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Autore: Lamy_    18/05/2016    0 recensioni
Mentre si ritrovano tutti in soffitta, Clary trova delle lettere tra le pagine di un libro. Sono indirizzate a Jace.
Chi le avrà scritte?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LETTERS TO JACE.
Mentre si ritrovano tutti in soffitta, Clary trova delle lettere tra le pagine di un libro. Sono indirizzate a Jace.
Chi le avrà scritte?
 
La pioggia batteva sui vetri creando un rumore simile allo scricchiolio delle scarpe sui sassolini, una tipica giornata a Londra. Non faceva freddo come ci si poteva aspettare, ma non faceva nemmeno caldo, semplicemente tutto era avvolto nella nebbia e nell'umidità di quella giornata di prima primavera. William Herondale sedeva su una sedia di velluto bordeaux imbottita allo scrittoio, chino sull'ennesimo libro che aveva divorato quella settimana poiché sembrava proprio che i demoni si fossero presi una bella vacanza. Da un mesetto circa tutto sembrava apparentemente tranquillo, all'Istituito non era arrivato alcun tipo di allarme, anche nella taverna presso cui il giovane cacciatore si receva abitualmente a bere non erano giunte voci su presunti omicidi demoniaci o su qualche vampiro molesto. Tutto era nella norma. Beh non tutto, il cuore di Will non era nella norma. Non lo era mai stato. Chiuse il libro e sospirò. Tutta quella pioggia e quella nullafacenza lo stava massacrando; aveva bisogno di muoversi, di combattere, di prendere a calci qualche nascosto fastidioso giusto per passare il tempo, eppure non riusciva a lasciare la sua stanza. Erano passati mesi dalla morte di Mortmain e dalla disfatta del suo progetto 'facciamo fuori gli Shadowhunters con un esercito i automi poco carini e poco coccolosi', ed erano passati mesi da quando Jem, il suo Jem, era entrato nella congrega dei Fratelli Silenti. Si sentiva solo senza il suo migliore amico, senza suo fratello. Certo, c'era Tessa, Charlotte che non lo lasciava mai in pace (e Will apprezzava davvero tanto la sua preoccupazione, anche se non lo avrebbe mai ammesso), e poi c'erano Henry, Sophie, sua sorella Cecily,  i fratelli Lightwood e persino Magnus Bane, il suo nuovo e bizzarro amico che gli scriveva messaggi di fuoco per accertarsi che il cacciatore non fosse stato attaccato da un'anatra. Ma il suo cuore chiamava a gran voce la sua metà, la runa parabatai, ora una cicatrice quasi invisibile, che gli ricordava ogni giorno che aveva perso il suo Jem. Will afferrò dalla giacca il suo stilo e ne accarezzò la superficie irregolare, la debole luce che emetteva gli fece venire in mente tutte le ferite di Jem che aveva guarito applicando un iratze,oppure tutte le volte che lo aveva perso e Charlotte lo aveva rimproverato perché era così sbadato. Sorrise a quel ricordo, un sorriso mesto, che nascondeva un gran dolore. Lui avrebbe ricordato per sempre James Carstairs, avrebbe rinnovato ogni giorno la promessa che a 12 anni aveva fatto a quel ragazzino esile e dalla faccia serena, avrebbe parlato di suo fratello ai suoi figli, ai suoi nipoti e a tutti i discendenti della famiglia Herondale. Così, preso da un forte impulso, Will aprì il cassetto dello scrittoio e ne tirò fuori alcuni fogli, calamaio e il pennino. Lui avrebbe stilato il suo testamento spirituale, allora, in quella grigia giornata londinese, col cuore spezzato e le lacrime agli occhi.
 
 
"Lo so, una lettera di solito inizia con la formula "caro...", ma io non so chi, quando e se mai leggerà questi miei pensieri. Perciò, ho deciso che ogni lettera sarà dedicata ad una persona a cui voglio bene. Inizio da Charlotte perché é il capo (si fa per dire!).
Cara Charlotte,
Ricordo ancora quando sono arrivato qui, un bambino spaventato e arrabbiato, anche spettinato e sporco, e ricordo che fosti proprio tu ad aprire il portone quel giorno. Quando ti vidi fu come respirare dopo secoli di apnea, fu come bere dopo aver vagato nel deserto. Il tuo viso dolce e la tua aria fanciullesca mi hanno subito trasmesso fiducia. Mi hai ospitato, mi hai fatto mangiare i biscotti e mi hai preparato una tazza di the con le tue mani. Ricordo di essere rimasto stupito non sentendo alcuna domanda da parte tua, ero comunque uno sconosciuto e chissà quale sarebbe potuta essere la mia storia. Ma mi sbagliavo, quando finì di ingurgitare letteralmente i biscotti hai attaccato con l'interrogatorio: come ti chiami? Da dove vieni? I tuoi genitori? Sei un mondano la vista? Sei un nephilim? Ti sei perso?
Io ti ho guardato e ho pensato che tu fossi proprio stramba, pensiero che negli gli anni hai confermato e confermi egregiamente. Io in poche parole ti ho raccontato la mia storia e tu mi hai abbracciato. L'abbraccio di una mamma che non avrei avuto mai più. Ti devo così tanto: mi hai dato un tetto, una seconda famiglia, un parabatai, uno scopo nella vita. Senza di te oggi sarei un ubriacone di taverna, un inetto, una nullità.
Grazie, Charlotte Fairchild. Grazie per essere stata una guida di vita, di avermi protetto, di avermi trattato con amore nonostante la freddezza.
Ti voglio bene, donna stramba dalla piccola statura.
Ps. Spero che un giorno tu possa perdonarmi per aver sostituito al tuo profumo una pozione a base di formaggio. Non era mia intenzione, é stata colpa di Jessamine, io sono stato il braccio."
 
Will rise a crepa pelle mentre con la mente tornava a quel pomeriggio. Si annoiava e aveva deciso di trovare Jessamine per farle qualche scherzo divertente, ma quando giunse in salotto notò che la ragazza stava versando un liquido giallastro nella boccetta del profumo di Charlotte. Così nacque quella marachella che costò ai due doppi turni di allenamento.
 
"Caro Henry,
hai i capelli rossi. Già questo ti rende un soggetto alquanto unico. Sei davvero un caso perso, sai solo combinare guai. Ma ci fai sempre ridere con i tuoi esperimenti fallimentari, sei il giullare di corte! Charlotte deve avere una gran pazienza con te eh. Credo che tu in fondo, ma molto molto in fondo, sia un genio. Le idee che hai sono buona ma sei pessimo nel metterle in pratica. Io e te non parliamo mai, però mi stai simpatico. L'ho davvero scritto? Beh...sì, tanto queste lettere non le leggerete mai. Anche perchè ho alcuni dubbi sul fatto che tu sappia come leggere una lettera. Perdona la battuta infelice, ma andava fatta. Potrei inventare una canzone sul tuo disordine mentale e su quanto tu sia imbranato. Vincere di sicuro se partecipassi ad una gara.
A parte gli scherzi, sei un grande uomo. Hai un cuore buono ed è una dote che non tutti possiedono (prendi me, per esempio!). Sei un padre fantastico, cerca solo di ricordare che tuo figlio non è un oggetto che la scienza può spiegare, è solo un esserino che ha bisogno di amore e affetto.
Ps. Spero che tu non apra l'armadietto degli attrezzi nel tuo laboratorio perchè c'è un meccanismo a molla che spara pezzettini di carta direttamente in faccia. Scusa, ma era uno scherzo che avevo a lungo meditato e devo dire che sono fiero di me!"
 
Un altro foglio era stato macchiato dall'inchiostro ma il cacciatore voleva scrivere, voleva solo liberare il cuore e la mente. Immerse la punta del pennino nel liquido nero e lo poggiò sulla carta che attendeva la sua storia.
 
"Cara Sophie,
So che i rapporti tra di noi non sono tra i migliori, ma sei comunque parte della mia esistenza e meriti anche tu la tua lettera (che per fortuna non leggerai mai!). Mi dispiace per tutte quelle volte che sono stato sgarbato con te, che ti ho trattata con superiorità, per tutte le volte che il mio sguardo trasudava disprezzo per te. Non era vero. Ho sempre pensato e penso che tu fossi una ragazza gentile, intelligente e con una ampia capacità di sopportazione. Tante volte avrei voluto dirti che stavi facendo un ottimo lavoro, ti avrei voluta invitare ad una sessione di allenamento, ti avrei voluto trattare come un'amica. Ma se lo avessi fatto, se solo ti avessi teso una mano, ti sarebbe potuto accadere il peggio ed io non potevo lasciare che accadesse, così ho preferito che tu mi odiassi. E sono davvero felice che Gideon, sebbene sia uno spocchioso Lightwood, ti renda felice  e che ti tratti bene (se fosse il contrario lo ucciderei, giuro). Meriti di essere felice, signorina Collins/Signora Lightwood.
Ps. Ho sempre saputo che odi le mie canzoni ed è proprio per questo che le cantavo quando tu eri intorno, sono un uomo squallido. Lo so. Perdonami, cacciatrice.
 
 
"Will, scendi per la cena?"
Una voce sottile e delicata giunse alle orecchie del ragazzo, che smise di scrivere e coprì i fogli con un libro. Aprì la porta e l'esile figura di Tessa in un vestito blu notte gli si parò davanti, la ragazza gli sorrise appena e gli poggiò una mano sulla spalla.
"Stai bene? Oggi non ti sei fatto vedere, sei rimasto qui dentro."
"Sto bene, solo che non mi va di vedere gente." rispose il cacciatore con tono duro, gli occhi fissi a terra e le mani strette in pugno.
"Certo, capisco. Dirò alla cameriera di lasciare qualcosa da parte, nel caso ti venisse fame stanotte."
"Va bene. Adesso scusami, ma devo..."
"Oh sì. Perdona il disturbo. Buona serata, William."
Tessa sparì inghiottita dall'oscurità del corridoio, solo il rumore delle scale cigolante sotto il suo peso spezzavano quel silenzio.
"Buona serata a te, Tess..." sussurrò Will prima di tornare a scrivere.
Si passò le mani sul viso e impugnò di nuovo il pennino.
 
"Cara Jessamine,
Sei davvero una cattiva ragazza! (immaginalo detto da Henry, con la sua buffa faccia e la sua voce penosamente alterata).
Beh non si può dire che tu ti sia fatta onore: hai sempre odiato il nostro mondo, volevi solo evadere, hai fatto affari col nemico tradendo la tua famiglia, ma resti comunque una di noi. Quando abbiamo scoperto che tramavi contro di noi non sono rimasto sorpreso come gli altri, me lo aspettavo, sapevo quanto odio covassi e sapevo che saresti esplosa. Mi è dispiaciuto per Charlotte, lei non lo meritava e tu lo sai. Lei avrebbe fatto di tutto per te, ti voleva e ti vuole bene, e lo farà per sempre. Vederti morire tra le mie braccia...ricordo ancora i tuoi occhi...ho perso un pezzo di me quando te ne sei andata.  Ora vivi nel mio cuore e nella mia mente, Jessamine Lovelace. Porto con me il ricordo di una ragazzina fastidiosa, superficiale, ma anche di un'amica che nonostante tutto mi ha accompagnato in questi anni. Non morirai mai del tutto per me, mai.
Ps. Non ti ho ancora perdonato per tutte le volte che mi hai usato come capro espiatorio quando a fare gli scherzi eri tu. Ma spero che tu possa dimenticare quella volta in cui trovasti macchie di inchiostro blu sui vestiti...non che io ne sia l'artefice.
 
Erano l'una e mezza di notte quando la pioggia riprese a far sentire la sua triste cantilena, faceva più freddo adesso e Will aveva indossato un'altra giacca. Stava ancora scrivendo e avrebbe continuato fino a quando il suo cuore non si fosse svuotato, voleva liberarsi. Aveva fatto solo una piccola pausa quando la fame aveva bussato e lui aveva spazzato velocemente la cena. Ora, la lanterna che illuminava il piccolo spazio, gli occhi stanchi e velati da sorrisi e lacrime, riportò l'attenzione sulla prossima lettera.
 
"Cara Cecily,
brutta pestifera che non sei altro! Mi hai fatto sudare non sette, non diciasette, non sentisette e nemmeno settecento, ma tutte le camice che potrò mai indossare in tutta la mia vita. Mi hai fatto vivere con il cuore in gola ogni attimo. Ti ho lasciata a casa proprio per evitare che la maledizione potesse uccidere anche te e invece ti ritrovo all'Istituto, determinata e cocciuta come sei. Non avrei mai immaginato che tu, mia sorella, ti presentassi all'Istituto. Quando sono scappato sapevo, erroneamente, che non avrei mai più rivisto te e i nostri genitori. Eravate un ricordo che tenevo per me, che a volte condividevo con Jem, ma che quasi sempre cercavo di tenere da parte. Lasciarvi non é stata una scelta facile, ma ho dovuto farlo perché vi amavo e dovevo proteggervi. Quando penso che in realtà quella stupida maledizione non é mai esistita e che io potevo rimanere con voi, sento il sangue ribollire. Ma come dice sempre Tessa, il passato va dimenticato e bisogna adoperarsi per un futuro migliore. Io al passato ancora non ci rinuncio, me lo tengo legato al dito affinché mi ricordi ogni giorno che vale la pena amare, che vale la pena combattere, vale la pena ricordare e vivere. É strano vederti in giro con quella testa calda di Gabriel, non mi piace proprio, lo odio. Lui e la sua stupida famiglia! I Lightwood, brutta razza. Però so che ti rende felice ed è questo quello che conta, anche se avresti potuto benissimo sposare un altro. Ma sei un mulo e sono certo che porterai avanti la tua decisione.
Grazie di essere qui, grazie di non avermi cercato e soprattutto ti sono grato per aver sempre creduto nel mio affetto per voi.
Ti voglio bene, Cecily. Più di quanto tu possa immaginare.
Per sempre tuo fratello,
Will.
 
La luna proiettava una luce intesa sul cortile dell'Istituto, illuminando di traverso la stanza del cacciatore. Will si affacciò alla finestra, il cielo si stava schiarendo, un nuovo giorno stava sorgendo. Tornò a sedersi, ormai gli mancavano poche lettere. Dopodiché le avrebbe nascoste nel suo libro preferito e le avrebbe dimenticate. Per sempre.
 
"Cari fratelli Lightwood,
Non mi piacete, questo ormai é palese. Ma devo ammettere (e se Jem lo sapesse i certo riderebbe di me!) che siete dei cacciatori eccellenti, avete coraggio benché abbiate una pessima tecnica (permettetemi qualche critica, signori!). Non so che scrivervi. Sinceramente non so nemmeno perché io stia perdendo tempo a indirizzare questa lettera a voi due!
Solo due avvertimenti: Gideon, sappi che Sophie va trattata con i guanti e sarei disposto a torturarti qualora tu non tenga fede al giuramento. E tu, Gabriel, sappi che stai sposare una Herondale, perciò niente colpi di testa, nemmeno l'ombra di un errore, oppure potrei anche dire a tutti la verità sulla vostra famiglia.
Occhio a voi due!
Ps. Ricordate quando inventai quella canzone sulla sifilide? Beh sappiate che l'ho anche scritta e che ripongo. Magari mi farà diventare famoso!
 
Will ancora non poteva credere che un Lightwood sarebbe entrato a far parte della famiglia Herondale, in pratica un sinolo di notte e giorno. Il nephilim sbuffò, ma sapeva che sua sorella avrebbe comunque sposato Gabriel e in fondo ne era felice. Si era fatto giorno e il ragazzo si apprestava a scrivere le sue tre ultime lettere.
 
"Caro Magnus Bane,
Sei un tipo inusuale. Non ho ancora capito come sia possibile che siamo amici. Non é che mi hai fatto un incantesimo? Spero per te di no. So che ti sei esposto molto per aiutarmi a spezzare la maledizione e non potrò mai ringraziarti abbastanza. Sappi solo che, qualunque cosa ti serva, sai dove trovarmi. Sei uno Stregone unico nel tuo genere, sotto quell'atteggiamento di ostentata sicurezza e menefreghismo si nasconde un grande cuore e una grande anima. Sono sicuro che qualcuno saprà apprezzarti come meriti.
Grazie di tutto, amico mio.
Ps. Se cerchi la pozione del sonno, sappi che Gabriel ha gradito il pisolino. Beh...non che io gliel'abbia versata nel thè!
 
Gabriel aveva dormito per un giorno intero e Will se la spassava mentre tutti facevano congetture assurde su cosa potesse essere accaduto al ragazzo. Alla fine, Tessa lo aveva capito e lo aveva obbligato a confessare. Come si può dire di no a Tessa?
Tess, la sua luce. La prossima lettera era per lei.
 
"Tess adorata,
Amo il suono del tuo nome, ha un non so che di melodico. Come te. Sì, perché tu mi ricordi la musica del nostro Jem. Leggera, serena, dolce, forte, quasi divina. Oh Tess, sono catastroficamente innamorato di te. Ricordi il nostro primo incontro? Ti ho detto che avresti dovuto credere ad un giovane ragazzo che affermava che il cielo é viola e fatto di porcospini. Quanto ho riso nella mia mente alla tua espressione! Non dimentico nemmeno che mi hai colpito con un vaso! Ricordo di aver letto che lettere che scrivevi a tuo fratello e ho capito che non mi sarei liberato di te. Mai più.
É passato così tanto tempo. Allora ero ancora chiuso nel mio involucro, poi ho visto te e tutto é andato in frantumi. Hai abbattuto i muri in cui mi ero confinato negli anni con la tua dolcezza, con la tua testardaggine e con il tuo amore. Teresa Gray, sei il mio angelo. E ti porto sul cuore come una cicatrice. Ti ho amata, ti amo e ti amerò sempre. Perché forte come la morte é l'amore, tenace come gli Infermi é la passione. Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi possono travolgerlo.
Ricordalo sempre Tessa, una runa sul cuore e una sul braccio.
Ps. So di essere distratto e assente ultimamente, ma so per certo che mi perdoneresti se sapessi cosa sto facendo.
 
Dal piano di sotto si udivano risate, rumori di cucchiaini che cozzano le tazze, e l'odore di thè e dolci impregnava il corridoio. Will non aveva chiuso occhio e non si sarebbe addormentato fino a quando non avesse scritto l'ultima lettera. La più speciale. Per Jem.
 
"L'incipit di questa lettera non può essere il classico "caro...", non per te.
Mi manchi, Jem. Mi manchi come non avrei mai potuto immaginare. Sento un vuoto e so che non si riempirà mai perché quel posto é tuo. Il mio cuore é dilaniato. La runa parabatai sembra una vecchia cicatrice, sta sparendo e non riesco ad accettarlo. Non posso accettare di non vederti tutti i giorni, di non poterti parlare, di non poter ascoltare  piu la tua musica. Provo un tale sconforto al solo pensiero della tua assenza. Sei il mio parabatai, mio fratello, il mio migliore amico.
Dove andrai tu andrò anch'io,
Dove morirai tu, morirò anch'io, e vi sarò sepolto:
L'Angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te.
Ogni giorno mi ripeto queste parole, il giuramento parabatai, la nostra promessa di rimanere sempre insieme. Ma tu dove sei adesso, Jem? Ora che ho bisogno di te, dove sei? Avrò sempre bisogno di te. Sei mio fratello e nulla potrà cambiarlo. Nessuno sarà mai come te. Da quando ti sei unito ai Fratelli Silenti sento di essere solo (sì, so di avere Tessa e tutti gli altri), ma cosa mi resta se non ho te?
James Carstairs, niente ci separerà: la distanza, gli anni, le mansioni, il destino, Raziel, la morte non potranno nulla contro di noi.
Per sempre tuo, William Herondale.
Ps. Il tuo nome da Fratello va rivisto, é davvero penoso. Avresti dovuto scegliere'The Violinist' oppure 'Will's Boy'!*
 
Will piegò tutte le lettere e le fermò con un filo, poi scrisse un ultimo biglietto che avrebbe allegato al pacco:
"Tu che stai leggendo queste lettere fa che la storia degli Herondale si tramandi negli anni futuri. Chiunque tu sia, sappi che sono contento che qualcuno legga questi pensieri e che per un attimo faccia rivivere le persone che amo nella propria memoria.
Aprile 1879, Londra, Istituto di Charlotte & Henry Branwell.
-William Owen Herondale."
Quando ebbe riposto le lettere nel suo armadio al sicuro decise di riposarsi. Fu un raggio diretto di sole sul viso a svegliarlo. Aprì gli occhi e vide una Tessa alquanto irritata che lo fissava con le mani sui fianchi.
"Mi dici che ti prende? E questa volta non me ne andrò fino a quando non mi dirai la verità!"
Will scoppiò a ridere, cosa che fece innervosire ulteriormente la ragazza, e si mise seduto.
"Sto bene, Tess."
"Ti manca Jem."
Il cacciatore spalancò gli occhi nell'udire quel nome, strinse tra le dita le lenzuola e sentì il respiro irregolare.
"Manca a tutti, Will. Ma lui sta bene, ha fatto una scelta e sai benissimo che non tornerà indietro. Ti vuole bene e te ne vorrà sempre."
Il ragazzo non seppe che dire e si limitò a farle un mezzo sorriso.
"Ora potresti scendere? Fratello Zaccaria ha bisogno di parlare con te di uno strano avvenimento."
Jem era lì. Will balzò in piedi, si cambiò i vestiti e raggiunse il Fratello in biblioteca.
"William Herondale." la voce di Fratello Zaccaria sussurrò nella mente del giovane cacciatore.
Jem.
 
 
 
 
"Jace, questa é solo colpa tua!" borbotta Izzy mentre sollevava l'ennesimo scatolone e lo mette da parte. Maryse ha chiesto  (obbligato) Jace, Isabelle ed Alec di riordinare la soffitta e i tre ragazzi hanno dovuto accettare senza fiatare. Sono ore che stanno lavorando, sono stati anche raggiunti da Magnus, Clary e Simon.
"Andiamo, non credete che sia una bella attività da fare tutti insieme?!" esclama il acquistobiondino beccandosi un'occhiataccia dai suoi amici.
"É più facile affrontare un esercito di demoni." esordisce Alec sbuffando.
"Non fate altro che lamentarvi, voi cacciatori!" dice Magnus con un velo di divertimento nella voce.
"Disse quello a cui basta uno schiocco di dita per mettere a posto la soffitta!" lo riprende Simon, che ormai é sdraiato a terra e cerca di ricordare per quale stupido motivo abbia deciso di aiutarli.
"Ragazzi..." Clary riporta l'attenzione di tutti su di sé. Tra le mani tiene un libro al cui interno sono nascoste delle...lettere?
"Fai vedere."
Jace prende l'ammasso di carta e nota che effettivamente sono delle lettere. Sono firmate William Herondale, il suo antenato.
"Chi é William Herondale?" chiede Simon scorgendo una calligrafia elegante sulla carta ingiallita.
Lo sguardo di Magnus guizza e incontra quello di Jace in un tacito accordo.
"William Herondale é un pezzo della storia, della nostra storia."
"C'è una lettera per Magnus." lo Stregone allunga una mano e si sofferma qualche istante ad ammirarla. Il tempo é volato. Alec gli poggia una man sulla spalla e gli sorride.
"La leggeremo insieme."
Magnus annuisce e ricambia il sorriso.
"Non ci credo! Clary, William ha scritto una lettera ad una tua antenata, una certa Charlotte Branwell." Jace consegna la lettera alla ragazza che la pare senza pensarci e inizia a leggerla. Simon ed Isabelle stanno leggendo quella indirizzata ai Lightwood.
"Ora sappiamo da chi abbiamo preso il secondo nome. Questo William ha scritto anche a Gideon e Sophie, i coniugi Lightwood." dice con un sorriso Izzy, gli occhi lucidi, e le ciglia che proiettano ombre scure sulle guance. Alec si avvicina alla sorella e dà un'occhiata.
"Avrei preferito Gabriel invece di Gideon come secondo nome!"
"Alexander, il signorino Gideon Lightwood era un cacciatore forte e valoroso. Devi essere fiero di portare il suo nome." lo riprende Magnus mentre nella sua mente vorticano i volti di quei destinatari che conosceva benissimo.
"Jace? Tu quale lettera stai leggendo?"
Il ragazzo alza gli occhi e fissa i suoi amici ancora stordito da quello che ha letto. La sua lettera é per James Carstairs.
"É la lettera che William scrisse al suo parabatai. Non sapevo che fosse..."
"Jem!" conclude Clary che ha avuto modo di passare del tempo con Tessa e Jem.
"Che ne dite di leggere le lettere in salotto davanti ad una tazza di caffè?" propone Isabelle mentre abbandona a passo svelto la soffitta con lo scrigno in mano. Tutti la seguono, eccetto Jace e Magnus.
"Credi che io sia degno degli Herondale?"
"Jace, se c'è qualcuno all'altezza degli Herondale sei tu. In te scorre il loro sangue. E poi sei fastidioso come loro!"
Jace scoppia a ridere e insieme al Sommo Stregone raggiungono gli altri.
 
 
Salve a tutti!
E’ la prima volta che scrivo qualcosa nel fandom e spero possa piacervi.
Fatemi sapere che ne pensate.
Buona lettura <3
  
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