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Autore: Voldemortslostnose    27/05/2016    0 recensioni
In cui Will è cieco e Nico non è quel tipo di ragazzo.
Post "The Heroes Of Olympus"
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso, Nico di Angelo, Nico/Will, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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V.
In cui ho dei seri problemi di gestione della rabbia

Estraggo le spade e mi avvicino al cespuglio dal quale ho sentito provenire la risata. Sposto le foglie col piatto di una delle spade e il mio sguardo si posa su quello che sembra un normalissimo adolescente mortale, biondo e con gli occhi più azzurri che io abbia mai visto.
Smette di ridere all'istante e solleva un sopracciglio. Finalmente ha capito di essere nei guai, o almeno lo spero per lui. Non vorrei che non si accorgesse di doversi spiegare, ed anche piuttosto in fretta, prima che decida di arrabbiarmi davvero.
Apollo si rialza di scatto e si spolvera i jeans. Di Angelo e Leo arrivano accanto a me, e rinfodero le spade. "Bene" - dice Di Angelo - "Allora?"
Apollo ci guarda come se non fossimo semidei, ma sassi che si è trovato tra i piedi all'improvviso, con l'aria di volerci raccogliere e lanciare il più lontano possibile. Se non altro, un ottimo modo per (non) affrontare i problemi.
"In caso non ti fosse chiaro" - dico, assumendo la mia migliore aria da "potresti saltare in aria in questo momento e lascerei i tuoi brandelli insanguinati a terra, anche perché, pensandoci, morirei dalla voglia di fissare io stessa l'esplosivo" - "i tuoi figli potrebbero rimanere ciechi per sempre se ti rifiutassi di restituire l'elmo di Ade al suo legittimo proprietario entro questa sera. E nessuno di noi te la farebbe passare liscia, su questo puoi contarci."
Apollo sembra riflettere. Riflette per circa cinque minuti, durante i quali la mia voglia di strangolarlo arriva a livelli più alti dell'arroganza degli Shadowhunters.
Poi apre la bocca e un brivido mi corre lungo la schiena.
"Se Ade mi cerca,
voi non sapete nulla.
Ora andate via."
dice Apollo.
Non avete idea di che cosa significhi aver dovuto ascoltare una frase così inutile e banale declamata come se fosse poesia.
"Senti" - dice Di Angelo, puntando la spada di ferro dello Stige contro la gola di Apollo con uno sguardo pericoloso che gli infiamma gli occhi - "Se non avessi capito, il- i tuoi figli rischiano di rimanere ciechi per sempre. La nostra vita può anche valere un tuo battito di ciglia, ma posso decapitarti in ancora meno. Quindi, o ti decidi a ridare l'elmo a mio padre o puoi anche salutare l'eternità già da ora."
Apollo spalanca gli occhi in quello che - mi accorgo ora - è riconoscimento.
Il dio si lascia cadere a terra e si prende la testa tra le mani. "Fantastico" - mormora - "E ora come lo spiego allo zio?"

Nei dieci minuti che seguono, scopriamo che a quanto pare Apollo ha deciso di fare la grandissima stupidata di fregare l'elmo di Ade ad Ermes per impedire al suddetto dio dell'Oltretomba di partecipare in veste di Buon Consigliere invisibile alla riunione sull'Olimpo in cui Zeus avrebbe deciso del destino del figlio. Ora, mi ricordo vagamente dalle poco approfondite lezioni sulla mitologia greca che ho avuto il piacere di seguire prima che scoprissi che tutto quanto era reale che Ade era considerato il Buon Consigliere, per cui - anche se in un modo del tutto particolare - il timore di Apollo avrebbe anche senso. Peccato che ancora non riesco a capire come mai Ade dovrebbe voler vedere Apollo in un guaio peggiore di quello in cui già si trova. Insomma, questo tizio è irritante, certo, ma non credo che a tutti verrebbe voglia di vederlo soffrire all'istante.
Beh, io non faccio testo.
La ninfa, che ci viene anche presentata come Mari, non ha subito alcun tipo di violenza da parte di Apollo. Anzi, ci racconta, lei e il dio delle molte cose che non sto ad elencare un'altra volta si conoscono da anni e sono sempre stati in buoni rapporti. Così, ci spiega Mari - che all'inizio, devo dire, mi ha leggermente intimidita, dato che è una delle ninfe più belle che io abbia mai visto, ed indossa veramente un'armatura - mentre Apollo sembra perso nei suoi mormorii, quando lui le ha chiesto di aiutarlo a nascondersi lei gli ha proposto di rimanere con lei in Italia. Probabilmente quando ha accettato Apollo sperava che nessuno di noi semidei fosse così stupido da rischiare la vita per cercarlo. Speranza, a quanto pare, rivelatasi vana.
Ho una sola domanda: e ora?
La risposta alla mia domanda è l'unica che avrei fatto volentieri a meno di sentire. Apollo smette di sussurrare parole apparentemente senza senso - probabilmente stava cercando di comporre altri haiku a velocità record, cosa che non gli consiglierei di rifare dato che già quelli composti a velocità normale non si possono sentire senza che le orecchie vadano in autocombustione spontanea ed inizino a sanguinare - e si alza di scatto, per poi risedersi, tremante, subito dopo, additando con quelle che sembrano essere le ultime forze rimastagli un punto indefinito davanti a sé. Mi volto e dietro le mie spalle scorgo la figura, ormai sgradevolmente familiare, di Nemesi.
"Bene, bene" - dice la dea, alzando le braccia - "Questa è l'ultima volta che mi state tra i piedi, semidei" - aggiunge velenosa, per poi sussurrare una sequela di parole in quello che penserei essere russo se non riconoscessi il greco. L'ultima cosa che vedo - di nuovo, il che non è per niente un buon segno - è Leo avvicinarmisi, e poi tutto si fa buio.
E dai, è l'ultimo pensiero (più o meno) coerente che riesco a formulare prima di svenire per la seconda volta, non può essersi trasformato in Bucky Barnes tutto in una volta.

Quando mi risveglio, Nemesi sembra aver capito che non è saggio lasciare un semidio che può viaggiare nell'ombra in un posto quasi completamente buio, perché la prima cosa che avverto è una luce intensa che mi trafigge gli occhi. Le mie pupille ringraziano caldamente per il possibile danno inflitto alla mia - già seriamente danneggiata - vista, mentre un miliardo di lucine colorate iniziano a ballarmi sotto le palpebre.
O magari è solo Apollo che ha deciso di rivelarsi in tutto il suo splendore (ok, questa era brutta) facendosi vedere nella sua vera forma, ed io sto per morire carbonizzata. Niente di particolarmente nuovo, insomma.
Quando realizzo di non essere ancora morta - ci speravate, eh? - e mi arrischio a sollevare nuovamente le palpebre, diverse cose non quadrano. Il mio campo visivo si allarga lentamente mano a mano che riesco a tirare su la schiena, ed i miei occhi vedono quella che sembra essere la sala del trono di dodici enormi re e regine piuttosto dissimili tra loro (si passa da quella che a prima vista pare una sedia da pescatore ad un trono che potrebbe aver ospitato Attila), per poi focalizzarsi su una donna che potrebbe essere la madre del creato.
Era mi sussurra parole che non riesco a comprendere, finché il mio cervello non riconosce l'inglese americano ed inizia a tradurre. Oh, sì, ho ancora bisogno di riportare tutto alla mia lingua madre. Shame on me, my descendance and my cow.
Mi rialzo in piedi, e vedo poco lontano da me Leo e Di Angelo che sembrano stare per picchiarsi, tenuti fermi da un Mister D che sembra, stranamente, preoccuparsi per dei semidei.
"Ehi" - dico, sembrando di non sembrare eccessivamente arrabbiata. Quello verrà dopo. - "Potreste cercare di calmare i bollenti spiriti per un attimo?"
"Hai appena-" inizia Leo, voltandosi verso di me, ma viene interrotto dalla voce di Zeus, che - scusate la banalità - sembra rimbombare come un tuono nella sala, che cala in un silenzio mortale.
E che silenzio. Zeus sta contestando ad Era tutto quello che ha fatto - mandare dei semidei in una missione di cui lui non sapeva niente, addirittura scegliere un'altro eroe senza dirglielo (ed a questo punto vorrei fargli notare che è lui quello che ha avuto un numero eccessivo di storie extraconiugali, e che io sono una ragazza e che quindi a quanto ne so non ha motivo di essere geloso), proteggere suo figlio quando sapeva benissimo dove fosse per evitargli una punizione e fargli riconsegnare l'elmo in tempo...
La sfuriata di Zeus viene interrotta dall'apparizione di suo fratello Ade, che gli incede attraverso la sala per poi mettergli una mano sulla spalla, gesto che sembra calmarlo e permette a me di scorgere Nemesi, chiusa apparentemente priva di sensi in una gabbia dorata in un angolo della sala (ma non avrebbero potuto imprigionarla prima?), e sussurragli alcune parole all'orecchio. Per essere il dio dei morti, siamo fortunati che ci sappia fare con i vivi.
A quel gesto, gli dei si accomodano ognuno su dei seggi molto più piccoli di quelli che ho visto prima, che sembrano essere una riproduzione in scala dei primi, ed Ade si appoggia alla spalliera del trono di Zeus.
Di Angelo, accanto a me, sembra tremare. Tra noi, in fondo, è quello che ha realmente più da perdere. Negli ultimi mesi, od almeno in quelli in cui sono stata al campo, ho notato che sta stringendo un rapporto con Will Solace, che sembra essere destinato a durare e perderlo proprio ora, per qualcosa di cui non ha colpa, deve essere quello di cui ha avuto paura sin dall'inizio di questa storia.
Era prende la parola, e difende le sue ragioni davanti a Zeus e agli altri dei. Zeus sembra essere sul punto di rimettersi ad urlare, ma un'occhiata da parte di Ade lo fa desistere dal suo proposito. Il re degli dei si gira con una faccia da bambino arrabbiato, e giurerei di aver visto Ade roteare gli occhi. Ridacchio, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Poseidone. Quando il dio si gira nuovamente verso i suoi consanguinei, mi prendo la libertà di alzare a mia volta gli occhi al cielo. Sposto di nuovo lo sguardo verso Ade, che vedo nascondere un sorriso nella mia direzione.
Potete dire qualunque cosa, ma il dio degli Inferi mi già sta simpatico.
Poi tocca ad Apollo spiegare le sue ragioni, e non appena inizia a parlare, Di Angelo diventa rosso come le fragole del Campo Mezzosangue.
Apollo sta praticamente dicendo, con un sacco di giri di parole ed occhiate verso di noi, che aveva paura del fatto che Ade potesse accusare suo figlio di aver "deviato" Nico - cosa che mi sembra strana, dato che penso proprio che Ade avrebbe potuto decidere di, ecco, richiamare Di Angelo a sé non appena si fosse accorto della sua più che amicizia con Solace, se avesse avuto qualche problema - e per questo non voleva lasciarlo partecipare alla riunione sull'Olimpo, temendo di ricevere una punizione ancora più terribile di quella che avrebbe ottenuto dal solo Zeus. Dalle occhiate disgustate che gli altri dei stanno rivolgendo ad Ade per il solo fatto di essere qui, penso proprio che anche lui ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ma ogni testa è un piccolo mondo, e non posso sapere come mai abbia deciso di venire comunque - probabilmente per arginare la rabbia di suo fratello.
Poi, Zeus sposta lo sguardo verso di noi, e Leo accanto a me fa automaticamente un passo indietro. Decido di seguirlo a ruota e lasciare che sia Di Angelo a mandare a quel paese tutti quanti.
E poi succede una cosa che non mi sarei mai aspettata. Ade si avvicina a Di Angelo, e lo abbraccia, il che causa ancora più rossore di prima - tanto da farmi temere che il figlio del dio degli Inferi stia per esplodere - ed altre occhiate disgustate. Certo che si diventa arroganti, a stare per millenni sulla cima del mondo.

Ade torna al suo posto accanto a Zeus, e Di Angelo inizia a raccontare tutta la storia, tralasciando di menzionare l'increscioso errore di valutazione che abbiamo compiuto fidandoci entrambi di Leo nel momento in cui era controllato da Nemesi. Peccato che gli dei probabilmente avranno visto tutto, e mentirgli non ci metterebbe affatto in buona luce.
Tiro una gomitata al figlio di Ade, e lui fa una smorfia e si corregge velocemente. Poseidone solleva un angolo della bocca, quasi in un accenno di sorriso, e vorrei davvero poter reagire d'istinto e tirargli un pugno, ma rischierei di metterci in una luce ancora più cattiva e quindi sono costretta a trattenermi.
Ade e Zeus parlottano tra loro per qualche secondo, e poi Era scende dal suo trono, si avvicina a noi e ci fa segno di seguirla fuori dalla sala. Dopo essersi chiusa la porta alle spalle si avvicina a noi e mi posa le mani sulle spalle. Non sono molto propensa al contatto fisico, e ricevere una specie di discorso da genitrice preoccupata da una dea non è esattamente la mia idea di vacanza rilassante.
Non che com'è andata la settimana finora lo sia stato, ma tant'è.
Ma quando la dea ha l'ardire di ringraziarmi per essermi fatta carico di perseguire i suoi obiettivi - che, ricordiamocelo, non sapevo quali fossero fino a tre minuti fa e che non ho assolutamente scelto di perseguire - mi viene voglia di tornare nella sala accanto e sfogarmi una volta per tutte.
Non sono la prima semidea ad essere sottoposta a delle prove e non sarò l'ultima, ma qui si esagera. Scelgo di annuire, facendo del mio meglio per ottenere un'espressione che mostri la mia comprensione per Era - palesemente costruita, ma la dea sembra non accorgersene, o almeno fa finta di non essersene accorta - e mi scanso solo quando sentiamo un rumore che somiglia sospettosamente ad una esplosione provenire dall'interno della sala in cui sono chiusi gli dei.
Era spalanca nuovamente le porte e si precipita dentro, per scoprire che Zeus sta per ritrasformarsi nella sua versione divina mentre urla qualcosa che somiglia molto ad una sequela di improperi irripetibili in greco antico. Era si gira di scatto verso di noi, mormora qualcosa e l'ultima cosa che vedo è una luce bianca, e poi mi sento cadere verso terra ad una velocità che sono sicura mi farà spaccare qualche osso all'impatto col suolo - se non, com'è più probabile, tutti.



Angolo autrice
I pomodori sono nella cesta accanto a voi e vi autorizzo ad utilizzarli. Il ritardo è imperdonabile, lo so, ma la scuola mi sta uccidendo.
L'amount di corsivo in questo capitolo è seccante, ops. E abbiamo anche il ritorno dell'affarino lagnoso e rompiballe. Beh, alla prossima settimana (?) per l'epilogo. In cui credo ci sarà più Solangelo.
Lo so, lo so che avete pianto quando l'OC non è morto.
   
 
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