il resto della giornata non ci pensarono più e tutto andò liscio come l'olio. Tutti cantarono, ballarono, risero e mangiarono fino a scoppiare. Demi e Selena riuscirono ad allentare la tensione calata tra loro e a ridere insieme raccontandosi barzellette
divertenti.
Le vacanze di Natale arrivarono in un baleno e dopo poco iniziò il 2018.
A gennaio Selena partì in tour e stette via da Los Angeles fino alla fine di aprile. Al ritorno era spossata. Quando Demi seppe che era tornata grazie ad un suo messaggio, la chiamò.
"Com'è andata?" le chiese, felicissima di sentirla.
"Tutto bene, grazie, ma ogni volta che torno da un tour mi sento più uno zombie che una persona" rispose l'altra ridendo.
"Anch'io! I tour sono bellissimi, ma molto stancanti."
"Sì, però ne vale la pena. Se i concerti vanno bene e i fan sono gentili e calorosi e ti dicono che con le tue canzoni li hai aiutati a superare dei momenti difficili, questo vale più di tutta la stanchezza del mondo!"
"Sì, hai ragione. Come mai non mi hai mai chiamata? Mi sei mancata da morire!"
Sentiva terribilmente la mancanza della sua migliore amica quando stavano lontane per molto tempo e a volte faceva fatica a sopportarla. Anche nei lunghi mesi nei quali non si erano più parlate, Demi ne aveva sofferto. Non sapeva nemmeno lei quante volte avrebbe voluto prendere il telefono in mano e chiamarla per fare la pace, ma il suo stupido orgoglio l'aveva sempre fatta desistere. Ora, però, tra loro andava tutto bene ed era questo che contava.
"Non ho avuto quasi neanche il tempo per respirare e non ho chiamato nemmeno la mia famiglia. La sera, dopo i concerti, ero distrutta e il giorno, se non facevo le ultime prove prima di cantare o non viaggiavo per spostarmi da un luogo all'altro, dormivo come un sasso. Anche tu mi sei mancata molto! Un altro motivo per il quale i tour mi stancano, è perché provo tanta nostalgia di casa e delle persone che amo."
"Ti capisco" disse Demi, comprensiva.
Selena aveva composto un nuovo album, dopo l'ultimo pubblicato nel 2015. Era stata in tour anche nel 2016 e Demi la ammirava molto: oltre ad essere una brava cantante e aver composto un album da solista e altri con il suo gruppo, Selena & The Scene e aver cantato alcune colonne sonore per la Disney, era anche una bravissima attrice.
"Hai già chiamato i tuoi?"
Loro stavano in Texas, a Grand Prairie, il paese dove Selena era nata.
"Sì, ho appena chiamato mia mamma e ho parlato anche con il suo compagno. Telefonerò a mio padre domani. Ho anche tanta voglia di sentire la voce della mia sorellina Victoria! Quella bambina mi manca da morire!"
In realtà era una sorellastra, ma a Selena non piaceva chiamarla così. Era nata nel 2013 ed era una bambina dolcissima. Pur conoscendo Selena da molti anni, Demi non aveva mai incontrato i suoi genitori. Sapeva, però, che avevano divorziato quando lei aveva cinque anni. Sua mamma si era risposata nel 2006 e anche suo padre, ora, aveva una nuova moglie, con la quale aveva avuto Victoria.
"Sono stanchissima, Demi" continuò Selena. "Non lo dico per lamentarmi, ma dopo essere stata in tour in varie città della Cina e del Giappone, devo ancora abituarmi al fuso orario. Ora qui è sera, ma il mio corpo è attivo come se fosse giorno, per cui spero di riuscire a dormire, stanotte."
La ragazza sorrise: conosceva bene quella sensazione e non ci si era mai abituata.
"Mi manca il Texas, Demi! Mi manca il luogo dove sono nata, Grand Prairie e ho voglia di vedere mia mamma, mio papà e i miei fratelli."
Era la prima volta che Demi la sentiva così giù. Quasi non la riconosceva e si preoccupò.
"Stai bene?" le chiese.
Quella non era solo stanchezza fisica o psicologica. >Demi avvertiva qualcosa di più nella voce dell'amica, forse una grande nostalgia.
"Sì, ma durante il tour o avuto modo di riflettere. Forse dovrei tornare a casa mia per un po'…" disse la ragazza, incerta.
"Lo fai molto spesso, perciò nulla ti impedisce di prenderti una pausa e andare là per qualche settimana."
"Io non parlo di un paio di settimane, ma di mesi. Credo che la cosa migliore per me sarebbe andare a casa e tentare di rilassarmi."
"Selena, non farmi preoccupare, per favore! Che ti succede?" le chiese ancora l'amica, sospirando.
"Niente, ho solo un po' di nostalgia, te l'ho detto. Queste sono solo le parole di una povera ragazza molto stanca che in alcuni momenti si rattrista un po'. Non farci caso."
"Ah, non dovrei farci caso? Selena, sono la tua migliore amica, è naturale che mi preoccupi, o non mi è permesso farlo?"
"Non devi, Demi. Io sto bene, sono solo stanca, te lo ripeto. Piuttosto, che ne dici se ci vediamo appena mi sono ripresa?"
Selena sembrava improvvisamente più serena, così Demi si convinse che fosse solo un po' nostalgica, come lei stessa aveva detto e rispose:
"Dico che è un'ottima idea!"
Ci vollero due settimane prima che Selena riuscisse a capire di non essere uno zombie, ma una persona viva. Fu allora che scrisse un messaggio a Demi per comunicarle che avrebbero potuto vedersi. L'amica le rispose domandandole se le avrebbe fatto piacere mangiare una pizza con Joe, Nick ed Andrew.
La ragazza ne fu entusiasta.
La sera dopo cenarono chiacchierando dei loro lavori e in generale delle proprie vite, poi Selena disse che aveva voglia di andare in discoteca.
"Dopo aver fatto un lungo tour nel quale ho cantato solo le mie canzoni, ho voglia di ascoltare la musica di qualcun altro" disse.
Gli altri accettarono, anche se Demi ed Andrew dovettero fare uno sforzo in quanto a loro la discoteca proprio non piaceva. Nonostante questo, si divertirono ballando e dovettero urlare per sentirsi. Selena ballò con Joe tutta la sera, divertendosi come non faceva da tempo. A fine serata, chi più chi meno, erano tutti stanchi, ma furono d'accordo nel ritenere di aver passato delle belle ore tutti insieme. A Demi uscire fece bene: la aiutò a rilassarsi e a spostare la mente su altri pensieri che non fossero il lavoro o l'adozione.
Demetria festeggiò la Pasqua con i suoi familiari.
A maggio più volte ne ebbe la tentazione - com'era stato in passato -, ma non si azzardò a chiamare Holly, per paura di disturbarla o di farla arrabbiare. Non voleva dare l'impressione di essere troppo ansiosa.
Dopo Pasqua tornò allo studio e non fece altro che lavorare. Restava nello studio di registrazione il più possibile, anche dopo che tutti gli altri se n'erano andati, a cantare su delle basi registrate. Stare a casa la faceva sentire depressa. Le sembrava che le crollasse addosso un peso enorme e non riusciva a sopportare il silenzio,perché era proprio allora che la sua mente si riempiva di brutti pensieri. Se l'attesa prima di essere approvata, durata quasi un anno, era stata lunghissima e stancante, questa era a dir poco estenuante. Sapere che non c'erano bambini adottabili la faceva sentire, a volte, una persona non all'altezza di quel compito: forse suo figlio non arrivava perché era lei a non meritarlo. Nonostante questo, però, era più positiva di quanto era stata in precedenza e aveva ancora la speranza che tutto sarebbe andato bene.
A maggio successe una cosa che sulle prime le parve strana. Un giorno uscì a pranzo con Andrew e gli chiese notizie di Carlie. Lui sembrò riflettere per un momento, poi le rispose che era appena tornata dall'Africa. Non sapeva esattamente perché l'aveva detto. Forse per parlare di lei, anche se mentendo e trovare in questo modo un minimo di consolazione.
"Dici davvero?" gli chiese, sorridendo.
"Sì e sono molto felice!" esclamò lui, raggiante.
"Si vede. Mi piacerebbe incontrarla per salutarla. Credi che potremo organizzare un incontro uno di questi giorni, magari a cena?"
"Lei è molto occupata adesso. Spesso esce con i suoi amici come puoi immaginare, ma le parlerò e vedrò cosa riusciremo a fare."
Quando, qualche giorno dopo, i due si rividero Andrew le disse che Carlie era ripartita.
"Come mai è andata via così presto? Credevo che si sarebbe fermata di più!" esclamò Demi, con un tono che faceva chiaramente notare la sua delusione.
"A quanto ho capito, è stata avvertita del fatto che è scoppiata un'epidemia di colera nel villaggio nel quale lavora e ha voluto ripartire subito. Comunque ti saluta."
Demetria si sarebbe accontentata di quella spiegazione, se non si fosse accorta che Andrew era molto triste.
"Stai bene?"
"Sì, ma mi manca molto" disse, guardando in alto, come se volesse pregare.
Nelle settimane seguenti Demi lo vide un po' distratto, assente e giù di corda, ma ogni volta che gli chiedeva cosa c'era che non andava, lui rispondeva a monosillabi.
Andrew, dal canto suo, sapeva che non era triste per la partenza della sorella. Stava male per lei, sì, che però non era tornata in Africa. Le era successa una cosa molto grave: aveva avuto un secondo arresto cardiaco qualche giorno prima.
Andrew era presente quando si era sentita male. Era seduto accanto a lei, le stava parlando e improvvisamente il suo cuore aveva smesso di battere. Lui era corso fuori, come impazzito, iniziando ad urlare, a chiamare aiuto e subito un'infermiera e un dottore erano accorsi. Andrew era entrato con loro, aveva pregato, pianto, passato dei momenti terribili. Carlie era ancora viva, ma il suo cuore era sempre più debole e né lui, né i medici sapevano per quanto tempo sarebbe sopravvissuta.
Andrew, però, aveva deciso di non voler dire niente a nessuno nemmeno stavolta, per evitare di essere compatito. Né Demi, né i suoi colleghi dello studio legale, né nessun altro di sua conoscenza avrebbe mai dovuto sapere.
Dopo poche settimane, Demi notò che l'amico sembrava stare un po' meglio e questo la
rassicurò.
Quando era a casa e pensava all'adozione, rifletteva sul fatto che Holly le aveva detto che avrebbe dovuto aspettare un anno dal momento in cui era stata approvata, ma ora si rendeva conto che quella era solo una data indicativa e che la realtà era molto differente e peggiore. Era stata approvata alla fine di settembre del 2016. Adesso era il 2018 e più il tempo passava, più lei capiva che quello dell'adozione era un sistema molto cavilloso. Attendere, questo doveva continuare a fare e a volte pensava che l'attesa non sarebbe mai finita.
Nel frattempo aveva scritto ad altre coppie che avevano adottato bambini. Alcune di loro erano sue fan e le scrivevano su Twitter di essere forte, di avere tantissima pazienza e di non mollare.
In una mattina di fine maggio entrò su Facebook e vide che un'altra persona le aveva scritto:
 
Ciao Demi. Mi chiamo Anne e sono una tua grandissima fan. Mi piacciono così tanto le tue canzoni che le canterei tutti i giorni, ma non è questo ciò di cui ti vorrei parlare.
Ti scrivo per raccontarti la mia storia di adozione. Io sono una donna di quarantadue anni. Sono single e,molto tempo fa, quando ne avevo circa venticinque, capii che era arrivato il momento, per me, di avere un bambino. Per due anni provai con la fecondazione assistita, ma non ci fu niente da fare: non rimasi mai incinta. Per me fu devastante. Ricordo come se fosse ieri quanto piansi in quei lunghi, eterni mesi di sofferenza. Mi sentivo sempre sbagliata, inadeguata. Non sapendo ciò che avrei voluto fare mi presi una pausa di qualche anno per recuperare la forza, soprattutto psicologica, che avevo perduto. I quattro tentativi falliti di fecondazione assistita mi avevano distrutta e avevo bisogno di riflettere, per capire cos'avrei voluto fare davvero. Nel 2006, a trent'anni, decisi di voler adottare un bambino. Credevo di essere pronta. Contattai un'agenzia, parlai con un'assistente sociale e alla fine decisi che avrei voluto fare un'adozione internazionale. Quell'agenzia si occupava della Cina e dell'India. Io scelsi la Cina. Iniziai così il complicatissimo e lungo percorso dell'adozione internazionale e mi venne detto che ci sarebbero voluti anche sette anni per avere un bambino, così io non potei far altro che aspettare. La Cina ha requisiti molto severi per quanto riguarda gli adottanti, che devono essere praticamente "perfetti", il che significa, per esempio, avere un certo peso, che ora non mi ricordo. La sfortuna volle che nel 2006 la Cina chiuse le adozioni alle donne single, ma non solo. Iincluse tra le persone che non potevano adottare anche quelle che soffrivano di certe malattie e disabilità. Tante coppie che avevo conosciuto dovettero quindi rinunciare all'adozione a causa del fatto che uno dei due aveva uno o più di quei problemi elencati nelle nuove restrizioni per gli adottanti, per esempio ricordo una coppia con marito sano e moglie su una sedia a rotelle, i quali per questo dovettero arrendersi, con moltissimo dolore di entrambi. Io potei continuare solo perché una comunicazione dal Center Adoption Affairs della Cina fece sapere che coloro che avevano mandato la loro richiesta di adozione prima del 2006 avrebbero potuto farlo, ma fu una fortuna. Ho comunque dovuto aspettare altri quattro lunghissimi anni per avere un bambino. Ora Ming ha otto anni. Era un neonato quando l'ho adottato e viveva in un orfanotrofio poverissimo, dove i bambini erano vestiti di stracci. Aver adottato è stata la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. Quindi, Demi, fatti coraggio e vai avanti.
Buona fortuna.
Anne
 
Leggere quella testimonianza diede a Demi un vago senso di pace. Anne aveva lottato duramente e aspettato tantissimo tempo, eppure, nonostante le mille difficoltà, era riuscita a resistere per poter dare ad un bambino la vita meravigliosa che si meritava. Se quella donna ce l'aveva fatta, si disse, avrebbe potuto riuscirci anche lei. Avrebbe dovuto concentrarsi più che poteva sul fatto che in questo modo sarebbe riuscita ad aiutare un bambino, a diventare sua madre, mettendolo al centro della propria vita e prima di tutto e tutti. Cominciò a pensare questo ogni giorno, la mattina quando si svegliava e la sera prima di andare a dormire e si rese conto del fatto che, con il passare del tempo, iniziava a sentirsi meglio. I giorni passavano senza che ci fossero notizie, ma Demi notò che, se si concentrava davvero molto intensamente su quei pensieri, più di quanto avesse mai fatto prima, riusciva a vivere in modo più sereno e spensierato, senza tutta quell'ansia addosso. Da maggio, aiutata da quella forza nuova che aveva dentro, riprese ad uscire con gli amici, faceva le stesse cose di prima e si diceva che era proprio questo il segreto: vivere, tenendo nel cuore la speranza che un giorno il cielo le avrebbe mandato il suo bambino.
   
 
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