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Autore: Seren_Dipity    27/05/2016    2 recensioni
Daryl, Carol e una giornata particolare.
Il titolo è preso dalla canzone " Hallelujah" di Leonard Cohen.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Daryl la prese per la mano e la accompagnò verso la loro stanza. Carol avvertiva il suo nervosismo, lo poteva sentire da come la sua mano forte tremava. Prima di aprire, Daryl la fece fermare davanti la porta, rimanendo dietro di lei.

- Chiudi gli occhi – le disse posando gentilmente le mani sulle sue spalle.

Carol eseguì senza fare domande, sapeva quanto doveva essere difficile per lui questo genere di cose, anche se non aveva assolutamente idea di cosa aspettarsi. Allungò la mano e incontrò la porta socchiusa, spinse leggermente e Daryl la guidò dentro.

- Posso aprirli ora? - chiese Carol impaziente.

Daryl acconsentì con un grugnito e quando Carol li aprì rimase senza fiato. Si portò le mani alla bocca, lasciandosi scappare un gemito di sorpresa, le lacrime che le bagnavano gli occhi li rendevano ancora più brillanti.

Davanti a lei c'era una stanza ricoperta di bellissime rose Cherokee, sparse sul letto, sui comodini, dentro graziosi vasetti sul davanzale della finestra e una sospesa sopra il letto in una piccola lanterna di legno. Poi il suo sguardo si posò sul tavolo davanti a loro, dove c'era la più grande e bella delle rose dentro una bottiglia di birra. Carol sorrise dolcemente al ricordo, quando si accorse che adagiata sulla bottiglia si trovava una foto. Attraversò la stanza e quando la prese in mano le emozioni presero il sopravvento. Stava guardando una lei più giovane il giorno in cui diventò madre, seduta sulla poltroncina dell'ospedale teneva in braccio la sua dolce bambina. Quella foto emanava una grande gioia e Carol non poteva fare a meno di sorridere mentre calde lacrime continuavano a rigarle le guance.  Forti braccia le cinsero la vita e Daryl poggiò il mento sulla sua spalla, provocandole un leggero solletico con il pizzetto.

- Oggi è il suo compleanno - sussurrò Daryl accarezzandole la guancia con la propria.

- Grazie…- gli rispose con un filo di voce Carol, senza distogliere lo sguardo dalla foto. - Come hai fatto a trovarla?

- È caduta dal tuo zaino qualche giorno fa e stamattina durante l'uscita mi sono imbattuto in un campo di rose Cherokee. Ho pensato subito a lei.

- Daryl…- un singhiozzo le bloccò la gola e non riuscì a continuare, così Daryl portò le braccia intorno al suo collo, tenendola forte a sé. Carol gli afferrò le mani, aggrappandosi ai ricordi, forte come se fossero il suo unico appiglio.

Grandi forti braccia la sostenevano, le davano il calore che le mancava, la forza di guardare avanti. Era passato circa un anno da quando quella notte si spogliarono di tutte le loro paure e le loro anime nude si unirono in una sola.

Daryl sapeva quanto questo giorno contava per Carol, sapeva che il ricordo l'avrebbe schiacciata e non poteva sopportarlo. Ricordare faceva male ma era l'unica cosa che le rimaneva della sua bambina e Daryl non avrebbe permesso che si privasse anche di quello. Sarebbe stato lì per lei, asciugando le sue lacrime, abbracciandola nei momenti di sconforto e ammirando il suo sguardo illuminarsi quando parlava della sua dolce Sophia.

Carol si girò nell'abbraccio trovandosi occhi negli occhi con Daryl, poteva vedere tutto l'amore e il dolore che provava in quell'oceano azzurro. Vedeva riflesso il suo stesso sguardo, lo conosceva benissimo, poteva riconoscerlo ad occhi chiusi in mezzo ad altre mille persone. Gli incorniciò il viso delicatamente, tenendo stretta la foto della sua bambina, e senza dire nulla lo baciò sulle labbra.
Un bacio lento, soffice, che esprimeva tutta la sua gratitudine per averle permesso di entrare nel suo cuore, per non averla allontanata ed averla salvata più e più volte.

Il loro amore si esprimeva negli sguardi, nei piccoli gesti come questo, nei loro baci, nell'incontro delle loro mani. Sapevano di poter contare l'uno sull'altro, sempre.

- Ti ho mai raccontato del suo quinto compleanno? - disse Carol mandando via le lacrime e prendendogli la mano.

Si sdraiarono sul letto, l'uno nelle braccia dell'altro, circondati da quelle splendide rose. Daryl la ascoltò tutta la sera, ridendo con lei, asciugandole le lacrime e stringendola forte ogni volta che sembrava crollare.
Quando la notte la stanchezza segnò i loro visi, Carol si lasciò cullare dai ricordi tra le forti braccia di Daryl, stringendo insieme la foto di Sophia.  

   
 
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