POV Sabaku No Gaara
La guerra era terminata quella notte; il team di Naruto era riuscito dove i cinque Kage messi assieme avevano fallito. Il kazekage sorrise debolmente scuotendo la testa: “Naruto Uzumaki, sei davvero il ninja più imprevedibile”.
Una volta liberata dal sogno onirico, l’intera alleanza ninja si era sollevata in un grido di esultanza per celebrare la fine del massacro.
I festeggiamenti tuttavia erano stati brevi, ogni villaggio contava numerosi caduti ed era doveroso occuparsi prima di tutto di coloro che avevano perso la vita nel conflitto.
I cinque kage concordarono nel dare momentaneamente la precedenza ai loro morti; ciascuno sarebbe tornato al proprio villaggio per occuparsi di ristabilire l’ordine sul territorio.
Fu così che gli schieramenti di Foglia, Sabbia, Roccia, Nebbia e Nuvola si raggrupparono per fare ritorno a casa, ma non prima che i kage si fossero promessi di riunirsi presto in un meeting. Gli ideali di pace e fratellanza professati alle porta della guerra non sarebbero stati solo parole al vento, tutti ci avevano creduto e quei valori avrebbero guidato le relazioni politiche tra le terre ninja d’ora in avanti.
Dopo essersi congedato dagli altri kage, Gaara diede ordine agli shinobi della sabbia di radunarsi e prepararsi a tornare a Suna.
Mentre passava tra i suoi ninja verificando le loro condizioni, Gaara cercava con lo sguardo i suoi fratelli.
Si sentì chiamare e si voltò; era Kankuro, che si stava avvicinando e gli chiedeva come stesse. Gaara lo rassicurò e squadrò a sua volta il fratello: era abbastanza malconcio ma sembrava non avere nulla di serio, per fortuna. Si sentì sollevato e vide Kankuro guardarsi intorno, al che gli chiese: “Temari? Tu l’hai vista?” .
“No, stavo cercando anche lei. Provo a chiedere a quelli della sua squadra”.
Gaara annui: “Fammi sapere”.
Strano pensò, di solito Temari era la prima a venirgli incontro al termine di una battaglia. Dopo il suo rapimento e l’avvelenamento di Kankuro, la sorella era divenuta più premurosa con loro. A modo suo s’intende. Che fosse ferita?
Kankuro tornò indietro con l’aria confusa “Niente.. Quella manica di agita-ventagli non sa dove sia. Uno dice che un attimo prima era dietro di lui e poi non l’ha più vista, ma Gaara io non mi fido: c’era un caos enorme dopo la serie di attacchi diretti dal quartier generale e probabilmente l’ha solo persa di vista”
“Non le ho dato l’ordine di spostarsi..” era più un pensiero, ma doveva averlo detto ad alta voce.
“Allora dev’essere stata ferita” concluse Kankuro, “la squadra medica deve averla portata nelle retrovie, non c’è altra spiegazione! vado a vedere” Kankuro fece per muovere un passo ma Gaara lo fermò: “Aspetta”.
“Che c’è?” Kankuro era impaziente.
Gaara si avvicinò al fratello e abbassò il tono di voce “Fai un giro tra i feriti e se la trovi vieni subito a riferirmelo, ma non dire a nessuno che la stiamo cercando”
Kankuro non capiva “Ma perché non devo dire che la cerchiamo? E come sarebbe a dire se la trovi? Dove altro vuoi che si-“ Ma Gaara si era già allontanato.
Il kazekage aveva un brutto presentimento: il ragionamento di Kankuro filava, allora perché questa strana sensazione non lo abbandonava?
Gaara si impose di aspettare il ritorno del fratello prima di preoccuparsi, forse era solo suggestione. Proprio in quel momento si accorse che la sua giara era crepata.
Erano ormai tutti pronti a lasciare quello che era stato il campo di battaglia, quando Kankuro tornò indietro correndo. Scosse la testa tremendamente serio e Gaara capì: Temari non era tra i feriti. Il kazekage ridusse gli occhi a due fessure. Quella maledetta sensazione! allora quella strana angoscia viscerale forse..
Kankuro si avvicinò perché nessun’altro sentisse “Allora dove diavolo è finita?” era visibilmente preoccupato “Non può essere sparita nel nulla!”
“No, non può” ripetè Gaara assorto.
“Facciamola cercare no? Dev’essere per forza qua intorno! Magari è ferita e non riesce a muoversi!”
“Portami qui quel tipo con cui hai parlato prima”
Kankuro corse via; era chiaro che il fratello avesse qualcosa in mente e forse stava delle conferme prima di parlargliene. Sperava davvero che Gaara avesse qualche ipotesi in testa perché lui non ci stava capendo assolutamente niente! Temari era la kunoichi più ligia al dovere che avesse mai conosciuto e non avrebbe mai lasciato la battaglia di sua volontà.
Gaara si fece dire dallo shinobi dove si trovassero l’ultima volta che aveva visto la sorella e il ragazzo gli segnalò il posto. Fu congedato intimandogli di dimenticare la conversazione.
Kankuro era sempre più spaesato “Perché non vuoi che nessuno sappia che la cerchiamo? Temari non avrebbe mai lasciato il campo di battaglia, lei segue sempre gli ordini, la conosci.. devono averla rapita e portata via di peso!”
Gaara decise di attivare il Daisan no me e premette due dita sull’occhio destro.
“Cosa fai?” domandò Kankuro.
“Voglio controllare la zona che ci ha indicato il compagno di Temari senza che gli altri lo sappiano, forse riesco a trovare qualche traccia”.
Gaara si spostò verso l’altura indicata e cominciò a perlustrare attentamente la zona. Il suolo era ricoperto di armi spezzate, sangue e brandelli di uniforme, quando qualcosa attirò la sua attenzione: “E quello cos’è?”
Un saluto e alla prossima :)