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Autore: Becky_99    28/05/2016    2 recensioni
mancano dodici ore alla mezzanotte di uno dei giorni più importanti dell'anno.
Un compleanno troppo importante per essere scordato, tante occasioni perse, tante possibilità davanti.
[Dedicata alla mia socia, che ha appena compiuto gli anni]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Twelve hours

27 Maggio


-12h

Un anno, Natasha arriva alla base come ogni giorno, prende l'ascensore fino al diciottesimo piano del palazzo marchiato SHIELD e entra nello spogliatoio della palestra.
Le piace allenarsi ogni mattina, da sola, nessuno regge il confronto con una russa uscita dalla Red Room. E lei non si diverte affatto a sbattere qualcuno a terra, la faccia schiacciata contro il tappeto di gomma, senza neanche sforzarsi. Preferisce qualcuno che le dia filo da torcere.
Quel Barton, per esempio.
L'agente che mesi prima, invece di piantarle un proiettile, o una freccia, nel petto ha deciso di salvarla.
Dovrebbe essergli riconoscente, ma continua a guardarlo un po' storto, con quella diffidenza che è parte di lei, ogni volta che lo incrocia per i corridoi.
Coulson l'ha informata che forse dovranno lavorare insieme, in futuro, quando lei sarà completamente abilitata ad andare in missione.
Lei, testuali parole di Coulson, "è l'unica che ancora non gli ha fatto fare idiozie".
A quanto pare l'ultima partner di Occhio di Falco gli stava così antipatica che aveva deciso di restare seduto sulla piattaforma sospesa della palestra da cui si allenava per i tiri, come forma di protesta.
Furto ovviamente l'aveva minacciato con un discorso così colorito che Barton l'aveva guardato male, ma alla fine era sceso, a patto di non dover più rivedere quella Jane.
Natasha spinge la porta della palestra con una spalla, mentre si lega i capelli in una cosa alta, per evitare che le finiscano sul viso.
In quell'articolo però la porta di fronte a lei si apre e rivela nientemeno che Clint Barton, in tutto il suo splendore delle 8 di lunedì mattina.
"Cosa fai qui?" Chiede, sinceramente sorpreso di vederla.
"Mi alleno come ogni mattina, Barton" risponde lei incrociando le braccia al petto, la voce riecheggia nella stanza vuota.
Lui resta in silenzio per qualche attimo, poi scrolla le spalle e si dirige verso lo spogliatoio.
La Romanof è incuriosita da dell'agente che tutto sempre tranne una spia, e da quello che ha appena detto.
Perché era stato così sorpreso di vederla quella mattina?
Non è decisamente abbastanza concentrata per fare qualcosa in quel momento, quindi rinuncia all'impresa e torna verso la porta, sicuramente troverà qualcos'altro da fare.
Clint parla a bassa voce, con quasi la paura di essere sentito, ma sapendo che succederà sicuramente.
Natasha si ferma per un attimo, la mano sulla maniglia, poi esce.
E nessuno può né confermare né negare che quella fu davvero la prima volta in cui la Vedova Nera sorrise.
"Buon compleanno, Nat"

-11h

"DIETRO DI TE!" Gli urla, appena in tempo perché Clint si volti e pianti una freccia in mezzo al petto di un uomo molto poco amichevole.
Un anno, Fury ha deciso di spedire in missione Barton e Romanoff dall'altra parte dell'oceano.
Contrabbandieri, trafficanti di armi, riciclaggio di denaro, neanche si ricordano più cosa c'era scritto sui fascicoli che Coulson aveva lanciato sul tavolo mentre Clint faceva le parole crociate e Natasha finiva un sudoku lasciato a metà.
Poco importava al mondo del crimine che quel mercoledì era il compleanno di una certa spia russa e aveva intenzione di passarlo in un altro modo.
Quindi erano saliti su un aereo, uno di quelli con l'aquila stilizzata sul dorso, giusto per mimetizzarsi e non far capire a tutti quelli che alzavano lo sguardo e vedevano un aereo nero che erano dello SHIELD.
Erano atterrati in Finlandia.
Barton, che era parecchio carente in geografia, non ricordava dov'era precisamente l'Arizona, figurarsi la posizione della Finlandia, aveva passato il volo a cercare su Google informazioni su questa terra sconosciuta e sul clima.
Faceva freddo.
Molto freddo.
E i proiettili che volavano in quell'edificio abbandonato non erano di ghiaccio, ma quasi lo sembravano, mentre difendevano l'aria cercando di prendere il bersaglio.
"Giù" ordina Clint, mentre gira su se stesso, e Natasha si abbassa all'istante, permettendo all'amico di abbattere l'ennesimo scagnozzo che se la stava prendendo con lei.
"Ti prego, l'anno prossimo, offri una cena a tutti" si lamenta l'arciere.
"Sicuramente niente più Finlandia" ride lei in risposta.
"Buon compleanno, Nat" augura Clint mentre la rossa c'entra un uomo con un proiettile.

-10h

Un anno, Clint è un po' tra le nuvole. Ha lavorato ininterrottamente a diverse missioni, cercando ogni volta di salvare quante più persone possibili, senza riposare mai.
Quell'anno, Clint si presenta a casa di Natasha con un cupcake al cioccolato e una candelina.
La ragazza apre la porta quando sente bussare, e di fronte a lei c'è Barton, vestito come se avesse afferrato le prime tre cose trovate al buio nell'armadio, con in mano un muffin ricoperto di glassa al burro e piantata una candelina al centro.
A strisce rosa.
La scena sembra molto divertente, e Natasha vorrebbe davvero immortalare tutto con una foto, ma non ha il coraggio di infierire dell'amico, già distrutto.
Si sposta e lo fa entrare in casa, lui posa il dolcetto sul tavolo della cucina e apre cassetti a caso alla ricerca di un accendino, ma la donna lo ferma prima che afferrò un coltello per sbaglio e la cosa da comica diventi tragica.
"Ti vedo un po' stravolto, Barton" afferma, mentre lo fa sedere su uno sgabello
"Stravolto è un complimento" afferma, piazzandosi una mano sul viso.
Lei ha preso parte ad un paio delle ultime missioni assieme a lui, ma non mostra neanche uno dei segni i stanchezza dell'amico. Il vantaggio di essere stata temprata in una Russia gelida, suppone.
"Ma non potevo perdermi il tuo compleanno per nulla al mondo" dice Clint, alzandosi, ma riaccomodandosi sul divano.
Natasha sorride e lo ringrazia, voltandosi per prendere il muffin, ma quando si gira a guardarlo già dorme profondamente.
La russa sfila la candelina dalla glassa e la ripone in un cassetto, per poi iniziare a gustarsi il dolce.
Non aveva cuore di dire all'amico che aveva sbagliato giorno presentandosi con un mese d'anticipo.

-9h

Un anno le parti sono invertite, e a Natasha viene affidata una missione, una di quelle noiose che si spera assegnano alle matricole volenterosi di cambiare il mondo, il giorno del compleanno di Clint.
Lui ha tenuto il muso tutta la settimana, e ha provato a pregare sia Coulson che la Hill per avere Natasha il "suo" giorno dell'anno.
Tutti molto disponibili, ovviamente.
Tant'è che le hanno anche aumentato i giorni di incarico.
Sono le sette di sera quando Barton esce dalla base, il viso appeso, per poi accorgersi di aver scordato le chiavi nell'ufficio al settimo piano.
Sbuffa e sale le scale di corsa, sperando di uscire da quel posto il più in fretta possibile così da godersi le ultime ore del suo compleanno in pace.
Quando apre la porta però, altri piani lo aspettano.
Sul tavolo sono posati cartoni di pizza e qualche birra, Coulson, la Hill, Fury e qualche agente con cui ha fatto amicizia negli anni, sono tutti intorno alla scrivania, pronti a intonare "Tanti auguri" per il festeggiato.
E Clint non potrebbe essere più felice di passare un giorno speciale con quelle persone.
È Maria che gli si avvicina e, con la scusa di abbracciarlo, gli sussurra che "è stata lei".
Allora fa scivolare la mano in tasca e recupera il cellulare, sullo schermo un solo messaggio che lo fa sorridere.
"Buon compleanno, Clint"

-8h

Un anno, si ritrovano invischiati in un problema molto più grande di loro, in una di quelle missioni solo rischi, in cui il calcolo delle probabilità di uscirne vivi non conviene neanche farlo, o ci si deprime troppo, una di quelle senza piano di estrazione -non che ci fosse mai stato, ma prima gli piaceva pensare almeno esistesse-.
A Budapest.
Una delle città in cui nessuno dei due aveva intenzione di ritrovarsi, soprattutto per il compleanno di Natasha, che quell'anno si erano ripromesso di passare tranquilli a casa.
Si, a casa insieme. Ora condividono un appartamento, per "mancanza di appartamenti sicuri disponibili" da quello che hanno loro riferito, ma sono entrambi disposti a scommettere che Maria e Phil abbiano avuto qualcosa da ridire sulle loro sistemazioni.
Mentre sono legati uno accanto all'altro, schiene contro il muro, Clint continua a chiedersi se ha lasciato le chiavi alla vicina per chiederle di annaffiare le piante. Lo fa sempre quando vanno in missione, ci tiene ai suoi tulipani, e anche se Natasha continua a lamentarsi perché sono troppo colorati sa che piacciono anche a lei.
"Non mi avevi promesso che non ci sarebbe stato più nulla dopo la Finlandia?" Si lamenta Clint mentre cerca di slegate qualsiasi tipo di corda che gli sta stringendo i polsi.
"Volevi dire tu no a Fury?"
Il silenzio basta a entrambi come risposta.
Si sa, Fury chiama e il suo Barton-Romanof risponde.
"Ma potevamo mangiarci una pizza invece di finire incarcerati, questa volta"
"Ci rifaremo il prossimo anno, Barton" gli risponde Natasha, slegandolo. E l'amico non vuole neanche sapere come ha fatto a liberarsi dalla fine che le legava i polsi.
Afferrato i primi oggetti che potrebbero essere usati come armi e si apposta o ai due lati della porta.
Clint la guarda e sospira, ce la faranno a festeggiare un compleanno come si deve prima o poi. Intanto...
"Buon compleanno, Nat"

-7h

Un anno, Clint è stato spedito a Los Angeles per non si sa quale oscura ragione, e Natasha invece è rimasta a New York, a godersi un'intera giornata senza missioni da portare a termine o distintivi in tasca.
Si è seduta su una panchina a Central Park con Maria, hanno chiacchierato del più e del meno, passeggiato per le vie affollate e per quelle meno frequentate, fino all'appartamento delle due spie, semi vuoto.
Hanno aperto quella bottiglia di vino rosso che riposava nella credenza da troppo tempo e hanno riso di fronte a due bicchieri d'alcol.
Maria ha chiamato un taxi per tornare a casa, e Natasha sta per andare a dormire, quando il telefono emette il solito trillo che indica un nuovo messaggio, e la donna stanca si allunga ad afferrarlo.
"Dentro alla pasta"
Di Clint.
Natasha considera davvero la possibilità che Barton sia tenuto in ostaggio da qualche parte e quello sia un messaggio in codice, per poi passare all'idea che forse è solo un po' ubriaco o ha battuto la testa più forte del solito.
Forse c'è un'altra opzione.
Apre il pensile sopra al lavandino e cerca la scatola di spaghetti che avevano comprato la settimana scorsa.
All'interno c'è un astuccio lungo, di velluto, e Natasha ringrazia il cielo che Clint non sia lì altrimenti lo strozzerebbe.
Sa che non vuole gioielli, non li indossa, sono abbastanza sprecati per lei.
Ma decide di aprirlo lo stesso.
È una collana molto semplice, una catenina con una freccia.
Se la allaccia al collo, poi legge il bigliettino scivolato fuori del regalo.
È semplice e coinciso, ma Natasha sa cosa c'è dietro e a lei va benissimo così.
"Buon compleanno, Nat"

-6h

Un anno, Clint le ha fatto gli auguri più fortunati che potesse farle.
Non l'ha scordato, non l'aveva mai fatto, e non succederà mai, ma ha pensato a qualcosa di particolare per quell'anno, e aveva scoperto quanto faccia davvero schifo la sua immaginazione.
Quindi ha rimandato all'ultimo qualsiasi tipo di scelta riguardante quel particolare giorno dell'anno.
Avrebbe fatto qualcosa, ovviamente.
Solo, non sapeva cosa.
Quindi ha pensato e ripensato a qualsiasi possibilità, poi ha deciso.
Ha saltato una giornata di lavoro, sostenendo che stava male, con tanto di tosse al telefono, per evitarla, e ha aspettato fino a sera per tornare a casa.
Quando suona il campanello sono le undici e tre quarti, e Natasha ha l'espressione più indecifrabile che esista.
Una maschera di indifferenza e una punta di accusa che ti fa sentire in colpa anche per aver rubato la marmellata a sei anni.
"Spero tu sappia che ovviamente non l'ho dimenticato. Ho solo pensato a qualcosa di speciale, ma non ho trovato nulla di adatto" le dice
"Quindi hai deciso di ignorarmi. Saggia decisione" risponde ironicamente
"No, ho deciso di essere l'ultimo a farti gli auguri. Gli ultimi auguri che ti fanno, pochi minuti prima della mezzanotte, sono i più importanti. Portano fortuna, e ti li ricordi, proprio perché erano gli ultimi."
Il silenzio lo spinge a continuare.
"Spero che i miei ti portino tanta fortuna.
Buon compleanno, Nat"

-5h

Un anno, Clint ha preso coraggio e deciso che le avrebbe rivelato tutto.
Tutto quello che ha mai provato per Natasha sarebbe uscito allo scoperto quella sera, qualsiasi cosa.
Da quella tranquillità che prova ogni volta che sono insieme, a quel senso di completezza, da quella sua adorazione per i suoi occhi verdi, al cuore che gli si scioglie ogni volta che gli sorride.
Vuole farlo, e mentre cammina avanti e indietro per la sala da pranzo si chiede se il mazzo di rose non sia un po' eccessivo.
Forse no, dopotutto, ci si dichiara una sola volta nella vita. Soprattutto a Natasha.
Ripassa infinite volte il discorso che ha intenzione di farle, sperando di non inciampare sulle sue stesse parole.
Ma l'orologio di casa continua a battere i minuti, e poi le ore, e Natasha non sembra aver e intenzione di tornare.
Gli arriva un messaggio, che dice di andare a dormire se vuole, perché è uscita con Maria a festeggiare e non tornerà presto.
Quando la spia rientra a casa le luci sono tutte spente e la porta della camera di Clint socchiusa, si sfila la giacca e va verso la sua stanza, per poi accorgersi di qualcosa per terra.
Un foglietto bianco e un petalo di rosa.
"Buon compleanno, Nat"

-4h

Un anno Clint è dall'altra parte del globo, letteralmente.
È in Giappone, o nelle Filippine. Comunque molto lontano.
E le ha lasciato diciotto messaggi in segreteria. E non è un eufemismo.
Le ha lasciato dozzine di messaggi in cui si scusa per non essere insieme a lei il giorno del suo compleanno, alcuni contornati da insulti a Fury e alle sue missioni, altri allegri e simpatici.
Altri sono aggiornamenti al .minuto della sua vita, davvero poco interessante, altri sono sfilza di domande a cui Natasha non ha tempo di rispondere.
Le fa piacere, sapere che le pensa anche dall'altra parte dello stesso emisfero, ma quando il telefono trilla per l'ennesima volta vorrebbe ucciderlo, le ha riempito la segreteria per la terza volta quel giorno.
Tutti i messaggi, poi, finiscono nello stesso modo
"Buon compleanno, Nat"


-3h

Un anno Clint e Natasha salvano il mondo.
O meglio, l'anno appena fatto.
Sono usciti vivi dalla battaglia di New York, dal loro primo incontro con gli alieni, come se la loro. Ita da spie non fosse già abbastanza difficile così.
Questa volta alla proposta di Fury di salire su un aereo la risposta è categoricamente no, vogliono evitare l'ennesimo compleanno-con-battaglia.
Passano la serata insieme sul divano, a guardare un vecchio film che piace a entrambi, mentre fuori dalla finestra il mondo va avanti.
Natasha si addormenta tra le braccia di Clint, mentre lui la stringe come se fosse la cosa più preziosa che esista, e si rende conto di quanto è bella, vista da vicino.
Fa scorrere lo sguardo sul viso della donna e affonda il naso tra i capelli rossi.
Profumano di pesca.
Come al solito.
Un sussurro nel silenzio, nel vuoto pacifico o riempito da loro due.
"Buon compleanno, Nat"

-2h

Un anno, finiscono a litigare.
Per chi deve pagare la cena.
Sono usciti tutti insieme a festeggiare, hanno mangiato e si sono goduti una serata di meritato relax, tra missioni suicide e varie spedizioni per tutto il globo per salvare l'umanità.
Clint e Natasha litigano con i portafogli in mano, uno di fronte all'altro, mentre il resto degli Avengers si gode la scena.
Natasha continua ad inveire in russo, e Clint a prendersela con lei, perché anche se non capisce una parola è abbastanza sicuro che lei voglia pagare il conto.
Starai è quello che si sta godendo di più lo spettacolo serale, ovviamente, e spera vada avanti per un altro po', almeno fino al punto in cui Natasha passa a minacce varie come al solito.
Invece stavolta la lite non è destinata a degenerare, perché Steve interviene, per evitare la terza guerra mondiale.
Decide di pianificare la cosa facendo dividere la cena a entrambi, così evitano di uccidersi a vicenda perché vogliono farsi una cortesia.
Escono dal ristorante mentre i camerieri li guardano ancora male per aver spaventato i clienti,ma non sono particolarmente attenti a questo, sono più occupati a mettere in imbarazzo Natasha cantando "Tanti auguri" in mezzo alla strada.
E stavolta la spia non può neanche sottrarsi ad un giro di abbracci.
È Clint, ovviamente il primo, che le sussurra in quella New York affollata
"Buon compleanno, Nat"

-1h

Sono le quasi le undici e mezza quando Clint bussa alla porta di casa perché ha scordato le chiavi di casa come al solito.
Natasha apre la porta vestita in modo molto casuale, nel senso che quando è tornata a casa ha indossato i primi vestiti comodi che ha trovato sul divano.
La donna, quando nota le birre che l'amico ha in mano invece di lasciarlo entrare esce sul pianerottolo e chiude la porta alle sue spalle.
Sono seduti sul tetto del loro palazzo di mattoni rossi, uno di quelli che pensi esistano solo nei film è di cui invece New York è piena, le gambe penzoloni nel vuoto, guardano verso l'orizzonte, forse oltre, mentre si bevono una birra insieme.
La città sembra quasi un lago enorme, che diciottesima superficie dell'acqua tutte le stelle che punteggiano il cielo nero quella notte.
Le loro mani sono posate una sull'altra, le dita intrecciate.
È uno di quei giorni speciali, che non dimentichi mai, che attendi con trepidazione e un po' d'ansia. È uno di quei giorni che non vorresti finissero mai.
Il mondo sembra enorme e il tempo infinito, il futuro qualsiasi cosa loro vogliono che sia.
"Buon compleanno, Nat"



+1

"Non penso sia il caso di sbandierarlo ai quattro venti"
"Oh no, ci tenevo che lo sapessi solo tu"
"Certo, ne trai un piacere troppo grande ad avere ragione contro di me"
"Coulson, ho sempre ragione contro di te, certo che mi piace"
"Non cantare vittoria troppo a lungo, Hill, la prossima volta.."


Angolinoinoino dell'autrice:
Non pubblico nulla da un secolo e mezzo, ma mi sembra doveroso tornare a farlo con questa, completamente dedicata alla mia Erika, socia, Thiare, che alla mezzanotte di oggi compie gli anni, e io le voglio così bene da averle scritto una storia...
Un conto alla rovescia di dodici ora, ogni ora è un ricordo, un compleanno diverso, sperando di vivere altrettanti e molti di più insieme a te, cara.
So di aver sforato la mezzanotte, ma perdonami, sono lenta a scrivere :')
Perdonate qualsiasi errore, ma non riesco a rileggerlo tuttoo
Auguri, Ragazza Impossibile,
Becks
  
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