Quello che più mi prende, in questo paese dove ormai sono venuto a vivere, forse per sempre, è la noia. Quella noia che ti fa vivere di ricordi e ti fa sognare a occhi aperti, ti fa pensare a cose che non si avvereranno mai. E quando mi rifugio nel passato, non posso non pensare a una estate bellissima e a Filippo, un simpaticissimo ragazzo del luogo.
Lo conobbi per caso, una sera in cui, non sapendo che fare, mi ero seduto vicino all’unico bar che c’era in quel paese dove ero andato in villeggiatura. Mi era venuto vicino e aveva attaccato con una domanda qualsiasi, tipo: “Che fai qui?”, ed eravamo subito diventati amici inseparabili da quella sera, e dai miei occhi traspariva quella felicità che, prima di allora, non avevo mai provato. Mi ero innamorato come un bambino alle prese con la sua prima cotta e per paura di perderlo, non gli chiedevo dove era stato quando, per qualche giorno, spariva dalla circolazione.
Lui, invece, mi faceva mille domande, voleva sapere tutto di me, del mio passato, e ogni tanto, stringendomi forte a sé, mi chiedeva. “Che dici, andremo sempre d’accordo, noi due?”.
Quante gite in barca, quante passeggiate, quante risate e poi, purtroppo, la fine dell’estate.
Ci lasciammo con la promessa di rivederci anche dopo, ma per parecchio tempo, non seppi niente di lui.
Un giorno, in casa di alcuni conoscenti, seppi che era fidanzato da molti anni con una ragazza che non avrebbe mai lasciato, e lì come se, per un istante, tutto si fosse fermato, per me.
E’ passato tanto tempo, da allora, ma quando ritorno lì, in quel bar dove tutto era incominciato , non posso non pensare a quei momenti così dolci e così belli e a quel sogno ormai lontano che mi ha dato l’illusione di sentirmi, anche se per poco, veramente vivo.