Altro capitolo breve, come
il prossimo e poi basta, saranno tutti belli lunghi e corposi gli altri
Era uscito da Sottomondo, o il Paese
delle Meraviglie, perché urgeva il suo aiuto nel Mondo di
qui, ma ora si sentiva perso, Londinium era completamente triplicata
dal suo ultimo viaggio e le vie perdevano lentamente la loro
familiarità; solo la pioggia e
l’umidità sembravano dargli la certezza che quella
fosse ancora la Londinium di tanto tempo fa.
La sua Alice era stata chiara:
“Cappellaio, mio fedele amico, c’è una
persona del Mondo di qui che abbisogna urgentemente del nostro aiuto,
perché un suo amico si è perso.”
Cosi lesto come poteva, cilindro
d’ordinanza, si era presentato al varco e aveva poi raggiunto
il Mondo di qui.
Chi doveva cercare era Wendy Moira
Angela Darling, che si trova in prigione per l’omicidio del
capitano della Horfes, Jim Hawkins.
Solo che, per tutti i tessuti
sfavillanti, quella maledetta prigione non era più al suo
posto, era stata demolita e spostata in un’altra zona: Fleet
Street.
Ora, preso Oakenshield Allen e
sbucati in Pequod Place, sede dell’accademia della marina, il
Cappellaio aveva dato di matto, perché non sapeva
più dove andare dato che Impasse street era stata chiusa e
c’era una biforcazione: Hyde Road e Seek Street, ma dove
andare?
Fu costretto a chiedere e un
londinese, con la faccia di ratto, che gli indicò la via da
prendere, che era Snare Avenue.
E cosi, cercando di confondersi, alla
meglio e peggio, con i londinesi (fatica sprecata, perché
per questi è l’ordinario a essere straordinario)
si lanciò verso Snare Avenue, ciondolando allegramente il
bastone, con il cappello calato a tre quarti.
Giunto alla fine della strada,
incappò in un monello che gli disse che Ichabod Crane lo
attendeva al solito posto e che il guaio del Cappellaio era risolto,
dato che Wendy era libera.
Contento come una pasqua, quasi come
nel giorno Gioiglorioso, si avviò quindi verso la vecchia
fabbrica abbandonata Winka Wonky, un cioccolataio finito al gabbio per,
accuse non affatto speciose, di pedofilia.
Ma una volta arrivato lì,
di Crane non c’era traccia, c’era invero traccia di
un altro uomo: ossuto, dai capelli, di un colore cinereo, scarmigliati
e con un pallore mortale che gli aleggiava nel volto, ma non negli
occhi, carichi di un livore che prometteva morte.
“Mr Sweeney
Todd.” Disse con affettazione il cappellaio:”
Credevo di averla esiliata durante il giorno Esiliante. Che ci fa qui,
una schifobrancicosa cosa come lei?”
“è colpa del
guaio, che l’amica della tua amica ha combinato”
Disse sorridendo malvagiamente:” Ora tutti noi siamo liberi e
tutti i mondi sono vicini al collasso.”
“Acciderbolina, questo
è un guaio.” E si lanciò verso
l’uscita, alla ricerca del varco per tornare a Sottomondo e
avvertire Alice e gli altri, che la situazione era più
pericolosa di quanto pensasse.
Ma mentre era alla porta, un lampo
argento gli passo a pochi centimetri dal volto e lo fece voltare verso
il barbiere, che era ritto in piedi, con le mani sui suoi fedelissimi
amici.
“Rasoi contro stocco,
allora.” Gridò giubilante il Cappellaio.
E rapido si scagliò contro
il suo avversario, ma questi si rivelò più lesto
e lo feri ad un braccio.
“Sciocco Altocilindro,
mentre tu teavi (come dici tu-teare=darsi al tè) e giocavi,
io mi allenavo.” Ribatte divertito Todd:” Ora, qui,
regoleremo il nostro conto.”
Nonostante la situazione non fosse
certo facile, il Cappellaio, matto come un cavallo, rideva divertito,
sarebbe stata una giornata memorabile.
Quindi di nuovo si
rilanciò contro l’avversario, il quale pensando di
poter colpire di nuovo di rapina, rimase invece a sua volta ferito.
“Notevole.”
Mugugnò e poi fece roteare i suoi rasoi.
Nonostante la differenza
d’arma, i due contendenti combattevano ad armi pari, alla
maggior portata dello stocco del cappellaio, il barbiere rispondeva con
una velocita di schivata notevole e alla sua velocità, il
cappellaio rispondeva con una difesa quasi impenetrabile.
La vecchia fabbrica di cioccolata
risuonava ed echeggiava tutta del clangore delle lame e delle risa
follemente divertite del Cappellaio.
Ogni colpo, ogni stoccata era
schivata e ogni schivata diventava una finta o una parata, da cui
sbocciava un nuovo attacco.
Purtroppo la superiorità
tecnica di Todd non poteva reggere a lungo contro la
superiorità dell’arma del Cappellaio e infatti,
perse prima l’uno e poi l’altro rasoio.
A quel punto il Cappellaio
rinfoderò il suo stocco e disse:” Se permetti, ora
me ne andrei. Cioè, non ti offendere, mi sono divertito, ma
vedi, tu sei il problema e io devo avvisare Sottomondo della tua
esistenza.”
Poi fece per andarsene, ma si
rigirò, estrasse lo stocco e trapasso Toad alla gamba.
“Giusto per
sicurezza.” Disse sorridendo con garbo.
Ma quando fu alla porta, si
trovò di fronte ad un’ombra, che, sgarbatamente,
gli sparò a bruciapelo.
“Capitan Jack Sparrow, comprendi?” Disse