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Autore: Blue_Lily    26/05/2016    1 recensioni
Premessa: Il prologo (scritto nello stile "diario") serve a dare una visione generale di tutto ciò che è successo nei due giorni prima degli eventi. Enjoy (?)
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«Io mi chiamo Hydra, non devi sapere altro.»
"Ogni sogno contiene un umano, lo stesso. Non avrei dovuto essere codarda nel primo, non avrei dovuto essere così dannatamente debole nel secondo... E avrei dovuto ucciderlo in tempo, nel terzo. Se potessi avere una seconda chance non gli permetterei di lasciare questo mondo vivo...
Era solo un incubo, ma sembrava così vivido, il dolore così vero..."
Storia divisa in tre sezioni (Neutral, Genocide, Pacifist).
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Genocide Run – “Istinto Genocida”
 
[Battle Theme (1): https://www.youtube.com/watch?v=y5MlZi2ecgA ]
 
Sta succedendo tutto troppo in fretta...
«MUORI!»
Nonostante la mia forma trasformata solo per metà, l’istinto che mi guida è tale e quale a quello di un drago a cui è stato tolto tutto, e mai... Mai privare a un drago le cose che gli stanno a cuore, né tantomeno provare ad uccidere i suoi cari...
«MUORI! MUORI! MUORI!»
Un ruggito, un altro... Un’artigliata, un’altra... Una fiammata, un’altra... Il tutto in un susseguirsi di mosse rapide e ininterrotte, mosse che talvolta l’umano riesce a schivare. Altre volte i nostri sguardi si incrociano, mettendo in evidenza le differenze tra i due; il mio, dai riflessi di fuoco e iniettati d’ira e di desiderio di vendetta, uno sguardo che vuole uccidere ma per una nobile causa, per salvare chi ancora è in vita e rivendicare chi è morto... Poi il suo, vuoto e privo di emozione alcuna, risplendente di una luce rosso vivo, scarlatta come tutto il sangue che ha visto spargere. Una sola cosa, però, ci accomuna: entrambi stiamo combattendo per un ideale, giusto o sbagliato che sia, giudati da un istinto omicida o, forse, genocida.
Dopo la mia ultima mossa, abilmente schivata, l’umano decide di contrattaccare, riuscendo a pugnalarmi alla spalla sinistra. Incurante del dolore, porto la mia mano destra, ardente come le fiamme dell’inferno, sulla sua testa, facendo abbastanza pressione verso l’esterno da scagliarlo via, come se mi dovessi strappare un peso di dosso. La forza è tale da farlo sbattere contro la porta ormai di nuovo chiusa. Respiro affannosamente, mettendomi una mano sulla spalla sanguinante: che sia davvero finita?
L’umano si muove, cercando di rialzarsi in piedi. Spalanco gli occhi nel constatare che è illeso, probabilmente nel pieno delle sue forze.
“Com’è possibile?!”
Penso inizialmente, prima di soffiargli contro una potente fiammata. Come se l’avesse prevista, scarta da un lato e con una velocità innaturale riesce a raggiungermi e colpirmi alla coscia. Di tutta risposta gli tiro un potente calcio in pieno stomaco.
Il turno successivo mi colpisce l’altra gamba, il turno dopo il fianco... Ogni turno che passa riesce a colpirmi in ogni parte del corpo, mi sento come se dovessi morire dissanguata da un momento all’altro se non direttamente eliminata il turno a seguire. Non so come, ma sento di aver già vissuto questa scena... Immagini confuse mi appaiono nella testa, ritraendo me a Waterfall, circondata dalle fiamme e sul punto di essere eliminata, ma che invece di morire come un eroe ho preferito fuggire.
«No... Non succederà...!»
Un fendente dall’alto diretto alla mia nuca, ecco come sta attaccando, ma io rimango immobile, a testa bassa, come per aspettare il colpo di grazia... Ma poco prima di essere sfiorata da quel coltello infame ancora impregnato del sangue di tutti gli altri mostri, afferro e blocco il polso di chi lo sta reggendo, tremante per la continua perdita di sangue. Alzo lo sguardo verso l’umano, sollevato da terra per il polso, guardandolo con lo sguardo più truce e il sorriso più sadico che abbia mai fatto. Il suo volto, al contrario, sembra sorpreso...
«Credevi... Credevi davvero che sarei rimasta lì ferma a morire...?!»
Anche se con immenso dolore a causa delle ferite, spalanco nuovamente le ali.
«Ora dimmi: come te la caverai nel mio elemento...?»
Dopo qualche secondo siamo già in volo, io che barcollo a causa delle frequenti fitte e quella cosa appesa per il polso. Sembra svenuta.
Arrivo a Waterfall in poco tempo, e d’istinto faccio cadere l’umano da una certa altezza, mio malgrado non sono così tnto in alto da potergli spezzare le ossa del collo... Atterro lì di fianco e sono in procinto di ucciderlo, quando un colpo di tosse e uno sputo di sangue mi costringe a fermarmi.
“No... Se si dovesse svegliare e mi dovesse colpire sarebbe la fine.”
«Tsk.»
Gli volto le spalle, dirigendomi il più velocemente possibile verso casa mia, riflettendo su quale potrebbe essere un modo efficace per distruggerlo, annientarlo...
“Undyne ha avuto quel potere grazie alla sua determinazione, l’umano ha avuto un potere maggiore uccidendo tutti i mostri sul suo cammino... Devo trovare una via alternativa, qualcosa che possa permettere anche a una come me di poter distruggere una piaga simile...”
Rimuginando su quali possano essere le possibili soluzioni mi ritrovo nella mia zona, e istintivamente arresto il passo. La cosa che mi balza più all’occhio sono degli occhietti nascosti e delle parti di corpo tremanti.
“Devono essere alcuni dei mostri sopravvissuti...”
Un attimo dopo, però, la mia espressione, da confusa, assume un ché di sadico addizionato alla bassa risata che segue.
«Sì... Funzionerà...!»
   
 
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