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Autore: _ Silvietta _    22/05/2016    0 recensioni
In un normale liceo, una ragazza abituata a vivere tra stambecchi e casette di pietra scopre uno specchio magico che la aiuterà a scoprire se stessa e a sconfiggere i propri "demoni".
E' una storia ispirata alla mia vita, ma per la maggior parte è inventata. Possiamo dire che è un po' una metafora di una mia esperienza personale...spero possa piacervi!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suonò la campanella e tintinnò l'altoparlante. -Si avvisano gli ospiti che fra pochi minuti sarà servita la colazione. Siete pregate di recarvi ai servizi e prepararvi per scendere in sala mensa, grazie- la voce di Priscilla come sveglia era qualcosa di unico. Aprii il primo occhio, incazzatissima, e mi tirai su con la stessa fatica con cui un bisonte dell'arizona si alza dopo aver mangiato una gazzella. Ok, non so se esistono i bisonti in arizona e nemmeno se siano erbivori, onnivori o che so io...ma capitemi: stavo sognando bisonti rossi e quella era l'unica immagine che riuscivo a concepire così presto al mattino. -Quella tipa è sadica...- sussurra Alex dal suo letto, assonnata quanto me. -Dovrebbe essere illegale svegliare la gente in questo modo... chi va prima in bagno? Vai tu? -Si dai, mi sbrigo... Era passata già una settimana e mezzo. Il tempo vola, quando le cose vanno bene! La mia compagna di stanza era una pazza scatenata con i capelli blu e le cuffie sempre nelle orecchie, la fissa per gli orari del bagno e la musica rock. Indossava sempre maglie e pantaloni larghissimi e passava le giornate a guardare cartoni animati giapponesi.La cosa più strana di lei era che teneva una dose infinita di erba nascosta sotto il letto, ma ancora più strano era che nessuno se ne fosse ancora accorto... Mi trovavo molto bene con lei: era simpatica, spaccona, e le piaceva pettinarmi i capelli e stringermi forte, come se fossi il suo peluches preferito. Francamente, non c'era nulla che mi piacesse di più del guardare cartoni animati stretta a lei, accoccolate sul mio letto, sotto la copertina di pile. Era così che facevamo trascorrere i sabato pomeriggio in cui nessuna delle due aveva visite: l'una perchè era sempre in punizione, l'altra perchè era troppo lungo il tragitto da casa al collegio per poterlo fare tutte le settimane. Avevamo legato davvero un sacco e insieme ne avevamo combinate di tutti i colori! Mi sentivo come se fossi stata sua amica da sempre! Mi faceva sentire al sicuro, nonostante fossimo due persone così diverse...lei moderna, viva e forte come una roccia, io piccola, ingenua, timida e indifesa come una pecorella. Aveva un aspetto così trasgressivo che era difficilissimo non giudicarla male alla prima occhiata. Molti, infatti, la escludevano a prescindere: pensavano che fosse troppo aggressiva. In realtà, non avevo mai conosciuto nessuno di così dolce e disponibile, quando era di buon umore. Altrimenti era meglio lasciarle sbollire la rabbia per un po' e poi tornava ad essere gentile e tenera. E la rabbia la affliggeva sempre più spesso, da quando era chiusa in quel collegio. Stavo dicendo...mi alzai, misi le ciabatte, naturalmente la destra nel piede sinistro e il piede sinistro nella ciabatta destra, e "corsi" in bagno. Mi diedi una lavata alla faccia e una spazzolata veloce, indossai i primi quattro stracci che pescai nell'armadio e scesi per la colazione. L'abbigliamento non è il mio principale problema, la mattina. Mi vesto bene solo quando devo uscire o quando ricevo visite, ancora oggi. La sala mensa era una grande stanza piena di tavolini doppi e sedie di plastica blu, con un enorme tavolo su cui erano allineati i piatti del buffet: fette biscottate, miele, marmellata oppure i soliti biscotti da ospedale. E la macchinetta del caffè, che distribuiva solo latte o acqua calda per il thè. Tutto qui. Per carità, sempre meglio che niente. Mi sedetti di fronte alla mia compagna di stanza, dandole il cinque. -Che facciamo stamattina di divertente? A chi piantiamo grane? -Sempre ad architettare piani per conquistare il mondo eh, tu? Ma quanto sei ribelle? -Modestamente.. -comunque mi spiace,ma oggi mi interroga di filosofia, devo ripassare... Addentai una fetta biscottata, guardandomi intorno: nessuno sembrava avere fretta di entrare in classe. Feci cenno ad Alex di guardare com'era vestita la più vamp della classe, ma lei non mi badò: era troppo occupata a pensare se fare il tris di latte di soia o no. -Se c'è una cosa che odio, è iniziare a studiare con il boccone lì. Mi viene sempre voglia di ruttare in faccia alla prof.- mi disse solo. -Se lo fai ti dò dieci euro! -Mi stai sfidando?- Mi fece la linguaccia e io capii che non avrei mai più trovato un'amica migliore di lei.
  
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