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Autore: crazy lion    21/05/2016    6 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Questo e il prossimo capitolo saranno incentrati su Selena: si scoprirà il motivo per cui spesso sta così male, ma non solo, si vedranno cose molto più importanti, come per esempio il valore dell'amicizia. All'inizio avevo scritto questi capitoli molto più avanti rispetto a dove sono ora, ma ricontrollando la storia mi sono resa conto che farlo sarebbe stato sbagliato e che, per una questione di maggiore fluidità del tutto, la scelta migliore era questa. Il motivo per cui l'ho fatto, quindi, è prettamente stilistico.
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 21.

SOFFOCATA
 
In quel periodo Demi ed Andrew andarono a trovare le bambine tre volte a settimana. Mentre Hope si dimostrava sempre aperta, giocava, si faceva prendere in braccio, coccolare e baciare, Mackenzie per un certo tempo fu ancora reticente. Preferiva tormentarsi i capelli o mangiarsi le unghie piuttosto che guardare Demi e non si avvicinava nemmeno ad Andrew, nonostante lui cercasse in ogni modo di farle capire che non doveva avere paura. Holly li rassicurava, dicendo che a volte i bambini che stanno per essere adottati sono molto ansiosi quando si rendono conto che c'è la reale possibilità di avere una famiglia, cosa che Demetria aveva peraltro già sentito dire agli incontri ai quali aveva partecipato anni prima. Nel corso di quelle settimane i due amici capirono che Hope, a dispetto di quello che si sarebbero aspettati, era un po' una piccola peste. Tirava i capelli di Demi e le camicie di Andrew, avrebbe voluto toccare ogni cosa e mettere tutto in bocca. Era normale, in fondo, lo faceva ogni bambino della sua età e Demi ed Andrew ridevano, ma in ogni caso la piccola era abbastanza vivace, non stava mai un attimo ferma. Forse era anche colpa dei dentini che cominciavano a spuntare, ne aveva già uno e i genitori affidatari raccontarono a Demi che spesso Hope non dormiva la notte. Fu soltanto verso fine luglio che Mackenzie cominciò ad osservarli e a sorridere loro, anche se timidamente. Non si avvicinava molto, a meno che non avesse la sorellina in braccio, ma già il fatto che stabilisse con loro quel contatto visivo significava molto ed entrambi lo capivano.
Nel frattempo Andrew aiutò Demi a preparare la cameretta per Mackenzie. La stanza c'era già, ma era un piccolo studio impolverato che la ragazza non usava mai. Lo pulirono, fecero entrare aria e luce e ridipinsero le pareti perché il colore era ormai andato via. Scelsero il rosa, lo stesso che c'era nella camera che Mackenzie aveva nella casa dei suoi genitori affidatari. Misero un lettino molto carino nella stanza, con le coperte colorate e l'immagine di Snoopy sopra, sperando che alla bambina sarebbe piaciuto. Comprarono un comodino e un armadio e li misero accanto al letto. Presero una culla per Hope, che Demi portò in camera sua. In futuro ci sarebbe stato spazio per mettere un altro letto nella camera di Mackenzie, che era grande abbastanza, così le due sorelline avrebbero potuto dormire insieme, almeno per un certo tempo. Comprarono anche un fasciatoio, che collocarono nel bagno al pianoterra.
"Ti sono molto grata per l'aiuto che mi hai dato" gli disse quando ebbero finito. "Non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu. Avrei potuto chiedere una mano alle mie sorelle, ma non credo che avrebbero avuto il tempo e la pazienza di fare questi lavori pesanti."
Andrew sorrise.
"In effetti dipingere una camera non è propriamente un lavoro da donne, ma tu ci sei riuscita alla perfezione."
Demi lo accompagnò in cucina dove preparò per entrambi un tè con i biscotti. Dopo tutto il lavoro che avevano fatto, ne avevano bisogno.
"Saresti felice di venire a prendere le bambine con me il giorno nel quale le porterò a casa?"
"Sì, ma Demi… sei sicura? Voglio dire, è una cosa molto personale, intima e non vorrei essere un intruso."
"Tu non sei un intruso, né per loro né per me. Sei un mio carissimo amico e io voglio che tu faccia parte della mia e della loro vita, sempre che lo desideri anche tu."
"Certo che sì! Se davvero vuoi che venga a prendere le piccole con te, allora accetto."
Durante il periodo nel quale Demi lavorò così intensamente con Andrew, tenne informata Selena su come stavano procedendo le cose. La chiamò anche quella sera, il 31 luglio, quando tutto era finito.
"Le camere delle bambine sono dipinte e sono stupende!" esclamò dopo averla salutata.
"Mi fa piacere! Dimmi di Andrew, come ti trovi con lui?"
"Che intendi?"
"Dai, Demi, hai capito a cosa alludo. Continua ad essere solo un amico per te, o per caso…"
"Selena, non dire altro! Tra me e lui non c'è niente, non ti fare strane idee."
"Oh, va bene" disse la ragazza sbuffando. "Sarebbe ora che tu ti trovassi qualcuno."
"Voglio avere le mie bambine con me, prima. In futuro, forse, penserò all'amore."
Selena le raccontò che in quel periodo stava lavorando moltissimo e che era stanchissima.
"Da tanto tempo mi dici queste cose. Non sarebbe meglio se ti prendessi una pausa?" chiese Demi, che non l'aveva mai sentita parlare con un tono così stanco.
"Per ora non posso, ma lo farò prima o poi."
Selena era strana da tanto: di solito lei e Demi parlavano di tutto e la ragazza le raccontava cose divertenti, la faceva ridere oppure cercava di invitarla da qualche parte, invece in quell'ultimo periodo era completamente diversa. Che le stava succedendo?
Demi se lo domandò più volte quella notte, come aveva già fatto in precedenza, mentre non faceva che girarsi e rigirarsi nel letto, pensando alla sua migliore amica e stando male per lei.
Il giorno dopo la chiamò per invitarla ad andare con lei a fare shopping per le bambine. Doveva comprare loro dei vestiti, pannolini e omogenizzati per Hope e giocattoli per entrambe. Selena accettò,
felice.
Stavano comprando i vestitini. Era difficile scegliere: nel reparto dedicato ai bambini così piccoli c'erano solo tutine e abitini morbidissimi e alle due ragazze sarebbe piaciuto comprarli tutti tanto erano belli. Mentre guardavano quelli da bambina con attenzione, Demi provò a domandare all'amica come si sentisse davvero, ma la ragazza le  rispose:
"Non c'è niente, sto bene."
"Sel, ti prego, basta mentire! Mi dici sempre così, eppure ci sono dei giorni nei quali ti vedo stare meglio, altri nei quali sembri depressa, nel vero senso della parola."
"Beh, ognuno ha i suoi giorni sì e quelli no, o sbaglio?"
"Certo, ma quando tu hai quelli no stai davvero male e io sono preoccupata. Te l'ho già detto molto tempo fa, poi sono successe tutta una serie di cose, quando ti sentivo al telefono sembravi stare meglio, ed ora ecco che sei ancora abbattuta, come quel giorno a casa di mia madre. Puoi parlare con me, lo sai, ti puoi confidare. Io non ti giudicherò, qualsiasi sia il motivo che ti fa soffrire, qualunque cosa tu abbia fatto."
"Sono solo stressata per il lavoro, Demi; è da molto che è così, ma passerà. Per il resto sto bene e non credo ci sia bisogno di parlarne ancora. Siamo qui per fare altro, no?"
"Possiamo anche parlare finché compriamo vestiti. Non è vietato."
Selena rimase in silenzio, mani ai fianchi, sguardo basso.
"Sono stanca, Demi" disse, dopo un po'.
"Selena, anch'io sono stanca. Sono stanca di queste tue frasi del tipo:
"Non è niente",
o:
"Sono stressata",
perché tanto so che sono tutte scuse per evitare il vero problema. Io voglio solo aiutarti. Ci sto provando, ma non si può convincere una persona se questa non ha voglia di parlare."
Demi si allontanò, con passo deciso e veloce. Selena la seguì.
"Aspetta!"
La ragazza si voltò e la guardò.
"Hai presente quando la tua vita ti sembra andare in pezzi? Quando fai tutto quello che facevi prima, ma non riesci più ad avere tempo nemmeno per pensare da quanto sei stressata e sotto pressione? Quando il mondo corre troppo veloce e la vita ti scorre davanti senza darti un attimo di tregua? Bene, ora immagina di amplificare tutto questo per dieci, cento, mille, milioni di volte. Io mi sento così, Demi: intrappolata, incastrata dalle mille cose da fare, dai giorni pieni di lavoro, lavoro e solo lavoro, dai paparazzi che vogliono sempre che tu sia perfetta, nella tua forma migliore."
Ora sì che Demetria non sapeva che dire.
"Non riesco quasi più a dormire, quando mi sforzo anche solo un po' fisicamente faccio fatica a respirare," continuò Selena, "ho sempre la pressione altissima e mi sento costantemente stanca, anche le notti nelle quali dormo meglio. Anzi no, non sono stanca, non è esatto. Sono spossata."
Tossì dimenticando di mettere la mano davanti alla bocca e le uscirono della schiuma e del catarro. Fece in tempo a coprirsi la bocca in modo da non tossire in faccia a nessuno, poi con la mano libera prese un fazzoletto e si asciugò.
"Da quanto hai questa tosse?" le domandò l'amica.
"Da un po'; e non ho fame da alcuni mesi. Mangio pochissimo. Mi sforzo, ma non ho proprio appetito. Oh Dio, Demi, eccolo!" esclamò, poi si appoggiò ad uno scaffale di vestiti e quando l'amica si avvicinò, sentì che respirava male, sembrava che lottasse con tutte le sue forze per cercare aria.
"Selena, stai ferma lì, io chiamo aiuto."
"No" sussurrò lei. "Ora passa."
Lo disse così piano che Demi quasi non la sentì. Sembrava stesse soffocando.
"No, anche se ti passasse poi ritornerebbe, lo sai."
Pensò di chiamare il 911, ma poi si ricredette. Se i medici fossero arrivati tardi, chissà cosa sarebbe successo.
"Vieni," le disse, prendendola per mano, "ti porto io in ospedale."
La ragazza avrebbe voluto controbattere, dirle che non ce n'era bisogno, ma non ne aveva la forza. Demi quasi la trascinò fuori dal centro commerciale. Selena era così stanca che non aveva nemmeno la forza di camminare, ma era cosciente. Sapeva ciò che stava accadendo, ma si sentiva un po' confusa e, stavolta, stava molto più male delle precedenti. Quando salì in macchina si sdraiò sui sedili posteriori: non ce la faceva più, era sfinita.
Demi guidava cercando di andare più in fretta possibile, ma il viaggio per arrivare in ospedale le sembrò eterno. C'era molto traffico quel giorno, più di altri, o almeno così le sembrava. Era nel panico: non sapeva cosa dire, che fare, se si stava comportando nel modo giusto o no, se invece avrebbe dovuto chiamare il 911. Rimaneva in silenzio, ascoltando l'amica annaspare e sentendo qualche lacrima rigarle il volto per la paura che aveva. Si intimò di non piangere, ma non era facile. Era l'unico modo nel quale poteva sfogarsi.
Giunte in ospedale, portò Selena dentro e, quando incontrò un dottore, gli spiegò brevemente ciò che era successo e quello che l'amica le aveva detto.
"Vado subito a prendere una barella" disse lui, gentile. Tornò dopo poco e aiutò Selena a distendersi, poi proseguì: "Andiamo in ascensore e saliamo in cardiologia."
L'ascensore era grande e pulito. Demi aveva avuto la fobia degli ascensori fin da quando, qualche anno prima, era rimasta bloccata dentro uno di quei "cosi", come lei li definiva, ma per Selena fece uno sforzo e restò tranquilla.
"Dai sintomi che mi ha descritto, credo che sia un problema al cuore" disse il medico mentre l'ascensore si fermava e allora Demi ricominciò ad agitarsi.
"No" sussurrò Selena che, se prima era pallida, ora sembrava un cadavere.
"Qualsiasi cosa sia la aiuteremo, signorina, gliel'assicuro. Si fidi di me e cerchi di stare tranquilla. Noi cardiologi facciamo sempre del nostro meglio."
Quel dottore aveva una voce dolce e un tono rassicurante, pensò Demi. Selena sarebbe stata in buone mani.
Quando scesero, il medico disse a Demetria di accomodarsi in sala d'attesa e di aspettare, poi portò via Selena.
La ragazza ubbidì. Girò a sinistra e si sedette su una delle sedie della piccola sala, poi respirò a fondo e chiamò Joe: lui era un grandissimo amico di Selena e sicuramente avrebbe voluto essere lì con lei. Fu sollevata nel vederlo arrivare, trafelato, poco dopo.
"Come sta?" le chiese.
C'erano altre persone con loro. Alcune parlavano, altre leggevano una rivista.
"Un dottore l'ha appena portata via. Non so ancora niente. Joe, preghiamo insieme."
"Sì."
Era il massimo che potevano fare. Giunsero le mani e iniziarono a pregare, augurandosi che tutto sarebbe andato per il meglio.
Dopo circa due ore e mezza si avvicinò a loro un altro dottore.
"Salve; siete voi gli amici di Selena Gomez?"
"Sì" dissero entrambi all'unisono, tirando un sospiro di sollievo, anche se non sapevano cosa aspettarsi.
"Che cosa le è successo esattamente?" chiese Joe, con le lacrime agli occhi e il volto pallido.
"Abbiamo fatto molti esami a Selena per capire se avesse problemi al cuore, tra i quali un elettrocardiogramma e una radiografia al torace. Alla fine abbiamo scoperto che ha avuto uno scompenso cardiaco."
"Cosa vorrebbe dire?" domandò Demi.
"Si chiama anche insufficienza cardiaca: il cuore non riesce a pompare bene il sangue e questo crea un accumulo di liquidi che si depositano negli arti inferiori e superiori, per cui le gambe, i piedi e le mani sono gonfi, il battito cardiaco è di solito irregolare, il paziente è stanco, ha difficoltà respiratorie, soffre spesso d'insonnia a causa di questo se l'insufficienza cardiaca è avanzata. Se invece non lo è, ha difficoltà a respirare quando fa sforzi fisici, come nel caso della vostra amica. Un altro sintomo è il poco appetito. Selena aveva tutti i sintomi che vi ho elencato."
Demi si disse che non si era accorta che l'amica avesse le gambe gonfie, ma poco importava.
"Può essere causato da precedenti problemi cardiaci, come per esempio un infarto, ma lei non ne ha avuti, a quanto ci ha detto."
"No, non che io sappia" disse Joe e Demi si ritrovò d'accordo.
"Un'altra causa è un'ipertensione non curata, che può durare da anni e Selena ne soffre da molto tempo, crediamo. Ha sottovalutato tutti questi sintomi per tanti mesi, ma ha detto di essersi accorta di avere la pressione alta già due anni fa."
"Non ci ha dato peso, immagino" disse Joe, sapendo già quale sarebbe stata la risposta.
"No, infatti, ma avrebbe dovuto. La pressione alta non è mai una cosa da sottovalutare, soprattutto nei giovani."
"Quanto alta è adesso?" chiese Demi.
"Centocinquantotto su centodieci; la massima è un po' alta, ma non è quella a dare problemi in genere. C'è invece da preoccuparsi per la minima, cioè il secondo valore, che è altissimo. Di norma, una persona della sua età dovrebbe avere centoquindici su settanta o, al massimo, centoventicinque su ottanta. La pressione così alta può essere causata dallo stress. Per caso è un periodo particolarmente stressante per lei?"
"Da tanto non stava bene, non era più allegra come prima. Qualche tempo fa mi aveva detto che la sua vita per lei era troppo. Forse significava che era troppo pesante, che non ce la faceva più, non so…"
"Aveva problemi con il fidanzato o al lavoro?"
"Non ha un fidanzato e, per quanto riguarda il lavoro, lei mi diceva che stava andando tutto bene" disse Joe.
"Era molto stressata, in realtà" spiegò Demi, guardando il medico negli occhi. "Ripeteva di essere stanchissima e sotto pressione per il lavoro. Prima di sentirsi male mi ha detto che la vita correva troppo veloce e lei non riusciva a seguirla."
"Aveva problemi con i suoi genitori?"
"Io non li ho mai conosciuti" continuò la ragazza. "Hanno divorziato quando lei aveva cinque anni, e in seguito i suoi si sono risposati, ma so che ha un buon rapporto con tutti e due. Abitano in Texas, a Grand Prairie, dove lei è nata. Come sta ora Selena?"
"Un po' meglio; se volete, uno di voi due può andare a vederla. Per sicurezza la terrò in osservazione stanotte, più che altro per la pressione, che le terremo misurata nel corso delle prossime ore, anche durante la notte. Dovrà stare a riposo almeno per un paio di settimane e prendere dei farmaci per riabilitare la funzione di pompa del cuore e fare in modo che passi il gonfiore ai piedi, evitando così l'accumulo di liquidi nel corpo. Dovrà prendere i farmaci per alcuni mesi e cambiare un po' il suo stile di vita, facendo una dieta iposodica e controllando regolarmente il proprio peso, perché un suo rapido aumento potrebbe provocare una ritenzione di liquidi. Tale dieta ridurrà anche la pressione, portandola a livelli normali. Le faremo dei controlli periodici, in modo che possa smettere di prendere i farmaci il prima possibile. Sapete, Selena è stata fortunata: grazie a Dio abbiamo scoperto il suo problema in tempo, perché se fosse stato in stadio avanzato, sarebbe stato peggio. Se, invece, si fosse cronicizzato, avremmo dovuto intervenire con un trapianto cardiaco che, ad oggi, è l'unica soluzione per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica, la quale presenta un alto tasso di mortalità."
"Oh Dio!" esclamò Demi.
Per fortuna non era stato necessario, ma Selena se l'era vista brutta. Il suo problema non era da sottovalutare.
"Grazie dottore" disse Joe e poi, guardando Demetria, aggiunse: "Vai tu, io entrerò più tardi."
 
 
 
"Demi" sussurrò Selena quando vide entrare l'amica.
"Tesoro! Mi hai fatta morire di paura, lo sai?"
"Mi dispiace."
"Come ti senti?"
"Debole e stanca" sussurrò, con un filo di voce.
"Credo sia normale visto come sei stata."
"Mi hanno fatto tantissimi esami in poche ore. Per la prima volta in vita mia ho fatto una prova sotto sforzo."
"Che cos'è?"
"Due medici mi hanno fatta salire su una specie di bicicletta sulla quale però non stavo seduta dritta, ma sdraiata. Dietro c'era un piccolo schienale a sostenermi e dovevo pedalare sempre più veloce, anche se i pedali diventavano via via più duri da spingere. Mi è sembrato durasse un'eternità e poi ho scoperto che ho quest'insufficienza cardiaca, che devo mangiare meglio e che dovrò controllare spesso la pressione e il peso e tornare ancora in ospedale. I medici mi hanno detto che sono stata fortunata, che avrebbe potuto essere più grave. Quando mi hanno parlato di trapianto di cuore mi sono spaventata a morte!"
"Per fortuna non è stato necessario. Hai chiamato i tuoi genitori?"
"Sì, ho raccontato loro tutto e si sono preoccupati. Mia madre sembrava fuori di testa, è sempre stata molto apprensiva."
"Ogni genitore si preoccuperebbe se suo figlio sta male, o no?"
"Sì, è ovvio. Comunque, non sono solo stanca per aver avuto uno scompenso cardiaco, Demi. Sono stanca di tutto… della vita stessa."
"Prima, quando mi hai parlato di questo, stavi pensando di toglierti la vita?" le domandò, allarmata.
Il pensiero della sua migliore amica che rifletteva sul suicidio le faceva venire i brividi.
"No, non voglio uccidermi e, anche se ne sentissi il desiderio, non credo che ne avrei mai il coraggio, ma certo è che la vita che sto vivendo non mi piace. Le persone normali dicono che quelle famose non possono stare male, né essere tristi, perché hanno tutto, ma non è vero. A volte, è proprio quando hai tutto che ti senti più vuoto e solo."
Lo pensava anche Demi. La ricchezza e la fama davano tanto, ma di certo non erano le cose più importanti della loro vita. Erano altri i valori con i quali i loro genitori le avevano cresciute, le cose che contavano davvero non erano affatto i soldi e le canzoni che registravano, bensì l'amicizia, l'amore e molto altro.
"Tu ti senti vuota e sola?" le chiese.
"Sola no. Ho tanti amici e tu sei quella più importante. Ti voglio bene, Demi, ma non nego che, nonostante questo, mi sento vuota."
"Cosa ti manca?" le domandò l'amica con dolcezza, prendendole una mano.
"Non mi manca niente, ma dentro di me ho un gran peso e lo sento come un macigno che mi distrugge il cuore." Le raccontò che, da qualche anno, si sentiva come se non sopportasse più di essere famosa.
"Tutto è cominciato alcuni anni fa. All'inizio era solo un piccolo fastidio, un vuoto che sentivo dentro di me in alcuni momenti. In seguito questa sensazione si è fatta sempre più presente, il vuoto è cresciuto ancora e ancora, finché oggi sono scoppiata. Da tanto, quando esco per strada, non faccio altro che pensare che non posso fare una passeggiata in santa pace come fanno tutte le persone normali perché i paparazzi mi seguono ovunque e mi fotografano. A volte i giornalisti scrivono cose assurde. Inoltre, ho sempre paura di deludere i miei fan, di fare canzoni stupide o senza senso." Aggiunse che le sembrava che la vita non avesse più significato e che andasse troppo veloce rispetto a lei. "Mi sento come se restassi sempre indietro, se non riuscissi a seguirla. Non ho più tempo per me stessa, non riesco nemmeno a respirare e, anche se da anni vivo questa vita, ora comincio ad esserne davvero molto, troppo stanca. Per questo non vado più alle feste e preferisco lavorare da un po' di tempo a questa parte, perché sono così sfinita che non mi diverto più."
Demi non aveva mai provato quelle cose, o almeno, non ai livelli in cui le percepiva ora Selena, che era stata male proprio per il troppo stress accumulato durante i mesi a causa di quella difficile situazione.
"Ne hai parlato con qualcuno in questi anni? Ti sei sfogata con chi avrebbe potuto aiutarti o capirti, come per esempio tua mamma?"
La ragazza sperava di sì, si augurava che non si fosse tenuta dentro tutta quella frustrazione e rimase senza fiato quando l'amica disse semplicemente:
"No."
"Non lo sa nessuno?" le domandò di nuovo, come per avere un'ulteriore conferma a qualcosa che non credeva possibile."
"Non l'ho detto ad anima viva, Demi: né a nessun amico, né ai miei genitori, né a coloro che lavorano con me nel mio gruppo."
"Perché ti sei tenuta dentro tutto questo fino a scoppiare?"
"Non sapevo come avrei potuto spiegartelo, Demi! Pensavo che fosse troppo difficile e di non riuscirci né con te, né con nessun altro" disse Selena, piangendo disperata. "Ho fatto finta di stare bene anche quando non era così."
"Oh, piccola!" esclamò la ragazza stringendola delicatamente fra le braccia. "Avrei cercato di aiutarti se solo tu me ne avessi parlato!"
"Lo so, ma cos'avresti potuto fare?"
"Avremmo trovato una soluzione insieme. Ti avrei portata dal medico prima e forse tu, oggi, non saresti stata male! In questo modo hai fatto del male a te stessa, lo capisci?"
"Sì e me ne vergogno" sussurrò tra i singhiozzi.
Demi lasciò che si sfogasse. Selena pianse disperatamente, tremando e singhiozzando, per circa mezzora ed ogni tentativo da parte di Demi di calmarla fallì. Ad un certo punto la ragazza desistette e quando, dopo altri eterni minuti, Selena si fu calmata, l'amica le disse:
"Dovresti davvero prenderti una pausa da tutto. Ogni tanto fa bene staccare la spina ed è necessario per ritrovare un po' d'equilibrio.
"Ci ho pensato da quando ho iniziato a stare male, ma non ne ho mai avuto il tempo, dovevo sempre fare e fare e fare. Visto quello che è successo oggi, però, direi che mi farebbe bene."
"Vuoi che resti qui con te?"
"No Demi, grazie ma sei stata fin troppo gentile."
"Perché dici questo? Io ti ho solo portata dal medico perché stavi male. Se non me ne fosse importato niente, non sarei nemmeno una tua amica, non ti pare?"
Selena sorrise: Demi le voleva  un bene dell'anima e con quella domanda retorica gliel'aveva voluto dimostrare ancor più di quanto già facesse.
"Grazie per quello che mi hai detto, Demi. Ti voglio bene!"
"Anch'io, piccola!"
"Amiche per sempre?"
"Sì, per sempre. Tornerò domani, d'accordo?"
"Va bene. Io sarò qui ad aspettarti."
"Cerca di dormire."
"Sì e tu stai tranquilla. Io mi sento meglio adesso."
In realtà era stanca e molto pallida e Demi poteva leggere chiaramente la sofferenza nei suoi occhi, ma essere riuscita a sfogarsi le era stato d'aiuto.
Le due amiche si abbracciarono e si diedero un bacio, poi Demi uscì.



"Come sta?" le chiese Joe quando la vide.
"Non benissimo; tornerà a casa sua per un po'."
"Dopo ciò che le è successo, credo sia la cosa migliore" constatò Joe e poi disse che si sarebbe fermato con Selena.
"Vai da lei, le farà piacere vederti! Non le ho detto che sei qui, così le farai una sorpresa. Io lascerò il cellulare acceso. Se ci fosse qualsiasi problema, complicazione, o se doveste aver bisogno di qualcosa, per favore, chiamami."
"Sì, non preoccuparti!"
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ci tengo a precisare che non sono un medico. Ho cercato alcune informazioni sull'insufficienza cardiaca e spero di essere stata abbastanza precisa.
Se ho scritto questo capitolo è stato per spiegare che essere delle persone famose, ammirate da tanti, secondo me non è sempre facile.
Una volta ho sentito dire che, se si è famosi, non si può essere tristi perché si ha tutto, ma non è affatto così, come dice Selena in questo capitolo. Questa è una cosa in cui credo fermamente.
Dato che, al momento, Demi non canta, non va in tour ecc., non ho potuto trattare questo tema riguardo lei, così l'ho fatto con Selena.
   
 
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