Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
Segui la storia  |       
Autore: crazy lion    20/05/2016    6 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anche in questo capitolo, lungo e molto importante, c'è una bella citazione. Avrei voluto metterne un'altra sulla maternità, sul diventare mamma, ma nessuna di quelle che ho letto mi sembrava abbastanza efficace. Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
Cosa c’è di più bello che sentire la mano di un bambino nella tua? Così piccola, soffice e calda, come un gattino che si raggomitola tra le tue braccia.
(Marjorie Holmes)
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 19.

ADOZIONE

Il mattino seguente Holly la chiamò per dirle che l'appuntamento era fissato per il lunedì della settimana successiva.
Demi visse nell'angoscia i giorni prima dell'incontro, che sembravano non passare mai. Aveva atteso tanto da quell'ormai lontano dicembre 2015, ma non si era mai abituata ad aspettare. Aveva sperato che con il tempo l'ansia sarebbe quantomeno diminuita, ma non era stato così. Si consolava al pensiero che non ci sarebbe voluto molto tempo. Chiamò la sua famiglia, gli amici e quindi anche Andrew per comunicarlo a tutti.
"Oh mamma," si entusiasmò Dianna, "è fantastico! Diventerò nonna, avrò due bambine da viziare e coccolare! Quando potrò conoscere le mie nipotine?"
"Mamma, frena un po' l'entusiasmo. Non è detto che adotterò proprio loro, anche se credo di sì. Potrebbe succedere un di tutto, non si sa mai, però una cosa la devo dire: sono felice! Sì, felice, felice, felice!" ripeté, contagiata dall'entusiasmo della madre, ma cercando comunque di rimanere con i piedi per terra.
"Dai, amore, cosa vuoi che succeda? Andrà tutto a meraviglia, stavolta. Ora lo dirò ad Addie e quando le tue sorelle torneranno, l'una da scuola e l'altra dal lavoro, darò la bella notizia anche a loro. Chissà come saranno felici di diventare zie!"
Qualche ora dopo, Madison e Dallas la chiamarono. Erano elettrizzate.
Dopo aver parlato con loro, Demi telefonò ad Andrew, che rispose al cellulare dopo solo uno squillo.
"Come stai?" le chiese. "Non ci sentiamo da alcuni mesi e stavo cominciando a preoccuparmi!"
"Hai ragione e mi scuso per questo! Mi sono buttata nel lavoro per non pensare e non ho fatto altro."
Si erano visti solo a Pasqua.
"È molto gentile da parte tua preoccuparti per me, Andrew," gli disse Demi, commossa, "sei dolce, ma ora sto molto meglio."
Gli raccontò quanto successo e lui ne fu felicissimo.
"Come ti senti?" le chiese poi.
"Sono agitata, emozionata, ma sono sicura che stavolta andrà tutto bene."
"Te lo auguro con tutto il cuore. Hai aspettato tanto e, soprattutto, quelle bambine hanno il diritto di avere una mamma che le ami. Tu sarai fantastica! Mi raccomando, chiamami dopo l'incontro. Voglio sapere com'è andata e sentirlo dalla  tua voce."
"Va bene, promesso."
Quando chiamò Selena per comunicarle la notizia, questa si mise ad urlare.
"Sel, mi romperai i timpani così!" esclamò Demi."
"Scusa, è che sono felice per te, anzi contentissima! Hai aspettato così tanto!"
"Già, ma forse tutta quest'attesa non è stata così male. Sì, ci ho sofferto moltissimo, ma sono anche maturata e cresciuta in questi anni. Purtroppo sono sempre rimasta una persona ansiosa, ma forse sono diventata più forte, almeno un po'."
"Certo che sei più forte! Fammi sapere come andrà l'incontro. Pregherò per te, Dem."
"Grazie Selena, ti sentirò vicina quel giorno, ne sono sicura."
Demi adorava condividere quelle belle notizie con Andrew, Selena e la sua famiglia. Ora poteva solo sperare che il primo incontro con le bambine sarebbe stato positivo.
Il lunedì della settimana seguente Holly e Demi arrivarono davanti ad  una grande casa in pieno centro. Holly si era offerta di venirla a prendere e accompagnarla e Demi aveva accettato.
"Sei emozionata?" chiese l'assistente sociale alla ragazza, che non aveva detto una singola parola durante l'intero tragitto.
"Sì, moltissimo!"
"Entreremo fra poco. Dobbiamo aspettare l'assistente sociale delle bambine."
Demi approfittò di quel momento per parlarle di Jade, di come l'aveva incontrata, di ciò che si erano dette.
"Molti ragazzi che non riescono ad essere adottati, una volta fuori dal sistema purtroppo non hanno una vita facile" le spiegò la donna. "Se non trovano un lavoro diventano dei senzatetto, come nel caso di Jade o, se sono fortunati ad averne uno in breve tempo, non è detto che non avranno problemi in futuro. Sapere di non essere mai stati adottati e quindi di non aver ricevuto amore può farli sentire sbagliati o inutili. Molti cadono in depressione per questo motivo, oppure diventano violenti e fanno azioni a causa delle quali possono finire in carcere. Te lo dico perché so come funzionano queste cose, dopo tanti anni di esperienza."
Demi sospirò. Non sapeva cosa dire. Forse non c'era bisogno di parole in quel momento, solo di silenzio e di una preghiera. Pregò per tutti i ragazzi meno fortunati che non riuscivano ad essere adottati, come aveva fatto per Jade il giorno prima.
L'altra assistente sociale arrivò dopo poco. Era una donna un po' più anziana di Holly, che si presentò dicendo di chiamarsi Lisa. Aveva i capelli castani e gli occhi dello stesso colore.
"Quando volete possiamo entrare!" esclamò, sorridendo a Demi.
Suonarono il campanello e subito dopo aprì la porta un uomo sulla quarantina, con un gran sorriso. "Entrate pure!" esclamò, salutando poi Lisa.
Chiese a tutte e tre se volevano un caffè, ma le donne rifiutarono cortesemente. Disse a Demi che la conosceva grazie alla televisione e ai giornali. Era felice che fosse venuta a conoscere le due bambine. Si presentò dicendo di chiamarsi William.
"I miei figli ora sono a scuola," continuò, altrimenti glieli avrei presentati volentieri."
"Ne ha quattro, adottati dall'India l'anno scorso" spiegò Lisa.
"Sì e sono tutta la nostra vita! Sono fratelli. Hanno undici, nove, sei e tre anni, sono due femmine e due maschi e hanno un bellissimo rapporto con Mackenzie e Hope. Sono tristi perché sanno che prima o poi loro due dovranno andarsene. Noi non possiamo adottarle perché non avremmo i soldi per mantenerle per sempre."
Demi disse che capiva e che era molto bello che loro avessero deciso di prendere dei bambini in affidamento pur sapendo di non poterli adottare. Lei non sapeva se ce l'avrebbbe fatta e ammirava quelle coppie così coraggiose. Rifletté sul fatto che, se avesse preso un bambino in affidamento e poi lui fosse tornato dalla sua famiglia d'origine, lei sarebbe morta di dolore. Per un momento pensò a Jonathan e poi pregò perché quel giorno tutto andasse bene.
Poco dopo li raggiunse una donna, un po' più giovane dell'uomo. Salutò e abbracciò Demi.
"Mi chiamo Joanna" disse.
Lei e il marito si somigliavano molto fisicamente: alti, magri , con i capelli rossi. Lei aveva gli occhi verdi, mentre lui marroni.
Dopo aver preso William per mano, Joanna chiese a Demi, Holly e Lisa di seguirla.
Salirono una lunga e larga scala a chiocciola in legno ed entrarono in un grande corridoio. Lo percorsero fino in fondo ed entrarono in una piccola cameretta, con le pareti dipinte di rosa. C'erano un comodino e un letto singolo, sul quale era seduta una bambina.
"Lei è Mackenzie" disse Lisa.
"Tesoro," sussurrò la madre affidataria, "saluta la signorina che è venuta a conoscerti!"
La bambina si alzò di scatto e stava per correre via, ma Demi le si mise di fronte e le sorrise.
"Ehi, Mackenzie, non voglio  fare del male né a te né a tua sorella! Di me ti puoi fidare, davvero!"
La bimba la guardò per la prima volta con gli stessi occhi tristi che Demi aveva visto nella fotografia.
"So che hai paura," continuò la ragazza, "ma con me non devi. Sai perché sono qui oggi?"
Mackenzie fece segno di no con la testa, anche se in realtà lo immaginava.
"Voglio tanto avere un bambino, ma ho scoperto di non potere e così ho deciso di adottarlo. Questa signora" indicò Holly, "mi ha parlato di te e tua sorella, così sono venuta a conoscervi. Quanti anni hai?"
Demi lo sapeva già, ma glielo chiese per cercare di metterla a suo agio. Voleva che capisse che poteva fidarsi di lei. La bambina le mostrò cinque dita.
"Oh, sei grande, non è vero?"
Lei annuì.
"Sei davvero bellissima!" esclamò Demetria.
Mackenzie aveva  dei capelli meravigliosi, neri e ricci e due occhi grandi, scuri e profondi, che quando ti guardavano sembravano leggerti nell'anima. Era poco lontana da lei. Demi avrebbe voluto accarezzarla ma, mentre andavano a conoscerla, Holly le aveva detto che lei non voleva essere toccata. Era terrorizzata dal contatto fisico. Per questo la ragazza preferì mantenere con lei quello visivo, almeno per il momento. La bambina sembrava abbastanza a proprio agio e i suoi genitori affidatari dissero a Demi di essere davvero stupiti.
"C'è qualcosa che non va?" chiese, non riuscendo a capire.
"No," rispose Joanna, "è solo che di solito quando noi ci avviciniamo molto Mackenzie scappa, invece con lei non sta succedendo!"
Demi sorrise.
"Tesoro, mi fai conoscere la tua sorellina?"
La piccola fece segno di sì e lei la seguì. Andarono in una camera attigua, nella quale una bambina dal viso dolcissimo dormiva profondamente in una culla succhiando di tanto in tanto il ciuccio. Mackenzie le si mise subito vicino e fece segno a Demi di restare lontana. La ragazza ubbidì e rimase sulla soglia -come fecero gli altri adulti - a guardare la bambina dormire. Era così bella! Aveva un viso sereno.
"Se penso a tutto ciò che hanno passato mi vengono i brividi" sussurrò Joanna, parlando più piano che poteva perché Mackenzie non la sentisse.
"Hope aveva un mese e mezzo quando i suoi genitori sono stati uccisi, in pratica non li ha neanche conosciuti" aggiunse Holly.
"A volte Mackenzie si sveglia nel cuore della notte e piange disperata, urla, come se volesse chiedere aiuto o se avesse delle allucinazioni. Non sappiamo bene cosa prova in quei momenti, non riusciamo a capirlo" sussurrò William.
"Tremendo" disse Demi, non riuscendo nemmeno a formare una frase. "Per fortuna ci sono persone buone come voi che si prendono cura di entrambe" aggiunse poi, guardando con gratitudine William e Joanna, per risollevare a tutti il morale.
"Sì; e persone come lei che vogliono adottare un bambino" disse quest'ultima.
"Quanto tempo vi ci è voluto per adottare i vostri figli?" domandò Demi, curiosa.
"Sette anni" rispose William. "Abbiamo iniziato nel 2008 e siamo andati a conoscerli tre anni fa."
"Non sappiamo molto del loro passato, solo che la madre è morta a causa di un incidente d'auto e che era alcolizzata. Crediamo che li maltrattasse, però, perché arrivati a casa erano tranquilli, ma quando la più grande, Suman, che allora aveva otto anni, una volta aveva combinato un guaio, era venuta da me e, con le lacrime agli occhi, mi aveva detto:
"Mamma, picchiami!"
Era come se lei considerasse normale il fatto di essere maltrattata anche solo per aver fatto delle stupidaggini, capisce? Sono stata così male in quel momento! In seguito è andata meglio, anche i più grandi hanno cominciato a fidarsi di noi, ma non è stato facile."
Demi sorrise alla donna, contenta che lei e il marito le avessero parlato della loro esperienza adottiva.
Poco dopo Hope si svegliò ed iniziò a piangere. Era un pianto forte.
"Questa piccolina ha voglia di farsi sentire" osservò Demi sorridendo.
"Eh, sì, ha due bei polmoni!" esclamò William.
Con fatica Mackenzie la prese in braccio ed iniziò a cullarla dolcemente.
"Lo fa sempre" disse Joanna. "Dobbiamo costringerla perché ci lasci darle da mangiare, lavarla e cambiarla. Vorrebbe fare tutto lei ma, ovviamente, non ci riesce. A volte ci aiuta, ma è come se odiasse il fatto che noi ci prendiamo cura di Hope."
Mackenzie si avvicinò piano a Demi tenendo la sorellina in braccio, ma rimase comunque ad un metro di distanza. La ragazza vide che guardava Hope con due occhi pieni di adorazione e di amore e che la bambina era tranquillissima tra le sue braccia.
Osservò meglio Mackenzie: era piuttosto alta per avere solo cinque anni. Aveva le braccia e le gambe lunghe e, se riusciva a tenere in braccio la sorellina, doveva avere molta forza.
"Posso avvicinarmi?" chiese, parlando sempre con dolcezza.
Mackenzie fece cenno di sì e la ragazza iniziò a camminare verso di lei a passi piccolissimi. Preferiva andare piano piuttosto che spaventare la bimba, anche se le sembrava di camminare come una formica e questo la fece sorridere. Anche la bambina sorrise e l'uomo disse che era la prima volta che lo faceva in maniera così naturale da quando era arrivata da loro.
"Di solito lo fa , ma è come se si sforzasse, se quelli non fossero sorrisi veri, invece questo è diverso" spiegò.
"Anche Hope è molto bella" disse Demi parlando a Mackenzie.
Le due sorelline si somigliavano in maniera impressionante: stessi capelli, occhi identici, sorriso uguale. Demi aveva capito di amare entrambe fin dal primo momento nel quale le aveva viste in foto. Non avrebbe più voluto vedere nessun altro bambino. Finalmente il cielo aveva esaudito il suo desiderio più grande.
"Mackenzie," disse, "ti vorrei chiedere una cosa."
La bambina fece segno di sì con la testa e Demi si avvicinò di un altro passo, fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. Mackenzie indietreggiò un po'.
La ragazza trasse un profondo respiro, si schiarì la voce e poi parlò, con calma:
"Io vorrei adottare te e la tua sorellina. Ti prometto che non vi manderò via, non vi riporterò indietro e non vi lascerò mai. Noi tre resteremo insieme per sempre, Mackenzie, te lo giuro! Io vi amo con tutto il mio cuore, come se foste veramente figlie mie, se foste nate dalla mia pancia! Saresti felice se io vi adottassi e diventassi la vostra mamma?"
I figli adottati sono figli e non c'è differenza tra loro e quelli naturali, pensava Demi, almeno per quanto riguarda l'amore che i genitori provano nei loro confronti.
Mackenzie ci pensò per un momento, poi fece segno di no con la testa e corse via con la sorellina in braccio. La sua mamma affidataria la seguì allarmata.
"Mackenzie, ferma!" esclamò Lisa, mentre Joanna inseguiva la bambina.
Demi guardò in cielo, poi rivolse a William e alle assistenti sociali un disperato:
"Mi sento morire!"
Poco dopo Joanna tornò dicendo che Mackenzie si era chiusa in camera sua e non voleva saperne di parlare.
"Vado io" disse Lisa e si avviò.
"Mi dispiace tanto, signorina, davvero!" esclamò William.
"Non riesco a capire," commentò Joanna mentre le lacrime iniziavano a bruciarle gli occhi, "gliel'avevamo detto, ne avevamo parlato e lei fino a stamattina sembrava abbastanza tranquilla, ma forse il fatto che l'altra famiglia non abbia potuto occuparsene ora le fa pensare che lei la abbandonerà."
"Quindi lo sapeva?"
"Sì, ormai era sicuro, Lisa gliel'aveva spiegato. La coppia sarebbe dovuta venire a conoscerle tra pochi giorni ed era già convinta di volerle adottare, ma poi è successo ciò che sai e, quando la piccola l'ha saputo, ci è rimasta malissimo" disse Holly, guardando Demi come per farle capire che usare quella parola non esprimeva nemmeno minimamente ciò che Mackenzie doveva aver provato.
"Ha pianto tantissimo," aggiunse Joanna, "ma quando io e Lisa le abbiamo parlato di lei si era tranquillizzata e penso che avesse ricominciato a sperare, anche se credo che non si fidi più delle persone, per questo non si fa toccare. Ha troppa paura, nonostante quello che io, o lei, o chiunque altro possa dirle e purtroppo non sappiamo come fargliela passare. Abbiamo provato a darle amore, ma lei ci respinge, è come se non volesse lasciar entrare nessuna emozione nel suo cuore. Oggi, quando le ha sorriso così calorosamente, per la prima volta da tanto tempo ha espresso qualcosa verso un adulto."
Demi pensò che quella donna aveva ragione, forse le promesse che le aveva fatto a Mackenzie non bastavano. Lei non si fidava più di nessuno, nemmeno dei suoi genitori affidatari né della sua assistente sociale, era evidente.
"Non ha voluto parlare" disse infatti Lisa, sospirando, quando tornò dopo poco.
"Io vado" sussurrò Demi, che stava per piangere. "Sì, è meglio che io vada via" ripeté, come se averlo già fatto sapere non fosse stato abbastanza.
L'aveva detto di nuovo più che altro per farlo capire al suo cuore, che avrebbe voluto rimanere lì. La testa, però, le diceva che avrebbe dovuto andare via. Lei cercava sempre di seguire il proprio cuore, ma quella volta capì che farlo sarebbe stato sbagliato. Stava succedendo un'altra volta. Aveva sperato di poter diventare finalmente mamma, ma aveva fallito di nuovo. L'amore che aveva dentro non bastava. Forse era colpa sua, magari aveva fatto a Mackenzie la domanda sbagliata, o non le aveva detto quelle cose nel modo giusto.
"Mi dispiace" disse Lisa. "Proverò a riparlarle. Ci potremo incontrare un'altra volta, quando la sua crisi sarà passata."
Il tono di voce della donna esprimeva una grande tristezza e Demi lo notò anche dai suoi occhi. L'assistente sociale era disperata non solo per Demi, ma anche e soprattutto per Mackenzie, così piccola, sofferente e chiusa in se stessa.
"Ti accompagno" disse Holly a Demi.
"No, voglio stare sola. Andrò a piedi."
"Sei sicura? Demi…"
"Sì, sono sicura, grazie. Ti chiamerò quando… quando…" balbettò, non riuscendo a finire la frase. Salutò con un cenno Holly, Lisa, William e Joanna e corse via perché non la vedessero
piangere.
Una volta in strada rallentò il passo, iniziando a camminare lentamente e con lo sguardo basso. Non piangeva, non ancora, ma si sentiva distrutta dentro. Non era giusto, non era possibile! Perché Dio la faceva soffrire in quel modo? Ma soprattutto, perché faceva stare così male quella povera bambina, togliendole non solo i suoi genitori, ma anche la fiducia nelle persone che, adesso, la amavano? Mackenzie si era chiusa in una gabbia per proteggersi dal mondo esterno, dalle persone, dalle emozioni. L'unica alla quale dava vero affetto era la sorellina e non voleva (o non riusciva) ad amare gli altri. Non voleva che questi le dessero amore, a causa della paura - (forse in parte inconscia) che le venisse fatto del male, ma soprattutto di soffrire perdendo di nuovo qualcuno che avrebbe amato.
Demi non era arrabbiata con Dio, bensì con se stessa, con il mondo, con la vita che a volte si prende gioco delle persone che non hanno nessuna colpa, soprattutto dei più piccoli e dei più deboli. Non sapeva cos'avrebbe fatto, se si sarebbe messa di nuovo in contatto con Holly o se avrebbe invece rinunciato. Ora stava troppo male per pensarci. Perché il Signore faceva soffrire così tanto Mackenzie da rinunciare ad avere una vera mamma? Lei stava male, sì, ma soffriva di più per quella povera bambina. Se avesse potuto, avrebbe preso tutta la sua sofferenza su di lei e trovato la forza di farla sparire per sempre. Continuava a vedere davanti a sé gli occhi e i visini delle bambine, quello triste di Mackenzie e l'altro più sereno di Hope. Per lei erano loro le sue bambine, loro e basta. Come avrebbe fatto a scacciare quelle immagini dalla sua mente? Pensò che avrebbe dovuto cancellare la foto dalla sua posta elettronica, ma sapeva che non avrebbe mai avuto la forza di farlo. Il dolore che provava le dilaniava il cuore. Le prime lacrime iniziarono a scendere lente, come una pioggia leggera e continuarono così, l'una dopo l'altra, scavandole sempre di più nell'anima e ferendola. Si fermò su un marciapiede e guardò le macchine che le passavano davanti l'una dopo l'altra, sfrecciando come bolidi. La vita continuava, ma lei era ferma al momento nel quale Mackenzie era scappata. Per tutti quello era un giorno normale, ma non per
Demi.
In quel momento sentì qualcuno arrivarle alle spalle. Si girò e vide Mackenzie."
"Tesoro, che ci fai qui?" le chiese, asciugandosi gli occhi perché la bambina non la vedesse piangere.
Lei allungò le braccia in alto. Demi la prese in braccio.
"Sei uscita di casa quando sono andata via?"
Fece segno di sì.
"Torniamo dentro allora."
Forse la sua gabbia si sta aprendo pian piano, pensò Demi, rincuorata.
Era un buon segno.
Mentre tornavano, incontrarono Holly e Joanna che stavano cercando Mackenzie.
"L'hai trovata tu! Grazie a Dio!" esclamò Holly.
"Sì, state tranquille, sta bene."
In quel momento arrivò anche Lisa che, quando vide Demi e Mackenzie così strette l'una all'altra, sorrise.
"Mackenzie ci ha ripensato" disse Holly mentre rientravano in casa. "Lisa le ha parlato ancora e l'ha lasciata a riflettere, poi lei è venuta da noi, ci ha fatto cenno di sì  e ha indicato la porta. Sapeva che te n'eri andata e con quel gesto ha voluto farci capire che voleva che tu ritornassi, che adotti lei e sua sorella, poi ha sceso le scale ed è uscita. Non siamo riusciti a fermarla. Avevamo paura che tu te ne fossi già andata e che lei avrebbe potuto farsi male!"
"Per fortuna l'ho trovata io! Come ha fatto a capire che me n'ero andata?"
Se gliel'aveva detto Lisa, sicuramente la piccola ci era rimasta male.
"Ha scritto che ha sentito il tuo discorso" spiegò questa.
Rientrate in casa, tornarono in camera dei genitori affidatari. Hope era nella culla.
"L'ha trovata lei, William" disse Joanna sorridendo.
"Meno male, amore, cominciavo a temere il peggio!" esclamò, tirando un sospiro di sollievo.
Si vedeva che erano sollevati, ma un velo di preoccupazione si leggeva ancora sui loro due volti e anche su quelli delle assistenti sociali.
Demi mise giù Mackenzie e Joanna e William la strinsero al cuore con affetto.
"Non farlo più" sussurrò l'uomo.
La bimba diede, per la prima volta, un bacio ad entrambi e andò verso Demi.
"Vuoi che adotti te e tua sorella? Ne saresti contenta, tesoro?" le chiese la ragazza, con dolcezza, più che altro per essere sicura che lo desiderasse sul serio.
La bambina aveva temuto che Demi sarebbe stata arrabbiata, ma non vide traccia di quel sentimento nei suoi occhi. Vide, invece, una grande tenerezza. Si commosse. Prima d'allora nessuno le aveva mai parlato con tanta dolcezza da quando i suoi genitori erano morti. L'unica che l'aveva fatto era stata sua mamma. Anche Demi aveva gli occhi pieni di lacrime e non avrebbe saputo definire bene e con una sola parola le emozioni che provava in quel momento: paura, gioia, speranza. Mackenzie le sfiorò la pancia con la testina, poi fece segno a Demi di abbassarsi alla sua altezza. La ragazza lo fece e la bambina le diede un bacio su una guancia: era un sì.
"Posso prendere Hope in braccio?" le domandò ancora Demi.
La bambina annuì.
Hope era sveglia. Demi le si avvicinò, la prese fra le braccia e la piccolina le sorrise e la guardò incuriosita.
"Eh?" fece e poi starnutì.
Demi sorrise intenerita e la baciò sulla testina.
"Ciao scricciolo!" esclamò. "Sei proprio bella, sai? E come tua sorella, hai un nome fantastico."
La ragazza si sedette su una poltrona che si trovava vicino al lettino ed iniziò a cullare la bambina, poi la sistemò su una gamba e disse a Mackenzie di sedersi sull'altra. Hope spinse indietro il culetto nel pannolino fino ad appoggiarsi completamente alla pancia di Demi, poi le posò la testina su una spalla e cominciò a giocare con i suoi capelli. Rimase quasi sempre in silenzio. Mackenzie si lasciò prendere in braccio e fu una gioia per i suoi genitori affidatari e per Demi vedere che si lasciava toccare. Tremava leggermente, non si fidava ancora completamente di Demi, ma capiva che le voleva bene. Dopo un po' Hope strinse un dito di Demi con la sua piccola manina. Anche Mackenzie aggiunse la sua a quella stretta. Le loro piccole mani erano calde e morbide e in quel momento la ragazza sentì ancora di più che toccava il cielo dalla felicità: le proprie mani unite erano come i loro cuori, che iniziavano a provare il sentimento più bello del mondo: l'amore.
La ragazza rimase con loro per altre due ore e quando fu il momento di andarsene si sentì terribilmente triste. Le sembrava di abbandonare i suoi tesori, ma Mackenzie non reagì tanto male come Demi si sarebbe aspettata. La guardò come per chiederle quando si sarebbero riviste.
"Tornerò a trovarvi appena potrò. Dovremo incontrarci altre volte prima di andare a casa, ma vedrai che succederà presto" la rassicurò Demi.
La bimba prese un foglio e una penna che si trovavano sul comodino della camera e scrisse qualcosa. Lo passò a Demi e la ragazza lesse ad alta voce:
Va bene, mamma!
"Amore mio!" esclamò, con il cuore in tumulto e le lacrime agli occhi.
Infilò nella tasca dei pantaloni quel biglietto, per conservarlo per sempre. Strinse forte Mackenzie a sé, poi le diede un bacio e fece lo stesso con la piccola Hope.
"Sono contenta che tu mi abbia scelta come mamma" disse a Mackenzie e lei sorrise come per dire:
"Anch'io lo sono",
poi la guardò rattristandosi e le diede la mano. Demi capì.
"Vuoi chiedermi scusa, vero?" le domandò.
Lei fece segno di sì.
"Non devi, cara! Avevi solo paura e io ho capito. Non pensiamoci più, okay?"
Mackenzie annuì e ritornò a sorridere.
Demi salutò e ringraziò i genitori affidatari.
"Siamo noi che dobbiamo ringraziarla!" esclamarono i
due.
Lisa la ringraziò per essere venuta e Demi disse che non c'era niente di cui ringraziarla.
"Sono io che devo dire grazie a lei," aggiunse, "per aver parlato di nuovo con Mackenzie."
"Ho seguito il caso di queste bambine fin da quando i loro genitori sono morti" disse. "Io e Holly lavoriamo insieme, nella stessa agenzia e ci conosciamo da tempo.  Quando Holly mi ha parlato di lei, sosteneva che sarebbe potuta essere una brava mamma per queste bambine. Mi dispiace per quello che è successo, ma il primo incontro di oggi non è andato male, quindi direi che le cose si stanno mettendo più che bene!" Lisa era entusiasta, lo si capiva dai suoi sorrisi e dal tono di voce allegro. "Quelle bambine hanno percorso una durissima strada," continuò, "sono passate attraverso un inferno che tuttora sembra non avere fine, almeno per Mackenzie e hanno bisogno di tantissimo amore; e lei, Demi, ne ha tanto da dare."
"La ringrazio" le disse la ragazza, commossa. "Cerco di farlo ogni giorno con tutte le persone che amo, ma non sono perfetta. Nessuno lo è."
"Non ho detto questo, ma penso che non tutte le persone avrebbero la forza d'animo di occuparsi di due bambine che hanno sofferto così tanto e che stanno ancora male. Intendo dire che, per quanto nel percorso adottivo gli assistenti sociali preparino gli adottanti al fatto che i bambini hanno sofferto molto in passato, quando i genitori si trovano faccia a faccia con la realtà, a volte non è così immediato per loro trovare dentro la forza che prima avevano. Certo, l'amore vince anche su queste paure ma, ripeto, nonostante questo credo che non tutti ce l'avrebbero fatta."
"Quando ho iniziato l'iter adottivo ero consapevole del fatto che i bambini spesso non hanno un passato facile. Avendo saputo quello che era successo a Mackenzie e Hope sono stata male per loro, è ovvio, ma anch'io ho sofferto molto nella mia vita e so cosa significa sentirsi soli e distrutti. Penso che Mackenzie stia così in questo momento, anche se avere accanto la sorellina le dà molta forza."
"Sì, questo è innegabile. Comunque, penso che lei sarà una brava mamma. Non la conosco quasi, Demi, so solo un po' la sua storia e qualche sua canzone, ma credo che lei sia una persona che affronta le difficoltà con coraggio."
"Direi che mi ha caratterizzata bene" concordò la ragazza sorridendole.
Quella donna le piaceva. Era una brava assistente sociale e una persona gentile.
"Bene, io vado Holly. Ci vediamo al lavoro domani e, in ogni caso, presto lo faremo anche qui. La settimana prossima ci sarà il secondo incontro tra Demi e le bambine. Ti chiamerò per fissare il giorno e l'ora."
"D'accordo collega, ci si vede."
Le due donne si abbracciarono e poi Lisa si allontanò.
"A quanto ho capito siete anche amiche" commentò Demi.
"Sì, esatto. Lisa è una persona meravigliosa!"
"Cosa succederà adesso?" domandò Demi ad Holly mentre salivano in macchina.
"Vi incontrerete altre volte, ancora per un mese o due, magari più giorni a settimana per conoscervi meglio, poi potrete andare a casa. Io e Lisa verremo ogni tanto a controllare che le cose procedano bene e, se tutto andrà per il meglio, tra diversi mesi dovrai andare in tribunale dove l'adozione sarà finalizzata."
"Cosa intendi con "diversi mesi"?"
"Non posso quantificarli" disse Holly. "La burocrazia è lenta in queste cose. Come ti ho detto molto tempo fa normalmente sono sei mesi , ma non è detto. Una volta ho aiutato una mamma single ad adottare un bambino e ci sono voluti diciotto mesi per finalizzare l'adozione, ma si trattava di molti anni fa. Ora le cose sono più semplici e, a volte, più veloci. Prima di finalizzare l'adozione dovrai compilare altri documenti, ma di questo parleremo in seguito."
Demi annuì. Aveva capito e sperava davvero che non ci sarebbero stati problemi di nessun genere. Per ora non voleva pensarci. Ciò che invece desiderava era concentrarsi sulla grande gioia che provava in quel momento.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Urrà! Demi ha incontrato le sue bambine! Eh sì, sono felice anch'io che l'ho scritto! :)
Scrivere questo capitolo non è stato facile più che altro nel momento in cui ho parlato della gabbia che Mackenzie si è creata, ma spero mi sia riuscito bene. Si tratta di uno di quelli che ho preferito scrivere. Io mi faccio sempre mille paranoie se una storia non è come la vorrei e so che posso sempre migliorare, ma finora sono piuttosto
soddisfatta.
 
Con questo capitolo, nel mio file sono arrivata a scrivere 128 pagine. So che la quantità non c'entra niente con la qualità, ma ci tenevo a dirvelo.
 
Infine, ringrazio Irene3 per la sua recensione! Ti accontenterò, cara: pubblicherò i capitoli 20, 21 e 22 in questi giorni anziché la prossima settimana, così scoprirai quello che è successo a Selena e, il weekend successivo, ne posterò un altro o altri due prima di fermarmi per la sessione d'esami. *Trema. Ha paura anche se sta studiando tanto e se prende bei voti di solito*.
A presto con il capitolo 20 allora.
crazy lion
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato / Vai alla pagina dell'autore: crazy lion