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Autore: Phenix893    31/05/2016    1 recensioni
L'ispirazione è tornata e spero che la shot vi piaccia :-)
...Quanto avrei voluto sapere cosa nascondessero e quanto avrei voluto sapere com’era il sapore di quelle labbra...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente ero sdraiata sul mio letto dopo una lunga giornata di riprese che sembravano interminabili, un po’ la stanchezza dovuta dal lavoro, un po’ questo maltempo che sembra perseguitarci e poi ci sono questi strani sogni che la notte mi tormentano. Questa voce nell’ombra che mi chiama così dolce, tranquilla che rassicura i miei timori di qualche incubo. Non arrivo mai a percorrere quella distanza tale da scoprire chi si nasconde dietro quel velo nero, ma è una donna, una voce femminile che m’attira a se incondizionatamente. “Il tuo posto è al mio fianco raggiungimi” curiosa ma allo stesso tempo quasi intimorita da questo mio desiderio di avvicinarmi a colei che mi chiama a se.
 

Fuori nei corridoi si sentono distintamente le voci di Colin e Sean che si stanno organizzando per uscire a cena, ma questa sera penso che non sarò dei loro anzi, scenderò nella hall ad ordinare la cena così da restare tranquilla tra queste quattro mura.
 

Passarono forse una ventina di minuti prima che il mio corpo prese possesso delle azioni e mi avviai verso la vasca un bel bagno caldo avrebbe alleviato un po’ di stanchezza. Un dolce profumo di vaniglia veniva emanato da quell’acqua così calma e calda. Appoggiai la schiena, solo un leggero brivido per il contatto con il marmo, poi il mio corpo si abituò e si lasciò persuadere da quel momento di assoluta tranquillità e relax. Sarei potuta rimanere immersa per ore, ma il mio stomaco mi chiamava all’appello, mi asciugai con l’accappatoio mentre sceglievo qualcosa di comodo e non troppo elegante per una cena alla single. Un paio di jeans con una felpa, direi il massimo.
 

Solo qualche suono di televisione echeggiava tra quei corridoi, per il resto erano completamente deserti, lo scampanellio dell’ascensore mi fece distogliere lo sguardo dalla direzione da cui ero venuta. Schiacciai il pulsante T e le porte si chiusero, cosi che l’elevatore riprese la sua corse fino a terra. Percorsi con molta tranquillità l’entrata ed il gestore mi fece un cenno di saluto da dietro il bancone. Un leggero profumino stava riempiendo i miei polmoni, sicuramente ci sarebbero state le lasagne, il resto restava un mistero.
 

Mi accomodai al tavolo mentre il cameriere si avvicinava a me con un leggero sorriso sul volto così da illustrarmi il menù della sera. Dopo aver ordinato mi avvicinai al tavolo degli antipasti spiando qua e la se c’era qualcosa di allettante da stuzzicare.
 

“Noto che non sono l’unica stasera ad aver preferito la tranquillità” disse una voce alle mie spalle.

“E’ stata davvero una lunga giornata ed uscire da qui era l’ultimo dei miei pensieri. Fammi compagnia dai” risposi.

“Molto volentieri”
 

La sua presenza in un certo senso mi tranquillizzava, mi rilassava, mi faceva sentire serena.
 

“Che ne dici di prenderci una bottiglia di vino? Non abbiamo molta strada da fare nel caso alzassimo un po’ il gomito” mi disse sorridendo

“Perché no! Ottima idea”
 

Cosi ci sedemmo in un tavolo non troppo centrale della sala, appartato, così da poter stare tranquille a fare due chiacchiere. Piano piano i bicchieri andavano a riempirsi e la bottiglia a prosciugarsi, i silenzi che potevano esserci nella mia solitudine venivano riempiti da frasi, risa e sguardi… Si sguardi perché anche quelli con lei parlavano. Il primo piatto veniva portato nuovamente in cucina ed un'altra bottiglia di vino veniva posata sul tavolo. Arrivò così sia il secondo che il dolce. Decidemmo poi di spostarci al piano bar un ultimo tocco alcolico poi la giornata poteva concludersi per entrambe.
 

Era così strano perdersi in quei discorsi, in quelle storie assurde ed in quegli occhi. Quanto avrei voluto sapere cosa nascondessero e quanto avrei voluto sapere com’era il sapore di quelle labbra, l’alcool iniziava a darmi davvero alla testa perché mai i miei pensieri verso di lei avevano preso quella piega, eppure avevo quella voglia assurda di saperlo. Nel gesticolare la sua mano colpì il bicchiere ed entrambe ci ritrovammo ad afferrare alcuni tovagliolini posti davanti a noi. Quel tocco, quella pelle, fu la bomba che scoppiò in me, i nostri sguardi si incastrarono come non mai, nemmeno quelli scambiati nelle riprese potevano andarci minimamente vicini.
 

“Io credo sia il momento di andare” commentò lei senza distogliere i suoi occhi dai miei.

“Si, lo credo anche io” risposi quasi ipnotizzata da quel momento
 

Din… L’ascensore si aprì dinnanzi a noi e nemmeno il tempo che le porte si chiudessero era li contro di me, non avevo alcuna intenzione di spostarmi, finalmente potevo sanare quel desiderio, assaporare ogni singolo bacio, era dolce, tenero, voglioso e vivo. Magari ogni bacio fosse così, magari potessi provare queste emozioni ogni volta.
 

“Mi dispiace… Io… Non volevo” l’ascensore si aprì e lei scese velocemente, lasciandomi da sola con mille dubbi e timori.
 

Entrai in camera e la prima cosa che feci fu quella di prendere il mano il cellulare e scriverle, non volevo pensasse di aver rovinato qualcosa, non volevo pensasse che quello che era successo in quei due metri quadrati fosse qualcosa di sbagliato.
 

-NON E’ SUCCESSO NULLA DI GRAVE. E SE C’E’ UN MOTIVO PER IL QUALE NON MI SONO SPOSTATA PENSO SIA OVVIO. NON PRENDERTELA-
 

Aspettai qualche minuto poi decisi di andare a cambiarmi per la notte, forse non avrebbe mai risposto a quel messaggio. L’avrei rivista il giorno successivo nella speranza che nulla fosse cambiato tra di noi. Spensi poi la luce e la stanza s’illuminò di un bagliore diverso che di una lampadina. Un messaggio.
 

-IL TUO POSTO E’ AL MIO FIANCO… RAGGIUNGIMI!”
 

Quelle parole, quel sogno, non poteva che esserci un nesso fra le due cose, dovevo correre da lei, essere al suo fianco. Non persi nemmeno tempo a cambiarmi, mi presentai davanti a quella stanza senza nemmeno pensare ai miei capelli, i miei vestiti. Con un leggero scoccare la parta si aprì e nuovamente quelle labbra mi accolsero, mi fecero provare quelle emozioni, mi facevano loro. I vestiti pian piano iniziarono ad occupare il pavimento, mentre i nostri corpi stretti in un abbraccio si adagiavano sul quel letto che mai avrei pensato di invadere. La sua pelle, il suo odore erano un richiamo ad ogni mio istinti represso, una voglia insanabile, facemmo l’amore per ore ed ore, nemmeno il tempo avrebbe potuto rovinare un momento così magico. Non importava se i suoi morsi avrebbero lasciato il segno o se sui nostri corpi il mattino avrebbe lasciato quel fantastico profumo di noi. No, non m’importava. I nostri corpi erano come creta che si plasmava ad ogni tocco, nudi, in balia di voglie e desideri che solo nella mente fino a quel momento potevano esistere.
 

Le mie mani in lei e le sue in me, non poteva esistere nulla di più meraviglioso al mondo che noi. I nostri respiri così pieni, le nostre lingue così predatrici, le nostre mani così curiose, i nostri sensi che si liberavano di quella voglia e noi… Semplicemente noi. In quella notte, solo allora capii quello che certe persone sostengono, quell’intesa che c’è tra noi, quel modo di vederci insieme… in quella notte SWANQUEEN e MORRILLA erano diventate una cosa sola.

   
 
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