Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Blablia87    19/05/2016    9 recensioni
Sherlock è "tornato dalla morte", alla sua Londra.
John ha invece deciso di andarle incontro, a più di 5.000 chilometri di distanza.
[Johnlock][Mystrade]
[Text!fic]
Genere: Guerra, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3 dicembre
 
 
 
(00:30) John…? R
 
 
 
 
 
(01:36) Lui… Lui. Mi. Disse. Una. Cosa. Simile. Una. Volta.
 
(01:38) La persona che ha perso…? R
 
(01:41) Disse. Che. Ero. Un. Ottimo. Conduttore. Di. Luce.
 
(01:43) Avevamo. Discusso.
 
(01:45) Mi dispiace, John. Litigavate spesso? R
 
(01:47) Non. Erano. Litigi.
 
(01:49) Eravamo. Solo. Diversi.
 
(01:51) Ma. Lavoravamo. Bene. Insieme. Per. Questo.
 
(01:53) Lui. Risolveva. I. Casi.
 
(01:55) Io. Stemperavo. La. Sua…. “Poca. Diplomazia”.
(01:56) Mi. Piaceva. Farlo.
(01:57) Amavo. Farlo.
 
(01:59) Era. La. Mia. Vita.
 
(02:01) E. Non. Credo. Che. Abbia. Mai. Capito. Quanto. Gli. Dovessi.
 
(02:03) Lui. Mi. Ha. Salvato. Dalla. Solitudine.
 
(02:05) Da. Una. Vita. Che. Consideravo. Finita.
 
(02:07) Io…
 
(02:09) Io. Sono. Stato. Capace. Semplicemente. Di. Lasciarlo. Solo.
(02:10) Sono certo che lo sapesse, John. R
(02:11) E penso che anche lei sia stato importante, per lui. R
(02:11) TU mi hai salvato, John. [Messaggio cancellato]
 
 
(02:18) Volevo. Solo. Parlargi.
 
(02:20) A chi si riferisce? R
 
(02:22) Solo. Trovare. Chi. Ci. Ha. Fatto. Questo. E. Obbligarlo. A. Dire. A. Tutti. Che. Non. Era. Un. Bugiardo.
(02:23) John..  Non riesco a capire di chi stia parlando, John. R
 
(02:25) Non. Ha. Importanza.
 
(02:27) Ne ha per lei. Quindi ne ha per me. R
 
(02:29) Che. Ore. Sono, Da. Lei?
(02:30) Maledizione…[Messaggio cancellato]
 
(02:32) Le 19:30. R
 
(02:34) Non. Dovrebbe. Essere. A. Cena. Con. I. Suoi. Ragazzi?
(02:35) Non ho molta fame, al momento. Sto camminando fuori dalla base. Mi schiarisco le idee. R
 
(02:37) Cosa. Farà. Una. Volta. Qui?
 
(02:39) Andrà. Da. Lui?
 
 
(02:43) Non… Non lo so. R
 
(02:45) Perché?
 
(02:47) Perché ho paura. R
(02:48) Io… ho raccontato troppe bugie a me stesso e a lui, per poter rimediare. R
 
(02:50) Che. Tipo. Di. Bugie?
 
(02:52) Del tipo dal quale non si può tornare indietro. R
 
(02:54) Quando. Si. Mente. A. Qualcuno, O. Lo. Si. Ferisce, Si. Dovrebbe. Dare. A. Lui. Il. Diritto. Di. Scegliere. Di. Andarsene.
 
(02:56) Bisognerebbe. Avere. Il. Coraggio. Di. Fornirgli. Ogni. Chiave. Della. Verità, In. Modo. Che. Possa. Valutare.
 
(02:58) Il. Silenzio. È. Una. Violenza.
(02:59) È. Ingiusto.
 
(03:01) Si. Nasconde. Dietro. Al. Bene. Dell’altro. La. Propria. Codardia.
 
(03:03) È vero. Sono un codardo. La verità è che lo sono sempre stato. R
(03:04) Era lui la parte umana, nel nostro rapporto. R
(03:05) Lui, quello coraggioso. R
 
(03:07) Lo. Ha. Mai. Detto?
(03:08) A. Lui.
 
(03:10) Quello. Che. Sta. Dicendo. A. Me.
 
(03:12) No. R
 
(03:14) Potrebbe. Iniziare. Da. Lì. Allora.
 
 
 
(03:18) Perché lo sta facendo? Perché cerca di aiutarmi? R
 
(03:19) C’è. Così. Tanto. Buio. Attorno. A. Me.
 
(03:21) Egoisticamente. Uso. Lei. Come. Una. Luce.
 
(03:23) Il. Bisogno. Di. Vedere. Qualcuno. Riuscire. Dove. Io. Ho. Fallito.
(03:24) Non. So.
 
(03:26) Lei non ha fallito. Non è stata colpa sua. R
 
(03:28) Come. Può. Dirlo.
 
(03:30) Perché ti conosco. Lo so e basta. R
 
 
 
(03:38) John? R
 
(03:40) Sono. Molto. Stanco. Adesso.
(03:41) Certo, lo capisco. La lascio riposare. R
 
 
(03:47) Richard?
(03:48) Sì Capitano. R
 
(03:50) Ci. Provi.
 
(03:52) A. Spiegargli. Le. Sue. Ragioni. Intendo.
 
(03:54) Ogni. Sua. Reazione. Non. Potrà. Mai. Essere. Peggio. Di. Un. Dubbio.
 
(03:56) Non sono mai stato bravo, con i sentimenti. Lo sai. R
 
(03:58) Non. Occorre. Esserlo.
 
(04:00) Basta. Essere. Sinceri.
 
(04:02) Almeno. Quando. Si. Parla. Di. Questo.
(04:03) Grazie, John. R
 
(04:05) Niente.
 
 
***
 
 
[iSpy][Pronto]*
[Aprire Programma?][Sì][No]
S
 
Invio
 
Apertura in corso, attendere…
 
[Inserire identificativo]: |
**************
 
Invio
 
[Selezionare dispositivo dal menù]:

 


 
Invio
 
In fase di collegamento, attendere…
 
[Cam #2][Stato]: Connessa
 
 
 
 
 
Buonanotte, John. SH [Messaggio cancellato]
 
 
 
***
 
 
[Chiamata in arrivo: Numero Privato]
 
[Ricordamelo] [Messaggio]
[Rifiuta] [Rispondi]
 
 
Accetta
 
 
[Voce tesa, leggermente rauca]
Qui Maggiore Sholto. Chi parla?
 
 
[Voce bassa, venata di stanchezza]
Tenente Stub, Signore.
 
Tenente! Non dovremmo avere contatti, lo sa?
 
Chiedo scusa, Signore. Lo so che non dovrei farlo, ma ho bisogno di sapere se anche lei ha ricevuto una comunicazione dal tribunale.
 
[Voce tirata]
Certo che l’ho ricevuta. È questo è uno dei motivi per cui non dovremmo stare al telefono, Tenente.
 
Me ne rendo conto, ma ho bisogno di vederla.
 
[Tono perentorio]
Adesso riattaccherò. E lei cancellerà il mio numero dalla sua rubrica. Mi ha capito bene?
 
Ma Signore…
 
Ho detto: adesso metterò giù. E andrò, come sempre, a far colazione da Moretti, su Goding Street.
 
[Silenzio]
 
Sono stato chiaro?!
 
[Ancora un attimo di silenzio, poi piano, con voce calma]
Sissignore. Mi scusi per averla disturbata.
 
Molto bene.
 
 
[Termina chiamata]
 
 
***
 
 
Londra
Field Hospital
71 Braganza St
Secondo Piano, Stanza 21
 

Messaggi scritti da John Watson in risposta ad Harriet Watson.
 
 
Ho   d e  t t o  no, Ha rr y.
N on m i in ter es sa cos a ha n no de t to i me d ic i.
 

 
Sa i co sa s ign ifi ca pe r me il lo ro “sti mo laz ion e de l l a co rt e cc i a vi s i va?”
E ss er e  cir co n  dat o   da  per so ne  sco n o sciu te.
 

 
Lo   s o   che   l o s a re  b b er o   ug ual mente, ma…
No n lo vogl io fa re, e q uest o è  quan to.
 

 
N on, ne s sun  po sto and re  bbe bene.
 

 
Ho det to NO.
 

 
Pe r   fa vo re …  Non  fa rm i qu est o.
N on mi  st o ar rend  en  do, va ben e?
 

 
Smet ti  di as ciug art i   g li occ hi  di   nas cos to. T   i ved o, Ha rr y.
Ti h   o sem pre   vist a.
 

 
Va  be n e.   O k. So   l o fi  no  in   cor ti le.
E pe r po  co.
 

 
H o   det to  poco. U n  qua  rt o d’o   ra.
 

 
B ene.  Aiu ta mi ad  alzar mi. *
 
 
***
 
(11:45) cb5h7?
(Novità?)
 
(11:47) cb 8bcb rcpb9r 8no67h 86 6cr arcpihcr
(No, sono ancora seduti su una panchina)
(11:48) 8hp69b pin he 8blln77b 8hr e6h
(Sicuro che il soggetto sia lui?)
 
(11:50) ir he cbdn 86e q9rpphren77b oneeb8anoren  8hp69b
(Ha il nome sul braccialetto dell'ospedale. È sicuro.)
 
(11:52) cbc prah8pb an9pi 8 ph 7nclr 7rc7b
(Non capisco perché S. ci tenga tanto)
 
(11:54) anc8r ab88r r5n9n oneen hcmb9dr1hbch 86 g
(Pensa possa avere delle informazioni su J.)
(11:55) cbc r5n5r on77b pin g  db97b
(Non aveva detto che J. è morto?)
 
(11:57) pb8 ohpbcb rcpin 06neeh onh 8n95h1h 8nl9n7h
(Così dicono anche quelli dei servizi segreti.)
(11:58) 06hcoh
(Quindi?)
 
(12:00) g cbc ir drh hc5hr7b he pbohpn
(J. non ha mai inviato il codice)
(12:01) on5b rcor9n 87rccb 9hnc79rcob
(Devo andare, stanno rientrando.)
 
(12:03) 06rcob anc8h oh rlh9n
(Quando pensi di agire?)
 
(12:05) 06rcob 8 eb oh9
(Quando S. lo dirà.)
 
 
***
 
(16:02) Hai fatto quanto ti ho chiesto? MH
 
(16:04) Ti ripeterò ancora una volta quanto mi trovi a disagio in questa situazione, Myc: molto. Moltissimo. GL
(16:05) Gregory. MH
 
(16:07) Sì. Sì, Mycroft. Mi sono introdotto in camera di tuo fratello ed ho controllato il suo pc ed il telefono. GL
(16:08) Contento? GL
 
(16:09) Trovato qualcosa? MH
(16:10) No. Solo il blog di John tra i segnalibri di Chrome. GL
 
(16:12) Dio, Myc, quando smetteremo? GL
(16:13) Di cercare di controllare la vita degli altri, dico. GL
 
(16:15) Non sto cercando di controllare la sua vita, Greg. La sto monitorando. MH
(16:16) Monitorando. Monitorando, dici. GL
 
(16:18) Monitora che gli hanno tolto il gesso alla gamba destra questa mattina e sta facendo fisioterapia. GL
(16:19) Monitora lo sguardo che ha, e osserva quanto abilmente lo nasconda, ogni volta che qualcuno entra nella sua stanza. GL
(16:20) Monitora gli occhi arrossati e le occhiaie. GL
 
(16:22) Monitora tutto questo. GL
(16:23) Ma fallo come dovrebbe farlo un fratello, Microft: venendo a trovarlo. GL
(16:24) Invece di chiedermi di approfittare della sua assenza per spiarlo. GL
 
(16:26) Sai che non posso, al momento. MH
 
(16:28) Certo, sei troppo impegnato a non intervenire sul mandato di comparizone in tribunale che hanno presentato a John, giusto? GL
 
 
 
(16:35) Ok… Ho esagerato. GL
(16:36) Mi dispiace, va bene? GL
 
(16:38) È solo che ancora non posso crederci, che gli stiano facendo questo. GL
 
 
(16:42) Myc. GL
 
 
(16:48) Senti… Non voglio che tutto quello che sta succedendo ci allontani. GL
(16:49) È l’ultima cosa che desidero. GL
(16:50) Sono stato uno stronzo. Lo so che stai facendo ogni cosa sia in tuo potere fare. GL
(16:50) Sono solo molto stanco. GL
 
 
(16:58) Pensi mi piaccia dover ammettere di essere impotente? MH
(16:59) O che resti indifferente a tutto quello che sta succedendo? MH
 
(17:01) No, non lo penso affatto. GL
 
(17:03) Non sono onnipotente, Gregory. MH
 
(17:05) Lo so. Mi dispiace per aver detto quelle cose, davvero. GL
 
(17:07) Delle volte mi sembra di essere una mosca intrappolata in una stanza con muri di gomma. GL
(17:08) Continuo a sbattere, in cerca di qualcosa che possa riavvolgere miracolosamente tutto. GL
(17:08) Riportare tutto a quattro anni fa. GL
 
(17:10) Se potessi tornare indietro, ti chiederei di uscire a cena molto prima di quanto ho fatto. GL
 
(17:12) E direi a John di smettere di uscire con quell’infermiera, che il suo grande amore gli gira per casa, mandandolo in bestia con il suo disordine. GL
 
(17:14) Costringerei Sherlock a venire in un pub con me, e gli farei un discorso serio su cosa significhi essere fortunati. GL
 
(17:16) Farei tutto meglio, se potessi tornare indietro. GL
 
 
(17:19) Hai fatto tutto al meglio, Greg. MH
(17:20) Ogni cosa. MH
(17:21) Non portare pesi che non sono i tuoi. MH
 
(17:23) Sono anche miei. E se non lo fossero, comunque, dividerei i vostri per poterli sostenere più a lungo. GL
 
(17:25) Sei un uomo raro, Gregory Lestrade, lo sai? MH
(17:26) E solo il Cielo sa perché tu abbia scelto me. MH
 
(17:28) Perché qualcuno, a suo tempo, fece a me un discorso sulla fortuna. E da allora la so riconoscere, quando mi si presenta davanti. GL
 
(17:30) Ti amo, Myc. GL
(17:31) E so che anche tu mi ami. Non importa se non vuoi scriverlo, o se farlo ti fa sentire un adolescente imbranato. GL
 
(17:33) Devo andare adesso, Sherlock sta tornando dalla fisioterapia. GL
 
(17:35) A dopo, Greg. MH
(17:36) A dopo. GL
 
 
(17:39) Ti amo. MH
 
 
***
 
 
Londra
Field Hospital
71 Braganza St
Secondo Piano, Stanza 21
 

Messaggi scritti da John Watson in risposta al Maggiore T. Sholto.
 
 

 
Lo s o. M e lo ha n n o com un ica t o i er i.
 

 
Nu l l a. No n h o in te n z i one  d i fa re n ulla.
 

 
H o fa tt o u n er ro re e n e pag h er ò le con seg uen ze .
V oi dov et e pen sa re a pr ote gg ere le  vo st re ca r rie re.
 

 
As so lut am en te fu or i di scu ssion e.
Dov ete di re  tutt a la ve ri tà.
 

 
T UTT A.
Non c’ entr a te nu lla .
È sta t a una lib er a scel ta.
 

 
No n mi impo rt a. An ch e do vess er o con da nn ar mi, co sa po treb be acca de re?
 

 
Ah, l ‘on o re.
L’ ono r e è q ualc os a che se rv e ag l i u omi ni co n un fu turo, Magg iore.
 

 
No ,   no n n e ho.
M  a  ho un  pa ss a to. E q ue ll o co n ti nue rà   ad  es ser e m io.
Pe r se mpre.
 
 
 
***
 
(22:13) Probilmente. Verrò. Congedato. Con. Disonore.
 
 
(22:17) Cosa? R
(22:18) Perché?! R
 
(22:20) Hanno. Aperto. Un’indagine. Sul. Mio. Operato.
 
(22:22) E. dovrò. Comparire. Davanti. Al. Tribunale. Militare.
(22:23) Non capisco, John. R
 
(22:25) Non. È. Importante.
 
(22:27) Hanno. Ragione.
 
(22:29) Ho. Sbagliato.
 
 
 
(22:30) Cosa sai di un’indagine aperta nel confronti di John? SH
 
 
 
(22:31) Se. Dovesse. Succedere. Andrà. Bene. Comunque.
(22:32) Come può dire una cosa simile? R
 
 
 
(22:32) Poco. Ci sto lavorando. MH
 
 
 
(22:34) Non. Sono. Più. Un. Medico.
 
(22:36) Ho. Smesso. Di. Esserlo. Nel. Momento. Stesso. Nel. Quale. L’ho. Lasciato. Lì, A. Terra.
 
 
(22:39) Non. Essere. Più. Un. Militare. Non. È. Diverso.
 
(22:41) Ciò. Per. Cui. Andavo. Avanti…. L’illusione. Di. Trovare. Chi. Gli. Ha. Fatto. Questo…
 
(22:43) Persa, Come. Tutto. Il. Resto.
 
 
 
(22:44) Lavora più in fretta. SH
 
 
 
(22:45) Dovresti. Andare. Da. Quella. Persona.
 
(22:47) E. obbligarla. Ad. Ascoltarti.
 
(22:49) Io. Avrei. Dovuto. Obbligarlo. Ad. Ascoltare.
 
(22:51) A. Capire.  Che. Eravamo. In. Due.
(22:52) Contro il resto del mondo… [Messaggio cancellato]
(22:53) Preparati. Un. Discorso.
(22:54) Scrivilo.
(22:55) Ripetilo.
 
(22:57) Sii. Convincente.
 
(22:59) La. Vita. È. Fatta. Di. Bivi.
 
(23:01) Stare. Fermi. È. Inutile.
 
 
 
(23:02) Sto facendo quanto nelle mie possibilità. MH
 
 
 
(23:03) E. Da’. Un. Nome. Alle. Paure.
 
 
 
(23:04) Lo so. SH
 
 
 
(23:05) Guardale.
(23:06) Un nome? R
 
(23:08) Sì, Un. Nome.
 
(23:10) Ad. Esempio, La. Mia. Paura. È. Pronunciare. Ad. Alta. Voce. Il. Suo. Nome.
 
(23:12) Sentire. La. Mia. Voce. Dire. Che. È. Morto.
 
(23:24) Non. Posso. Parlare. Adesso.
 
(23:26) Ma. Posso. Scriverlo.
 
(23:28) E. Se. Posso. Farlo. Io, Puoi. Farlo. Tu.
 
 
 
(23:36) Il suo nome era Sherlock Holmes. **
(23:37) John…[Messaggio cancellato]
 
 
 
(23:41) Si chiamava Sherlock Holmes, ed è morto.
(23:42) John, ti prego…[Messaggio cancellato]
 
 
(23:47) L’uomo che amo, è morto.
 
 
 
(23:50) Portami da lui. ADESSO. O giuro che mi trascinerò fin lì. SH
 
 
 
Note:
 
* Sto cercando, capitolo dopo capitolo, di normalizzare il modo di scrivere di John.
È un modo per poter trasmettere l’idea che stia facendo riabilitazione, senza doverlo necessariamente esternare in modo “diretto”.
 
** Ancora una volta, John scrive bene queste frasi perché ha bisogno di farlo con sforzo, di renderle “pulite”, “limpide” attraverso i messaggi come attraverso la propria fatica.
 
 
 
Nota dell’autrice:
 
È stata una giornata strana, questa.
 
Amara, da molti punti di vista e, per una volta, non parlo del “mondo fuori”, ma del sito.
 
Ad ogni modo, e dopo molte riflessioni, ho deciso (non senza sforzo) di non fossilizzarmi sulle sensazioni negative.
 
Attenendomi a quello che era il mio piano originale, quindi, vi lascio anche l’inizio della OS dalla quale - come spesso mi è capitato di dire - questa storia è nata, modificandosi via via in quanto avete letto fin qui.
 
Mi ci sono imbattuta questa mattina, e mi ha sgridata dalla cartella del pc. 
 
Ve la lascio qui di seguito, in modo che la legga solo chi vuole. È solo una bozza e il suo sviluppo (se mai la porterò a termine) sarà completamente diverso da quello di questa storia. Ad ogni modo, mi faceva piacere farvela avere, perché non mi è mai capitato di lasciare così a lungo qualcosa abbandonato al buio.
 
 
Grazie come sempre per aver letto fin qui.
Risponderò a tutti i commenti appena avrò un attimo di tempo (e sarò meno… “agitata” XD)
 
Un abbraccio forte,
B.
 
 
 
 
 
L'innominata (per adesso XD)
 
 
 
L’aereo si stacca dal suolo con un breve rollio.
Il brusio che si muove tra i sedili si ferma per qualche attimo. Ogni passeggero si spinge verso i piccoli oblò che circondano il velivolo, negli occhi la città che pian piano diviene sempre più piccola e lontana, sulle labbra un saluto e la promessa di tornare.
Nell’ultimo sedile in coda, John H. Watson osserva Londra divenire prima una meravigliosa cartolina, carica di luci e colori, e poi, via via, un puntino su una mappa di terra buia che non riesce più a riconoscere come “casa sua”.
Non capisce se la sensazione di estraneità sia dovuta allo stato d’animo che ormai da due anni lo accompagna - rendendogli irriconoscibile ed aliena ogni cosa abbia sentito “sua” – o sia propria di quel momento particolare, del suo essere di nuovo il Capitano Watson.
Non lo sa con sicurezza, e non gli interessa un granché, per la verità, mentre cerca di convincersi di non essere mai stato null’altro che quello: un militare.
Sa che la sua scelta di tornare a quella vita sia in realtà un goffo tentativo di dimenticare.
Di cancellare gli anni con Sherlock Holmes, ricucendo tra loro i lembi della sua pelle in una cicatrice dove non c’è mai stato alcun blog, nessuna Baker Street e nessun suicidio.
Sherlock Holmes non è mai esistito, prova a credere ormai da tempo.
E tenta davvero di farlo, perché se così fosse il detective sarebbe ancora al sicuro, nella sua “non esistenza”.
John si è lasciato dietro le spalle ogni luogo e persona possa ricondurlo con la mente a lui, e all’enorme vuoto che gli ha lasciato in mezzo al petto.
Le intere settimane di riflessioni agonizzanti dopo il funerale, non hanno che peggiorato la situazione. Perché è stato durante una delle innumerevoli nottate in bianco, passate con gli occhi spalancati al soffitto e schiena a terra nella camera dell’altro, che ha capito. Che ha realizzato di aver perso qualcuno che per lui era qualcosa di ben lontano da un semplice amico, coinquilino e collega.
John fa girare l’anello che porta all’anulare destro con piccoli gesti meccanici, guardando le nuvole scure inghiottire l’aereo.
Stacca gli occhi dal vetro e chiude gli occhi, mentre attorno a lui il vociare di quelli che da poche ore sono ufficialmente “i suoi uomini” torna a farsi sentire.
 
Non è mai esistito alcun Sherlock Holmes.
 
E lui non ha mai perso chi amava.
 
1.
 
 
Come ogni sera nelle ultime due settimane, John esce dalla sala comune e si porta ai lati della piccola base di appoggio che hanno tirato su in circa quattro giorni di lavoro, non appena arrivati.
La missione affidata alla compagnia è di complessa attuazione sul campo in modo inversamente proporzionale a quanto appaia semplice nella descrizione di poche righe del fascicolo che è stato consegnato loro poco prima che partissero.
Nei pochi fogli dell’incarico, compare solo il nome del ribelle a capo di una piccola cellula afgana di trafficanti ed il luogo dove è stato avvistato per l’ultima volta.
A John e ai suoi uomini in compito di trovarlo e condurlo in manette in Inghilterra.
Il motivo dell’interessa del Paese per quell’individuo non traspare dalle carte, e John non ha chiesto approfondimenti.
Pensare di trovare qualcuno in un luogo come l’Afghanistan, in piena zona desertica, è follia.
John lo sa bene, come lo sapeva quando ha accettato.
Probabilmente torneranno in patria sconfitti, ma non gli importa.
Quei ragazzi che sente ridere dalla sala comune sono troppo giovani per affrontare un incarico più gravoso, e a lui serviva solo una scusa.
John sa che quello è solo un “giro di prova”, la prima scrematura per capire chi tra loro avrà poi la forza ed il coraggio di rimanere ad affrontare l’inferno vero, quello nel quale ti piovono addosso sangue, proiettili ed urla, e senti la vita abbandonarti ad ogni respiro.
Il capitano si sdraia a terra, schiena contro la sabbia fredda ed occhi al cielo, incredibilmente nero e gravido di stelle.
A Londra non erano così brillanti, ma non gli era mai importato.
Non ci aveva neanche mai pensato, fin quando non aveva visto la più luminosa di loro lasciarsi cadere da un palazzo.
A quel punto il cielo della sua vita si era spento, e John aveva capito perché non gli fossero mai mancate, prima di allora.
Aveva la sua, e poteva girarle intorno come un pianeta fa col sole.
Ma si era spento, il suo, in una gigante rossa di sangue e carne e in un buco nero di mancanza e dolore.
John prende un respiro profondo e chiude gli occhi, spalancandoli poco dopo nel sentire qualcuno accanto a sé.
“Posso farle compagnia, Capitano?” Il soldato semplice Ross, viso arrossato e occhi allegri, indica il piccolo spazio tra John ed il muro della costruzione, chiedendo il permesso di sedersi.
John annuisce, tornando a chiudere gli occhi.
“Se ne va sempre, a quest’ora.” Constata Ross, e l’altro annuisce appena.
“Amo il silenzio della notte, da queste parti.” Spiega John, sperando possa bastargli.
“I ragazzi parlano dei pensieri felici, Capitano.” Continua invece il ragazzo, e John vibra appena, teso.
“Ci stavamo chiedendo quale fosse il suo, Signore.” Azzarda Ross, diventando paonazzo.
John apre gli occhi, per un attimo perso.
“Non ho alcun pensiero felice.” Risponde, e si dispiace nel vedere il giovane accanto a sé apparire triste.
“Non ho niente e nessuno a Londra da cui tornare, Ross.” John abbozza un sorriso, cercando di tranquillizzare il giovane, ora molto a disagio. “Ma ho voi, qui. E riportarvi a casa tutti interi è il mio pensiero. Può andar bene comunque?” Chiede, e il giovane annuisce con forza.
“Certo, Signore.”
“Perfetto, allora.” John guarda ancora verso il cielo, e per un attimo gli sembra di galleggiare in un buio denso.
“Crede che lo troveremo, Signore?” Ross si lascia cadere accanto al fianco di superiore, provando a capire cosa stia osservando con tanta attenzione.
“Sicuramente.” Mente John, sentendo l’altro fremere per l’impazienza.
“Io un pensiero felice ce l’ho.” Sussurra il ragazzo, come fosse una confessione.
“Bene.” Gli risponde John. Non vuole sapere quale sia, perché lui non ne ha e, egoisticamente, non vuole sentire ciò che spinge avanti la vita degli altri, mentre lui ha perso la sua.
“Si chiama Alex. Voglio tornare a dirgli che non ho più paura dei miei genitori e di cosa potrebbero pensare.” Racconta Ross, la voce rosa dall’imbarazzo.
John vorrebbe alzarsi ed andarsene. Alla fine resta a terra, e sospira.
“Fai bene.” Inizia, tornando a toccarsi l’anello sulla destra. “Rischiare di perdere qualcuno per la paura di cosa gli altri potrebbero pensare è sciocco. Una delle cose peggiori che si possa fare.” Non vorrebbe essere così duro, ma non riesce a fermarsi. “Perché se poi quella persona la perdi davvero, ti rendi conto di quanto stupide fossero tutte le sovrastrutture ed i pensieri che ti hanno tenuto lontano da lei.” Conclude, alzandosi di colpo.
“Domani ricognizione, soldato. Quindi in branda. E dì anche agli altri di andare a coricarsi.”
Ordina, ma con voce bassa.
È presto per mandarli a letto, ne è consapevole, ma ha bisogno di rimanere solo e di sentire silenzio nel campo.
Tanto non dormiranno, e continueranno a raccontarsi storie ed amori nel buio della camerata, sottovoce. John lo sa bene, perché in passato lo ha fatto mille volte, assieme ai propri commilitoni.
Il soldato Ross fa un rapido gesto di saluto, mano alla fronte, e sparisce rapidamente oltre la porta del prefabbricato.
John sente qualche lamentela accompagnare il rumore di sedie smosse e, infine, silenzio.
Affonda le mani nelle tasche dei pantaloni, chiude gli occhi e china la testa.
 
Non è mai esistito alcun Sherlock Holmes, si ripete.
 
E con lui nessun pensiero felice.




Note:
 
Ho inventato (di sana pianta) che esista un’usanza militare secondo la quale ogni soldato debba avere un suo personale (in gergo) “pensiero felice”. Qualcuno o qualcosa che lo tenga legato alla voglia di tornare in patria.
 
Diciamo che è una rivisitazione del “pensiero felice” raccontato nel film “Hook”, che è ciò che permette di volare.

So già come dovrebbe svilupparsi per intero, ma al momento non ho proprio tempo né forza per scriverla tutta (anche perché sarebbe una di quelle OS da 40 e rotte pagine di Word).

Spero che possiate averla gradita intanto come "flash", se così la si può chiamare.

Di nuovo un abbraccio.
B.
 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Blablia87