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Autore: WibblyVale    28/05/2016    1 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Shikaku teneva la mano sopra la spalla di Shiori, che cercò conforto nei suoi occhi. Il fratello le fece cenno di andare avanti e la confortò con la forza delle proprie sensazioni. Così la donna cominciò a leggere ciò che il padre aveva lasciato loro.
 
Figliolo, se stai leggendo queste pagine probabilmente sarò morto. Nasconderò questo diario di modo che tu possa trovarlo solo dopo molto tempo, perché ancora provo vergogna al pensiero che tu possa scoprire che, dopotutto, anche io ho fatto degli errori.
Ora che mi accingo a scrivere tu hai ventitré anni, tua sorella dodici. Tra te e Yoshino le cose si stanno facendo sempre più serie e spero che presto troverai il coraggio di chiedere la sua mano. Tua sorella, invece, con mia grande apprensione sta scalando i gradi delle Forze Speciali, lavorando da sola, aiutandoci a fermare questa guerra.
Questo diario contiene la verità sulle origini del potere di Shiori, su come lei sia arrivata nelle nostre vite, sconvolgendole, migliorandole. Un giorno lei dovrà sapere questa verità, ma è troppo presto e lei è ancora troppo fragile. Temo il momento in cui lo scoprirà. Forse saremo io e tua madre a dirglielo, ma a volte spero di poter evitare di vedere la delusione negli occhi dei miei bambini. 
Tua madre ha detto che quando avrò finito vorrà aggiungere un paio di note personalmente alla fine. Spero che le sue parole potranno confortarti come hanno sempre fatto.
Ma sto tergiversando. È bene che cominci il mio racconto. Io e tua madre sappiamo molto bene da dove i poteri di tua sorella derivano, e grazie all’aiuto di Orochimaru lei è qui con noi. La persona che aveva gli stessi poteri di Shiori si chiamava Kishiko Uzumaki, e tra queste pagine ti racconterò un po’ di lei. 
Avevi sette anni quando l’Hokage richiese il mio aiuto per una questione piuttosto delicata. Dovevo andare al Villaggio del Vortice a prendere la nuova Jinchuriki. La zia della bambina, la futura Uzukage, però si opponeva. Quindi io avrei dovuto passare sei mesi nel Villaggio del Vortice ad aiutarli ad aumentare le loro difese e, nel frattempo, cercando di convincere questa donna che non eravamo un pericolo e che ci saremmo presi cura della piccola Kushina.
Fu così che conobbi Kishiko Uzumaki. Io non stavo simpatico a lei e, se devo essere onesto, io ce l’avevo con lei per avermi trattato male il giorno in cui ci siamo incontrati. Era una donna forte e volitiva, ma aveva sofferto molto nella sua vita, inoltre da poco aveva perso la sorella, la madre di Kushina. I suoi brillanti occhi verdi sembravano leggerti l’anima e il suo potere era molto forte.
Nonostante non apprezzassimo la reciproca compagnia, fummo costretti a lavorare insieme. Col tempo imparammo a conoscerci e ad apprezzare le rispettive capacità. Iniziammo a capire che nell’altro non c’era un nemico, semmai un amico e un alleato. In ogni caso lei era la donna più fastidiosa che avessi mai incontrato. Voleva sempre aver ragione e non mi dava un attimo di pace.
Quando mi accorsi di essermi innamorato di lei, ormai era troppo tardi per tornare indietro. Certo, anche lei aveva capito questo mio sentimento. Quello che non mi fu immediatamente chiaro era che anche lei aveva cominciato a provare gli stessi sentimenti per me.
Combattei con me stesso, con i miei principi. Mi chiedevo come fosse possibile. Io amavo tua madre, tutt’ora l’amo, ma ciò che aveva risvegliato in me Kishiko era qualcosa di diverso, di nuovo. Non era solo attrazione fisica, era qualcosa di più.
Feci quello che nessun uomo onesto dovrebbe fare. Infine cedetti a quel sentimento. Non ho mai considerato una colpa amarla, no, quello che provavamo era sincero e onesto. La mia colpa sta nel fatto di aver fatto un torto alle persone che amavo, e che mi aspettavano a casa.
Fu uno dei periodi più belli della mia vita. Praticamente mi trasferì da Kishiko e passammo tutto il tempo che potevamo insieme, nascondendo a chiunque altro il nostro amore. Era una donna meravigliosa. Shiori, tutta la forza che hai ricevuto è parte del suo patrimonio genetico. Spesso quando ti guardo, così forte e determinata, rivedo lei.
Così venni a sapere cose anche sul suo passato. Sua madre non aveva i suoi poteri, però essendo un Uzumaki e possedendo il loro chakra particolare, quando era incinta di lei fu in grado di proteggersi, e quando Kishiko era bambina di proteggerla dal mondo esterno, almeno finché non morì in missione. A quanto mi disse, mai nessuno aveva avuto un potere come il suo. Le dissi che era speciale, lei rispose che era il potere ad esserlo, lei era solo un tramite.
Il giorno della separazione si avvicinò e io dovetti ben presto tornare a Konoha con Kushina. Non fu facile e vi assicuro, figli miei, che più di una volta in quei mesi ho pensato di abbandonare tutto e restarmene al Vortice per sempre. Poi, ripensavo ad Aibi, al suo dolce sguardo e non capivo più quale fosse la cosa giusta da fare.
Fu Kishiko, come sempre, a decidere per entrambi. Mi disse che se avessi abbandonato mio figlio non sarei più stato l’uomo di cui si era innamorata, che lei preferiva conservare il ricordo di quegli attimi felici.
Me ne andai, con il cuore spezzato ma pronto ad adempiere al mio dovere di padre e marito. Quando tornai, sapevo di essere un uomo diverso, e di certo vostra madre se ne accorse, ma mentì. Mi dicevo che era per proteggere mia moglie e mio figlio, ma in realtà proteggevo solo me stesso.
Passarono quattro anni, durante i quali non vidi più Kishiko, anche se ogni tanto ci scrivevamo stupide lettere cariche di freddi ed inutili convenevoli. Quell’anno sua nonna morì e lei prese il potere al Vortice. Decise quindi di venire in visita alla Foglia, per rinsaldare la nostra alleanza e per rivedere la sua amata nipote.
Io e Aibi eravamo nel corteo di accoglienza, e vostra madre invitò Kishiko e Kushina a cena da noi, per ringraziarla dell’ospitalità che mi aveva riservato durante la mia permanenza al vortice. Io, invece, ero senza parole. Rivederla aveva riacceso in me quei ricordi e quei sentimenti che non si erano mai veramente spenti.
Quella cena fu la mia rovina. Aibi è la donna più intelligente che io abbia mai incontrato, e io e Kishiko rimasti soli ci siamo abbandonati ad alcuni ricordi. La cosa non sfuggi a vostra madre che scoprì tutto.
Vi lascio immaginare la sua delusione e il suo dolore, credo che siano simile a ciò che provate voi in questo momento, forse moltiplicato. Non urlò, Aibi non lo faceva mai, e non pianse, almeno non finché io ero con lei, semplicemente mi cacciò di casa con voce tremante.
Io vagai per due giorni consecutivi tra il lavoro e la baita nella riserva. Cercai di parlare ancora con vostra madre, ma lei non si faceva trovare. Incontrai Kishiko al lavoro e mi disse di aver parlato con Aibi, che le dispiaceva. Io ero disperato, credevo di aver perso vostra madre per sempre, la donna per cui avevo combattuto così tanto.
Kishiko cercò di confortarmi da amica, ma ben presto ci accorgemmo che gli anni non avevano cambiato la situazione tra noi. Non so come sia possibile che un uomo come me abbia avuto la fortuna di amare ed essere amato da due donne come loro. Amavo Aibi e amavo Kishiko, cercavo il sorriso confortante di una e gli occhi comprensivi dell’altra, la mia anima era divisa, e di certo le ho fatte soffrire entrambe.
Di nuovo fu qualcun altro, non io, a prendere in mano la situazione. Kishiko disse che avrebbe lasciato il villaggio da sola. Al Vortice aveva promesso ad un uomo che l’avrebbe sposato. Doveva tornare a casa e compiere il suo dovere, mentre io dovevo cercare di riaggiustare ciò che noi avevamo distrutto.
Le risposi che Aibi non mi avrebbe permesso di riaggiustare nulla e poi perché? Io amavo Kishiko e non volevo perderla mai più. Vi ho detto quanto sapeva essere fastidiosa? Be’ la sua risposta mi colpì sul vivo. Ricordo ancora quella scena. Si scostò i lunghi capelli rossi e si mordicchiò il labbro inferiore, lo faceva sempre quando era nervosa. I suoi occhi erano pieni di lacrime, sapevo che non mi voleva lasciare, ma nonostante ciò disse l’unica parola che era capace di farmi restare: “Shikaku”.
Io non so se allora lei sapesse già, ciò che io venni a sapere solo più tardi, ma con la solita determinazione, che la contraddistingueva, agì di testa sua senza aspettare che io accettassi la sua decisione e se ne andò.
Vostra madre mi odiava, lo potevo vedere nei suoi occhi, ma comunque mi riprese in casa. Lo fece per il bene di Shikaku e del clan. Eravamo diventati due estranei.
Tre mesi dopo tutti questi eventi, il Vortice fu attaccato e l’Uzukage era stata rapita. Io volevo mettermi alla ricerca di Kishiko, ma l’Hokage ordinò a me e ad Orochimaru di perlustrare il villaggio distrutto, della donna che amavo si sarebbe occupato qualcun altro. Poche persone però potevano essere, per così dire, sprecate per cercarla, poiché senza il Vortice, Konoha rischiava di essere attaccata da un momento all’altro.
Aibi si propose, non so perché, posso solo immaginare le sue motivazioni. L’Hokage accettò la sua proposta, ma io tentai di dissuaderla. Lei poteva non amarmi più, ma io l’amavo ancora e non potevo permetterle di mettersi in pericolo. Non fui in grado di convincerla. Così partimmo.
Il Vortice era devastato, non c’era nulla da fare lì. Io e Orochimaru trovammo indizi sulla possibile destinazione di Kishiko e lì seguimmo fino ad una grotta nascosta nei boschi a chilometri di distanza. Lo spettacolo che mi ritrovai davanti fu agghiacciante.
Le due donne che amavo erano distese su due lettini e un uomo, un ninja medico di nome Kenichi, che io e Kishiko avevamo esiliato dal Vortice, stava operando su di loro. Lo attaccai, facendolo allontanare da loro, e chiesi ad Orochimaru di capire cosa stava succedendo.
Il ninja leggendario si mosse in fretta e studiò le donne. Ricordo ancora il suo sguardo freddo tramutarsi in una maschera di rabbia e furore, vidi nei suoi occhi il desiderio di uccidere quell’uomo, ma si trattenne.
“Kishiko sta morendo per qualcosa che lui le ha fatto. Lei però era incinta.” Il mio cuore sobbalzò a quelle parole. “Per impedire che il feto morisse, e rischiare di perdere quei forti poteri suppongo, l’ha trasferito nel corpo di tua moglie.”
Non fui in grado di trattenere il mio odio. Ancora non potevo essere sicuro che si trattasse di mio figlio, ma non m’importava. Io lo volevo morto e mi pentì solo di non averlo ucciso anni prima. Lo eliminai, ma il mio odio non diminuì.
Corsi verso le due donne, mi posi in mezzo a loro con le lacrime agli occhi. Aibi era sveglia e Kishiko respirava a malapena.
“Va da lei. Io sto bene” disse vostra madre. Forse le prime parole prive di rabbia che mi rivolgeva da mesi.
Mi voltai verso Kishiko e presi la sua mano, praticamente fredda tra le mie.
“Mi … mi dispiace …” I suoi occhi si riempirono di lacrime. “Avrei dovuto dirtelo.”
“Quindi è mio?”
Lei gemette e annuì. “Tua” specificò. “Posso sentire che è una femmina.”
La pregai di non lasciarmi, la pregai che stesse con me, ma lei mi accarezzò il volto e mi sorrise.
“Te la caverai.” Poi si rivolse ad Aibi. “So di chiederti tanto, ma …”
“La proteggerò per te” concluse lei.
“Grazie” Tornò a guardarmi. “Avrei voluto conoscere nostra figlia. Avrei voluto vederla diventare intelligente come te, avrei voluto …” Un altro gemito di dolore le impedì di parlare. “Quando sarà pronta dille che l’ho amata più di qualsiasi altra cosa in questo mondo.”
Mi rivolsi a Orochimaru, lo pregai di far qualcosa, ma non c’era più niente da fare.
“Smettila! Ora guardami, ti prego.” Mi ordinò Kishiko come sempre. “Ti amo.”
“Anche io ti amo.”
“L’ho sempre saputo” rispose lei sorridendomi. In un ultimo scatto di vitalità si mise a sedere e mi baciò. Morì tra le mie braccia lasciandomi nella più totale disperazione.
Orochimaru da quel momento in poi ci fu di grande aiuto, impedì che i poteri di Shiori uccidessero Aibi, che non era in grado di contenere quella forza. Gli dobbiamo molto, ricordatevelo ragazzi.
Non sono stato un uomo onesto, ma credo di essere stato un buon padre. Vi amo entrambi e ho cercato di proteggervi da tutte le cose malvagie che ci circondano per quanto mi è stato possibile.
Shiori, bambina mia, so che tutto questo ti sconvolgerà, ma sappi che Kishiko ti amava, e la sua morte non è stata colpa tua. Sei stata una benedizione per tutti noi, hai reso la nostra vita più bella e colorata. I poteri che hai ti fanno soffrire, ma sono parte di te e presto saprai controllarli. Sei amata, questo lo sai e io e tua madre non potremo essere più fieri di te. Sono sicuro che anche la tua madre biologica lo sarebbe stata.
Vi prego perdonatemi.
Papà
 
Figli miei, ho appena finito di leggere le parole di vostro padre e volevo aggiungere qualcosa di mio. Rivolgendomi soprattutto a te, Shiori. Per prima cosa, chiedo ad entrambi di non prendervela con lui, quello è compito mio e ho deciso di perdonarlo anni fa. Presto scoprirete che l’amore è strano, a me ha permesso di perdonare una cosa che non pensavo di essere in grado di perdonare. Vostro padre ha fatto un errore e ha pagato lo scotto più duro per questo. Si biasima abbastanza da solo, non fatelo anche voi.
E ora passiamo alla mia storia. I mesi della gravidanza furono duri, Orochimaru mi aveva iniettato qualcosa che bloccasse i poteri di Shiori, immagino li abbia riattivati dopo la tua nascita. Fu difficile per me sapere di portare dentro di me il figlio dell’amore tra mio marito e un’altra donna. Una donna che stimavo e consideravo molto più forte e affascinante di me, per giunta.
L’andai a cercare per amore di vostro padre ovviamente, non gli avrei mai permesso di perdere il suo amore come io avevo perso lui. È un dolore che non avrei mai augurato a nessuno, figurarsi al padre di mio figlio, per il quale al momento provavo solo rabbia ma, maledetta me, non ho mai smesso di amare.
Portarti in grembo, Shiori, fu però il contrario di ciò che mi sarei aspettata. Pensavo che avrei odiato ogni singolo momento, invece il mio primo istinto è stato quello di proteggerti. Le mie insicurezze non derivavano dall’odio che provavo per il frutto di quell’amore che mi aveva fatto soffrire, ma dalla paura che non sarei stata una madre adatta per te come lei lo sarebbe stata. Quando sarai madre capirai, bambina mia.
Io e vostro padre non eravamo nei migliori dei rapporti, ma lui mi accudiva e mi aiutava. Io lo lasciavo fare, ma devo ammettere, che dubitavo che il suo interesse fosse nei miei confronti, ma solo per la bambina. La cosa era comprensibile e razionalmente mi stava bene, ma acuiva la mia rabbia e il mio dolore.
Poi, nascesti. La felicità che provai quando ti strinsi tra le mie braccia è indescrivibile. Credo che tu mi abbia persino sorriso, ma forse l’ho solo immaginato. Io che credevo di non poter più provare la gioia di dare alla luce un figlio, avevo dato vita ad una bambina così bella.
Tuo padre era al settimo cielo, quella notte sparì per un po’, credo che volesse starsene un po’ solo con Kishiko. Poi, i poteri di Shiori si rivelarono e io caddi nella disperazione perché non ero capace di proteggerla. Vostro padre mi aiutò, ci aiutammo come due membri di un team, rinsaldando forse quel legame che avevamo perso.
Io però temevo di rinstaurare quel legame, avevo paura di soffrire di nuovo, e l’odio che avevo provato mesi prima non era ancora del tutto scomparso.
[…]
Quello che voglio che tu sappia, Shiori, che entrambi sappiate, è che io vi ho amato, e che siete entrambi i miei figli. So, Shiori, che questa notizia ti sconvolgerà, so che rimarrà sempre in te il desiderio di aver conosciuto la tua vera madre, ma sei forte e supererai tutto questo. Lo so, ti ho cresciuta. Tutto questo non è mai stato colpa tua, ma delle scelte di noi adulti, tu sei solo un dono meraviglioso, amore mio.
Con amore,
Mamma.
 
Shiori chiuse il diario tremante, dentro di lei provava sentimenti contrastanti. Suo fratello le stringeva le mani tra le sue e le inviava tutto il suo amore per lei. Sentì le lacrime scenderle lungo le guance, ma dentro di lei c’era un enorme confusione.
“Cosa c’è nelle pagine strappate?” chiese, non riusciva a concentrarsi sui suoi pensieri e sentimenti faceva troppo male.
“La storia della nascita di Kakashi. Tu e la mamma vi siete trasferite a casa Hatake per un po’, ho voluto che la tenesse lui.”
Shiori annuì, chissà se mai avrebbe letto quelle pagine.
“Perché non me l’hai mai detto?” Shikaku abbassò la testa e non rispose. “Shikaku, cazzo! Parliamo di mia madre!” Si allontanò da lui.
“Sono stato un egoista lo so.” Sospirò. “Ma quello che avevamo con mamma e papà, io non volevo che soffrissi, non volevo perderti.”
Shiori guardò il fratello negli occhi. “Perdermi? Shikaku, tu sei sempre mio fratello. Io …” Si passò una mano tra i capelli. “Ho troppe cose per la testa per affrontare questa discussione!”
“Shiori …” Shikaku cercò di bloccare la donna che si stava dirigendo fuori dal campo.
“Ho bisogno di un momento da sola.”
Scalò le rocce e si sedette sulla cima, stringendosi le ginocchia al petto. Quello che aveva appena scoperto era troppo per chiunque. La donna che aveva creduto essere sua madre, in realtà non lo era. Kishiko Uzumaki, la donna da cui credeva aver ereditato solo i poteri, era la sua vera madre. Orochimaru stava dietro alla sua morte, di questo ne era certa.
Avrebbe tanto voluto conoscerla. Poteva quasi sentire dalle pagine che aveva letto, l’amore che suo padre aveva provato per lei. Era felice di essere il frutto dell’amore tra due persone e non di un omicidio, ma allo stesso tempo era frutto di un dolore. Aibi, la donna che l’aveva cresciuta e amata, aveva sofferto, suo padre aveva sofferto, Kishiko aveva sofferto. Ed ora tutti e tre erano morti.
Scoppiò in un pianto, singhiozzava, quasi le mancava il respiro. Ad un tratto sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
“Perché ha mandato te?” chiese, tra un singhiozzo e l’atro, senza alzare la testa dalle proprie ginocchia.
“Perché è il mio turno di guardia, perché teme che ora tu lo odi e perché, nonostante tutto, sono ancora il tuo migliore amico” rispose Tenzo petulante.
“Io non lo odio.”
“Io lo so. È lui che ha paura.”
“Tu sapevi?”
“Me l’hanno raccontato quando sei sparita dai radar. Avrei voluto dirtelo, ma non stava a me, lo capisci?” le accarezzò dolcemente la schiena.
Lei annuì. “Io … io … non so come interpretare tutto questo. Non so come affrontarlo.” Alzò lo sguardo verso l’amico. “Non so chi sono, Ten!” si lanciò tra le sue braccia e lui la strinse dandole leggeri colpetti sulla schiena.
“Si, che lo sai. Ora sei solo confusa. Sei sempre stata brava con le emozioni degli altri, ma non con le tue.”
“Ho creduto che loro l’avessero uccisa per avermi. Ho dubitato di loro.”
“Ehi! Non potevi sapere!”
Si staccò dall’amico. “Kishiko è morta perché era incinta di me.”
“Non puoi saperlo.”
“Io lo so.”
“Cazzo, Shiori! Tu non puoi sapere tutto! E se anche l’avesse fatto? Cosa avresti fatto tu al posto suo?”
La kunoichi chiuse gli occhi. “Io avrei agito esattamente come lei. Ogni singola mossa.” In fondo, era così che aveva fatto per proteggere i suoi figli.
Il castano le accarezzò il volto. “A cosa stai pensando?”
“Niente.”
“Shiori!”
“Lo ucciderò, Tenzo. Voglio vederlo soffrire. So che è colpa sua se Kishiko … se mia madre è morta.”
“Non puoi farti trasportare dal desiderio di vendetta. Ti farai uccidere.”
“No, io voglio tornare a casa, Ten. Basta con tutto questo. Mia madre è morta perché era troppo orgogliosa e non voleva ammettere che aveva bisogno di mio padre. Io … la finirò una volta per tutte e tornerò a casa.”
“Avrai bisogno di aiuto.”
“No, ho un modo per entrare. C’è gente che mi deve dei favori.”
“Shiori … Ti stai comportando esattamente come lei.”
“Lo so, ma devo fare questo da sola. Ti prego. Lasciamelo fare. Non dire niente a nessuno. Posso farcela.”
“Lui ti aiuterà?” chiese Tenzo riferendosi all’uomo di cui gli aveva parlato Kakashi.
“Si, lo farà.” Ammise lei.
Lui l’abbracciò. “Dobbiamo tornare giù. Fra un po’ sarà l’alba e dovremmo preparare un piano d’attacco.”
“No, stiamo qui. Godiamoci l’alba.” Disse mettendo la testa sulle spalle dell’amico. “E per distrarmi un po’, perché non mi racconti della tua storia d’amore.”
“Io non ho nessuna …” Shiori non aveva bisogno di vederlo per sapere che stava arrossendo. “Sei una strega, lo sai?”
Lei sorrise. “Allora?”
“Si tratta di Shizune. È … è una cosa seria.”
“Si, lo sento questo.”
“È cominciata molto lentamente, sai che non sono bravo in queste cose.” Lei ridacchiò. “Ci vedevamo spesso per lavoro, poi abbiamo cominciato a trattenerci per pranzo, abbiamo fatto amicizia insomma. Poi, due mesi fa le ho chiesto …” La kunoichi sentì l’imbarazzo dentro il compagno. “Le ho chiesto se cenasse.”
Shiori scoppiò a ridere.
“Che c’è? Sono andato in panico. Volevo invitarla a cena, ma …” lei non smetteva di ridere e sentì l’amico accanto a lei rilassarsi. La Nara sapeva benissimo che lui gliel’aveva raccontato proprio con quell’intento. “Alla fine mi sono spiegato e lei ha accettato. Da allora, insomma stiamo insieme, ma … Ancora ha paura degli uomini credo. Quello che le è stato fatto da bambina … se non fosse stato per Tsunade-sama credo che non l’avrebbe mai superata.”
“Per fortuna ha trovato l’uomo migliore che io conosca.” Affermò Shiori, poi gli posò un bacio sulla guancia. “Dalle tempo e vedrai che smetterà di aver paura. Tu sei la persona più dolce e degna di fiducia che io conosca.”  Lui sospirò, la kunichi sentì che c’era un po’ di fastidio dentro di lui. “Se io non ti racconto tutto è solo per proteggerti. Sappi che sei sempre la prima persona da cui vorrei correre quando ho bisogno di parlare con qualcuno. Non Kakashi, non Shikaku, tu, perché non hai mai avuto paura di dirmi tutto quello che ti passava per la testa senza censure.”
“Stai cercando di ammorbidirmi?”
“Sto cercando di dirti che mi dispiace e che ti voglio bene.”
Il sole cominciò a spuntare all’orizzonte. “Anche io ti voglio bene, stupida.” Rispose lui, appoggiando la testa sulla sua.
 
Quando il mattino colse il campo, i due amici scesero di sotto. Shikaku era davanti una mappa e si tormentava il pizzetto, suo figlio accanto a lui aveva le punte delle dita unite sotto il mento. Quando i due shinobi arrivarono all’accampamento tutti alzarono la testa.
Lo sguardo del capoclan Nara incrociò quello della sorella. Lei gli inviò i suoi sentimenti. Gli voleva bene, stava cercando di dirgli, era confusa per tutta la storia, ma avrebbe imparato ad accettarla, sapeva di essere stata amata dai suoi genitori, tutti quanti, e questo era quello che contava. Gli nascose solo il desiderio di vendetta verso l’uomo che aveva ucciso la propria madre.
Shikaku si allontanò dalla mappa e corse incontro alla sorella, stringendola a sé.
“Tu mi hai odiato?” le chiese lei.
Lui scosse la testa. “No, mai. Nemmeno un secondo. Ho odiato papà, per quello che ci aveva fatto, ma tu …” Le posò un bacio sul capo. “Tu sei sempre stata il nostro miracolo. Se potessi impedire a papà di tradire la mamma non lo farei.” Le alzò il volto, cosicché potesse guardarla negli occhi. “Shiori, non potrei immaginare cosa sarebbe stata la mia vita se tu non fossi stata qui.”
Le lacrime ricominciarono a scendere dagli occhi della donna. “Al momento è l’unica cosa che conta per me. Non avrei mai sopportato che tu mi avessi odiato anche se per un solo secondo.” Spiegò tornando ad abbracciare il fratello.
Quando i due si furono separati e si furono asciugati le lacrime, si diressero verso la mappa.
“Zia …” cominciò Shikamaru.
Lei gli pose un bacio sulla guancia. “Va tutto bene.” Lui annuì. “Ora mettiamoci al lavoro. Abbiamo un’organizzazione criminale da distruggere.”
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Salve a tutti voi coraggiosi che ancora continuate a seguire questa storia, che forse comincia a risultare infinita. Vi ringrazio con tutto il cuore. Ho ancora un po’ di cose da raccontare, e spero che abbiate la forza e la voglia di tenere duro ancora un po’.
Questo capitolo ritarda un po’ l’azione e lascia un po’ da parte quello che è successo a Kakashi & co. ma presto torneremo da loro. La matassa si sta piano piano dipanando come potete vedere.
Mi scuso per la poca “scentificità” dell’asporto di feto, ma in fondo questo è il mondo di Naruto, può succedere di tutto ;)
Per quanto riguarda la storia di Shikanari, Aibi e Kishiko, be’ è tanto da digerire. Avevo anche cominciato a scrivere un prequel su tutto ciò (di una decina di capitoli, non sono sicura, quando inizio a scrivere perdo il dono della sintesi, ahahah), che sarebbe dovuto essere pubblicato di pari passo con questo capitolo, gli impegni e questa storia mi hanno impedito di superare la scrittura del secondo capitolo. Ma chissà forse in un futuro …
Ora dopo questa divagazione, vi lascio.
Un abbraccio a tutti!
A presto :)
  
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