Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Segui la storia  |       
Autore: Milla Chan    19/05/2016    2 recensioni
Rei era sempre stato affascinato dalla coordinazione che si nascondeva dietro l’efficienza di un albergo di lusso. Era un meccanismo: ogni cosa doveva funzionare in modo perfetto e armonico, ogni persona contribuiva all’andamento ben scandito di quel grande orologio vivente.
Ma un granello di polvere basta a inceppare tutto quanto.
[Reigisa] [Hotel AU]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Day 4&5: Calm and Storm

Il giorno successivo passò tranquillo. E per tranquillo, Rei intendeva senza Nagisa che suonasse il campanello in reception. Era probabile che fosse andato in spiaggia. In realtà, forse un po’ sperava di essere disturbato ed era per questo che era rimasto all’erta tutto il tempo, inutilmente. Annoiandosi un po’, dovette ammettere.
Ma il giorno ancora seguente, per sua fortuna o no, fu diverso.
-Reeeei!-
Il ragazzo riconobbe la voce e spostò lo sguardo dai fogli che stava riordinando. Vide un testino biondo salire dalla rampa di scale; le sue ciabatte facevano un rumore tremendo, ma ciò che lo urtò più di tutto furono i pantaloncini rosa.
-Vieni in spiaggia con me?-
-Cosa? No.- rispose senza pensarci, ruotando la testa in modo teatrale fino a farla ritornare sui compiti.
Vide con la coda dell’occhio le dita che si appoggiavano al bancone. -Andiamo, sto dicendo sul serio.-
-Anche i…- Rei alzò il mento e si interruppe quando vide quel faccino. -…oh.- concluse con un verso strano.
-Volevo venire anche ieri ma c’erano i miei e meeeh, non ho fatto in tempo, robe varie. Mi sono annoiato tantissimo, ti prego!-
-Non posso, guarda come sono vestito.-
-Ti prego ti prego ti prego ti prego! Ti porto a casa io e prendi quello che ti serve o ti presto qualcosa di mio, ti preeeego.-
Rei tirò un lungo sospiro, ma stava già scrivendo un biglietto per la madre, dove diceva che si sarebbe assentato per qualche ora, e lo lasciò accanto al computer.
-Lascia stare, ho dei vestiti un po’ più adatti in qualche armadio qui dietro. Torno subito.- mormorò mentre spariva nel retro e chiudeva la porta a chiave. Quando uscì, Nagisa saltellava dalla gioia e scosse la borsa mare davanti ai suoi occhi. -Allora sei pronto anche per queste evenienze, fa stranissimo non vederti tutti impettito! Non avevi caldo a star sempre coi pantaloni lunghi?- chiese guardando i suoi bermuda e la t-shirt colorata.
-In realtà ho parecchi cambi qui in hotel. Appunto perché ci passo un sacco di tempo.-
-Quand’è stata l’ultima volta che sei andato in spiaggia? Guarda che gambine pallide pallide!- continuò a macchinetta Nagisa, chiamando l’ascensore con un sorriso più grande di lui.
-Non sono affari tuoi…- borbottò stizzito Rei.
Scesero fino al piano terra, salutarono il ragazzo dietro il bancone del bar e si incamminarono per la stradina che portava alla spiaggia e al paese. Il mare calmo era vicinissimo e lo scroscio pigro delle onde aiutava Rei a tranquillizzarsi, dato che stava iniziando a cedere al panico del “che cosa diavolo sto facendo”.
-Ah, non preoccuparti per l’asciugamano, ne ho preso uno in più apposta per te!- ridacchiò Nagisa indicando la grande borsa gialla sotto il suo braccio.
-Cos… ma se non sapevi neanche se sarei venuto o no!- reclamò incredulo, ma l’altro non sembrò assolutamente farci caso.
-Non mi sembra vero, vado in spiaggia con te!- continuò infatti, avanzando a grandi passi. Rei stava per rispondere, ma si bloccò e cercò di capire il senso di quelle parole, sentendo però le guance pizzicare appena.
La spiaggia era tremendamente affollata, tuttavia in un modo o nell’altro trovarono una striscia di sabbia libera e riuscirono a stendere un asciugamano in una posizione strategica, ovvero parzialmente coperto dall’ombra degli ombrelloni vicini.
-In mare!- gridò Nagisa dopo aver mollato la borsa con poca delicatezza ed essersi tolto la maglietta a velocità record, correndo poi verso le onde.
-Non…- Rei provò a fermarlo, probabilmente per richiedere una crema solare della cui esistenza non era nemmeno tanto sicuro. L’altro ragazzo però si buttò in acqua senza troppi complimenti. Rei sospirò e si tolse gli occhiali, per poi raggiungerlo con calma, stando attento a non calpestare altri asciugamani e non urtare alcuna sdraio.
Nagisa riemerse dal mare e vide l’altro ragazzo a qualche metro da sé. Gli si stava avvicinando con una faccia strana, gli occhi fissi in basso e i gomiti sollevati. Si fermò quando l’acqua gli arrivò al bacino.
-Uh?- mormorò confuso. -Reeei, vieni qui!- urlò, andandogli però incontro, finché non ci toccò ancora. -Che c’è, hai paura di bagnarti? È freddina, ma non così tanto!-
-Assolutamente no, solo che mi trovo molto più a mio agio qui.-
-Ooh, non sai nuotare!- sparò Nagisa senza esitazioni. Non aspettò nemmeno una risposta e tese le mani verso di lui. -Vieni, ti posso insegnare!- si limitò a dire, prendendogli i polsi e trascinandolo verso di sé. -Non è così difficile, e una volta imparato è incredibilmente divertente! Se vuoi possiamo stare dove tocchi, tanto sei alto.-
Rei sentì l’acqua fredda bagnargli la pancia e la sua espressione fece scoppiare Nagisa a ridere.
-Non c’è niente da ridere!- esclamò guardandolo dritto in faccia e continuando a camminare in avanti, trascinato con sempre meno forza. L’acqua arrivò a raggiungergli il mento e quasi sobbalzò quando se ne accorse.
-Ci tocchi? Tranquillo, è impossibile che tu vada a fondo nel mare, stai a galla per forza! È questione di fisica, anche se non ho la benché minima idea di cosa significhi, però dicono così.-
-Mi entra l’acqua in bocca.- fece notare Rei, stizzito, mentre alzava la testa per evitare le piccole onde che si avvicinavano troppo alle labbra.
Nagisa non sembrò far caso a quello che disse. Tanto per cambiare. -Lezione di nuoto uno: non smettere di muovere le gambe! Perfetto, ora che sai stare a galla passiamo al livello successivo.-
-Cos…-
-Lezione due: in orizzontale!-
Le mani di Nagisa scivolarono dai polsi alle dita e gli sorrise, facendogli alzare prima un braccio e poi l’altro, a ritmo, come per fargli vedere come si sarebbe dovuto muovere. -E così ti sposti!-
Rei ci provò e non si accorse nemmeno che Nagisa continuava a camminare indietro, portandolo più a largo.
-Visto, ce la fai!- lo incitò, ma non appena accennò a lasciarlo andare, finì con lo sparire sott’acqua per mezzo secondo, giusto il tempo di riafferrarlo e riportarlo in verticale. Rei stava sulle punte dei piedi ormai, e si lamentava con dei “Io non ho mai chiesto questo!” spezzati da colpi di tosse.
-Lezione tre.- continuò Nagisa a voce più bassa, tornando serio e appoggiandogli le mani sui fianchi. Rei deglutì e trattenne il respiro, come una specie reazione involontaria.
-Fai il morto!- proseguì con le istruzioni, spostando velocemente le mani sulla sua schiena e portandolo con la pancia a filo dell’acqua, tra i suoi commenti duramente contrari e i suoi “no! no!” ripetuti senza sosta.
-Non credo che le tue lezioni siano professionali e sicure!- strepitò a occhi serrati mentre si dimenava tra gli schizzi.
-Sta’ fermooo!- Nagisa si morse le labbra per smettere di ridere. -Ti tengo, tranquillo.- continuò, facendogli sentire per bene i palmi delle mani sulla schiena.
Rei si sentiva ondeggiare, totalmente abbandonato alle onde, e pian piano, seppur imbronciato, aprì gli occhi. Vide il cielo terso e si perse a guardare qualche gabbiano che volava sopra di loro. Con la coda dell’occhio scorse i capelli bagnati di Nagisa e sentì il cuore riempirsi, ma non certo d’acqua.
-È… rilassante.-
-Certo che lo è.- rispose il biondino con calma, sporgendo la testa per guardarlo in faccia e passandogli le dita tra i capelli bagnati per liberargli la fronte. Rei lo guardò con gli occhi spalancati e il cuore che vibrava. Era un sole.
-Non ti sto più tenendo da un po’, comunque. Bravo!-
-Cosa!?-
La quantità di acqua ingoiata da Rei nel microsecondo seguente non fu quantificabile.

Rei non si ricordava a che punto fosse arrivato a ridacchiare con sempre meno contegno sull’asciugamano, accanto a Nagisa. Il cielo era arancione, il sole una grande palla rossa che scendeva lenta verso il mare calmo. La spiaggia si era quasi completamente svuotata ormai, e Nagisa aveva potuto stendere sulla sabbia anche l’altro asciugamano.
-… E allora le mie sorelle sono riuscire a spacciarmi come una bambina il primo giorno di scuola. Mi hanno fatto anche i codini, non so se mi spiego! Aah Rei-chan, non hai idea di quanto ho pianto!-
Nagisa finì il suo racconto e si puntellò coi gomiti sull’asciugamano, voltando la testa verso il ragazzo. Rimasero qualche secondo a guardarsi ridacchiando, ma quasi subito distolsero lo sguardo per farlo vagare in modo falsamente casuale sulla sabbia o sulle onde.
-È stata davvero una giornata piacevole.- commentò dal nulla Rei, probabilmente dopo un ragionamento più o meno lungo. La sua voce leggera e sincera rese il sorriso di Nagisa più grande di quanto non fosse già.
-Anche per me!- esclamò fissandolo dritto negli occhi con uno sguardo limpido. Sembrava che lo stesse scrutando a fondo, e Rei non riuscì a sostenerlo per più di qualche secondo. Voltò la testa per tornare a guardare il cielo, eppure la mano di Nagisa lo bloccò, appoggiandosi sulla sua guancia. Il cuore sembrò sprofondare per un attimo, ma le parole del biondino gli fecero venire voglia di sbattere la testa contro un muro.
-Mio Dio, Rei, ti sei scottato di brutto, hai il naso che è un peperone!-
-S-Spero tu sappia che è colpa tua e della tua negligenza nella prevenzione dai raggi ultravioletti.-
-Cheeee?-
-Bastava che tu avessi una crema!-
-Ma io ce l’ho la crema!-
-…Ah. Beh, non l’hai tirata fuori.-
-Reiiii, ma se non me la chiedi! Io ce l’avevo già su, sei un disastro! -
-Io sarei il disastro…!?-
La discussione fu interrotta da un lungo lamento profondo. I due si guardarono per un attimo prima di abbassare gli occhi sulla pancia di Nagisa.
-…Quello era il tuo stomaco.-
-Eh oh, ho fame.-
-Ma è disumano.-
Nagisa strinse i denti e gli mostrò un sorriso tiratissimo. -Se non sbaglio mi avevi detto che stasera c’era un festival, uh?-
Rei si illuminò e si tirò a sedere, aggiustandosi gli occhiali sul naso dolorante. -Mi vuoi obbligare di nuovo a venire con te?-
-Sei tu che hai detto che ti sei divertito!- rispose l’altro, alzandosi in piedi con un balzo e scrollandosi la sabbia rimastagli addosso.
Rei roteò gli occhi con un sospiro. -Va bene, ma solo perché non voglio che ti perdi.-
Afferrò la mano che Nagisa gli aveva teso e si alzò anche lui.
Raccolsero le loro cose e si incamminarono verso il paesello che iniziava ad essere illuminato dalle lanterne.

Le persone cominciavano a poco a poco a scendere nelle stradine strette e irregolari del centro, a osservare e comprare dai chioschetti, o dirigendosi verso i templi.
-Che fameee!- uggiolò Nagisa per l’ennesima volta, tenendosi le mani sulla pancia e guardandosi attorno.
-Ci sono un sacco di bancarelle di cibo, ti consiglio qualcosa di equilibrato dal punto di vista nutrizionale visto che abbiamo bruciato molte calorie nuotando. Oh, ma hai dietro qualche soldo?-
-Taiyaki!!-
Nagisa si illuminò non appena vide un chiosco pieno di dolci e si affrettò a raggiungerlo a passo veloce, sotto lo sguardo attonito di Rei. Trattenne il respiro davanti a tutte quelle leccornie, e in meno di due minuti i due erano di nuovo a camminare sulla stradina di pietre con un grande sacchetto pieno di taiyaki e altri dolci assortiti nella borsa da mare.
-Non è questo che intendevo per equilibrato.- fece notare Rei quando Nagisa gli porse un daifuku, senza tuttavia rifiutarlo: anche lui aveva un certo languorino, dopotutto. -Non puoi riempirti con dei dolci ! Senza contare che fa troppo caldo, finirai col farti venire la nausea.- continuò, abbassando lo sguardo sul ragazzo e giudicando intensamente le mele caramellate.
Nagisa lo guardò con gli occhi spalancati e le guance sul punto di scoppiare. -Shfidami.- scandì a bocca piena. A Rei venne da sorridere, ma scosse la testa, senza speranze, e continuò a camminare. Trovava incredibile come quel biondino avesse talmente tante cose da dire su qualsiasi argomento; era insieme a lui da ore e non aveva smesso di parlare e di emanare quell’aura entusiasta neanche per un attimo. In altre circostanze, se Nagisa fosse stato una qualsiasi altra persona, era sicuro che l’avrebbe trovato fastidioso. In quel caso, invece, quello che sentiva non era fastidio, era diverso, era quasi piacevole. Forse addirittura senza quasi, dato che era sinceramente spensierato e il tempo stava scorrendo a una velocità impressionante. Era strano, non era abituato a sentirsi così divertito e contento, forse perché non aveva un gran numero di amici al di fuori del contesto scolastico, né tantomeno era solito fare uscite di quel genere.
Il cielo era diventato più scuro e le strade più gremite, le lanterne mandavano una luce calda e nell’aria si sentiva lo scroscio vicino del mare, il ronzio delle cicale e una musica allegra.
-Hey, Rei-chan.- disse a un certo punto Nagisa, dopo un inaspettato minuto di silenzio. -Mi piace davvero qui.- continuò alzando la testa al cielo, con un tono inaspettato per lui. -C’è un posto dove si può vedere meglio?-
Rei seguì il suo sguardo diretto verso l’alto e si chiese se per caso si stesse riferendo alla luna. -Penso… Penso di sì?-
-Andiamoci allora!- esclamò, riprendendo tutto d’un colpo l’entusiasmo, tanto da far spaventare Rei, e afferrandogli il polso fino a trascinare entrambi fuori dalla folla.
-Per dove? Per di qua? Per di là?- voltò la testa a destra e a sinistra, procedendo a passo veloce senza avere la benché minima idea di dove andare.
-Woh, calmo! Di qui.-
Rei voltò a destra, mentre Nagisa a sinistra, e il più basso quasi si sbilanciò per il contraccolpo. Si lasciò sfuggire un versetto acuto ma lo seguì a passo spedito.
-Non trovi stranissimo che entrambi abbiamo nomi da ragazze, Rei-chan? È destino!-
Rei sentì le dita di Nagisa scivolare dal polso alla mano, strinse le labbra e l’idea di mandarlo via non lo sfiorò nemmeno.
-Se lo dici tu.-
Il paesello si arrampicava lungo il pendio della montagna e i due iniziarono a salire lungo la strada, lasciandosi le luci delle lanterne alle spalle.

-Ooh, che bello!-
Rei si fermò e lasciò che Nagisa andasse ad affacciarsi dalla staccionata di legno, dalla quale si poteva vedere il paese dall’alto e la luna che si rifletteva nel mare sconfinato.
Inarcò le sopracciglia e si sciolse in un sorriso nel vederlo tanto incantato. Gli si avvicinò, proprio mentre l’altro si girava a guardarlo.
-…Sai Rei-chan, il tuo aspetto inganna parecchio. Ma non me!-
L’altro lo guardò confuso. -In che senso?-
Nagisa inspirò profondamente, poi dal nulla, inaspettatamente, avvolse le braccia attorno suoi fianchi e appoggiò la faccia contro il suo collo, lasciando Rei di pietra.
-Perché anche se fai quello tutto serio e rigido…-
Si aprì in un gran sorriso a labbra serrate, di una dolcezza tale che fu un peccato che il più alto non potesse vederlo.
-Alla fine sei venuto in spiaggia con me! Alla fine i daifuku per cena te li sei mangiati eccome!-
Rei sentì la bocca arida e lo stomaco attorcigliato. Alzò con insicurezza le braccia per ricambiare l’abbraccio, sospinto dal profumo dolce dei suoi capelli mischiato alla salsedine.
-Alla fine sei un idiota col naso rosso.- continuò il biondino ridacchiando sottovoce e allontanandosi di poco, tenendo le mani strette sui suoi avambracci.
La debole risata di Rei gli morì in gola quando vide i suoi lineamenti avvolti nella penombra. Lo stava guardando in un modo strano, e il silenzio che si era venuto a creare era riempito solamente dal suono delle cicale. Lo fissava insistentemente, gli occhi caldi e luminosi anche nel buio che lo perforavano da parte a parte. Rei sentì le ginocchia tremare e si limitò a voltare il capo per osservare il panorama oltre la staccionata con il cuore che batteva forte.
Nagisa strinse le labbra per cercare di sembrare serio e di non sorridere, e tornò a stringersi contro di lui, stranamente senza aprire bocca, unendosi a guardare il paese animato e rumoroso e il mare che si confondeva con il cielo scuro.
-Mi riaccompagni in hotel?- chiese Nagisa ad un tratto.
Rei annuì, sperando che il battito del suo cuore non si sentisse tanto quanto lo sentiva lui. Un fischio lontano lo svegliò dallo stato di trance in cui era caduto e sobbalzò violentemente quando sentì un forte botto e fu investito da una luce colorata. Vide la bocca di Nagisa spalancarsi e le sue pupille restringersi per la luce mentre guardava dritto nel cielo.
-Nooooo, che figo, non mi avevi detto dei fuochi di artificio! Che cliché!-
Rei corrugò le sopracciglia (non erano esattamente due frasi che stavano bene insieme) e strizzò le palpebre, infastidito dall’improvvisa luminosità e dai boati. -Non è sottinteso che in una festa estiva ci siano dei fuochi d’artificio?-
-Che!? Certo che è ovvio, solo che precisino come sei mi aspettavo che me l’avresti detto se ci fossero stati. Come minimo, avresti dovuto sapere anche la quantità e i tipi e i colori!-
Rei aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotto dall’ennesima esplosione. In ogni caso, Nagisa non gli stava più prestando attenzione, dato che ormai era salito in piedi su una delle assi della staccionata e guardava rapito gli scintillii che cadevano verso il mare.
-Bene, ora abbiamo anche delle luci che ci accompagnano fino all’hotel, così non dobbiamo fare la strada al buio! Leeeet’s go!- esordì pochi secondi dopo, scendendo con un saltino e girando su se stesso.

Attraversarono la discesa e il paese parlottando tra loro con enfasi e ampi gesti, camminarono lungo la stradina vicino al mare finché non furono davanti all’hotel, illuminato dalle poche luci sulla stradina.
-Uhh, come entro ora? Posso scalare la grondaia e entrare dal balcone?-
-Cos…!?-
-Scherzaaaavo, noioso!- lo interruppe il biondino dandogli una pacca sulla spalla.
Rei sospirò e gli fece cenno di seguirlo su per alcune scalette secondarie, verso l’altro lato dell’hotel.
-Qui c’è una porta per i clienti che tornano tardi la sera perché la reception chiude alle dieci e mezza.- gli spiegò indicando una porticina. -Se passi la chiave della tua stanza su questo sensore, la porta si apre. E tu ovviamente ce l’hai la chiave, vero?-
Nagisa frugò brevemente nella borsa e, trovata la carta magnetica, gliela sventolò a mezzo centimetro dagli occhi. -Infedele!- esclamò con voce esageratamente potente.
-Shh!- lo zittì Rei, portandosi l’indice alla bocca. -Fai troppo rumore! È tardi, e i clienti dormono.-
Nagisa si chiuse con le dita una cerniera immaginaria sulla bocca e aprì la porta. -Allora… a domani?-
-Umh…- borbottò Rei. -In realtà dovrei passare a prendere le chiavi di casa che ho lasciato nell’ufficio e un altro paio di cose.-
-Perfetto, perché non mi ricordavo come arrivare alla mia camera.-
-Nagisa…!-
Entrarono nell’hotel e camminarono lungo il corridoio buio, cercando di non fare troppo rumore.
-Possibile che non ti ricordi dov’è la tua stanza?- sussurrò Rei a denti stretti, incredulo.
Nagisa scrollò le spalle e si guardò intorno. -Senti, entrando da lì si ha tutta un’altra angolazione, insomma! E poi è buio! A proposito, presumo ci sia qualche storia di fantasmi legata a questo posto, la lavanderia era abbastanza spaventosa.- mormorò avvicinandosi sempre di più al suo braccio.
-Fantasmi?-
-Nessun hotel può dirsi tale senza una storia di fantasmi!-
-…Questo hotel non è quel genere di hotel.- sbuffò, indicandogli le scale. -Camera tua è al piano di sotto, la prima sulla sinistra.
-Grazie mille Rei!- esclamò, per poi tapparsi immediatamente la bocca dopo aver sentito su di sé l’occhiataccia che gli riservò l’altro. -A domani.- gli sorrise, stando in piedi nel buio con le mani dietro la schiena.
Rei rimase a guardare la sua sagoma immobile per qualche secondo. Non vedeva molto a causa dell’oscurità, ma sembrava che avesse i piedi letteralmente piantati per terra e che non avesse intenzione di andarsene. Storse la bocca e si chiese se ci fosse qualcos’altro che dovesse dirgli, oltre che ringraziarlo per la bella giornata, anche se l’aveva già fatto. Si sentiva vagamente spiazzato e inspiegabilmente agitato, in realtà. Stava aspettando qualcosa, o era una sua impressione? Non capiva. Non capiva neanche se stesso, perché percepiva come sbagliata l’idea di andarsene così, senza… senza cosa? Non lo sapeva esattamente.
-A domani. Buonanotte.- riuscì a dire, inceppandosi sulle prime sillabe.
Sentì i piedi di Nagisa togliere le radici dal tappeto del corridoio e un secondo dopo i loro visi si stavano sfiorando.
-Buonanotte.- sussurrò Nagisa, appoggiando la punta del naso al suo in gesto affettuoso, per poi correre giù per le scale.
Rei rimase a fissare il buio, col cuore che rischiava di uscirgli dal petto per la seconda o terza volta in quella giornata. Scosse la testa e deglutì, posandosi una mano sul petto per cercare di calmare il battito. Girò sui talloni e tornò a camminare.
…Fantasmi, uh, ma come gli veniva in mente? Nonostante gli sembrasse un’idea incredibilmente stupida, non poté far a meno di dirigersi verso la reception teso come una corda di violino.

_________________________________

Angolo autrice
Buonasera! Siete davvero riuscite a leggere fin qui? Spero che non vi siate annoiate!
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri, ma i motivi sono ovvi: non si può non raccontare un po' più approfonditamente la prima vera giornata passata assieme di questi due disgraziati (li amo, addio) (diciamolo pure: è il loro primo appuntamento? sì, decisamente sì)
Insomma, grazie mille di seguire la storia! Alla prossima settimana!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: Milla Chan