Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    01/06/2016    2 recensioni
La storia vuole essere una possibile prosecuzione della serie classica del ’78 e vi sono precisi riferimenti e citazioni da specifici episodi di quest'ultima:
Miime calò lentamente l’ultima carta sul bel tavolo di mogano che faceva parte dell’arredamento della stanza del capitano: asso di picche!
-Brutto segno, commentò a bassa voce, ma senza scomporsi minimamente finì il calice ricolmo di vino e rapidamente se ne versò dell’altro.
Harlock se ne stava sdraiato sul grande letto che dominava all’interno della sua cabina, le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo perso, immerso nei pensieri che si rincorrevano e si smarrivano lontano nel tempo e nei ricordi...
Erano ormai trascorsi tre anni da quando lui e Miime a bordo dell’Arcadia avevano intrapreso il loro viaggio senza meta per le vie dell’universo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Nuovo personaggio, Raflesia
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                          9. La notte è piccola
La regina continuò a conversare amabilmente con la giovane entreneuse mentre si dirigevano verso gli ascensori.  Durante la salita Harlock incrociò lo sguardo di alcuni uomini presenti nella grande cabina che lo fissavano tradendo una profonda invidia. Non era certo da tutti poter usufruire della compagnia di due così belle donne contemporaneamente…
Arrivati all’ingresso della loro suite il capitano aprì la porta con il chip in dotazione e i tre entrarono velocemente. Una volta dentro Raflesia disattivò il dispositivo di proiezione per poter riapparire alle sue reali fattezze. Alla vista della regina la giovane sbiancò in volto e si prostrò subito di fronte a lei: -Mia regina e mia sovrana, è un onore per me poter conferire con vostra altezza! Chiedo umilmente scusa per essermi rivolta a voi prima con tanta libertà e sfacciataggine. Come posso io, umile servitrice, esservi d’aiuto? La ragazza era chiaramente una mazoniana doc e della vecchia scuola… La regina la fece rialzare prendendola per mano, cosa che stupì alquanto la giovane agente.  D’ora in poi chiamami solo Raflesia, ma dimmi piuttosto il tuo nome e il tuo compito. -Mi chiamo Amalia e sono l’agente n°4539 dei servizi segreti speciali dell’onnipotente Mazone! Il mio compito è quello di investigare e raccogliere elementi ed informazioni atte a preservare la sicurezza della Regina e del Regno! La regina sorrise, evidentemente la giovane non si era ancora abituata ai grandi cambiamenti che vi erano stati nel loro regno e probabilmente i suoi contatti l’avevano tenuta all’oscuro di molte cose per poter continuare a servirsene. Io e te credo che dovremo fare una lunga chiacchierata. Poi ci darai le informazioni che avevi in serbo per noi.
Harlock lasciò che la regina conferisse con la sua fedele suddita nel salottino e approfittò di quel momento per contattare l’Arcadia su di un canale criptato con il ricetrasmettitore che teneva in camera. Aggiornò Galia sugli ultimi avvenimenti e si assicurò che nel porto franco tutto fosse tranquillo. Quando tornò dalle due, notò come Amalia fosse lievemente stranita, evidentemente le notizie ricevute dovevano averla un po’ turbata. Appena vide il capitano esclamò: allora sei tu Harlock, il più grande nemico di Mazone, il terrestre che ci ha sconfitto! –Lui non’è più nostro nemico, le disse Raflesia, anzi ci sta aiutando a scoprire chi vuole uccidermi ed impadronirsi del potere. Puoi dire anche a lui quello che mi hai appena detto.  Amalia ebbe un attimo di esitazione dopodichè cominciò: -Circa sei mesi fa sono stata contattata dal mio superiore. Gli ordini erano di tenere d’occhio alcuni avventori dell’albergo, clienti abituali, che si sospettava avessero a che fare con un complotto non meglio precisato. Le notizie che ci erano pervenute erano molto vaghe. In realtà anche le semplici informazioni riguardo il nuovo assetto di Mazone sono sempre state piuttosto carenti. Questo è un posto dove è raro vedere gente del nostro popolo e averne notizie di prima mano...comunque delle persone segnalate solo una è risultata effettivamente coinvolta. Si tratta di un ricco commerciante salariano di nome Nadir che fa abitualmente la spola con le città più importanti dei nuovi insediamenti mazoniani ed ha contatti diretti con dignitari e membri del consiglio.
Viene quì ogni mese perchè ha un debole per una mia…collega. Questo lavoro è un ottima copertura per un agente nonchè un modo ideale per recuperare informazioni. In certe situazioni gli uomini diventano molto loquaci...Ebbene ho avuto una sola volta modo di frugare tra le sue cose una sera che se la stava spassando in un locale con la mia amica. Ho scoperto sul suo computer fotonico una serie di dati in cui si faceva riferimento ad un complotto per rovesciare la regina. Non ebbi modo però di fare una copia di quei dati e neppure di finire di esaminarli, sicuramente vi sono registrati nomi e riferimenti precisi. –Dobbiamo impossessarci di quel computer! disse Raflesia eccitata. –Appunto per questo vi ho fatto venire qui oggi. La persona in questione arriverà domattina e ripartirà il giorno dopo. Io non posso espormi direttamente, rischierei di bruciare la mia copertura, ma voi avrete campo libero per sottrargli quel computer che si porta sempre dietro. Farò in modo che la mia amica lo tenga opportunamente occupato... al resto dovrete pensare voi.
Inoltre domani l’albergo organizza una grande giornata di festa in costume, e sarà più facile muoversi in mezzo alla confusione e a tutta quella gente mascherata. 
Rimasero ancora un ora a discutere i dettagli del piano per l’indomani, dopodiché si salutarono con la giovane. Per non destare sospetti, all’uscita dalla porta la fanciulla baciò sensualmente prima la regina e poi Harlock: -Buonanotte cari, è stata una piacevolissima serata! Disse allontanandosi.
 -Certo che ha l’aria di una che ci sa fare…commentò il capitano, pulendosi le tracce di rossetto aromatizzato che segnavano le sue labbra. –Certo che ci sa fare! Rispose Raflesia, -Primo perché è una mazoniana, secondo perché è un agente bene addestrata…-Quindi vorresti dirmi che voi siete più brave in “certe” cose di tutte le altre donne, riprese lui con tono canzonatorio –Naturalmente! Ti ricordo che la nostra società è matriarcale e che per noi i maschi sono delle vere e proprie prede. – Non m’interessa diventare l’oggetto di conquista di una femmina, men che meno di una mazoniana, ribatté il capitano. –E invece dovresti sperimentarlo personalmente… aggiunse lei con un sorrisetto.
-E cosa dovrei sperimentare, sentiamo? Magari qualche giochino sadomaso di quelli che facevate nei bordelli di Drellius eh...? Riprese lui stizzito, -Ma tu che ne sai di che “giochini” facevamo noi? Sicuramente meno noiosi dei tuoi, bacchettone come sembri devi essere una noia mortale quando sei con una donna...gli rispose lei sempre più divertita.
–Bene, pensò Harlock sconsolato,-Si sta preparando proprio una bella notte!
Invece i peggiori presentimenti del capitano andarono smentiti. Tanta era la tensione e la stanchezza accumulati in quel giorno che appena sotto le coperte entrambi caddero subito in un sonno profondo. Fu il capitano a destarsi per primo nel cuore della notte. Raflesia era di nuovo in preda agli incubi ma stavolta la cosa pareva più grave del solito. I lamenti erano diventati quasi grida, grida disperate: -No, no! Vi prego! Perdono!  Le sentì pronunciare, poi altre frasi incomprensibili. La regina si agitava sempre più, pareva quasi fosse preda di una crisi epilettica tanto che Harlock cominciò a preoccuparsi. Le si avvicinò coprendo l’ampia distanza che li separava in quell’enorme letto. Nel frattempo lei si stava dimenando sempre più: -Aiuto! Perdono! Harlock! Harlock! Aveva cominciato ad agitare anche le braccia e il capitano fece in tempo ad afferrargliele bloccandola: - Svegliati Raflesia! E’ solo un incubo! Le disse. -Oh Harlock! ...aiutami! Continuava a ripetere lei ancora immersa nel sonno. Lui tentò di scuoterla lievemente, abbracciandola. In quel momento lei socchiuse gli occhi e smise di lamentarsi. Passò un istante di silenzio che parve un eternità. I loro volti erano vicinissimi e quasi si toccavano e Harlock poteva avvertire il caldo respiro della donna ancora affannoso. Poi lievemente, impercettibilmente ma inesorabilmente scivolarono l’uno verso l’altro e le loro labbra si unirono in un bacio tenerissimo. 
Si riaddormentarono così, stretti dolcemente senza che fosse successo nulla di più di quell’abbraccio.
La mattina al risveglio Harlock si ritrovò solo nel letto: -Ecco, lo sapevo! E’ successo il disastro, iniziò a disperarsi, - Che m’avrà detto mai il cervello questa notte! Sarà sicuramente scappata via…  
Si vestì rapidamente e si precipitò fuori della stanza, quando si accorse che lei era ancora là. Era semplicemente uscita in terrazzo, appoggiata al davanzale a contemplare il sorgere del sole bianco di quel pianeta, lo sguardo perso a rimirare quella suggestiva aurora. 
-Come stai, le chiese lui preoccupato. –Sto bene Harlock, non ti preoccupare per me...gli rispose lei con voce calma. -Ti chiedo scusa, Raflesia, non avrei mai dovuto...
-E’ successo perchè doveva succedere...così volevano gli dei, o il destino se preferisci, riprese lei. Era destino che alla fine i nostri sogni s’incontrassero nella realtà.
Sai, forse ho finalmente capito una cosa riguardo la nostra vicenda, cioè intendo tua e mia...Harlock per un attimo trasalì: -Tua e mia? –Sì continuò lei: -Lo sai quando è che mi hai veramente sconfitto Harlock? –Beh...al nostro duello, mi pare ovvio...rispose il capitano. –No, ti sbagli, l’hai fatto molto prima. Mi hai sconfitto quella volta che, incurante del rischio che correvate tu e tuoi compagni, vi siete fermati a soccorrere quei civili della tribù di Toga e avete aiutato quella loro donna a partorire. Se ben ricordi tutte le altre astronavi civili contravvenendo ai miei ordini si ammassarono attorno alla tua nave per impedire che fosse colpita. Nonostante ciò, io nella mia folle determinazione a sconfiggerti avevo dato ordine ai miei militari di colpire tutte quelle navi civili, colpevoli di tradimento. Ma i militari, e ringrazio ancora gli dei per questo, non mi obbedirono e tutto rimase fermo e immobile in un silenzio irreale. Silenzio che fu rotto solo dai vagiti di quel neonato. Ebbene quella fu la vera vittoria della vita sulla morte, e fu la mia sconfitta, la sconfitta del male nelle fattezze di una folle regina sanguinaria...da quel momento ormai tutto era perduto, avrei dovuto rendermene conto prima e risparmiare al mio popolo ulteriori sofferenze adoperandomi per un onorevole resa.
 Harlock era rimasto in silenzio ad ascoltarla, e solo alla fine le rispose: -Ascoltami Raflesia, ora come ora non importa più chi ha vinto o ha perso e in quale maniera lo abbia fatto, per me il passato è sepolto, quello che conta veramente è il presente e la nostra capacità di viverlo appieno. L’unica cosa che possiamo fare è guardare sempre avanti cercando, se ci è possibile, di rimediare agli errori che abbiamo fatto. E questo è proprio quello che hai fatto tu, impegnandoti a dare sempre il meglio per il tuo popolo, senza risparmiarti mai un solo istante. In questi anni sei cambiata Raflesia, o meglio sei tornata ad essere la regina saggia e mite di un tempo, quella che Galia amava ed ammirava. Adesso sei una buona regina ed è solo questo quello che conta.
 –Lo pensi davvero, Franklyn? –Sì, rispose lui prendendole le mani.

 

 

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La regina continuò a conversare amabilmente con la giovane entreneuse mentre si dirigevano verso gli ascensori.  Durante la salita Harlock incrociò lo sguardo di alcuni uomini presenti nella grande cabina che lo fissavano tradendo una profonda invidia. Non era certo da tutti poter usufruire della compagnia di due così belle donne contemporaneamente…

Arrivati all’ingresso della loro suite il capitano aprì la porta con il chip in dotazione e i tre entrarono velocemente. Una volta dentro Raflesia disattivò il dispositivo di proiezione per poter riapparire alle sue reali fattezze. Alla vista della regina la giovane sbiancò in volto e si prostrò subito di fronte a lei: -Mia regina e mia sovrana, è un onore per me poter conferire con vostra altezza! Chiedo umilmente scusa per essermi rivolta a voi prima con tanta libertà e sfacciataggine. Come posso io, umile servitrice, esservi d’aiuto? La ragazza era chiaramente una mazoniana doc e della vecchia scuola… La regina la fece rialzare prendendola per mano, cosa che stupì alquanto la giovane agente.  D’ora in poi chiamami solo Raflesia, ma dimmi piuttosto il tuo nome e il tuo compito. -Mi chiamo Amalia e sono l’agente n°4539 dei servizi segreti speciali dell’onnipotente Mazone! Il mio compito è quello di investigare e raccogliere elementi ed informazioni atte a preservare la sicurezza della Regina e del Regno! La regina sorrise, evidentemente la giovane non si era ancora abituata ai grandi cambiamenti che vi erano stati nel loro regno e probabilmente i suoi contatti l’avevano tenuta all’oscuro di molte cose per poter continuare a servirsene. Io e te credo che dovremo fare una lunga chiacchierata. Poi ci darai le informazioni che avevi in serbo per noi.

Harlock lasciò che la regina conferisse con la sua fedele suddita nel salottino e approfittò di quel momento per contattare l’Arcadia su di un canale criptato con il ricetrasmettitore che teneva in camera. Aggiornò Galia sugli ultimi avvenimenti e si assicurò che nel porto franco tutto fosse tranquillo. Quando tornò dalle due, notò come Amalia fosse lievemente stranita, evidentemente le notizie ricevute dovevano averla un po’ turbata. Appena vide il capitano esclamò: allora sei tu Harlock, il più grande nemico di Mazone, il terrestre che ci ha sconfitto! –Lui non’è più nostro nemico, le disse Raflesia, anzi ci sta aiutando a scoprire chi vuole uccidermi ed impadronirsi del potere. Puoi dire anche a lui quello che mi hai appena detto.  Amalia ebbe un attimo di esitazione dopodichè cominciò: -Circa sei mesi fa sono stata contattata dal mio superiore. Gli ordini erano di tenere d’occhio alcuni avventori dell’albergo, clienti abituali, che si sospettava avessero a che fare con un complotto non meglio precisato. Le notizie che ci erano pervenute erano molto vaghe. In realtà anche le semplici informazioni riguardo il nuovo assetto di Mazone sono sempre state piuttosto carenti. Questo è un posto dove è raro vedere gente del nostro popolo e averne notizie di prima mano...comunque delle persone segnalate solo una è risultata effettivamente coinvolta. Si tratta di un ricco commerciante salariano di nome Nadir che fa abitualmente la spola con le città più importanti dei nuovi insediamenti mazoniani ed ha contatti diretti con dignitari e membri del consiglio.

Viene quì ogni mese perchè ha un debole per una mia…collega. Questo lavoro è un ottima copertura per un agente nonchè un modo ideale per recuperare informazioni. In certe situazioni gli uomini diventano molto loquaci...Ebbene ho avuto una sola volta modo di frugare tra le sue cose una sera che se la stava spassando in un locale con la mia amica. Ho scoperto sul suo computer fotonico una serie di dati in cui si faceva riferimento ad un complotto per rovesciare la regina. Non ebbi modo però di fare una copia di quei dati e neppure di finire di esaminarli, sicuramente vi sono registrati nomi e riferimenti precisi. –Dobbiamo impossessarci di quel computer! disse Raflesia eccitata. –Appunto per questo vi ho fatto venire qui oggi. La persona in questione arriverà domattina e ripartirà il giorno dopo. Io non posso espormi direttamente, rischierei di bruciare la mia copertura, ma voi avrete campo libero per sottrargli quel computer che si porta sempre dietro. Farò in modo che la mia amica lo tenga opportunamente occupato... al resto dovrete pensare voi.

Inoltre domani l’albergo organizza una grande giornata di festa in costume, e sarà più facile muoversi in mezzo alla confusione e a tutta quella gente mascherata. 

Rimasero ancora un ora a discutere i dettagli del piano per l’indomani, dopodiché si salutarono con la giovane. Per non destare sospetti, all’uscita dalla porta la fanciulla baciò sensualmente prima la regina e poi Harlock: -Buonanotte cari, è stata una piacevolissima serata! Disse allontanandosi.

 -Certo che ha l’aria di una che ci sa fare…commentò il capitano, pulendosi le tracce di rossetto aromatizzato che segnavano le sue labbra. –Certo che ci sa fare! Rispose Raflesia, -Primo perché è una mazoniana, secondo perché è un agente bene addestrata…-Quindi vorresti dirmi che voi siete più brave in “certe” cose di tutte le altre donne, riprese lui con tono canzonatorio –Naturalmente! Ti ricordo che la nostra società è matriarcale e che per noi i maschi sono delle vere e proprie prede. – Non m’interessa diventare l’oggetto di conquista di una femmina, men che meno di una mazoniana, ribatté il capitano. –E invece dovresti sperimentarlo personalmente… aggiunse lei con un sorrisetto.

-E cosa dovrei sperimentare, sentiamo? Magari qualche giochino sadomaso di quelli che facevate nei bordelli di Drellius eh...? Riprese lui stizzito, -Ma tu che ne sai di che “giochini” facevamo noi? Sicuramente meno noiosi dei tuoi, bacchettone come sembri devi essere una noia mortale quando sei con una donna...gli rispose lei sempre più divertita.

–Bene, pensò Harlock sconsolato,-Si sta preparando proprio una bella notte!

Invece i peggiori presentimenti del capitano andarono smentiti. Tanta era la tensione e la stanchezza accumulati in quel giorno che appena sotto le coperte entrambi caddero subito in un sonno profondo. Fu il capitano a destarsi per primo nel cuore della notte. Raflesia era di nuovo in preda agli incubi ma stavolta la cosa pareva più grave del solito. I lamenti erano diventati quasi grida, grida disperate: -No, no! Vi prego! Perdono!  Le sentì pronunciare, poi altre frasi incomprensibili. La regina si agitava sempre più, pareva quasi fosse preda di una crisi epilettica tanto che Harlock cominciò a preoccuparsi. Le si avvicinò coprendo l’ampia distanza che li separava in quell’enorme letto. Nel frattempo lei si stava dimenando sempre più: -Aiuto! Perdono! Harlock! Harlock! Aveva cominciato ad agitare anche le braccia e il capitano fece in tempo ad afferrargliele bloccandola: - Svegliati Raflesia! E’ solo un incubo! Le disse. -Oh Harlock! ...aiutami! Continuava a ripetere lei ancora immersa nel sonno. Lui tentò di scuoterla lievemente, abbracciandola. In quel momento lei socchiuse gli occhi e smise di lamentarsi. Passò un istante di silenzio che parve un eternità. I loro volti erano vicinissimi e quasi si toccavano e Harlock poteva avvertire il caldo respiro della donna ancora affannoso. Poi lievemente, impercettibilmente ma inesorabilmente scivolarono l’uno verso l’altro e le loro labbra si unirono in un bacio tenerissimo. 

Si riaddormentarono così, stretti dolcemente senza che fosse successo nulla di più di quell’abbraccio.

La mattina al risveglio Harlock si ritrovò solo nel letto: -Ecco, lo sapevo! E’ successo il disastro, iniziò a disperarsi, - Che m’avrà detto mai il cervello questa notte! Sarà sicuramente scappata via…  

Si vestì rapidamente e si precipitò fuori della stanza, quando si accorse che lei era ancora là. Era semplicemente uscita in terrazzo, appoggiata al davanzale a contemplare il sorgere del sole bianco di quel pianeta, lo sguardo perso a rimirare quella suggestiva aurora. 

-Come stai, le chiese lui preoccupato. –Sto bene Harlock, non ti preoccupare per me...gli rispose lei con voce calma. -Ti chiedo scusa, Raflesia, non avrei mai dovuto...

-E’ successo perchè doveva succedere...così volevano gli dei, o il destino se preferisci, riprese lei. Era destino che alla fine i nostri sogni s’incontrassero nella realtà.

Sai, forse ho finalmente capito una cosa riguardo la nostra vicenda, cioè intendo tua e mia...Harlock per un attimo trasalì: -Tua e mia? –Sì continuò lei: -Lo sai quando è che mi hai veramente sconfitto Harlock? –Beh...al nostro duello, mi pare ovvio...rispose il capitano. –No, ti sbagli, l’hai fatto molto prima. Mi hai sconfitto quella volta che, incurante del rischio che correvate tu e tuoi compagni, vi siete fermati a soccorrere quei civili della tribù di Toga e avete aiutato quella loro donna a partorire. Se ben ricordi tutte le altre astronavi civili contravvenendo ai miei ordini si ammassarono attorno alla tua nave per impedire che fosse colpita. Nonostante ciò, io nella mia folle determinazione a sconfiggerti avevo dato ordine ai miei militari di colpire tutte quelle navi civili, colpevoli di tradimento. Ma i militari, e ringrazio ancora gli dei per questo, non mi obbedirono e tutto rimase fermo e immobile in un silenzio irreale. Silenzio che fu rotto solo dai vagiti di quel neonato. Ebbene quella fu la vera vittoria della vita sulla morte, e fu la mia sconfitta, la sconfitta del male nelle fattezze di una folle regina sanguinaria...da quel momento ormai tutto era perduto, avrei dovuto rendermene conto prima e risparmiare al mio popolo ulteriori sofferenze adoperandomi per un onorevole resa.

 Harlock era rimasto in silenzio ad ascoltarla, e solo alla fine le rispose: -Ascoltami Raflesia, ora come ora non importa più chi ha vinto o ha perso e in quale maniera lo abbia fatto, per me il passato è sepolto, quello che conta veramente è il presente e la nostra capacità di viverlo appieno. L’unica cosa che possiamo fare è guardare sempre avanti cercando, se ci è possibile, di rimediare agli errori che abbiamo fatto. E questo è proprio quello che hai fatto tu, impegnandoti a dare sempre il meglio per il tuo popolo, senza risparmiarti mai un solo istante. In questi anni sei cambiata Raflesia, o meglio sei tornata ad essere la regina saggia e mite di un tempo, quella che Galia amava ed ammirava. Adesso sei una buona regina ed è solo questo quello che conta.

 –Lo pensi davvero, Franklyn? –Sì, rispose lui prendendole le mani.

 

Nota al capitolo 9: L'episodio descritto da Raflesia riguardo la tribù di Toga è contenuto nel 40° episodio della serie televisiva del '78. 

 

 

   
 
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