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Autore: Florestan    25/05/2016    3 recensioni
La storia vuole essere una possibile prosecuzione della serie classica del ’78 e vi sono precisi riferimenti e citazioni da specifici episodi di quest'ultima:
Miime calò lentamente l’ultima carta sul bel tavolo di mogano che faceva parte dell’arredamento della stanza del capitano: asso di picche!
-Brutto segno, commentò a bassa voce, ma senza scomporsi minimamente finì il calice ricolmo di vino e rapidamente se ne versò dell’altro.
Harlock se ne stava sdraiato sul grande letto che dominava all’interno della sua cabina, le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo perso, immerso nei pensieri che si rincorrevano e si smarrivano lontano nel tempo e nei ricordi...
Erano ormai trascorsi tre anni da quando lui e Miime a bordo dell’Arcadia avevano intrapreso il loro viaggio senza meta per le vie dell’universo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Nuovo personaggio, Raflesia
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                          3. Legami di amicizia
Se in quel momento avessero buttato una bomba al plasma in mezzo ai loro piedi non avrebbero sortito lo stesso effetto a sorpresa.  Harlock era rimasto letteralmente a bocca aperta e Mime si era accesa del suo giallo incandescente tanto che dovette subito alzarsi per evitare di lasciare dei segni di bruciatura sulla sedia di legno su cui era seduta.
-Hai bisogno di me per scoprire chi vuole uccidere la persona che forse si è fatta più nemici in tutto l’universo? Esclamò il capitano dopo un attimo di smarrimento. –E ti rendi conto che lo stai chiedendo a chi sta al primo posto in quella lunga lista?
Galia accennò un sorriso: -Conosco abbastanza bene la vostra storia, Harlock, ma il cosmo intero conosce anche la tua lealtà, generosità e sete di giustizia, la stessa Raflesia ha sempre affermato che fra tutti gli avversari che ha incontrato tu sei indubbiamente il più onesto, puro e leale e per questa ragione sei l’unico che sia riuscito a sconfiggerla.  
A queste parole, proferite per giunta da una mazoniana, ovvero da chi pochi anni addietro lo avrebbe probabilmente voluto vedere morto, Harlock parve un po’disorientato e sembrò persino accennare un lieve rossore che peraltro svanì prontamente:
- Ma perchè proprio io? Non sono certo un politicante e non ho mai amato gli intrighi di palazzo, ma presumo che una despota come Raflesia, abituata a governare col terrore ed il pugno di ferro un impero tanto vasto come il vostro abbia imparato da sola a guardarsi le spalle. Credimi, continuò, -Ti parlo per esperienza personale, quella donna sa ben difendersi da sola!
-Ti sbagli Harlock, non’è più così, rispose Galia, -Raflesia è molto cambiata e tu sei stato l’artefice di questo cambiamento!
-Dopo la sconfitta, Raflesia decise di dirigere la nostra immensa flotta, ormai priva di valide avanguardie militari, alla volta di altri pianeti abitabili che fossero adatti all’insediamento.
In effetti durante il nostro esodo avevamo già incontrato tali pianeti, ma come ben sai l’obbiettivo, anzi l’ossessione di Raflesia e di tutto il consiglio delle anziane era di riportare il nostro popolo sulla Terra, quella che la nostra antichissima tradizione considera la seconda patria di Mazone.
Tornando indietro sui nostri passi siamo così approdati su tre pianeti diversi vicino la nebulosa Collo di Cavallo e abbiamo finalmente cominciato la ricostruzione. Le astronavi civili sono state smantellate e con il loro materiale si sono realizzati i primi insediamenti urbani. In tutto questo la regina si è prodigata incessantemente affinchè questa ricostruzione avvenisse nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi, coordinando personalmente le operazioni. Non di rado la si vedeva di persona aggirarsi per i cantieri e per le officine condividendo i massacranti turni di lavoro della popolazione.
Alla fine, quando la ricostruzione degli insediamenti civili era ormai a buon punto, decise di stabilire la sua corte sul pianeta Beta, il pianeta avvolto da una spessa coltre di neve durante quasi tutto il corso del suo anno orbitale. In effetti non si è ben capito perchè abbia scelto proprio il meno ospitale tra i pianeti del sistema...da quel momento Raflesia si è praticamente ritirata in una sorta di isolamento volontario.  Ha delegato a fidati dignitari la maggior parte dei suoi compiti istituzionali e solo in via del tutto eccezionale torna ad occuparsi di persona degli affari del suo regno, e comunque non spostandosi quasi mai da Beta. E’ come se vivesse in una sorta di esilio dorato, sempre che per dorato si possa intendere vivere in un quasi perenne inverno... 
L’attuale reggia è molto meno vasta e magnificente di quella che faceva splendida mostra di se nella capitale di Mazone. Solo una piccola parte dell’immensa nave ammiraglia Docras è stata utilizzata per costruirla, mentre il resto è stato adibito tutto alla realizzazione di abitazioni civili e di servizi necessari alla popolazione.
Ti assicuro Harlock, la regina è molto cambiata, non è più la sovrana terribile e spietata di un tempo, una volta assolto il suo compito nei confronti del nostro popolo, il suo fiero animo sembra essersi come spento, il suo sguardo, un tempo capace di incutere terrore persino ad un guerriero Andoriano, è perennemente ammantato da un velo di mesta sofferenza…
-Ma gli attentati alla sua vita?  La interruppe il capitano.
- E’ proprio questo il punto, riprese Galia, -Una Raflesia così cambiata, disinteressata alla politica, priva della sua violenta carica dominatrice ed accentratrice, è motivo di grande risentimento presso quei settori dell’establishment politico e militare che non hanno mai digerito la sconfitta e la sua decisione ad accettare le tue condizioni di ritirata. Loro sognano ancora una rinascita del grande regno di Mazone guidato da una potente e invincibile sovrana. Non è un mistero che più di una esponente nel consiglio delle anziane miri alla sua destituzione, ma per la nostra legge questo è impossibile, a meno che non sia la stessa regina ad abdicare, o che venga fisicamente a mancare…
-Capisco…, disse Harlock, ma quello che non mi è ancora chiaro e che parte hai tu in questa vicenda, con tutto il rispetto non mi sembri proprio il tipo del diplomatico o dell’agente segreto ammazzacattivi, per quanto con voi mazoniane non si può mai dire…Harlock in quel momento era tornato con i pensieri alla triste storia di Namino, l’abile spia di Raflesia che era riuscita a salire sull’Arcadia e che era finita con l’innamorarsi di lui…
-Stai tranquillo, Harlock, io sono e resterò sempre una scienziata che ha dedicato tutta la sua vita allo studio e alla ricerca. Anch’io ancora non mi capacito di come faccia a trovarmi in una simile situazione. 
Fino a poco tempo fa conducevo tranquillamente le mie giornate alternandomi tra uno scavo archeologico ed il mio microscopio su qualche sperduta colonia ai confini della galassia, ben lontano dai clamori bellici della grande Mazone!  Disse con tono chiaramente ironico. -Non mi sono mai interessata alle politiche espansionistiche del mio paese, io ho sempre disprezzato ogni forma di autoritarismo e di regime. Sin da giovane questo mio carattere, diciamo un po’ ribelle nei confronti dell’autorità e della disciplina, mi ha messo spesso ai ferri conti con i miei superiori ed i miei stessi familiari che volevano seguissi la carriera militare in accademia. Provengo da una nobile famiglia i cui membri si sono sempre distinti per la fedeltà all’impero ed alla corona.  Già…per loro sono sempre stata la pecora nera della famiglia… mentre diceva queste parole Galia tradiva una smorfia di amarezza.
 –Per fortuna la mia passione per la storia e la scienza mi ha salvato e mi ha permesso presto di gettarmi a capofitto negli studi universitari e, una volta divenuta accademica superiore con il massimo dei voti, ho potuto cominciare a viaggiare di pianeta in pianeta come ricercatrice creandomi così una vita che appartenesse solo a me e non ad un dispotico stato.
A questo punto intervenne Miime che fino ad allora era rimasta in silenzio ad ascoltare…
-A sentire la tua storia risulta sempre più difficile capire quale rapporto ti leghi ad una come Raflesia, e perché proprio tu ti sia fatta carico di questo compito così gravoso…
-Ecco, disse lei, -Il fatto è che è stata proprio Raflesia a chiedermelo…, non ci crederete, ma un tempo io e lei eravamo grandi amiche.
Dovete sapere che tra i compiti di una futura regina di Mazone vi è sì quello di essere formata ad una ferrea disciplina militare ma anche quello di essere edotta nelle più importanti discipline letterarie e scientifiche. La sua cultura deve essere la più vasta possibile, ed essendo depositaria di antichi segreti che vengono tramandati da millenni, la conoscenza della storia antica è fondamentale ai fini della sua formazione.
-Conobbi Raflesia quando frequentavo la scuola superiore storica-scientifica, all’epoca ignoravo chi fosse in realtà, poichè la sua identità veniva nascosta per ovvi motivi di sicurezza. A quel tempo era una studentessa all’ultimo anno di corso mentre io mi ero appena iscritta e dovevo sottostare spesso alle tipiche angherie a cui vengono sottoposte le matricole…potete immaginare col mio carattere ribelle e anticonformista che scintille che si vedevano! Ho perso il conto di quante ore di punizione accumolai a seguito degli scontri avuti con le altre studentesse. 
Un giorno fui presa di mira dalla più odiosa e pericolosa di tutte. Era anche lei una nobile rampolla e a differenza di me parallelamente frequentava anche l’accademia militare. Tra di noi era subito nata una manifesta e reciproca antipatia che in quell’occasione sfociò in un violentissimo attacco dapprima verbale e poi fisico: -Ecco la nostra pappamolle pacifista! Iniziò lei, -I tipi come te sono il disonore della grande Mazone, sovversivi buoni solo per le miniere di durillium. Impara ad usare la pistola invece che stare sempre china su quel tuo microscopio, scommetto che te lo porti pure a letto la sera! sogghignò velenosamente. Alle parole seguirono una serie di spintoni ma io mi sforzavo di non rispondere alle sue provocazioni anche fisiche, ho sempre detestato l’uso della forza bruta se non per estrema necessità. Ad un certo punto, senza che me ne rendessi conto mi ritrovai per terra con un labbro spaccato e sanguinante: mi aveva appena colpita alla sprovvista con un violento pugno. Non feci in tempo a rialzarmi che vidi una specie di lampo, come una furia che si era appena gettata addosso alla mia assalitrice e aveva cominciato a tempestarla con una gragnola di colpi sino a ridurle la faccia in uno stato pietoso. –Tu…! Non osare più colpirla! Impara a prendertela con i tuoi pari livello e non vigliaccamente con chi è più debole di te! E’ questo quello che hai imparato all’accademia? Sei tu il vero disonore di Mazone! Urlò la furia che aveva appeno steso l’odiosa rampolla...
Era Raflesia, e da quel giorno diventammo amiche.
Raflesia era una ragazza simpatica e sportiva ma era anche molto colta, nutriva un grande interesse per tutte le scienze matematiche e fisiche oltre che per la storia.  Nei miei confronti si dimostrava molto affettuosa, diceva spesso che io ero la sua amica “rivoluzionaria” a differenza di quell’altra sua amica dell’accademia, Cleo, tutta divisa e disciplina e che lei aveva soprannominato la “generalessa”. In effetti ho spesso pensato che mi considerasse alla stregua di quella sorella minore che non aveva mai avuto…fu lei a coinvolgermi nelle prime avventure con l’altro sesso, io ero terribilmente timida ed imbranata mentre lei era sfacciata e molto sciolta, se non fosse stato per lei non mi sarei mai “svegliata”… in quel momento Harlock non poté fare a meno di osservare di nuovo quel cambiamento di tonalità nel suo viso…
-Scoprii la sua vera identità in un occasione molto particolare. Lei aveva terminato i suoi studi ormai da un paio di anni ed io da allora non avevo avuto più sue notizie. Avevo fatto qualche piccola ricerca, ma sembrava essere scomparsa nel nulla ed ogni mio tentativo di rintracciarla era risultato vano. Venne allora il grande giorno dell’insediamento ufficiale della nuova regina. Io ed una nutrita rappresentanza di compagni dei gruppi attivi pacifisti ci eravamo dati segretamente appuntamento proprio in prima fila al palco dove si sarebbe tenuta la solenne cerimonia. Volevamo compiere una plateale pacifica protesta contro le politiche guerrafondaie dell’impero. 
All’ingresso del corteo che accompagnava la nuova regnante all’altare della vestizione incominciammo ad urlare slogan antimilitaristi: Abbasso la regina guerriera! Non vogliamo più le mani sporche di sangue! Mazone libera dalla dittatura!  Stavamo rischiando molto, come minimo la corte suprema per lesa maestà e offesa alla sacra patria ma eravamo giovani e speravamo tutti in un moto di rivolta generale. Come era da aspettarsi venimmo subito caricati dalle forze della guardia reale e dalla polizia imperiale. Volarono botte da tutte le parti e i raggi stordenti usati per disperdere i manifestanti si accanirono su di noi. Ad un certo punto, mentre ero occupata a liberarmi dalla presa di una guardia che mi stava trascinando verso un cellulare, volsi lo sguardo verso l’altare e vidi lei. Era proprio la Raflesia che conoscevo quella che mi guardava con un aria addolorata, pur vestita nel suo sfarzoso abito regale e indossando quella sfavillante corona, i lunghissimi capelli color ossidiana che le arrivavano sino ai piedi, era lei, l’amica di tante avventure vissute con quella spensieratezza che solo da giovani si può avere… 
Io ei miei amici fummo tutti catturati e riuniti in diverse vetture, molti di noi erano piuttosto malconci, la guardia reale picchiava duro. Eravamo convinti che il nostro destino si sarebbe ben presto messo al peggio e già pensavamo se e quando avremmo rivisto i nostri cari.
Incredibilmente ognuno di noi fu invece riaccompagnato a forza presso la propria abitazione o presso le rispettive famiglie senza che ci venisse presentata nessuna denuncia ufficiale o alcuna intimidazione. Riuscii solo a captare il commento di una delle guardie che diceva che eravamo stati incredibilmente fortunati e che l’ordine di riportarci a casa senza che ci venisse torto un capello proveniva dalle alte, altissime sfere…
Scoprire che proprio la mia amica era diventata il simbolo di quella società odiosa che avevo sempre osteggiato e combattuto mi aveva profondamente rattristato ma ben presto quella tristezza fu rapidamente superata dalla quantità di impegni che il lavoro mi portava via via ad affrontare.
Passato ormai qualche mese, un giorno presso i laboratori dove ero appena divenuta capo struttura si presentò una ditta di trasporti intergalattici dicendo che doveva consegnare un carico importante. Noi fummo tutti meravigliati poiché non aspettavamo nessun tipo di consegna; le nostre casse erano da tempo vuote e non ci eravamo potuti permettere più nessun tipo di acquisto. La crescente attività bellica del paese drenava la maggior parte dei soldi pubblici verso istituti di ricerca militari che sperimentavano armi sempre più precise e terribili.  La sorpresa fu ancora più grande nello scoprire che il carico consisteva in decine di nuovissimi e costosi strumenti di ricerca: spettrometri neutronici, analizzatori a campo ristretto, microscopi a scansione gamma e molti altri ancora. Non vollero dirci chi fosse il generoso benefattore che ci aveva inviato quella manna, ma mentre gli operai portavano via gli imballi con cui erano state avvolte le apparecchiature feci appena in tempo a notare su di essi l’emblema del sigillo reale. Quel materiale proveniva direttamente dalle officine imperiali! Ma questo era nulla in confronto alla sorpresa che mi attendeva il giorno dopo.
Come tutte le mattine arrivai per prima in laboratorio, aprii la porta e accesi le luci e mi stavo accingendo a contemplare in estasi i nuovi arrivi, quando sentii una voce provenire dal fondo della grande stanza: io in genere preferisco altri tipi di giocattoli, quei cosi hanno un po’ troppe manopole per i miei gusti, ma contenta tu… era Raflesia che guardava con aria divertita la sua vecchia amica. 

 

                                                            3. Legami di amicizia

 



Se in quel momento avessero buttato una bomba al plasma in mezzo ai loro piedi non avrebbero sortito lo stesso effetto a sorpresa.  Harlock era rimasto letteralmente a bocca aperta e Mime si era accesa del suo giallo incandescente tanto che dovette subito alzarsi per evitare di lasciare dei segni di bruciatura sulla sedia di legno su cui era seduta.
-Hai bisogno di me per scoprire chi vuole uccidere la persona che forse si è fatta più nemici in tutto l’universo? Esclamò il capitano dopo un attimo di smarrimento. –E ti rendi conto che lo stai chiedendo a chi sta al primo posto in quella lunga lista?
Galia accennò un sorriso: -Conosco abbastanza bene la vostra storia, Harlock, ma il cosmo intero conosce anche la tua lealtà, generosità e sete di giustizia, la stessa Raflesia ha sempre affermato che fra tutti gli avversari che ha incontrato tu sei indubbiamente il più onesto, puro e leale e per questa ragione sei l’unico che sia riuscito a sconfiggerla.  
A queste parole, proferite per giunta da una mazoniana, ovvero da chi pochi anni addietro lo avrebbe probabilmente voluto vedere morto, Harlock parve un po’disorientato e sembrò persino accennare un lieve rossore che peraltro svanì prontamente:
- Ma perchè proprio io? Non sono certo un politicante e non ho mai amato gli intrighi di palazzo, ma presumo che una despota come Raflesia, abituata a governare col terrore ed il pugno di ferro un impero tanto vasto come il vostro abbia imparato da sola a guardarsi le spalle. Credimi, continuò, -Ti parlo per esperienza personale, quella donna sa ben difendersi da sola!
-Ti sbagli Harlock, non’è più così, rispose Galia, -Raflesia è molto cambiata e tu sei stato l’artefice di questo cambiamento!
-Dopo la sconfitta, Raflesia decise di dirigere la nostra immensa flotta, ormai priva di valide avanguardie militari, alla volta di altri pianeti abitabili che fossero adatti all’insediamento.
In effetti durante il nostro esodo avevamo già incontrato tali pianeti, ma come ben sai l’obbiettivo, anzi l’ossessione di Raflesia e di tutto il consiglio delle anziane era di riportare il nostro popolo sulla Terra, quella che la nostra antichissima tradizione considera la seconda patria di Mazone.
Tornando indietro sui nostri passi siamo così approdati su tre pianeti diversi vicino la nebulosa Collo di Cavallo e abbiamo finalmente cominciato la ricostruzione. Le astronavi civili sono state smantellate e con il loro materiale si sono realizzati i primi insediamenti urbani. In tutto questo la regina si è prodigata incessantemente affinchè questa ricostruzione avvenisse nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi, coordinando personalmente le operazioni. Non di rado la si vedeva di persona aggirarsi per i cantieri e per le officine condividendo i massacranti turni di lavoro della popolazione.
Alla fine, quando la ricostruzione degli insediamenti civili era ormai a buon punto, decise di stabilire la sua corte sul pianeta Beta, il pianeta avvolto da una spessa coltre di neve durante quasi tutto il corso del suo anno orbitale. In effetti non si è ben capito perchè abbia scelto proprio il meno ospitale tra i pianeti del sistema...da quel momento Raflesia si è praticamente ritirata in una sorta di isolamento volontario.  Ha delegato a fidati dignitari la maggior parte dei suoi compiti istituzionali e solo in via del tutto eccezionale torna ad occuparsi di persona degli affari del suo regno, e comunque non spostandosi quasi mai da Beta. E’ come se vivesse in una sorta di esilio dorato, sempre che per dorato si possa intendere vivere in un quasi perenne inverno... 
L’attuale reggia è molto meno vasta e magnificente di quella che faceva splendida mostra di se nella capitale di Mazone. Solo una piccola parte dell’immensa nave ammiraglia Docras è stata utilizzata per costruirla, mentre il resto è stato adibito tutto alla realizzazione di abitazioni civili e di servizi necessari alla popolazione.
Ti assicuro Harlock, la regina è molto cambiata, non è più la sovrana terribile e spietata di un tempo, una volta assolto il suo compito nei confronti del nostro popolo, il suo fiero animo sembra essersi come spento, il suo sguardo, un tempo capace di incutere terrore persino ad un guerriero Andoriano, è perennemente ammantato da un velo di mesta sofferenza…
-Ma gli attentati alla sua vita?  La interruppe il capitano.
- E’ proprio questo il punto, riprese Galia, -Una Raflesia così cambiata, disinteressata alla politica, priva della sua violenta carica dominatrice ed accentratrice, è motivo di grande risentimento presso quei settori dell’establishment politico e militare che non hanno mai digerito la sconfitta e la sua decisione ad accettare le tue condizioni di ritirata. Loro sognano ancora una rinascita del grande regno di Mazone guidato da una potente e invincibile sovrana. Non è un mistero che più di una esponente nel consiglio delle anziane miri alla sua destituzione, ma per la nostra legge questo è impossibile, a meno che non sia la stessa regina ad abdicare, o che venga fisicamente a mancare…
-Capisco…, disse Harlock, ma quello che non mi è ancora chiaro e che parte hai tu in questa vicenda, con tutto il rispetto non mi sembri proprio il tipo del diplomatico o dell’agente segreto ammazzacattivi, per quanto con voi mazoniane non si può mai dire…Harlock in quel momento era tornato con i pensieri alla triste storia di Namino, l’abile spia di Raflesia che era riuscita a salire sull’Arcadia e che era finita con l’innamorarsi di lui…
-Stai tranquillo, Harlock, io sono e resterò sempre una scienziata che ha dedicato tutta la sua vita allo studio e alla ricerca. Anch’io ancora non mi capacito di come faccia a trovarmi in una simile situazione. 
Fino a poco tempo fa conducevo tranquillamente le mie giornate alternandomi tra uno scavo archeologico ed il mio microscopio su qualche sperduta colonia ai confini della galassia, ben lontano dai clamori bellici della grande Mazone!  Disse con tono chiaramente ironico. -Non mi sono mai interessata alle politiche espansionistiche del mio paese, io ho sempre disprezzato ogni forma di autoritarismo e di regime. Sin da giovane questo mio carattere, diciamo un po’ ribelle nei confronti dell’autorità e della disciplina, mi ha messo spesso ai ferri conti con i miei superiori ed i miei stessi familiari che volevano seguissi la carriera militare in accademia. Provengo da una nobile famiglia i cui membri si sono sempre distinti per la fedeltà all’impero ed alla corona.  Già…per loro sono sempre stata la pecora nera della famiglia… mentre diceva queste parole Galia tradiva una smorfia di amarezza.
 –Per fortuna la mia passione per la storia e la scienza mi ha salvato e mi ha permesso presto di gettarmi a capofitto negli studi universitari e, una volta divenuta accademica superiore con il massimo dei voti, ho potuto cominciare a viaggiare di pianeta in pianeta come ricercatrice creandomi così una vita che appartenesse solo a me e non ad un dispotico stato.
A questo punto intervenne Miime che fino ad allora era rimasta in silenzio ad ascoltare…
-A sentire la tua storia risulta sempre più difficile capire quale rapporto ti leghi ad una come Raflesia, e perché proprio tu ti sia fatta carico di questo compito così gravoso…
-Ecco, disse lei, -Il fatto è che è stata proprio Raflesia a chiedermelo…, non ci crederete, ma un tempo io e lei eravamo grandi amiche.
Dovete sapere che tra i compiti di una futura regina di Mazone vi è sì quello di essere formata ad una ferrea disciplina militare ma anche quello di essere edotta nelle più importanti discipline letterarie e scientifiche. La sua cultura deve essere la più vasta possibile, ed essendo depositaria di antichi segreti che vengono tramandati da millenni, la conoscenza della storia antica è fondamentale ai fini della sua formazione.
-Conobbi Raflesia quando frequentavo la scuola superiore storica-scientifica, all’epoca ignoravo chi fosse in realtà, poichè la sua identità veniva nascosta per ovvi motivi di sicurezza. A quel tempo era una studentessa all’ultimo anno di corso mentre io mi ero appena iscritta e dovevo sottostare spesso alle tipiche angherie a cui vengono sottoposte le matricole…potete immaginare col mio carattere ribelle e anticonformista che scintille che si vedevano! Ho perso il conto di quante ore di punizione accumolai a seguito degli scontri avuti con le altre studentesse. 
Un giorno fui presa di mira dalla più odiosa e pericolosa di tutte. Era anche lei una nobile rampolla e a differenza di me parallelamente frequentava anche l’accademia militare. Tra di noi era subito nata una manifesta e reciproca antipatia che in quell’occasione sfociò in un violentissimo attacco dapprima verbale e poi fisico: -Ecco la nostra pappamolle pacifista! Iniziò lei, -I tipi come te sono il disonore della grande Mazone, sovversivi buoni solo per le miniere di durillium. Impara ad usare la pistola invece che stare sempre china su quel tuo microscopio, scommetto che te lo porti pure a letto la sera! sogghignò velenosamente. Alle parole seguirono una serie di spintoni ma io mi sforzavo di non rispondere alle sue provocazioni anche fisiche, ho sempre detestato l’uso della forza bruta se non per estrema necessità. Ad un certo punto, senza che me ne rendessi conto mi ritrovai per terra con un labbro spaccato e sanguinante: mi aveva appena colpita alla sprovvista con un violento pugno. Non feci in tempo a rialzarmi che vidi una specie di lampo, come una furia che si era appena gettata addosso alla mia assalitrice e aveva cominciato a tempestarla con una gragnola di colpi sino a ridurle la faccia in uno stato pietoso. –Tu…! Non osare più colpirla! Impara a prendertela con i tuoi pari livello e non vigliaccamente con chi è più debole di te! E’ questo quello che hai imparato all’accademia? Sei tu il vero disonore di Mazone! Urlò la furia che aveva appeno steso l’odiosa rampolla...
Era Raflesia, e da quel giorno diventammo amiche.
Raflesia era una ragazza simpatica e sportiva ma era anche molto colta, nutriva un grande interesse per tutte le scienze matematiche e fisiche oltre che per la storia.  Nei miei confronti si dimostrava molto affettuosa, diceva spesso che io ero la sua amica “rivoluzionaria” a differenza di quell’altra sua amica dell’accademia, Cleo, tutta divisa e disciplina e che lei aveva soprannominato la “generalessa”. In effetti ho spesso pensato che mi considerasse alla stregua di quella sorella minore che non aveva mai avuto…fu lei a coinvolgermi nelle prime avventure con l’altro sesso, io ero terribilmente timida ed imbranata mentre lei era sfacciata e molto sciolta, se non fosse stato per lei non mi sarei mai “svegliata”… in quel momento Harlock non poté fare a meno di osservare di nuovo quel cambiamento di tonalità nel suo viso…
-Scoprii la sua vera identità in un occasione molto particolare. Lei aveva terminato i suoi studi ormai da un paio di anni ed io da allora non avevo avuto più sue notizie. Avevo fatto qualche piccola ricerca, ma sembrava essere scomparsa nel nulla ed ogni mio tentativo di rintracciarla era risultato vano. Venne allora il grande giorno dell’insediamento ufficiale della nuova regina. Io ed una nutrita rappresentanza di compagni dei gruppi attivi pacifisti ci eravamo dati segretamente appuntamento proprio in prima fila al palco dove si sarebbe tenuta la solenne cerimonia. Volevamo compiere una plateale pacifica protesta contro le politiche guerrafondaie dell’impero. 
All’ingresso del corteo che accompagnava la nuova regnante all’altare della vestizione incominciammo ad urlare slogan antimilitaristi: Abbasso la regina guerriera! Non vogliamo più le mani sporche di sangue! Mazone libera dalla dittatura!  Stavamo rischiando molto, come minimo la corte suprema per lesa maestà e offesa alla sacra patria ma eravamo giovani e speravamo tutti in un moto di rivolta generale. Come era da aspettarsi venimmo subito caricati dalle forze della guardia reale e dalla polizia imperiale. Volarono botte da tutte le parti e i raggi stordenti usati per disperdere i manifestanti si accanirono su di noi. Ad un certo punto, mentre ero occupata a liberarmi dalla presa di una guardia che mi stava trascinando verso un cellulare, volsi lo sguardo verso l’altare e vidi lei. Era proprio la Raflesia che conoscevo quella che mi guardava con un aria addolorata, pur vestita nel suo sfarzoso abito regale e indossando quella sfavillante corona, i lunghissimi capelli color ossidiana che le arrivavano sino ai piedi, era lei, l’amica di tante avventure vissute con quella spensieratezza che solo da giovani si può avere… 
Io ei miei amici fummo tutti catturati e riuniti in diverse vetture, molti di noi erano piuttosto malconci, la guardia reale picchiava duro. Eravamo convinti che il nostro destino si sarebbe ben presto messo al peggio e già pensavamo se e quando avremmo rivisto i nostri cari.
Incredibilmente ognuno di noi fu invece riaccompagnato a forza presso la propria abitazione o presso le rispettive famiglie senza che ci venisse presentata nessuna denuncia ufficiale o alcuna intimidazione. Riuscii solo a captare il commento di una delle guardie che diceva che eravamo stati incredibilmente fortunati e che l’ordine di riportarci a casa senza che ci venisse torto un capello proveniva dalle alte, altissime sfere…
Scoprire che proprio la mia amica era diventata il simbolo di quella società odiosa che avevo sempre osteggiato e combattuto mi aveva profondamente rattristato ma ben presto quella tristezza fu rapidamente superata dalla quantità di impegni che il lavoro mi portava via via ad affrontare.
Passato ormai qualche mese, un giorno presso i laboratori dove ero appena divenuta capo struttura si presentò una ditta di trasporti intergalattici dicendo che doveva consegnare un carico importante. Noi fummo tutti meravigliati poiché non aspettavamo nessun tipo di consegna; le nostre casse erano da tempo vuote e non ci eravamo potuti permettere più nessun tipo di acquisto. La crescente attività bellica del paese drenava la maggior parte dei soldi pubblici verso istituti di ricerca militari che sperimentavano armi sempre più precise e terribili.  La sorpresa fu ancora più grande nello scoprire che il carico consisteva in decine di nuovissimi e costosi strumenti di ricerca: spettrometri neutronici, analizzatori a campo ristretto, microscopi a scansione gamma e molti altri ancora. Non vollero dirci chi fosse il generoso benefattore che ci aveva inviato quella manna, ma mentre gli operai portavano via gli imballi con cui erano state avvolte le apparecchiature feci appena in tempo a notare su di essi l’emblema del sigillo reale. Quel materiale proveniva direttamente dalle officine imperiali! Ma questo era nulla in confronto alla sorpresa che mi attendeva il giorno dopo.
Come tutte le mattine arrivai per prima in laboratorio, aprii la porta e accesi le luci e mi stavo accingendo a contemplare in estasi i nuovi arrivi, quando sentii una voce provenire dal fondo della grande stanza: io in genere preferisco altri tipi di giocattoli, quei cosi hanno un po’ troppe manopole per i miei gusti, ma contenta tu… era Raflesia che guardava con aria divertita la sua vecchia amica. 

 

   
 
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