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Autore: Persefone3    15/05/2016    7 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V. Trying to spend time with you
 
Al tavolo del bar, Emma stava tormentando la panna della sua cioccolata calda. Aveva fatto bene a fidarsi di quell’uomo? Ci aveva rimuginato su tutta la notte. Mentre era intenta a fissare il soffitto, i tratti del volto di Killian sembravano disegnarsi su di esso senza difficoltà. Dopo Neal aveva avuto qualche relazione amorosa senza impegno ma le aveva irrimediabilmente distrutte tutte. Una cosa l’aveva capita però: quando credi che una cosa sia sbagliata, lo è per davvero. Ecco, era quello il problema. In Killian non sentiva niente di sbagliato. Ma l’ultima volta che si era fidata completamente di un uomo era finita tutt’altro che bene e anche allora non aveva sentito che ci fosse niente di sbagliato. No, non ci sarebbe caduta un’altra volta. Avrebbero sistemato la faccenda del maggiolino e poi ognuno sarebbe andato per la propria strada.
Guardò l’orologio da polso. Nove e un quarto. Sta a vedere che le loro strade si sarebbero divise ancora prima di risolvere la faccenda della macchina? Era in ritardo. Magari la buca della sera gli aveva fatto cambiare idea. Meglio, almeno se lo sarebbe levato dalla testa più in fretta. Prese il cellulare e iniziò a cercare su internet un meccanico in zona.

Quell’odioso suono. Killian sentiva la suoneria della sveglia martellargli il cervello. Ma perché stava suonando? Allungò un braccio sul comodino per farla tacere. Infilò la testa sotto al cuscino e si girò dall’altro lato per continuare a dormire. Improvvisamente sentì qualcosa rotolare accanto al suo naso. La afferrò e la osservò: era una matita. Che ci faceva una matita nel letto? Tirò fuori la testa per guardarsi intorno. Sull’altro lato c’era il suo album aperto con l’ennesimo ritratto di Emma in bella vista. Lo aveva fatto la sera precedente per combattere l’insonnia e poi doveva essersi addormentato a un’ora imprecisata. Prese il foglio tra le mani. Emma … Emma … un momento! Si girò immediatamente verso la sveglia. Otto e un quarto. Ecco perché l’aveva puntata! Aveva appuntamento con lei quella mattina! E stava facendo tardi! La sveglia sul cellulare sottolineò quanto fosse in ritardo. Si alzò velocemente per tuffarsi sotto la doccia. Non poteva mandare a monte l’unica occasione che era riuscito a procurarsi con lei.

Emma stava per cliccare su uno dei nomi che erano apparsi su google, quando la porta del caffè si aprì facendo entrare un Killian visibilmente in affanno.
 
- Signor Jones! Buongiorno! – lo accolse Ruby la cameriera.
- Buongiorno Ruby – rispose lui con le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato – è già andata via la ragazza bionda che lavora alla galleria d’arte qui di fronte? Ha gli occhi verdi, si chiama Emma.
-. Emma Swan?
- Brava! Proprio lei!
- Be’ se avevate un appuntamento, le consiglio di trovare una buona scusa quando la vedrà
- No! Non dirmi che è andata via!
- Non ancora, è seduta a quel tavolo, ma non credo sarà di buon umore.
 
Ruby stava indicando un tavolo a cui era seduta una sbigottita Emma che aveva assistito a tutta la scena a bocca aperta.
 
- Meno male!
 
Killian si avvicinò al tavolo e si lasciò cadere su una delle sedie di fronte ad Emma.
 
- Non dirmelo … sei per caso venuto a piedi? – chiese Emma sarcastica
- Spiritosa! Sono uscito di corsa e ho parcheggiato la macchina …
- Non è un transatlantico?
- Come lo vuoi chiamare va bene, dicevo ho parcheggiato lontano. E lo ammetto, sono un uomo pieno di qualità ma con gli orari sono un completo disastro.
- Modesto … cosa vuoi da bere?
- Un caffè estremamente nero ed estremamente lungo grazie.
 
Emma fece cenno alla cameriera di servire loro il caffè.
 
- Sono davvero felice che non te ne sia andata.
 
Gli occhi di Killian si fermarono ad osservarla. Vestiva sempre in modo semplice: jeans, maglioncino bianco e giacca di pelle rossa. Nessuna scollatura né centimetri di pelle in vista. Ma era più sensuale lei così di moltissime donne che, in succinti abitini, si erano date a lui.
 
- Perché mi guardi così? Ho qualcosa che non va?
- Assolutamente! – rispose Killian distogliendo lo sguardo.
 
E in quel momento l’uomo si accorse che sul display del cellulare di Emma era visualizzata una lista di meccanici della zona.
 
- Cercavi un meccanico? Ma come, ti avevo detto che ci avrei pensato io!
- Lo so, ma questo me lo hai detto ieri sera.
- Sono un gentiluomo santo cielo! Non mi sarei mai rimangiato la parola data!
- E io come potevo saperlo? Avevamo appuntamento per le 9 e sei arrivato con venti minuti di ritardo, a dir la verità non pensavo saresti più venuto
- Oh giusto. Hai perfettamente ragione. Ecco cosa faremo. Prendo un sorso di caffè, così che la caffeina possa rendermi abbastanza lucido da poter mettere insieme due parole di senso compiuto. Poi chiamo Ben.
 
Killian afferrò la sua tazza e diede una lunga sorsata prima di alzarsi nuovamente.
 
- Torno subito, scusami.
 
Emma vide Killian allontanarsi per appartarsi in un angolo a telefonare. Fece illuminare il display del suo telefonino. Nove e venti. Era davvero ora di avviarsi. Dannato Jones, lo hai fatto apposta ad arrivare tardi? Non importava. Emma prese una penna dalla sua borsa e uno dei tovaglioli di carta. Scrisse qualcosa prima di alzarsi e andare a lavorare.

Quando Killian tornò al tavolo e lo trovò vuoto ci rimase malissimo. Era riuscito a parlare con Ben. Si erano accordati per un appuntamento al parcheggio, dove era rimasto il maggiolino, per l’ora di pranzo, in modo che anche Emma potesse essere presente. Ma a cosa era servito se poi non poteva comunicarlo alla diretta interessata? Poteva presentarsi alla galleria, ma a che ora sarebbe andata a pranzo? La sua delusione fu spazzata via quando, sotto la sua tazza, vide un tovagliolino piegato con cura e con su scritto il suo nome. Lo aprì.
 
“Scusami. Purtroppo non posso proprio rimanere o farò tardi. La pausa pranzo è dalle 13.00 alle 14.00. In caso avessi altri impegni o il tuo amico non fosse disponibile, ti lascio il mio numero di cellulare.
Emma.”

Killian sorrise. Aveva il suo numero di telefono. E poi il suo cellulare squillò ancora. Rispose.
 
- Dimmi tutto Ben! Spostare alle 13:30? Sarebbe anche meglio! Va bene, ci vediamo dopo.
 
Felice come un bambino, Killian decise di andare a fare un giro per negozi per ingannare l’attesa del pranzo.


Alle 13 in punto, la porta della galleria Blanchard si aprì.
 
- Siamo chiusi per pranzo – rispose Mary Margaret senza neanche voltarsi – saremo più che felici di servirla alla riapertura.
- Ciao Mary Margaret
- Killian! cosa ci fai qui?
 
La donna uscì subito dal bancone e gli andò incontro.
 
- Sto cercando Emma
- È ancora in ufficio, stava finendo di sbrigare alcune pratiche. È successo qualcosa?
- Niente di particolare, ma avevamo appuntamento per pranzo.
- Ma davvero? – disse Mary con viso raggiante – non sapevo usciste insieme!
 
Per fortuna di Killian, la porta che dava agli uffici si aprì interrompendo quell’imbarazzante momento. Mary Margaret si girò immediatamente verso Emma lanciandole uno sguardo che, a parole, sarebbe suonato come … cosa non mi hai detto cara mia? Le guance di Emma resero visibile il suo imbarazzo.
 
- Ciao Emma, scusami se sono venuto qui.
- Ma non hai trovato il messaggio?
- Siamo già ai messaggi? – chiese Mary Margaret sempre più felice – scusatemi, non sono affari miei. Comunque tranquilli, non badate assolutamente a me!
- Mary non è come pensi!
- Io non penso nulla!
- Non è vero! Ieri ho avuto un guasto alla macchina e ho incrociato Killian che mi ha gentilmente offerto aiuto. Non iniziare a volare con la fantasia.
- Ma io vi credo eh!
- Ti prego Killian, andiamo prima che Mary possa immaginarsi una storia tipo la principessa ribelle e il pirata.
 
Emma affrettò il passo verso l’uscita e Killian la seguì a ruota. Non appena furono fuori e lontani di qualche passo si fermò improvvisamente.
 
- La principessa ribelle?
- Sì è così che le piace prendermi in giro.
- Ne devo dedurre che mi vede come un pirata.
- Questo non lo so, ho azzardato io quel paragone.
 
Lo aveva paragonato a un pirata. Strano. Solo David lo faceva di solito e sicuramente non ne aveva parlato con Emma.
 
- E comunque scusala. È un’ottima amica ma è fissata con l’amore. Mi spiace se ti ha messo in imbarazzo.
- Ma figurati, principessa ribelle. Hai mangiato?
 
Emma gli lanciò uno sguardo di ammonimento.
 
- Non ancora. A che ora arriva il tuo amico, pirata?
- Alle 13:30.
- Muoviamoci allora, non ho molto tempo. E non chiamarmi principessa.
- Tu invece puoi chiamarmi pirata quanto vuoi.
 
Ben stava trafficando nel cofano del maggiolino di Emma da circa dieci minuti.  
 
- Allora cosa mi dice? – chiese Emma
- Da quando tempo non lo fai controllare? – rispose Ben pulendosi le mani con uno straccio.
- Non saprei, non mi ha mai dato problemi.
- Così su due piedi, direi che il motore ha qualcosa che non va. Devo portarla in officina.
- Accidenti! Ma a me la macchina serve!
- Non ti preoccupare …
- Toh – intervenne Killian – Emma sono le 13:45, non stai facendo tardi?
- E qui?
- Ci penso io. Non ti preoccupare – rispose Killian spingendola dolcemente ad avviarsi alla galleria
 
Emma si allontanò titubante. Era abituata a sbrigare le sue cose da sola, senza l’aiuto di nessuno e lasciare che fosse qualcun altro a darle una mano era una sensazione strana. Quando fu andata via, Killian si rivolse nuovamente a Ben.
 
- Quanto tempo dicevi che ti occorre per la macchina?
- Uno, due giorni massimo.
- E se ti chiedessi di andare più piano?
- Ma l’hai sentita?
- Ben … te lo devi spiegare o ci arrivi da solo?
- Ma non dirmelo, il vecchio, caro Killian Jones è tornato
- Non credo, voglio solo avere un pretesto per passare del tempo con lei. Allora, quanto tempo?
- Una settimana senza farla insospettire.
- Andrà bene, grazie.
- Ma figurati. Ora però me la porto in officina.
 
Appoggiato alla sua macchina, Killian stava aspettando che Emma uscisse dalla galleria. Era stato più cauto stavolta: non voleva dare un’altra possibilità a Mary Margaret di ricamare con la fantasia. Aveva scritto ad Emma che era fuori ad aspettarla con le novità. La risposta era stata breve e concisa, ma già che il numero fosse giusto lo fece sentire bene.
Quando Emma lo vide avvolto nella sua giacca di pelle nera, notò immediatamente come il blu dei suoi occhi fosse esaltato dal nero. Era bello, molto bello.
 
- Dimmi che mi porti buone notizie
- Sarà pronta tra una settimana.
- Ma Ben aveva detto che non era nulla!
- Già ma una volta in officina, il danno si è rivelato più grande del previsto.
- Questa non ci voleva! Dovrò rassegnarmi alla metropolitana.
- Per questo sono qui. Ti accompagno io!
- Non posso proprio approfittare così della tua cortesia
- Se mi sto offrendo, tu non ti stai approfittando di niente!
- Accetto solo perché domani dovrò svegliarmi all’alba per non fare tardi a lavoro!
- Non dovrai, ci sarò io ad aspettarti
- Sei completamente pazzo!
- Preferisco galante mascalzone – replicò Killian aprendole la portiera della macchina.

Emma salì in macchina sorridendo. Certamente a quell’uomo non mancava il senso dell’umorismo.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Anche questa settimana ho anticipato a domenica ... scusate, ma sono davvero impaziente del finale di stasera che devo riempire le ore in qualche modo! XD
E così il nostro caro Killian sta cercando in tutti i modi di passare un po' di tempo con la nostra Emma chiedendo aiuto al suo amico meccanico, almeno ha una scusa per presentarsi a casa sua senza risultare molesto o uno stalker! Accetterà la nostra Emma? Lo respingerà? #chissàchilosa
Grazie davvero a tutti voi che seguite e recensite, lo hiatius è alle porte e come sempre spero di poetrvi fare un po' di compagnia in attesa di nuovi disagi.
Un bacio e incrociamo le dita per sopravvivere *gli spoiler cs sono da nirvana, vediamo tutto il resto*
Persefone
  
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